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La memoria a lungo termine
La memoria a lungo termine è un deposito in cui le informazioni possono essere mantenute per ore, giorni, mesi o anni. A differenza dei due depositi della memoria sensoriale e della memoria a breve termine, quella a lungo termine non ha limiti di capacità; inoltre, è possibile richiamare dal magazzino della memoria a lungo termine informazioni a cui non si pensa da anni. Nel 1953 un uomo di 27 anni soffriva di una forma non trattabile di epilessia. I medici decisero di asportare chirurgicamente certe parti dei lobi temporali, tra cui l'ippocampo e alcune regioni circostanti. Il paziente riuscì così a conversare con facilità, ad usare e capire il linguaggio ed a ottenere un buon punteggio nei test di intelligenza, ma non riusciva a ricordare nulla di ciò che gli era accaduto dopo l'operazione. Era in grado di ripetere senza difficoltà un numero di telefono, dal che si desume che il magazzino della memoria a lungo termine non ha subito danni.avesse problemi; ma quando l'informazione lasciava il magazzino, andava perduta per sempre. L'ippocampo ha dunque un ruolo cruciale nell'introdurre nuova informazione nella MLT. Quando vi sono lesioni nell'ippocampo, le persone soffrono di una condizione chiamata amnesia anterograda, ovvero l'incapacità di trasferire nuove informazioni dal deposito breve termine al deposito a lungo termine. Alcuni pazienti amnesici soffrono anche di amnesia retrograda, ovvero l'incapacità di recuperare le informazioni acquisite prima di una certa data, data che coincide solitamente con il verificarsi di una lesione o di un'operazione al cervello. Ciò fa supporre che la regione dell'ippocampo non sia la sede della memoria a lungo termine: le ricerche hanno dimostrato che aspetti diversi di un singolo ricordo, come immagini e suoni, vengono immagazzinati in siti diversi della corteccia. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che la regionedell'ippocampo funzioni come una sorta di indice che unisce insieme tutti questi pezzetti separati, così da farli risultare nella nostra memoria come un unico ricordo. L'ipotesi ha ricevuto conferma da alcuni recenti studi fMRI, in cui l'attivazione dell'ippocampo è in relazione con il recupero quale unità integrata degli elementi separati di uno stesso episodio, modificati inizialmente da regioni distinte della corteccia.
Sebbene sia cruciale per la prima formazione di nuovi ricordi, la regione dell'ippocampo coinvolta nell'indice può diventare meno importante man mano che il ricordo si consolida nel tempo. Un'altra ipotesi è che questa regione resti coinvolta per lunghi periodi di tempo in alcuni ricordi dettagliati, ma non mantenga lo stesso tipo di coinvolgimento in ricordi meno dettagliati e più generali. Gli scienziati stanno ancora dibattendo sul ruolo dell'ippocampo.
Il consolidamento è il
specifico può aiutare nel processo di consolidamento dei ricordi. Questo perché ogni volta che richiamiamo un ricordo, lo riattiviamo nel cervello e lo rendiamo più stabile nel tempo. Durante il processo di consolidamento, i ricordi vengono trasferiti dalla memoria a breve termine (MBT) alla memoria a lungo termine (MLT). Questo avviene attraverso una serie di cambiamenti strutturali e chimici nel cervello. È interessante notare che il consolidamento dei ricordi può essere influenzato da vari fattori, come lo stress, l'emozione e l'attenzione. Ad esempio, ricordi legati ad eventi emotivamente intensi tendono ad essere più forti e duraturi. In conclusione, il consolidamento dei ricordi è un processo fondamentale per la formazione e la conservazione delle informazioni nel cervello. Attraverso il corretto utilizzo dei tag html, è possibile formattare il testo in modo chiaro e leggibile.contribuisce al suo consolidamento, e anche se non ne siamo consapevoli, il consolidamento viene rafforzato dal sonno. Gli esperimenti hanno però dimostrato che persino se apparentemente consolidati, i ricordi possono essere vulnerabili alla disgregazione quando vengono richiamati e perciò richiedono un nuovo consolidamento, un processo che prende il nome di riconsolidamento.
In uno studio con fMRI si è dimostrato che impedire il riconsolidamento può eliminare il ricordo di un evento spaventoso in una struttura cerebrale detta amigdala, che ha un ruolo fondamentale nella memoria delle emozioni. Sembra dunque che il riconsolidamento abbia un ruolo cruciale nella memoria e molte implicazioni importanti.
L'immagazzinamento dei ricordi dipende in modo cruciale dagli spazi tra i neuroni, le sinapsi. L'idea che le connessioni tra i neuroni siano rafforzate dalla comunicazione, e che ciò faciliti le comunicazioni successive, costituisce la base neurologica.
della memoria a lungo termine. Il neuroscienziato Kandel iniziò studiare unapiccola lumaca marina: quando uno sperimentatore stimolava la coda con una leggera scossa, la lumacaritirava le branchie; se lo sperimentatore ripeteva lo stimolo un momento dopo, la lumaca le ritirava ancorapiù velocemente; ma se lo sperimentatore lo ripeteva un'ora più tardi, la lumaca ritirava le branchie con lastessa lentezza della prima volta, come se non riuscisse a ricordare quello che era accaduto prima. Losperimentatore continuò a somministrare scosse elettriche e la lumaca sviluppò un ricordo persistente chesarebbe durato giorni o settimane. Questo immagazzinamento a lungo termine implica la formazione dinuove connessioni sinaptiche tra neuroni.L'apprendimento si basa dunque su cambiamenti che coinvolgono la sinapsi sia per la memoria a brevetermine, con un maggiore rilascio di neurotrasmettitori, sia per la memoria a lungo termine, con laformazione di
Nuove sinapsi. Qualunque esperienza che porti alla formazione di un nuovo ricordo produce cambiamenti fisici nel sistema nervoso. Questo fenomeno è detto potenziamento a lungo termine (LTP) ed è il processo con cui la comunicazione fra neuroni attraverso la sinapsi rafforza la connessione, facilitando le comunicazioni successive. Essa gioca un ruolo importante nella memoria a lungo termine: ha luogo in numerose vie neurali dell'ippocampo e può essere indotto rapidamente e durare a lungo.
Si possono distinguere due tipi generali di memoria a lungo termine. Si parla di memoria esplicita quando le persone consciamente o intenzionalmente recuperano dalla memoria il ricordo di esperienze passate. Si definisce invece memoria implicita quando le esperienze passate influenzano il comportamento e le prestazioni successive, anche se non si sta cercando di ricordarle né si è consapevoli di ricordarle.
La memoria implicitaI ricordi impliciti non vengono richiamati
alla mente in maniera consapevole, ma la loro presenza è implicita nelle nostre azioni. L'essere capaci di andare in bicicletta, allacciarsi le scarpe o suonare la chitarra sono esempi di memoria implicita. Questa conoscenza riflette un tipo particolare di memoria implicita, detta memoria procedurale, che si riferisce all'acquisizione graduale di abilità quale risultato della pratica, ovvero l'acquisizione del saper fare le cose facendole. Una caratteristica distintiva della memoria procedurale è che le cose ricordate sono tradotte automaticamente in azioni. Il fatto che le persone con amnesia riescono ad acquisire nuovi ricordi procedurali ci fa capire che le strutture dell'ippocampo, di solito danneggiate in questi pazienti, possono essere necessarie per la memoria esplicita ma non lo sono per la memoria procedurale implicita. Difatti, sembra che nella memoria procedurale siano coinvolte aree cerebrali che si trovano nella corteccia motoria, loLo striato (nucleo caudato e putamen) e il cervelletto. La malattia di Parkinson e Corea di Huntington sono caratterizzate dalla degenerazione dello striato: ne consegue un deficit della memoria procedurale, con difficoltà di condizionamento e di acquisizione di una abitudine-risposta).
Il priming è invece la maggiore capacità di pensare ad uno stimolo, come una parola o un oggetto, in seguito a una recente esposizione allo stimolo stesso. È dunque coinvolto nell'apprendimento di nuovi compiti e nella creazione di nuove memorie. Attivare in precedenza il sistema di memoria rende più accessibili alcune informazioni. In un esperimento, Mitchell mostrò ad alcuni partecipanti disegni in bianco il nero di oggetti comuni. In seguito furono mostrati frammenti di quegli stessi disegni ed altri frammenti di oggetti nuovi. I partecipanti riuscirono ad identificare più oggetti già visti che non oggetti nuovi, e riuscirono a
identificare più oggetti rispetto ad un gruppo di controllo a cui non erano mai stati mostrati disegni interi. Il test è stato somministrato ai partecipanti 17 anni dopo la seduta di studio iniziale. Essi ritenevano nella memoria esplicita un ricordo ben scarso, se non nullo, di tale esperimento, sebbene mostrassero un forte effetto di priming durante il test. Il fenomeno del priming dunque appartiene alla memoria implicita, ed i suoi effetti possono persistere molto a lungo nel tempo.
Molti esperimenti hanno dimostrato che i pazienti amnesici possono mostrare sostanziali effetti di priming pur non avendo alcun ricordo esplicito degli item studiati. Il priming, come la memoria procedurale, non ha bisogno infatti delle strutture dell'ippocampo.
Questo processo si associa ad una riduzione dell'attività neurale in varie regioni della corteccia, che vengono invece attivate quando le persone seguono un compito non influenzato da priming. Il priming sembra dunque facilitare alle parti.
della corteccia, coinvolte nella percezione di una parola o di un oggetto, il riconoscimento dell'item, in seguito ad una recente esposizione allo stesso, e consente dunque al cervello di risparmiare un po' di tempo nell'elaborazione.
Gli studi di neuroimmagine indicano inoltre che i sistemi cerebrali diversi sono coinvolti in due distinte forme di priming: il priming percettivo, che risponde alla memoria implicita delle caratteristiche sensoriali di un item; e il priming concettuale, che riflette la memoria implicita del significato di una parola o di come si usa un oggetto. Il priming percettivo dipende principalmente da regioni localizzate verso la parte posteriore del cervello, quello concettuale nella parte anteriore del cervello. Il priming percettivo inoltre è associato soprattutto all'emisfero cerebrale destro, quello concettuale con l'emisfero sinistro.
Il condizionamento è un tipo di memoria che non richiede sforzo, ma che si manifesta per
Miglioramento degli effetti: si acquisisce un nuovo apprendimento quando la conseguenza genera effetti positivi. Le fobie, ad esempio, nascono per condizionamento avversivo: manca la consapevolezza del ricordo e la rievocazione del ricordo stesso, ma la memoria c'è ed emerge inconsapevolmente.