vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Rinforzo: stimolo capace di aumentare, mantenere, ridurre la frequenza di un determinato comportamento.
Teoria del rinforzo: la motivazione dipende dal rinforzo. Il comportamento rinforzato si mantiene, si generalizza a comportamenti simili e si estingue se non più rinforzato. Questa teoria spiega solo alcuni comportamenti.
Il rinforzo (come la lode) è efficace se specifico (rispetto a un comportamento), contingente (subito dopo l'azione) e credibile (rispetto al lavoro fatto). Può essere informativo o controllante. Dovrebbe essere centrato sulla prestazione e non sulla persona.
Vi sono persone più sensibili al rinforzo, altre alla possibile punizione.
BIS (Sistema di inibizione e evitamento) BAS (Sistema di attivazione e avvicinamento)
Sensibile a Punizioni o alla mancanza di rinforzo Rinforzi
Focus Preventivo, prevention Promotore, promotion
Atteggiamento Prudente del tipo "negativo o zero" (- o 0): se fallisco Audace del tipo "positivo o
zero” (+ o 0): seavrò uno svantaggio, se riuscirò eviterò una perdita riesco avrò un guadagno, altrimenti nullaPorta a Ansia e desiderio di evitare situazioni che Comportamenti motivati per ottenerepotrebbero causare punizioni rinforzi.Focalizzata sul Sé imperativo Sé idealeGuidata da Senso di responsabilità, obbligo, timore, perdita Aspirazioni e speranze di guadagnoStereotipi e motivazioneRichiamare alla mente uno stereotipo può provocare stati di demotivazione o tensione che possono danneggiare lamotivazione.La paura di confermare lo stereotipo (stereotype threat) agisce attraverso: ansia, aspettative, ritiro dell'impegno (pernon dimostrare l'incapacità) e pensieri distraenti e intrusivi.- Fenomeni opposti alla paura di confermare lo stereotipo sono invece incrementi della prestazione dovuti a▪ la consapevolezza che l'outgroup è negativamente stereotipizzato (stereotype lift)▪ laconsapevolezza di uno stereotipo positivo riguardante il proprio gruppo (stereotype susceptibility).- Per contrastare la paura di confermare lo stereotipo si possono usare diverse tecniche come quella dell'autoaffermazione (autoaffermarsi in un dominio produce benefici anche in un ambito differente) o attraverso l'insegnamento dello stereotipo. Obiettivi, valori e differenze culturali Obiettivi: rappresentazioni cognitive di ciò che si vuole ottenere e dell'orientamento sottostante, derivano da processi di socializzazione (determinati culturalmente), sono espressioni concrete dei valori. Ames e Dweck distinguono: - Obiettivi alla prestazione - Obiettivi alla padronanza Obiettivi alla prestazione: - dimostrare agli altri che si vale e che voler crescere e migliorarsi è bravo - focus sulla persona - emozioni associate: paura e noia Obiettivi alla padronanza: - voler crescere e migliorarsi - focus sul comportamento - emozioni associate: fiducia, soddisfazione, entusiasmo Un modello più completo (modello 3 x 2), distingue gli obiettivi alla prestazione in-self (dimostrare a sé) e -other (agli altri) e mette in relazione i tre obiettivi con le modalità approach (promotion) e avoidance (prevention). Valori: principi guida che determinano cosa è importante per le persone e il perché lo sia, importanti fattori motivazionali, tendenzialmente stabili. CAPITOLO QUATTRO – PERCEZIONI DI COMPETENZA E OBIETTIVI Attività parateliche Attività autoteliche Hanno uno scopo esterno all'attività Caratterizzate da esperienza di flusso, l'attività stessa è lo scopo Tutte le attività possono essere autoteliche purché sia soddisfatta una condizione: il giusto incrocio fra le proprie abilità (come sono percepite) e le difficoltà poste dal compito (challenge). In caso contrario si proverà noia o ansia. Percezione di competenza e Autoefficacia Autoefficacia: percezione soggettiva, espressa prima dell'esecuzione di un compito, di riuscire acontrollare (percezione di controllo) e affrontare la situazione con successo. Può variare nel suo grado di generalità, forza e livello (quantità di percezione di controllo percepita). È possibile che aumenti (Bandura): se abbiamo già affrontato quel compito o altri simili con successo, se abbiamo visto altri superare quel compito, con la persuasione verbale e il credere di riuscire, gestendo l'ansia. Autoefficacia - Percezione di competenza- Compito-specifica
- Generale
meno stabili, controllabili e generali. Possiamo attribuire un evento a cause interne o esterne. Per farlo, secondo Kelley, terremo conto di tre caratteristiche dell'evento: il consenso, la coerenza (quanto spesso accade), la specificità.
Le attribuzioni influenzano le motivazioni perché generano differenti aspettative e possono consolidarsi in stili attributivi.
Stili attributivi Emozioni negli insuccessi Motivazioni successive
Impegno (non mi sono applicato) Senso di colpa Rimotivazione
Impotente (non sono bravo) Vergogna Si evita il compito
Negatore (non è colpa mia) Rabbia Si evita il compito
Pedina (succede) Rassegnazione Si evita il compito
CAPITOLO 5 - RAPPRESENTAZIONE DI SÉ
La teoria dei sé possibili
Oltre al sé attuale, ognuno ha una rappresentazione del sé imperativo e del sé ideale. La discrepanza tra questi ed il sé attuale genera sentimenti di vergogna e insoddisfazione che motivano al cambiamento e creano
L'aspettativa di essere ediventare una persona diversa.
Le teorie implicite
Ciascuno può valutare le sue competenze secondo una visione
Entitaria Incrementale
Ogni comportamento racchiude il rischio di fallire ed Motivazione al comportamento per migliorarsi
essere definiti negativamente
Scelgono obiettivi alla prestazione Scelgono obiettivi alla padronanza
La strumentalità
Strumentalità: è un'azione di un comportamento o un obiettivo in vista di un'aspettativa futura.
Può comprendere diversi comportamenti a cui corrispondono varie aspettative utili,
può essere integrata o introiettata,
è una percezione soggettiva e dipende dai valori di valenza (valore dell'obiettivo) e connessione (quanto il comportamento è utile).
La teoria del valore di sé
Possiamo definire il nostro valore dandogli un significato personale o facendolo derivare dai compiti svolti. L'ambiente stesso può favorire un
orientamento o l'altro. Il valore di sé può essere vissuto come un risultato (quando si percepisce che ciò che si è e fa è importante) o un motivo, per il quale dobbiamo agire per proteggerlo (per esempio con strategie di autosabotaggio reali o dichiarate)
CAPITOLO 6 - EMOZIONI CHE MOTIVANO, MOTIVAZIONI CHE EMOZIONANO
Teoria comunicativa delle emozioni:
Le emozioni comunicano il grado di raggiungimento degli obiettivi, con ricadute sugli stati motivazionali
Emozione | Obiettivo e motivazione |
---|---|
Tristezza | Perso -> rimotivazione su nuovo obiettivo |
Paura/Rabbia | Incerto/Ostacolato -> fermarsi, riflettere, vigilare |
Coinvolgimento | Prossimo -> mantenere |
Felicità, soddisfazione | Raggiunto -> rinnovare o rimotivazione |
A differenza del modello comunicativo, il modello circoplesso distingue inoltre le emozioni piacevoli e spiacevoli inattivanti o deattivanti e descrive il processo di realizzazione di un obiettivo a partire da questo.
Oltre a
comunicare il grado di raggiungimento di un obiettivo, le emozioni, in quanto valutazioni cognitive (sono quindicontrollabili), svelano quali motivazioni e attribuzioni causali vi sono alla base. Infine, smuovono e mobilitano risorsecognitive e fisiche, possono attivare modalità di avvicinamento (speranza di riuscire) o evitamento (paura di fallire) ad unobiettivo. Il controllo delle emozioni Modalità di coping: sistemi adottati consapevolmente per fronteggiare una situazione a contenuto emotivo che creanouna modulazione nelle emozioni (esempio quindi di come si possono controllare le emozioni). - Attivo: accetto il problema, faccio rivalutazioni positive, penso e pianifico soluzioni - Sul significato: ripenso alla situazione, ridimensiono il problema, chiedo consiglio, mi autocontrollo - Passivo: nego o evito la cosa. La motivazione a raccontare le proprie emozioni Esperimento -> Il bisogno di raccontare "ciò che ci ha scossi" è stato studiato daRimane in un esperimento che svela un paradosso: nel racconto, la persona riviveva l'emozione e non provava alcun sollievo emotivo; tuttavia riferiva di stare meglio dopo aver espresso le proprie emozioni. Spiegazione -> La possibile spiegazione di questo paradosso è che i bisogni che animano il bisogno di raccontarsi sono: - Il bisogno cognitivo di dare significato agli eventi (comunicare per conoscersi) - Il bisogno socioaffettivo di conforto, contatto, amore e cura (comunicare per stare meglio). CAPITOLO 7 – SCEGLIERE: PERCHE' E PER CHI Tendiamo a scegliere ciò in cui riusciamo (aspettative) e ciò che è importante per noi (valori). Scegliere è motivante, favorisce benessere e autodeterminazione e siamo motivati a scegliere. Il modello delle scelte a rischio (Atkinson) Ogni scelta presuppone un rischio, la possibilità di mancare l'obiettivo. A seconda del livello di aspirazione di ciascuno (aspettarsi sempre di più,di meno o accontentarsi) si possono prefigurare delle attese di miglioramento/peggioramento che possono portare alla scelta di agire o di non agire. Queste attese dipendono dalla probabilità di riuscita (difficoltà del compito) e dall’emozione anticipata.
Il rischio potrebbe portare alla scelta di non scegliere. Ciò può dipendere da differenze individuali, intenzioni rimaste insospeso e dalla tendenza a posticipare.
Scegliere è perdere
Teoria di Lewin: ogni volta che dobbiamo scegliere prendiamo in considerazione gli aspetti positivi e negativi delle diverse alternative (i gradienti di avvicinamento e evitamento) che sono in conflitto tra loro. Dopo aver operato la scelta, nel tempo si verifica l’effetto “se avessi scelto…” (ripensamenti) perché si tendono a dimenticare i gradienti di evitamento dell’alternativa non scelta.
Scelta fra accettazione e negazione
In una situazione problematica è possibile:-
rontarla (rinuncia)- Rifiutarla e evitarla (fuga)- Rifiutarla ma essere costretti ad affrontarla (conseguenze)