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Secondo Getzles e Jackson, i docenti preferiscono studenti i cui risultati sono frutto del lavoro del pensiero

convergente (adesione all’autorità, conformismo), piuttosto che quegli studenti che ottengono risultati

altrettanto validi utilizzando il pensiero divergente. Tuffanelli dice che i divergenti vengono accusati, per

questa tendenza all’indipendenza, di scarsa collaborazione, di ostruzionismo, di imprudenza. Per Sternberg

vengono percepiti come anticonformisti e ribelli.

Spesso gli insegnanti, dovendo conciliare la creatività individuale con la necessità di controllare la classe,

optano per scelte didattiche che consentono di arrivare ad efficaci risultati nell’apprendimento, a scapito

della valorizzazione del potenziale creativo degli alunni.

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25. Clima scolastico e gli stili educativi degli insegnanti

Nel “clima scolastico” è indispensabile che vi sia un’atmosfera di stima e di reale accettazione

interpersonale: l’insegnante in tal senso gioca un ruolo decisivo. Quelli che sanno creare le situazioni

favorevoli per l’apprendimento sono caldi, amichevoli, disponibili ad aiutare, comunicativi ma, nello stesso

tempo, ordinati, in grado di motivare gli alunni, di controllarne il comportamento. Sembra inoltre che il

clima democratico, per il dialogo e l’accettazione reciproca, sia preferibile.

Di fronte al ruolo di docente in qualità di guida comprensiva, bisogna che la scuola organizzi, per gli

insegnanti, dei corsi di addestramento al potenziamento delle capacità divergenti. La scuola, in genere, ha

invece precisi schemi in cui sono inquadrati programmi, orari, classi. Sarebbe dunque opportuno che

promuovesse cambiamenti facendo in modo che gli studenti risultino più flessibili. Illustriamo adesso delle

tecniche utili da usare in ambito scolastico.

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26. Le strategie didattiche di Sternberg e Spear-Swerling

# Sternberg e Spear-Swerling (1997) propongono tre strategie didattiche adatte ad arrivare alle diverse

intelligenze. La strategia didattica tradizionale ha le seguenti caratteristiche: si basa sulla spiegazione da

parte dell’insegnante che presenta il materiale in forma di lezione tradizionale; vi è una minima interazione

tra insegnante e alunni e tra alunni e alunni. Tende inoltre a favorire studenti con una mente critico-analitica.

La strategia delle domande su nozioni ha le seguenti caratteristiche: l’insegnante pone domande il cui scopo

è sollecitare fatti, egli dà feedback di giusto o sbagliato e c’è una limitata sollecitazione di domande

individuale, così come minima interazione tra gli studenti. Favorisce gli studenti con una mente critico-

analitica. Il suo uso ha il fine di consolidare informazioni apprese da poco e di verificare le conoscenze degli

studenti.

La strategia dialogica ha le seguenti caratteristiche: si basa su domande fondate sul ragionamento ed è la più

adatta all’insegnamento delle abilità di pensiero. L’insegnante pone domande atte a stimolare ragionamento

e discussione, causando una forte interazione tra l’insegnate, che diventa guida e gli studenti, e tra gli stessi

studenti. Questa strategia tende a favorire nella stessa misura pensatori critico-analitici, creativo-sintetici,

pratico-contestuali e incoraggia la discussione in classe.

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27. Il problem solving di Sternberg e Spear-Swerling

# Il problem solving ideato da Sternberg e Spear-Swerling (1997) per lo sviluppo delle abilità di pensiero

comprende 4 fasi:

r) Acquisizione delle strategie: comprende un set di procedure ed istruzioni per trasmettere le abilità di

pensiero. Si basa sulle seguenti tappe:

1. presentazione e soluzione interattiva di problemi del mondo reale: l’insegnante presenta problemi tratti

dal mondo reale e li elabora con gli studenti; lo scopo è quello di motivare gli studenti a considerare

importanti le abilità di pensiero e prepararli ad applicare tale abilità nella vita di tutti i giorni.

2. Analisi di gruppo delle procedure di problem solving: dopo aver risolto problemi, l’insegnante suggerisce

agli studenti di riflettere sui procedimenti e sulle strategie utilizzate per la soluzione di ogni problema. Si fa

in modo che le abilità vengano in mente agli studenti.

3. Definizione dei processi e delle strategie mentali: se ne esamina un sottoinsieme.

4. Applicazione dei processi definiti ai problemi reali (quelli presentati in precedenza).

5. Applicazione dei processi definiti a problemi nuovi.

6. Formulazione di nuovi problemi da parte degli studenti.

s) Problem solving intragruppale: in questa fase i membri della classe lavorano insieme per risolvere un

problema nuovo. Gli studenti sono incoraggiati ad usare i processi e le strategie apprese in precedenza,

aiutandosi reciprocamente.

t) Problem solving intergruppale: la soluzione dei problemi si attiva mediante la collaborazione tra gruppi,

che possono lavorare da soli e poi trovare analogie e differenze, favorendo il dibattito. Si incoraggiano gli

studenti a dare il meglio nel ragionamento per aiutare la propria squadra e sé stessi.

u) Problem solving individuale: gli studenti si attivano con problemi su base individuale che devono

risolvere da soli. Lo studente viene così stimolato a impegnarsi con lo stesso tipo di dialettica che ha

utilizzato nei gruppi.

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28. Stimolare la creatività in Goleman, Ray e Kaufman

# Goleman, Ray e Kaufman (1999), nel proporre esercizi e consigli, si basano sul principio che la creatività

aumenta nel momento stesso in cui si diventa consapevoli dei propri atti creativi. Gli esercizi consistono nel:

a) Ricordare e cercare di rivivere un momento in cui si è avuta una idea brillante che ci ha permesso di

risolvere un problema.

b) Lasciarsi andare, cioè abbandonarsi sia fisicamente sia mentalmente.

c) Avere fede nella propria creatività, cioè avere fiducia nelle proprie risorse interiori (intuito, volontà, gioia,

comprensione).

d) Affermare le risorse creative attraverso la visualizzazione di un problema mentre a bassa voce o

mentalmente ci si dice che l’intuito che è dentro di sè conosce già la soluzione.

e) Niente censure: Un modo per combattere la censura, in quanto ostacolo che si frappone fra l’individuo e

la creatività, interna ed esterna, sta nell’acquisire consapevolezza di come opera in ciascuno di noi la sua

voce.

f) Cercare di percepire la propria pelle in ogni parte del corpo, in stato di rilassamento.

g) Mettere in ridicolo la censura eseguendo l’esercizio dell’immaginare visivamente e acusticamente

l’affermazione “Non ho mai un’idea originale” e ampliando tale pensiero all’inverosimile fino a rendersi

conto dell’inconsistenza della sua voce.

h) Andare contro la routine facendo una cosa diversa ogni giorno, tirando fuori le cose dal loro contesto

ordinario e creare un nuovo contesto in cui osservarle.

i) Fare attenzione al comportamento non verbale di una persona, ai suoi gesti, alla postura…;

j) Liberarsi dai preconcetti e sviluppare l’abilità a porre domande dalle quali possono scaturire idee nuove e

inattese.

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29. Definizione di problem solving

# Il problem solving coinvolge e utilizza non solo componenti mentali di tipo logico e critico (raccolta e

diagnosi dei fatti), ma anche di tipo intuitivo (interpretazione dei fatti e presa in considerazione di altri fatti

solo in apparenza marginali), per affrontare problemi definiti e nuovi.

L’iter seguito quando in un gruppo si usa il problem solving è costituito da una prima analisi preliminare

della situazione che mira a: mettere a fuoco insoddisfazioni e preoccupazioni, stabilire le priorità, localizzare

gli stadi di insoddisfazione e preoccupazioni chiarificandoli; poi da un’analisi vera e propria del problema in

cui si cercano le sue cause.

L’iter seguito è il seguente: definire il divario tra fatto atteso e reale; specificare e sintetizzare il problema

dando di essa una definizione esatta;evidenziare eventuali cambiamenti verificatisi all’interno dei

particolari; formulare una serie di ipotesi elencando possibili cause; verificare tali cause tramite una griglia

che possa far emergere la più probabile; verificare tale causa per risolvere il problema intervenendo sulla

realtà.

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30. Definizione di Brainstorming

# Il brainstorming è una tecnica ideata da Osborn (1993); partendo dall’esame di un determinato problema si

tende a fare produrre, ai diversi componenti di un gruppo, il maggior numero di idee relative al problema

stesso, attivando una discussione incrociata e guidata dal moderatore. Tale tecnica si fonda sulla

constatazione che le idee espresse ad altre persone richiamano altre idee sulla base di quella che viene

definita una vera e propria fecondazione incrociata. Per ottenere risultati, devono essere rispettate

rigidamente tutte le fasi.

L’iter seguito è il seguente: fase preliminare (in cui si presenta il problema e i limiti posti dalla sua eventuale

soluzione); fase della scoperta degli elementi che caratterizzano il problema preso in esame; fase della

scoperta, della produzione e dello sviluppo di molte idee da utilizzare per la soluzione; fase di selezione di

tutte le idee prodotte e annotate; fase conclusiva (in cui si sceglie di adottare la soluzione ritenuta più idonea

in seguito ad attento esame della sua applicabilità.

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31. Strumento ideato da De Bono: la funzione di PO

# La funzione di PO, uno strumento ideato da De Bono, è l’elaborazione dell’informazione volta alla

creazione di nuovi modelli e alla ristrutturazione di quelli vecchi. La prima funzione di PO è creare nuove

elaborazioni dell’informazione. In particolare le sue funzioni sono: elaborare l’informazione in un modo che

non potrebbe mai verificarsi nel corso degli eventi, mantenere un’elaborazione dell’informazione senza

giudicarla, proteggere dal rigetto un’elaborazione dell’informazione che sia già stata giudicata impossibile.

Nella pratica vi sono occasioni specifiche in cui è utile utilizzare PO: giustapposizione (tenere insieme due

elementi non connessi per l’interazione), introduz

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Domenico Valenza di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Foti Irene.