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Lo sviluppo del linguaggio
I bambini imparano il linguaggio con una velocità incredibilmente elevata. Un bambino di 1 anno possiede in media un vocabolario di 10 parole, ma nei quattro anni successivi esso si espande fino a comprenderne oltre 10.000. I bambini commettono pochi errori mentre imparano a parlare e gli errori che commettono riguardano in genere l'errata applicazione, ovvero la sovrageneralizzazione, delle regole grammaticali che hanno imparato. Nei bambini la padronanza passiva del linguaggio si sviluppa più velocemente della padronanza attiva: i bambini comprendono la lingua meglio di quanto la parlino.
I neonati sono in grado di distinguere tutti i differenti suoni di tutte le lingue umane, ma entro i primi 6 mesi di vita perdono quest'abilità e distinguono solo i fonemi della lingua che sentono parlare intorno a sé. I giapponesi adulti, ad esempio, non percepiscono la differenza tra "l" e "r", ma gli adulti italiani non.
hanno difficoltà a distinguerli, e così pure i bambini giapponesi fino ai 6 mesi.
I lattanti sanno discriminare i suoni linguistici, ma non sanno ancora produrli, e per comunicare si affidano alla ripetizione di vocali. Fra i 4 e i 6 mesi comincia il balbettio, o lallazione. A prescindere dalla lingua, tutti i lattanti attraversano durante la lallazione la stessa sequenza di produzione di suoni: la d e la t compaiono nella lallazione prima della m e della n. Persino i lattanti sordi producono in questa fase suoni che non hanno mai udito. Questo fatto è una prova che i lattanti non stanno semplicemente imitando i suoni che ascoltano, e che la lallazione sia una componente naturale del processo di sviluppo del linguaggio. Perché la lallazione continui, i lattanti devono potersi sentire: un ritardo della lallazione o la sua cessazione meritano indagini approfondite, perché possono essere il segno di un deficit uditivo. I problemi di lallazione possono portare a
disturbi del linguaggio parlato, ma non ne impediscono necessariamente l'acquisizione.
A 10-12 mesi di età i bambini cominciano a pronunciare le prime parole. A 18 mesi possono esprimere circa 50 parole ma sono in grado di comprenderne un numero molte volte superiore. In genere dall'1 ai 2 anni i bambini imparano a produrre i sostantivi prima dei verbi ed il loro vocabolario va incontro a una crescita esplosiva.
Il fast mapping è il fenomeno per cui i bambini associano una parola al concetto sottostante in seguito a una sola esposizione, e consente una grandissima velocità di apprendimento. La straordinaria facilità di questo processo è in evidente contrasto con lo sforzo necessario per apprendere altri concetti e abilità.
Intorno ai 24 mesi i bambini cominciano a formare frasi di due parole, definite linguaggio telegrafico perché sono prive di morfemi grammaticali e consistono essenzialmente di parole lessicali. Le parole sono
Tuttavia, ordinate in maniera coerente con le regole sintattiche della lingua che il bambino sta imparando. A 2 anni, dunque, i bambini mostrano di avere già compreso le regole sintattiche della lingua che stanno imparando.
I bambini molto piccoli memorizzano le parole che rimandano a ciò che vogliono comunicare. Ma quando acquisiscono le regole grammaticali della loro lingua, i bambini tendono alla sovrageneralizzazione: se un bambino anglofono generalizza la regola che in inglese il passato è indicato con la desinenza -ed, allora il passato di "run" diventa "runned" o persino "ranned" invece di "ran". Questi errori dimostrano che l'acquisizione del linguaggio non implica la semplice imitazione di ciò che viene udito dagli adulti; piuttosto, ascoltando il linguaggio intorno a sé, i bambini acquisiscono le regole grammaticali e le usano per creare forme verbali mai esistite in precedenza, il tutto senza avere consapevolezza esplicita delle regole.
grammaticali che hanno imparato. Con il progredire del loro processo di maturazione, i bambini mostrano poi abilità linguistiche sempre più perfezionate. Lo sviluppo del linguaggio avviene tipicamente con una regolare sequenza di tappe, in cui un determinato livello deve consolidarsi prima che si possa passare a quello successivo. La produzione linguistica inizia con singole parole, per poi passare al discorso telegrafico, quindi alla produzione di frasi semplici contenenti morfemi grammaticali. L'ordinata progressione potrebbe derivare dal più generale sviluppo cognitivo del bambino che non è legato alla sua esperienza con una lingua specifica: la prima tappa consisterebbe nella produzione di frasi composte da una sola parola o due perché la memoria a breve termine è ancora limitata e il bambino riesce a tenere in mente soltanto una o due parole. Un'altra teoria sostiene che la progressione ordinata potrebbe dipendere dalle esperienze del bambino con la lingua e dalla sua esposizione a modelli linguistici corretti.Bambino con una lingua specifica, e riflettere l'emergere nel bambino della conoscenza di quella lingua.Snedeker e collaboratori hanno esaminato i bambini di età compresa fra i 2 anni e mezzo e i 5 anni e mezzo, 3 mesi e 18 mesi dopo che erano giunti dalla Cina dove erano stati adottati. I genitori registravano periodicamente campioni del linguaggio parlato nelle loro case e compilavano questionari; i dati furono poi messi a confronto con dati simili ottenuti su bambini monolingue. L'acquisizione del linguaggio dei bambini adottati in età prescolare mostra la stessa ordinata progressione di tappe che caratterizza l'analogo sviluppo nei lattanti. Questi risultati indicano che alcune tappe fondamentali dello sviluppo del linguaggio dipendono dalla specifica esperienza con la lingua. È vero, tuttavia, che i bambini adottati più grandi arricchiscono il loro vocabolario di nuove parole più velocemente di quanto non facciano i bambini più piccoli.un fatto che un'influenza forse riflette del livello generale dello sviluppo cognitivo. In uno studio successivo i bambini adottati in età prescolare acquisirono parole che fanno riferimento al passato e al futuro, molto più in fretta di quanto non facciano i bambini più piccoli. Per apprendere queste parole, infatti, i bambini molto piccoli hanno bisogno di più tempo di quanto ne occorra a quelli in età prescolare, in cui il livello cognitivo è più sofisticato. Secondo Skinner, apprendiamo il linguaggio tramite il rinforzo, il modellamento, l'estinzione e gli altri principi fondamentali del condizionamento operante. Maturando, i lattanti cominciano a emettere vocalizzi, che se non vengono rinforzati si riducono gradualmente mentre se vengono rinforzati rimangono nel repertorio del bambino. In seguito, i genitori plasmeranno tali strutture rinforzando quelle grammaticali e ignorando o punendo le strutture sgrammaticate. Questa teoriaperò lascia senza spiegazioni molte caratteristiche fondamentali. I genitori non dedicano molto tempo a insegnare ai figli a parlare in modo corretto dal punto di vista grammaticale: in uno studio si è riscontrato che i genitori in genere rispondono più al contenuto di verità delle affermazioni dei figli che alla grammatica. I bambini generano molte più frasi grammaticali di quanti ne hanno sentite: un fatto che dimostra che i bambini non si limitano alle imitazioni, ma imparano le regole per generare frasi. Infine, gli errori commessi dai bambini quando imparano a parlare tendono a consistere in sovrageneralizzazioni di regole grammaticali: la spiegazione comportamentista non prevede questo tipo di generalizzazioni. Il linguista Chomsky pubblicò una replica all'approccio comportamentista: la teoria innatista sostiene che la migliore spiegazione per lo sviluppo del linguaggio è considerarlo una capacità innata, biologica.
Limitano a spiegare perché si sviluppa. Secondo l'approccio interazionista, sebbene i bambini nascano già dotati della capacità innata di acquisire il linguaggio, le acquisizioni sociali hanno un ruolo cruciale in tale apprendimento. I genitori adattano le proprie interazioni linguistiche con i figli in modo da facilitare la loro acquisizione del linguaggio.
In Nicaragua nel 1981 alcuni bambini sordi incominciarono a frequentare una nuova scuola speciale, dove però non si insegnava una lingua dei segni formale e nessuno dei bambini aveva imparato a casa a usare la lingua dei segni. I bambini, tuttavia, cominciarono a comunicare usando segni di loro invenzione prodotti con le mani.
Negli ultimi trent'anni la lingua dei segni si è sviluppato notevolmente ed i ricercatori ne hanno fatto oggetto di studio, ritenendola paradigmatica di lingue che si sono evolute per periodi di tempo molto lunghi. Nelle lingue mature l'esperienza viene di solito
scomposta in componenti distinte: quando si descrive una pietra che rotola giù da un'altura, il linguaggio distingue fra il tipo di movimento e la sua direzione. Usando un gesto invece si farebbe un unico movimento continuo verso il basso. Gruppi di bambini più giovani hanno