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5 PASSI PER FAVORIRE L'AUTODETERMINAZIONE:

  1. Soddisfare i bisogni alla competenza, all'autonomia e alla relazione (programmare il percorso tendendo conto delle varie personalità dei partecipanti);
  2. Dare un senso (spiegare le finalità per favorire la costruzione di valori personali);
  3. Usare un linguaggio informativo (valorizzare l'impegno e fornire feedback);
  4. Mostrare pazienza (rispettare i tempi individuali e incoraggiare);
  5. Accettare le espressioni di emozioni spiacevoli (adattare le attività sulla base dei feedback degli individui).

Lo sviluppo dell'autodeterminazione

Autodeterminarsi significa sentirsi capaci e direzionare il proprio agire, facendo cose che hanno significato per sé. Tale processo prende il nome di internalizzazione: integrazione delle spinte motivazionali all'interno della propria personalità: io sono ciò che faccio. Tale processo si sviluppa attraverso forme distinte di regolazione della

motivazione. Si tratta di un continuum che parte da un’assenza motivazionale fino al massimo della motivazione intrinseca:

Assenza di motivazione (a-motivazione): la persona non sente come proprio il compito ma comunque lo affronta, perché controllata. Vi è una percezione di non intenzionalità, le attività non hanno valore, manca l'autoregolazione. Se si considerasse il comportamento si potrebbe anche concludere che non vi è differenza fra chi è mosso da assenza di motivazione (personale) e chi invece è spinto da una motivazione intrinseca. La differenza sostanziale non è infatti nel comportamento, ma nella motivazione sottostante e in particolare nella sua qualità;

Regolazione esterna: a cui corrisponde un senso di dovere. La persona è motivata dall'attesa di premi o punizioni, da un locus di causalità esterno caratterizzato da poco impegno e declino della responsabilità personale,

soprattutto per l'insuccesso. Regolazione introiettata: caratterizzata da un locus of control abbastanza esterno. La persona sceglie di impegnarsi, ma prova ansia e manifesta un coping poco efficace, in particolare per il fallimento che non è vissuto come parte di sé, ma di cui esperisce le conseguenze sul piano emotivo. Il comportamento non è frutto di una scelta puramente personale, ma lo è la scelta di portarlo a termine, premiandosi o punendosi da sé. Regolazione per identificazione: il comportamento assunto è autonomo. L'obiettivo è importante per sé e congruente ai propri valori, il locus of control è interno, con impegno e coping adeguati. Regolazione integrata: l'obiettivo che si sceglie è percepito in modo maggiore come parte di sé in armonia con i vari aspetti della propria vita, il locus of control è interno e accompagnato da assunzione di responsabilità (sia per il successo che per l'insuccesso).soddisfazione per il risultato; Motivazione intrinseca: caratterizzato da una percezione di causalità interna, autoregolazione, intenzionalità e percezione di capacità a fare cose interessanti a cui si dà valore e sono soddisfacenti. Si passa dal "devo" al "voglio" in un ambiente supportivo. La motivazione supportata dal "voglio" implica stati emotivi piacevoli e persistenti nel tempo, favorisce vitalità: percezione di essere vivi, energici, attivi e carichi, è una carica psicologica favorita dal sentirsi efficaci in attività percepite come proprie. Internalizzazione: Il concetto di internalizzazione, che costituisce il nucleo della teoria dell'autodeterminazione, prevede infatti che solo la motivazione intrinseca sia autonoma, mentre non lo sono completamente tutte le altre forme di motivazione estrinseca, pur variando per il grado di regolazione. Viene così superata la dicotomia tra motivazioni intrinseche ed estrinseche. Ciò che cambia è illivello di autonomia che si riferisce al ruolo attivo della persona che sceglie. Più si sale nella scala di regolazione, più la persona tenderà a scegliere sé stessa, ovvero a fare scelte congruenti con obiettivi che costituiscono la sfera di sé. 6.3 Supporto all'autodeterminazione e struttura All'interno della teoria dell'autodeterminazione, oltre al concetto di coinvolgimento (controllo vs autodeterminazione), è stato studiato anche il concetto di struttura: definizione di obiettivi chiari e ben specificati, sono inoltre date linee guida e strategie su come operare. Si può quindi distinguere un modello quadripolare: - Ambienti supportivi e strutturati: è chiaro cosa ci aspetta e viene proposto al fine di favorire l'autodeterminazione; - Ambienti supportivi ma non strutturati: accompagnano e coinvolgono, ma non contrastano le eventuali emozioni spiacevoli; - Ambienti controllanti e strutturati: impongono, forzano e non soddisfano.

L'autonomia è chiaro ciò che ci si aspetta; Ambienti controllanti e non strutturati: - impediscono autonomia e chiarezza, c'è un senso di pressione frustrazione e non è chiara la richiesta.

Il riconoscimento dell'importanza sia del supporto all'autodeterminazione che della chiarezza nel definire una struttura e degli obiettivi ha portato a sviluppare il modello delineato da Aelterman che raffigura otto possibili stili, derivanti dall'incrocio tra autodeterminazione e struttura, i quali si possono raggruppare in quattro gruppi in base alla dimensione prevalente:

Supporto all'autodeterminazione: soddisfa i tre bisogni e coinvolge. I due stili possibili sono:

  1. Partecipa (cerca di cogliere interessi e obiettivi, offre spunti e suggerimenti);
  2. Dà significato (in linea con gli interessi che sollecita, introduce al senso delle attività).

Struttura: chiarisce aspettative, obiettivi, strategie. I due stili possibili sono:

  1. Guida
  1. Il primo stile possibile è aiuta e sostiene al bisogno, che favorisce il lavoro indipendente.
  2. Il secondo stile possibile è chiarisce, che comunica le aspettative in modo chiaro e offre uno schema generale.
  3. Il primo stile possibile è esige, che chiede disciplina imponendo e comandando cosa fare.
  4. Il secondo stile possibile è opprime, che esige con forza che vengano rispettate le attese e può introdurre dubbio e vergogna.
  5. Il primo stile possibile è caos, che ignora e lascia fare.
  6. Il secondo stile possibile è è indifferente, che non si preoccupa, lascia fare e non motiva.
  7. Il secondo stile possibile è aspetta, che lascia interamente l'iniziativa agli altri e non pianifica.
L'emergere di uno stile controllante è favorito da diversi fattori: pressioni dall'alto, pressioni dal basso (rifiuto di collaborare e impegnarsi) e pressioni dall'interno (convinzioni) o tratti di personalità. In tale processo gioca un ruolo determinante il tipo di coinvolgimento da parte dell'ambiente. Wubbels ha individuato le caratteristiche del motivatore attraverso due coordinate: cooperativo vs oppositivo e.

dominante vs sottomesso, creando il modello interpersonale. Gli stili sono:

  • Dominante: rigoroso e leadership;
  • Cooperativo: comprensivo e dà libertà;
  • Sottomesso: amichevole e incerto;
  • Oppositivo: insoddisfatto e rimprovera.

Natural Heart Approach

Un modello d'intervento è il che prevede: ignorare i comportamenti meno funzionali, rafforzare l'impegno della persona, stabilire dei limiti.

L'apprezzamento potrà essere attivo (sostiene il senso di competenza), esperienziale (rafforza il valore e la scelta), proattivo (favorisce la percezione di controllo) e creativo (promuove la percezione di connessione).

6.4 La motivazione a scegliere

Le persone amano scegliere, hanno una motivazione alla scelta; le attività imposte o controllate sono vissute come estranee a sé, in quanto tali, risultano accompagnati da forme di motivazione solo transitorie, ovvero legate a una forzatura.

Le scelte rivelano, quindi, le motivazioni sottostanti, sono

processi di volontà. Le scelte sono sostenute da ventiquattro forze percepite come spinte con un nucleo motivazionale.

Una di queste è il coraggio, inteso come avere paura, ma saperla domare. È proprio dalla paura che spesso possiamo trarre forza per raggiungere i nostri obiettivi.

Anche la scelta è accompagnata dalla quantità di opzioni. Scegliere è difficile e rischioso a causa dei fattori (abilità, valori, autostima) che vengono messi in gioco.

Sono due i principali fattori che influenzano la paura della scelta: la quantità e lo stile di scelta. Schwartz ha distinto due stili di scelta:

Satisfying: tende alla soddisfazione, prevede l'esame dell'oggetto o della situazione scelta in base ai propri bisogni (trovare un lavoro soddisfacente). È associato a minori livelli di tensione e maggior benessere e felicità.

Maximing: tende a voler il massimo, basando la scelta sul confronto con altre opzioni (cercare il lavoro migliore).

Nello scegliere si dovrebbe...

quindi considerare non ciò che è meglio, ma quanto risponde ai nostri bisogni, fondando la scelta sulle proprie caratteristiche anziché su quelle dell'oggetto o della situazione. Le scelte possono essere distinte in base al "Perché?" (Riferito all'orientamento, controllo dall'esterno o autonomo) e dal "Per che cosa?" (Riferito all'obiettivo, più intrinseco o estrinseco). Non tutti i comportamenti motivati estrinsecamente sono non autonomi: le persone possono scegliere obiettivi estrinseci oppure possono essere indotte ad effettuare delle scelte di tipo intrinseco (si pensi all'intraprendere una terapia difficile ma necessaria). Si possono generare delle conflittualità tra i propri bisogni e quelli degli altri: Avvicinamento per gli altri - allontanamento per me - : la persona non vorrebbe ma per non entrare in conflitto con gli altri si adegua; Allontanamento per gli altri - avvicinamento per me - : lapersona vuole fare ma è preoccupata dal giudizio degli altri. A livello estremo una tendenza a fare per gli altri può condurre a sviluppare un falso sé che risponde solo all'immagine che altri hanno di sé (spesso i genitori), si tratta di una rinuncia alla propria realizzazione, un soddisfare i bisogni degli altri ma non i propri. La scelta per sé implica dare valore, percepirsi competenti e sviluppare una percezione di crescita e miglioramento: si inizia credendo in ciò che si fa, scegliendo autonomamente soddisfacendo il proprio bisogno di autonomia, farlo bene presuppone poi l'autoefficacia e farlo meglio risulta poi più facile allorché si abbia una percezione di crescita. Credere in ciò che si fa (scegliere)
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A.A. 2023-2024
62 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaiarizzi00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di psicologia della motivazione e delle emozioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Moè Angelica.