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MODELLO DELLA CONTINGENZA DI FIELDER.
Fielder è stato il primo autore ad aver aperto la strada agli studi interazionisti
della leadership, considerando lo stile del leader e la situazione del gruppo
come variabili in relazione reciproca.
Per quanto riguarda lo stile del leader Fielder parte dalla classica distinzione
di Bales tra leader centrati sul compito e leader centrati sulle relazioni. Egli
mette a punto uno strumento di misurazione che consente di distinguere fra
l’una e l’altra tipologia di leader. Tale strumento prevede di proporre agli
individui una scala di valutazione (LPC) del collaboratore meno preferito,
quella persona con cui l’individuo ha lavorato meno facilmente, che deve
essere giudicato in base a coppie opposte di aggettivi su una scala a 8
punti.
Il punteggio LPC è la somma dei punteggi ottenuti in ogni coppia di aggettivi
della scala.
Alto LPC indica un leader centrato sulle relazioni.
Basso LPC indica un leader centrato sul compito.
L’orientamento del leader può essere più o meno efficace a partire da tre
fattori, misurati in modo dicotomico, che determinano il grado favorevolezza
della situazione per il leader:
1. QUALITA’ DELLE RELAZIONI LEADER-MEMBRI che sono buone se
esistono elementi come fiducia reciproca, lealtà, clima affettivo
positivo, o povere se non esistono questi elementi.
2. GRADO DI STRUTTURAZIONE DEL COMPITO che è positivo se lo scopo
da raggiungere è chiaro, le istruzioni sono precise, il risultato finale è
previsto; così il leader può controllare efficacemente le varie fasi
del lavoro. Un compito non strutturato costituisce un indicatore di
sfavorevolezza della situazione di leader.
3. POTERE LEGATO ALLA POSIZIONE DI LEADER può essere forte o
debole, a seconda che il capo abbia a disposizione i mezzi
sufficienti per influenzare i membri o la competenza necessaria per
affrontare quel compito.
Combinando tra loro questo tre fattori si ottengono otto combinazioni
possibili che vanno da un massimo buone relazioni leader-membri,
compito strutturato, potere forte; a un minimo relazioni leader-membri
povere, compito non strutturato, potere debole.
L’ipotesi sostenuta da Fielder è che i leader con basso LPC saranno più
efficaci in questi due estremi del continuum, mentre i leader ad alto LPC
saranno più efficaci nelle situazioni intermedie.
Le verifiche sperimentali hanno in parte confermato il modello della
contingenza di Fielder. Per quanto riguarda le critiche sollevate:
Differenziazione tra leader centrati sul compito o sulle relazioni rinvia
a una dicotomia troppo netta e che fa pensare a tratti stabili del
leader; mentre è molto più probabile che il comportamento del
leader sia mutevole nel tempo e in situazioni diverse.
Il punteggio LPC non ha mostrato una validità di costrutto elevata
da poter considerare tale punteggio come insensibile ai
cambiamenti situazionali.
Fattori presi in considerazione per delineare il continuum di
favorevolezza della situazione sono stati sottoposti a critiche.
La relazione leader-membri non è sempre categorizzabile come
“buona” o “povera”, si tratta di un fattore delicato e instabile,
legato, da un lato alla dinamica interna al gruppo e dall’altro ai
bisogni dell’individuo che costituiscono un elemento che può
incidere sul clima complessivo del gruppo. Vanno considerate
anche altre variabili in tale relazione come la dimensione del
gruppo e il clima politico-culturale.
Natura del compito: la dicotomia tra strutturato e non strutturato
non appare illustrare esaustivamente quanto avviene nella realtà.
La complessità o semplicità del compito costituisce una variabile
che può modificare le richieste nei confronti della leadership.
Il potere in questo modello appare come variabile situazione meno
rilevante, quando, in realtà, costituisce un fattore molto importante.
MODELLO DELLA CONTINGENZA DI VROOM E YETTON.
Riguarda principalmente gli stili del leader nei processi decisionali
organizzativi e si interessa in particolare a individuare quali stili di presa di
decisione siano resi necessari a partire da diverse situazioni.
Il modello è considerato modello normativo della presa di decisione in
quanto una volta analizzata la situazione si può prescrivere quale sia lo stile
più adatto per giungere alla soluzione efficace.
Gli stili decisionali dei leader sono cinque e variano su un continuum:
1. AUTOCRATICO: leader prende le decisioni da solo senza consultare i
membri del gruppo, utilizzando le informazioni di cui dispone.
2. AUTOCRATICO CON RICHIESTA DI INFORMAZIONI AI
COLLABORATORI: leader decide da solo, anche se i subordinati
sono almeno in parte implicati perché il leader chiede loro delle
informazioni.
3. CONSULTIVO INDIVIDUALE: leader consulta individualmente i
collaboratori e prende da solo la decisione che può tenere conto o
meno dei suggerimenti dei subordinati.
4. CONSULTIVO DI GRUPPO: leader consulta il gruppo nel suo insieme,
prende da solo la decisione che può tenere conto o meno dei
suggerimenti del gruppo.
5. PARTECIPATIVO: leader condivide il problema con il gruppo, valuta
insieme ad esso la situazione per arrivare a una soluzione
consensuale. Moderatore e coordinatore.
Questi stili decisionali possono determinare una diversa efficacia della
decisione, stabilita secondo tre criteri:
1. La qualità delle decisioni: alta qualità le decisioni che hanno un
forte impatto sul lavoro di gruppo.
2. Il tempo richiesto per giungere alla decisione.
3. L’accettazione della decisione da parte dei subordinati.
I fattori situazionali che il leader deve considerare per un processo di presa di
decisione corretto sono, per questi autori, otto:
1. L’importanza della qualità decisionale.
2. Quantità di informazioni che il leader possiede per giungere da solo
a una decisione di alta qualità.
3. Quantità di informazioni che i subordinati possiedono per giungere
ad una decisione di alta qualità.
4. Chiarezza con cui è strutturato un problema.
5. Grado di accettazione dei subordinati necessario per implementare
la decisione.
6. Probabilità che una decisione presa dal solo leader venga poi
accettata dai subordinati.
7. Livello di motivazione dei subordinati rispetto alla soluzione del
problema.
8. Livello di disaccordo tra i subordinati riguardo alle soluzioni preferite.
A seconda di come valuta la situazione il leader adotterà uno stile piuttosto
che un altro. Rispetto al modello della contingenza precedentemente
esaminato questo accorda un interesse maggiore a livello di partecipazione
dei subordinati.
Sulla base del loro modello normativo della presa di decisione gli autori
hanno sviluppato un programma di formazione allo scopo di avere manager
preparati a differenziare le varie situazioni e ad adottare stili decisionali
diversi. Fra le procedure utilizzate gli autori hanno utilizzato dei filmati che
mostrano doversi tipi di leader alle prese con le stesse situazioni. Come
segnala Hollander questo programma di formazione ha portato al risultato
che l’uso delle regole decisionali del modello portava ad adottare più degli
stili di tipo autocratico. Ne consegue una correzione del programma
formativo.
Anche questo modello ha subito critiche sia sul piano metodologico che
sulla portata teorica.
LA PATH – GOAL THEORY.
Modello che si basa su aspetti motivazionali individuali nei gruppi ed è stato
prima delineato da Evans poi sviluppato da House e messo a punto da
House e Mitchell.
Evans ha osservato che i leader possono influenzare la prestazione e la
soddisfazione dei subordinati incentivando la loro motivazione. I leader con il
loro comportamento influenzano la percezione dei subordinati aiutandoli ad
identificare un determinato percorso per raggiungere obiettivi del gruppo.
House e Mitchell hanno ampliato questa prospettiva analizzando i
comportamenti del leader per incrementare la motivazione dei subordinati,
includendo i seguenti fattori situazionali:
Le caratteristiche dei subordinati nei termini di disponibilità ad
essere aiutati.
I fattori del contesto in cui sono compresi il tipo di compito e di
gruppo:
Compito compiti interessanti che motivano i subordinati,
o compiti routinari in cui non è sentita come essenziale la guida
del leader.
Gruppo caratteristiche del principale gruppo di lavoro,
o sistema di autorità formale dell’organizzazione.
Questo modello prevede due assunti di base:
a. Il comportamento del leader sarà accettabile per il sottoposto se
essi lo considerano idonea a soddisfare i loro bisogni
immediatamente o nel futuro.
b. Il comportamento del leader risulta motivante per i subordinati
quando è in grado di far loro comprendere che la soddisfazione dei
loro bisogni va di pari passo con il raggiungimento dell’efficacia
produttiva.
In questo modo il leader offre guida e supporto e utilizza ricompense come
mezzi per rendere più facile il cammino.
Per assumere una funzione motivante e di guida i leader possono adottare
quattro forme di leadership in rapporto alle caratteristiche situazionali che
abbiamo presentato sopra:
1. LEADERSHIP STRUMENTALE: stile orientato al compito, il leader
pianifica il lavoro, fornisce spiegazioni, controlla. Stile funzionale
quando il compito è poco strutturato o molto complesso, i
subordinati hanno punteggi elevati nelle scale di autoritarismo o
hanno basse aspettative.
2. LEADERSHIP SUPPORTIVA: orientata a creare un clima di lavoro
sereno e a considerare i bisogni dei subordinati. Stile utile se il
compito è strutturato o noioso o i collaboratori hanno elevato
bisogno di riconoscimento sociale.
3. LEADERSHIP ORIENTATA AI RISULTATI: leader ha elevate aspettative
verso i subordinati e cerca di incentivarli di continuo. Stile funzionale
con subordinati molto orientati alla realizzazione personale ma può
motivare anche coloro che hanno poca fiducia in sé e poco
orientamento al successo.
4. LEADERSHIP PARTECIPATIVA: orientata alle relazioni. Il leader lavora
con tutto il gruppo. Stile funzionale con collaboratori con locus of
control interno che si percepiscono come responsabili dei propri
avanzamenti e che hanno fiducia nei processi di partecipazione.
Questi stili di leadership possono essere assunti volta per volta dallo stesso
leader che in base alle caratteristiche della situazione potrà decidere di
adottare uno stile o un altro.
Rispetto al modello di Vroom e Yetton qui viene dato più spazio alle
caratteristiche dei collaboratori.