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L'Adattamento Evoluzionistico nell'epoca geologica del Pleistocene
(AAE). L'AAE agli input presenti nel suo Ambiente di Adattamento Evoluzionistico è stato individuato nell'epoca geologica del Pleistocene, che va dal milione e ottocentomila anni fa a undicimila anni fa. Durante il Pleistocene gli ominidi vivevano in piccoli gruppi, erano dediti alla caccia e alla raccolta. Secondo gli psicologi evoluzionistici, il Pleistocene pose ai nostri antenati quei problemi adattativi che hanno modellato la nostra architettura cognitiva attuale. Esempi di problemi adattativi posti ai nostri antenati sono la cooperazione all'interno del gruppo, il riconoscimento dei membri del proprio gruppo, la capacità di ingannare e scovare l'inganno. L'evoluzione ha fornito la nostra mente di un insieme di moduli ciascuno atto alla risoluzione di un particolare problema adattativo. Per questo, l'architettura modulare della mente è stata paragonata ad una cassetta.
sono le azioni o le decisioni che prendiamo in base alle informazioni elaborate dalla nostra mente. La mente umana è un sistema complesso che utilizza diverse strategie cognitive per risolvere i problemi che si presentano. Una di queste strategie è l'uso di euristiche, ovvero regole approssimative che ci permettono di prendere decisioni rapide ed efficienti. Le euristiche sono il risultato di adattamenti evolutivi che ci hanno permesso di sopravvivere e prosperare nel nostro ambiente ancestrale. Tuttavia, le euristiche possono anche portare a errori di giudizio e decisioni irrazionali. Questo perché le euristiche sono basate su semplificazioni e approssimazioni, e non sempre sono adatte a risolvere i problemi complessi che ci troviamo ad affrontare nella società moderna. Quindi, mentre la nostra mente è in grado di selezionare automaticamente le euristiche più adatte alle circostanze, dobbiamo essere consapevoli dei limiti di queste strategie cognitive e cercare di integrarle con un pensiero più razionale e analitico quando necessario. In conclusione, la mente umana è un potente strumento che ci permette di adattarci al nostro ambiente, ma dobbiamo essere consapevoli dei suoi limiti e cercare di utilizzare anche altre strategie cognitive quando necessario.possono essere di tipo comportamentale (la fuga), di tipo fisiologico (attivazione della sudorazione) o possono costituire input per altri meccanismi. La storia evolutiva del genere umano può considerarsi come il frutto di evoluzione biologica ed evoluzione culturale. Biologia e cultura non sono tuttavia da intendere come fenomeni opposti. La psicologia evoluzionistica nel focalizzare la sua attenzione sulle molteplici relazioni causali tra moduli cognitivi e pressioni selettive vanifica le dicotomie natura/cultura, innato/appreso. L'inutilità di simili opposizioni risiede nelle caratteristiche dei meccanismi psicologici. Un comportamento non si può classificare esclusivamente come innato o appreso, ma è piuttosto il frutto di una storia evolutiva nella quale aspetti logenetici e input ambientali hanno contribuito in egual misura (lo dice esplicitamente David M. Buss). La psicologia evoluzionistica ricongiunge natura e cultura considerando la cultura comeUn adattamento biologico che si è coevoluto con le strutture cerebrali. Spesso facciamo cose che mettono a repentaglio la nostra capacità riproduttiva e di sopravvivenza; perché assistiamo a comportamenti che non sono adattivi? Il comportamento manifesto è il frutto dell'applicazione di meccanismi adattivi selezionatisi in un ambiente (AAE) che era profondamente diverso da quello in cui noi oggi siamo immersi. Il comportamento manifesto è sempre un adattamento, frutto cioè della selezione naturale, ma non è necessariamente adattativo nel nostro ambiente, non aumenta cioè necessariamente le nostre capacità riproduttive o di sopravvivenza. Verificare l'ipotesi che un tratto sia un adattamento per il passato è un compito molto difficile. Tooby e Cosmides suggeriscono di studiare le funzioni adattative mediante un'analisi funzionale, e richiede 6 passi: identificare un problema adattivo alla luce di considerazioni
evoluzione della specie-avanzare ipotesi su come il problema adattativo sia manifesto sotto le pressioni selettive del AAE di riferimento-identificare i problemi computazionali, nei termini di processi di elaborazione dell'informazione, che devono essere risolti per affrontare i problemi adattativi visti sopra-avanzare un'ipotesi sul tipo di meccanismo cognitivo (computazionale) per la risoluzione del problema adattativo in esame-escludere meccanismi cognitivi alternativi che non possono essere evoluti per selezione naturale-verificare l'ipotesi sul meccanismo cognitivo valutando se caratterizzi la mente dell'uomo contemporaneo. Lo scopo della psicologia evoluzionistica è spiegare il comportamento e i processi cognitivi dell'uomo contemporaneo. Il punto di partenza dell'analisi funzionale appena descritta è dunque il comportamento come fenotipo dell'uomo contemporaneo. Il tipo di analisi funzionale che parte dallaLa struttura per inferirne la funzione si chiama ingegneria inversa. Dato un "oggetto", si cerca di scomporlo andando a ritroso per comprenderne i vari passaggi che hanno portato alla sua costruzione.
La psicologia evoluzionistica è una scienza che procede per ipotesi. Queste ultime vengono verificate empiricamente mediante varie metodologie:
- Metodo comparativo: individua la presenza di un tratto con la funzione adattativa a cui si è interessati in specie che sono soggette ad una determinata pressione selettiva ed in specie che non sono sottoposte a quella pressione ambientale;
- Metodo crossculturale: confronta culture diverse nella stessa specie per escludere che tratti ritenuti universali, come l'espressione delle emozioni o i comportamenti prosociali, non siano invece collegati a variabili ecologiche.
Per valutare invece ipotesi legate all'identificazione della basi neurali che realizzano uno specifico meccanismo cognitivo si usano tecniche di visualizzazione.
Capitolo 1
La psicologia è una scienza che studia il comportamento e i processi mentali degli individui. Utilizza diversi metodi di ricerca per ottenere informazioni e comprendere il funzionamento della mente umana. Alcuni dei metodi utilizzati sono:
- Osservazione diretta: osservare il comportamento degli individui senza interferire.
- Esperimenti: condurre studi controllati per testare ipotesi e raccogliere dati.
- Metodi fisiologici: misurare le attività cerebrali (come la risonanza magnetica) o la misurazione delle risposte fisiologiche dell'organismo, quali la variazione degli ormoni, della sudorazione o della frequenza cardiaca.
- Metodo sperimentale: testare un'ipotesi su un gruppo di individui e su un gruppo di controllo.
- Indagini empiriche: consistono in questionari e interviste su singoli individui.
Capitolo 2
Quando parliamo di darwinismo oggi non ci riferiamo ai contenuti de L'Origine delle Specie ma a quella che chiamiamo sintesi moderna (o neo darwinismo), elaborata nel '900, una riformulazione della teoria dell'evoluzione che fa proprie le scoperte e gli sviluppi della genetica e della biologia molecolare. Secondo la sintesi moderna, la vita sulla terra ha avuto origine da una sola specie progenitrice, probabilmente una molecola in grado di autoreplicarsi; da questa si sono gradualmente formate specie diverse per selezione naturale fino alle specie attualmente esistenti.
Nella teoria dell'evoluzione di Darwin...
Sono concetti chiave quelli di evoluzione, selezione e gradualismo:
- Evoluzione: questo termine era utilizzato prima di Darwin per riferirsi ai mutamenti ontogenetici, relativi cioè alla vita di un singolo individuo. Darwin trasforma questo concetto prendendo in esame le mutazioni logenetiche, che riguardano cioè la storia delle mutazioni nel corso delle generazioni di individui di una specie. Le mutazioni possono essere di tipo comportamentale, morfologico, strutturale e funzionale.
- Selezione: "la conservazione delle variazioni favorevoli e l'eliminazione delle variazioni nocive". La connessione, evidenziata dallo stesso Darwin, esistente tra evoluzione e selezione ha spesso fatto pensare ai due termini come sinonimi, ma la selezione non è l'evoluzione.
- Gradualismo ateleologico: una graduale modifica dei caratteri degli individui di una specie i quali si adattano alle condizioni dell'ambiente in cui vivono.
La paleontologia ha evidenziato, nello studio di alcuni fossili, che l'evoluzione abbia avuto a tratti un andamento meno costante. Con l'espressione "contingenza evolutiva" si fa riferimento al potere causale del singolo evento che si insinua nella storia e che ha il reale potere di cambiare il corso delle cose. La vita dell'evoluzione è il frutto di una contingenza storica; essa non è dovuta né al puro caso né alla necessità: non sono dovute al puro caso poiché vi sono delle regole che guidano i mutamenti (selezione naturale, selezione sessuale); non si tratta di mutamenti necessari in quanto le regole dell'evoluzione non permettono di predire in quale direzione si evolverà una specie, è solo possibile tentare di ricostruire il suo passato logenetico. Il termine "caso" possiede almeno due accezioni. Secondo la prima accezione epistemologica un evento è casuale quando non ne conosciamo
le mutazioni genetiche, la sopravvivenza, la riproduzione, l'ereditarietà, la variabilità individuale e la lotta per la vita sono tutti concetti centrali nella teoria di Darwin.