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La struttura del linguaggio e la sua sintassi

Un aspetto rilevante del linguaggio è la struttura, in particolare la sintassi che concerne il modo in cui le parole possono essere combinate e poste in sequenze ordinate per formare frasi dotate di significato. Chomsky sostiene che esista una sorta di grammatica universale comune a tutte le lingue, capace di consentire di generare frasi dotate di significato all'interno di ogni lingua e di trasformarle a seconda dei significati che si vogliono veicolare. Questo tipo di grammatica viene definita generativo-trasformazionale. Nell'ambito della sintassi è possibile distinguere in una proposizione tra: struttura superficiale, le parole concrete da cui è formata una frase, e struttura profonda, i significati della frase. Nella comprensione del linguaggio si parte dalla struttura superficiale per arrivare a quella profonda. Al contrario, nella produzione del linguaggio si parte dalla struttura profonda per arrivare poi a quella superficiale. Seppur sia possibile farebuona comunicazione si basa sulla cooperazione tra il parlante e l'ascoltatore, che si impegnano a seguire le regole implicite della conversazione, come ad esempio il principio di cooperazione, il principio di pertinenza e il principio di cortesia. Inoltre, la comunicazione efficace richiede anche la capacità di interpretare il linguaggio non verbale, come gesti, espressioni facciali e tono di voce. In conclusione, la comprensione del significato delle frasi richiede non solo la conoscenza delle regole sintattiche, ma anche la capacità di utilizzare conoscenze pragmatiche e di interpretare il contesto. La comunicazione efficace dipende quindi dalla condivisione di significati e dalla capacità di adattare il proprio linguaggio al contesto in cui ci si trova.

La conversazione si fonda sul principio della collaborazione in base al quale gli interlocutori devono fare in modo che il loro intervento sia adatto alle richieste, al turno e allo scopo dello scambio conversazionale in cui sono coinvolti. Perché ciò avvenga occorre seguire quattro massime fondamentali: massima della quantità, massima della qualità, massima della relazione, massima del modo. Inoltre viene distinto il significato della frase, ossia le proprietà semantiche assegnate alla frase dalla grammatica, e il significato del parlante, cioè quello che intende comunicare attraverso la frase. Secondo Austin occorre distinguere il contenuto proposizionale di una frase, cioè il significato sintattico o locutorio, dall'intenzione con cui il parlante la pronuncia, cioè il significato illocutorio, dal significato che recepisce l'ascoltatore nei termini delle conseguenze psicologiche che la comunicazione produce.

significato perlocutorio. Aggiunge inoltre un terzo aspetto legato alle conseguenze emotive e psicologiche che la frase genera nell'ascoltatore, cioè l'aspetto perlocutorio. All'interno della comunicazione vi è un'ampia gamma di espressioni non verbali e paraverbali che possono accompagnare l'eloquio. In alcuni casi rafforzando lo, in altri casi sostituendolo, in altri ancora fornendo informazioni indipendenti rispetto al messaggio linguistico, anche potenzialmente contrastanti. Questo tipo di comunicazione è, per la maggior parte del tempo, implicita e non del tutto consapevole, caratteristiche che la rendono difficile da controllare rispetto alla comunicazione verbale. Secondo Darwin la comunicazione non verbale è un mezzo di comunicazione comune ad una buona parte delle specie animali di 20, è collegata all'attivazione di strutture anatomiche e meccanismi fisiologici filogeneticamente antichi e quindi in grado di sottrarsi al

controllo la consapevolezza dell'intenzionalità, acquisito un valore comunicativo trasmesso di generazione in generazione come risultato di comportamenti originariamente adattativi per l'uomo. Le componenti fondamentali della comunicazione non verbale sono: il paralinguaggio, il contatto oculare, la mimica facciale, la postura del corpo, la gestualità, l'aspetto esteriore (gli artefatti e l'abbigliamento indossato), la prossemica (distanza interazionale) e l'aptica (contatto fisico). Occorre sottolineare che la cultura può influenzare enormemente la manifestazione e la regolazione delle espressioni non verbali. Vi sono norme specifiche che disciplinano le manifestazioni delle emozioni, i capi d'abbigliamento da indossare in pubblico in particolari occasioni, la gestualità, la vicinanza.

CAPITOLO 6 - LE EMOZIONI

Le emozioni implicano un coinvolgimento diretto sia del sistema nervoso centrale che del sistema nervoso periferico. Per

quanto riguarda il volo del primo la manifestazione di un'emozione è connessa all'attivazione di alcune strutture cerebrali collocate nella parte mediale di entrambi gli emisferi che insieme formano il cosiddetto sistema limbico. Un ruolo fondamentale nell'organizzazione della risposta emozionale è svolto dal sistema nervoso periferico, in particolare dal sistema nervoso autonomo, che controlla le principali attività biologiche mantenendo in vita il nostro organismo svolgendo le sue funzioni in modo involontario. Questo sistema si divide a sua volta in due sottoinsiemi con funzioni antagoniste: il sistema simpatico, che entra in funzione in situazioni di emergenza che richiedono una risposta immediata da parte dell'individuo, e il sistema parasimpatico, che gioca un ruolo fondamentale nel riportare l'organismo in una condizione di calma una volta che una situazione di pericolo si è risolta. Numerose ricerche hanno evidenziato che

Il verificarsi di un'emozione determina delle variazioni significative nell'attività di entrambi i sottoinsiemi. È importante inoltre sottolineare indicatori più comuni che segnalano l'attività del sistema nervoso autonomo: la conduttanza cutanea, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e la variabilità della frequenza cardiaca. Considerati nel loro insieme questi segnali forniscono informazioni sul livello di attivazione fisiologica dell'organismo. Le emozioni sono forme di risposte ad eventi esterni, denominati antecedenti emozionali, simili tra individui della stessa cultura. Le emozioni consentono di acquisire e fornire informazioni in modo estremamente rapido, anche se le conoscenze derivate da emozioni possono essere fallaci o fuorvianti. Inoltre le emozioni consentono di orientare il comportamento. Riflettere sulle emozioni vuol dire prendere in considerazione un'ampia gamma di processi legati al funzionamento della mente umana.

Spesso anche molto diversi fra loro, tra cui pensieri, comportamenti, motivazioni, percezioni, sensazioni corporee. Proprio la natura complessa dei processi emozionali è all'origine di un dibattito all'interno della comunità scientifica sul significato da attribuire allo stesso termine emozione. Nonostante non sia ancora stato raggiunto un accordo su un'unica definizione operazionale la maggior parte degli studiosi sembra concorde nel descrivere le emozioni come processi multicomponenziali, ovvero processi con più sfaccettature le quali sono associate a diverse funzioni e implicano diversi livelli di analisi e interpretazione dei fenomeni emozionali.

Scherer ha elaborato un modello teorico delle emozioni, definito processuale componenziale, secondo il quale possiamo distinguere cinque componenti nei processi emozionali: una componente cognitiva, una componente neurofisiologica, una componente motivazionale, una componente espressivo-motoria, una componente soggettiva.

Ogni componente ha una relazione con i principali sottoinsiemi psicologici e neurofisiologici che regolano il funzionamento complessivo dell'organismo umano. Ciò che caratterizza in modo distintivo un'emozione è proprio l'attivazione coordinata di tali sottoinsiemi. L'emozione può essere definita infatti come un episodio di cambiamenti sincronizzati e interrelati negli stati di tutti o della maggior parte dei sottoinsiemi dell'organismo in risposta ad uno stimolo esterno o interno valutato come rilevante in relazione ai bisogni e gli interessi dell'organismo. Questa definizione appare ancora però sfumata al livello semantico, per superare questa vaghezza e nel tentativo di giungere a una definizione più rigorosa e sistematica, Scherer ha identificato un insieme di 7 caratteristiche che permettono di circoscrivere in modo preciso il significato del termine emozione. La prima afferma che l'emozione è focalizzata su un.

oggetto, ovvero la sua insorgenza è legata all'accadimento di un evento specifico che riveste una certa importanza per l'individuo, definito antecedente emozionale. La seconda riconduce l'insorgenza dell'emozione all'attivazione di un processo di valutazione cognitiva dell'antecedente emozionale, processo automatico o cosciente dal cui esito dipende dalla configurazione specifica dell'intera risposta emozionale. La terza afferma che le diverse componenti dell'emozione devono attivarsi in modo coordinato e sincronizzato permettendo all'individuo di predisporre il mettere in atto delle strategie di risposta adattative. I restanti quattro attributi riguardano aspetti più generali dei processi emozionali e possono essere sintetizzati con due punti: rapidità dei cambiamenti nei sottosistemi dell'organismo che regolano la risposta emozionale, presenza di conseguenze delle emozioni osservabili a livello comportamentale.

intensità complessiva dei diversi pattern di risposta emozionale relativamente alta, breve durata. I concetti di disposizione affettiva, umore e preferenza si differenziano da quello di emozione proprio per il mancato possesso di almeno una delle caratteristiche incluse nella precedente definizione. Un aspetto critico di questa definizione riguarda il considerare le emozioni come un insieme di cambiamenti che avvengono esclusivamente all'interno dell'organismo senza gettare ombra sul fatto che le emozioni sono fenomeni radicati nell'ambiente relazionale e nel più ampio contesto sociale e culturale in cui individui conducono le proprie vite. Un ulteriore aspetto critico riguarda il suo angolocentrismo ovvero il fatto che questa fa riferimento all'emozione in quanto categoria concettuale e linguistica tratta direttamente dalla lingua inglese. Secondo Widen e Russel i problemi linguistici possono essere superati distinguendo due categorie di definizioni del.icare un'emozione. Le seconde, invece, hanno l'obiettivo di prescrivere come dovremmo sentirci o come dovremmo reagire in determinate situazioni. Queste due tipologie di emozioni possono essere influenzate da vari fattori, come la cultura, l'educazione, le esperienze personali e le norme sociali.
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Publisher
A.A. 2021-2022
30 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LaVivi99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Leonardi Fabio.