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Teorie cognitive delle emozioni

Le teorie che abbiamo visto finora danno un ruolo importante alla dimensione siologica. Anche nell'ambito della psicologia cognitiva vengono elaborate delle teorie per definire cosa sono le emozioni. Sostanzialmente queste teorie danno ampio spazio alla dimensione cognitiva, a quel processo che ci porta a valutare lo stimolo, dando invece un peso minore a quello della risposta siologica; l'elemento della razionalità entra in gioco nella definizione del processo dell'emozione; l'emozione si costruisce attraverso una valutazione soggettiva.

Teoria dei due fattori:

Gli autori di questa teoria sono Schachter e Singer. Vedono l'emozione come processo a due stadi: il vissuto che contraddistingue l'emozione (l'esperienza emotiva) è il risultato di una valutazione cognitiva dell'attivazione siologica. Le risposte siologiche contribuiscono alla valutazione cognitiva.dello stimolo nel contesto ma non sono di per sé sufficienti a determinare un'esperienza emotiva. Schachter e Singer sottoposero un gruppo di studenti a un esperimento: facendocredere di iniettare vitamine, i ricercatori somministravano adrenalina o un placebo. Successivamente si chiedeva ai partecipanti di riempire un questionario. Una persona d'accordo con gli esaminatori si univa agli altri partecipanti, comportandosi come se fosse o estremamente arrabbiato o estremamente divertito. I partecipanti a cui era stata iniettata l'adrenalina si sentivano euforici quando il collaboratore degli sperimentatori era felice, se quest'ultimo si ngeva triste anche i partecipanti si sentivano tali. L'emozione vissuta cambiava, dipendeva dall'interpretazione che i soggetti ne davano la quale, a sua volta, dipendeva dalla presenza di un'altra persona che si ngeva allegra o arrabbiata. Per evidenziare che l'esperienza emotiva è una funzione di due processi indipendenti,cioè l'attivazione fisiologica e il contesto, la teoria è stata indicata con il nome di teoria dei due fattori. Teoria della valutazione cognitiva: L'autore di riferimento è Richard Lazarus. Egli ritiene che le emozioni siano il risultato di una valutazione cognitiva e che il ruolo di questa valutazione sia calcolare quanto una situazione sia sfavorevole o favorevole rispetto agli obiettivi a lungo e a breve termine dell'individuo. Lazarus mette da parte l'attivazione fisiologica, concentrandosi sulla valutazione cognitiva. Due individui che valutano in maniera differente la stessa situazione risponderanno con emozioni differenti; esistono cioè fattori di predisposizione e stili cognitivi che portano a valutazioni diverse della stessa situazione e conseguentemente a una diversa esperienza emotiva. Pertanto, le emozioni originano come risposta al significato di una situazione. Emozioni di base: Un altro aspettointeressate, chiedendo loro di associare l'emozione corretta a ciascuna immagine. Questo metodo di codifica delle espressioni facciali ha permesso a Ekman di condurre numerosi studi sulle emozioni umane e sulla loro manifestazione attraverso il volto. Ha dimostrato che queste sei espressioni facciali di base sono riconosciute e interpretate in modo simile in diverse culture, suggerendo che siano universali e innati nell'essere umano. Oggi, grazie ai progressi tecnologici, è possibile utilizzare strumenti come la risonanza magnetica funzionale per studiare l'attivazione cerebrale durante l'espressione e la percezione delle emozioni facciali. Queste ricerche hanno contribuito a approfondire la comprensione delle emozioni umane e del loro ruolo nella comunicazione non verbale. In conclusione, le ricerche di Ekman hanno evidenziato l'esistenza di sei espressioni facciali di base delle emozioni, che sono universali e riconosciute in diverse culture. Questo ha aperto nuove prospettive nello studio delle emozioni umane e della loro manifestazione attraverso il volto.di varie culture, chiedendo loro di associare una delle emozioni a una foto. Le emozioni venivano riconosciute, confermando l'universalità delle espressioni facciali. Nonostante ci siano emozioni di base la cui espressione è universale, è anche vero che: - I nostri processi cognitivi possono intervenire a modicare i programmi motori che regolano le espressioni facciali (quando viene da ridere in una situazione non appropriata, dunque bisogna inibire la felicità). - Possiamo fare una differenza tra le componenti del vissuto emozionale automatiche (aumento del battito cardiaco, sudorazione) e quelle controllate, le quali sono legate al nostro contesto culturale (l'adeguatezza o meno del pianto in un determinato contesto dipende dalla nostra cultura). Ne conseguono differenze culturali nell'espressione, nonostante esistano quelle 6 emozioni di base universali. Lo stesso Ekman fa riferimento ad alcune regole che hanno a che fare con l'esibizione diun’emozione: genuinità - accentuare un’emozione - accentuazione - attenuare - attenuazione - sopprimere - soppressione - camu are - camu amento - simulare - simulazione Limiti metodologici: Gli studi di Ekman pongono l’attenzione sulla presenza di movimenti facciali costanti e sulla loro interpretazione universale. Non viene mai analizzato il fenomeno dal punto di vista della produzione: tutti i dati che ha prodotto riguardano l’interpretazione di una foto. Inoltre, metodologicamente queste ricerche presentano diversi limiti: scelta tra un numero sso e limitato di opzioni, fotogra e non naturali. Ogni emozione primaria è distinguibile dalle altre sulla base del suo tipico pattern di attivazione cerebrale:
  • Paura = amigdala
  • Disgusto = insula anteriore
  • Gioia = parte rostrale (anteriore) della corteccia cingolata anteriore e il giro temporale superiore destro
  • Tristezza = giro frontale medio e testa del nucleo caudato
  • Collera = giro frontale inferiore e giro

Il paraippocampale è una delle emozioni di base. Le altre emozioni sono secondarie e derivano da una combinazione delle emozioni di base.

Secondo l'ipotesi del feedback facciale (Strack, Martin, Stepper 1988), l'assunzione di una determinata configurazione facciale determina un vissuto emozionale. Secondo questa ipotesi, i muscoli del viso inviano un feedback al cervello, influenzando il vissuto emozionale.

Uno studio condotto da Strack, Martin e Stepper ha coinvolto due gruppi di partecipanti. Al primo gruppo è stato chiesto di tenere una matita tra le labbra, simulando un'espressione di tristezza. Al secondo gruppo è stato chiesto di tenere la matita tra i denti, simulando un sorriso. Successivamente, ai partecipanti è stato chiesto di valutare delle vignette. I risultati hanno mostrato che il gruppo che teneva la matita simulando un sorriso ha dato voti più alti alle vignette rispetto al gruppo che teneva la matita tra le labbra.

nonostante le vignette fossero le stesse. L'ipotesi è stata che il sistema nervoso somatico manda un feedback al nostro cervello, e da questo dipendeva poi il giudizio che davano i partecipanti.

L'approccio dimensionale:

Nell'approccio dimensionale, le emozioni vengono classificate sulla base di valenza e attivazione; sono un continuum, in cui a variare solo due parametri: la valenza (positiva o negativa) e l'attivazione (alta o bassa - battito cardiaco...). La conseguenza che un evento ha sull'interesse dell'individuo determina la rilevanza emotiva dell'evento. Esistono però altri parametri di valutazione: la novità dello stimolo rispetto alle aspettative; la capacità del soggetto di gestire (coping) la situazione emotigena; si valuta se la situazione emotigena è conforme alle norme e alle aspettative del gruppo sociale di appartenenza.

I due approcci dimensionali principali sono:

- Il modello circolare-

Distinzione approccio-fuga

Il modello circolare

Il modello circolare colloca sull'asse orizzontale la valenza, su quello verticale l'attivazione. Per esempio, tristezza e paura sono considerati stati emotivi distinti; sono entrambi spiacevoli, ma la tristezza non è attivante come la paura. Le diverse emozioni cadono in uno schema circolare, da qui il nome di modello circolare.

La distinzione approccio-fuga

Secondo questo modello, le emozioni possono essere classificate lungo la dimensione della motivazione, cioè della propensione all'azione. Per esempio, la felicità, la sorpresa e la rabbia sono definite emozioni di avvicinamento, in quanto suscitano il desiderio di avvicinarsi allo stimolo; tristezza, disgusto e paura sono emozioni di fuga perché evocano il desiderio di allontanarsi dallo stimolo.

Certi tipi di eventi sono prototipici di certe emozioni, ciò implica che determinati eventi provochino sempre quel tipo di emozione.

quindi siano assimilabili aschemi concettuali.

Espressione facciale

L'aspetto esteriore più evidente delle emozioni è rappresentato dall'espressione facciale. Secondo l'ipotesi standard le espressioni facciali sono forme unitarie, universalmente condivise, specifiche per ogni emozione.

Nello studio delle espressioni facciali vanno distinti due livelli: quello molecolare, rappresentato dai movimenti dei singoli muscoli facciali, e il livello molare, cioè la configurazione finale derivante da tutti questi movimenti minimi. Ekman e Friesen hanno elaborato un sistema di codificazione di tutti i movimenti facciali minimi (FACS).

A una stessa emozione possono corrispondere diverse espressioni facciali e a un'espressione facciale possono corrispondere esperienze emotive diverse. Inoltre il contesto ricopre un ruolo importante nella comprensione delle emozioni facciali, perché una stessa espressione può essere interpretata in maniera

La emozione viene espressa anche attraverso la voce e la postura. La voce umana è uno dei principali mezzi di comunicazione sociale e affettiva. Le emozioni sono trasmesse attraverso l'intonazione e l'intensità dell'eloquio.

Regolazione delle emozioni

La capacità di utilizzare le proprietà vantaggiose delle emozioni e la capacità di annullarle sono la chiave per una vita equilibrata. Quest'ultima capacità è definita regolazione delle emozioni, riduce l'attivazione dell'amigdala e dell'insula, che a loro volta riducono l'attivazione prolungata del SNA. Consiste nel modellare la condotta emotiva di fronte a un evento emotigeno, in modo da orientarne il tipo di esperienza e manifestazione nel senso più consono ed efficace rispetto alla situazione.

La capacità

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
76 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher silvia321 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Cuccio Valentina.