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PSICOPATOLOGICO
Affetto + Rimozione
contenuto Contenuto
(rimosso)
L’affetto collegato ad una rappresentazione non può essere “scaricato” perché separato dal suo contenuto in seguito
a una rimozione. Lo sbilanciamento che viene a crearsi può essere però corretto risvegliando il ricordo in modo che
vengano risvegliati anche gli affetti ad esso collegati.
Il ruolo dell’affetto nella psicopatologica viene quindi concepito in totale in due modi:
Teoria del trauma -> se non è possibile scaricare l’affetto perché il contenuto a cui era legato è stato
rimosso si genera la patologia
Teoria del conflitto -> il dispiacere generato dall’incompatibilità di idee contraddittore porta alla
rimozione dell’idea più debole che genera la patologia
In Inibizione, sintomo e angoscia (1925) Freud concepisce l’angoscia come un segnale anticipatorio che segnala
all’io di difendersi da un eccessivo accumulo di energia pulsionale nell’Es che causa la rimozione. Questa nuova
visione dell’angoscia supererà il divario tra quantità e qualità mettendo in secondo piano la questione dell’origine
degli affetti in favore della consapevolezza degli affetti.
4.2 Oggetti, fantasie, rappresentazioni
Klein definisce l’affetto come vero protagonista della vita psichica perché legato alle fantasie inconsce che
connettono l’affetto all’oggetto (non c’è affetto senza oggetto e viceversa). Caratteristiche del modello kleiniano:
L’istinto di morte è attivo dalla nascita insieme all’istinto di vita, amore e odio confliggono
mondo interno con oggetti buoni (base per Io e Super Io) e cattivi (persecutori e attivatori di difese)
Esistenza di posizioni (schizoparanoide dalla nascita ai 6 mesi e depressiva dai 6 ai 12 mesi)
Centro del funzionamento mentale è la proiezione e l’introiezione degli impulsi
Gli affetti non vengono annullati con la scarica, poiché la loro natura è relazionale, ed in quanto tale
continuano a vivere nella relazione oggettuale e soprattutto negli oggetti interni
Bion definisce un’ipotesi del rapporto tra sensorialità e pensiero con il concetto di funzione alfa (funzione di
contenimento della madre) che permette agli elementi beta (dati sensoriali grezzi senza significato del bambino) di
diventare elementi alfa (base del pensiero), esempio:
Fase 1: Il bambino sente fame/sete/freddo (Elemento beta)
Fase 2: Caregiver sufficientemente buono: “uh tesoruccio abbiamo fame/sete/freddo?” (Funzione alfa)
Fase 3: il bambino può dare un nome alla sensazione e costruisce un apparato per pensarla (Elemento alfa)
Bambini che non ricevono adeguatamente questo “contenimento” della funzione alfa dal caregiver potrebbero, da
adulti, essere molto meno in grado di capire e spiegare le loro sensazioni che saranno vissute in modo “opaco”,
tollerando meno una frustrazione che non sanno spiegare cercando un compromesso con la realtà in modo che non
risulti eccessiva (anche fuggendo dalla realtà).
Green riprende la distinzione freudiana tra rappresentante psichico (richiesta di elaborazione psichica che viene
dal corpo) e rappresentante della pulsione (contenuto ideativo e quota d’affetto). Egli sostiene che l’affetto sia
una rappresentazione che non ha potuto essere tradotta in qualcosa di raffigurabile.
Kerberg cerca di integrare le idee della psicologia dell’io e delle relazioni oggettuali, gli affetti hanno sia un ruolo
di funzione comunicativa (al caregiver) che di organizzazione delle relazioni oggettuali interiorizzate. Ritiene la
struttura degli affetti sia composta da:
1. Rappresentazione di sé
2. Rappresentazione dell’oggetto
3. Stato affettivo che li lega
4.3 Esperienza affettiva del Sé e funzione integrativa
Diversi autori hanno evidenziato il ruolo dell’ambiente nella costruzione dello sviluppo.
Sullivan -> Ambiente interpersonale, l’esperienza reale della relazione del bambino con la propria madre viene
organizzata in significati, legati sia alle esperienze emotive di tenerezze che a quelle di angoscia, entrano poi nei
ricordi e nella qualità delle previsioni che il soggetto formulerà sulla realtà e sulle possibilità di adattamento.
Bowlby -> la relazione di attaccamento determina la costruzione dei MOI (modelli operativi interni).
Kohut -> le esperienze significative con l’ambiente strutturano il Sé che organizza l’esperienza soggettiva e la
personalità. Per strutturare un buon Sé c’è bisogno di frustrazioni ottimali (per abbandonare l’onnipotenza
sull’oggetto-Sé) e di regolazione affettiva.
Stolorow e Atwood -> sintonizzazione degli affetti come decisiva per la mutua regolazione madre-bambino, il
trauma dipende dal fallimento della sintonizzazione affettiva che porta a una perdita di regolazione affettiva che a
sua volta porta allo sviluppo di un Sé disorganizzato e dissocerà l’affetto doloroso dalla propria esperienza.
4.4 Dialogo psicoanalisi-biologia sugli affetti
LeDoux porta il dibattito sulle emozioni nelle neuroscienze, trattando l’influenza delle emozioni sulla memoria e il
ruolo dei traumi precoci nello sviluppo biopsicologico e nello sviluppo del Sé.
Panksepp definisce il termine neuroscienza affettiva perché le esperienze emozionali condizionano fisicamente
lo sviluppo del cervello e della personalità del bambino. Egli tenta di fondare una psichiatria biologica in cui la
regolazione degli affetti sia centrale nell’intervento psichiatrico.
Damasio considera le emozioni come risposte chimiche che creano vantaggi per la vita dell’organismo, le
esperienze passate lasciano quindi delle tracce che richiamano emozioni che influenzano le decisioni future, inoltre
propone un modello sulla biologia della coscienza umana a tre livelli, legata al sentimento del corpo:
proto-Sé -> fornisce esperienza diretta del corpo ma non ha consapevolezza di sé
Sé nucleare -> esperienza tra organismo-oggetti interni, fornisce un senso di sé nel qui ed ora
Sé autobiografico -> conoscenza di sé nel passato per anticipare il futuro, necessita del linguaggio
4.5 regolazione affetti e nuovi modelli psicopatologici
Schore propone un modello neuropsicoanalitico focalizzato sulla relazione affetti, cervello e sviluppo personalità
per comprendere il funzionamento bio-psico-sociale dell’individuo. A seguito della relazione madre-bambino si
attivano cambiamento cerebrali (transazione affettive tra emisferi destri). I Traumi relazionali (emozioni
negative) determinano cambiamenti a livello cerebrale, ad esempio inibire lo sviluppo dell’emisfero destro.
La scoperta dei neuroni specchio ha avvalorato ulteriormente la presenza di meccanismi biopsicologici nel processo
di rispecchiamento emotivo, Da questo punto di vista, la regolazione degli affetti è il fulcro dello sviluppo.
5. Intimità e sessualità
Questo capitolo rappresenta un excursus dal modello classico al modello moderno sulle discussioni della sessualità,
relazioni e intimità.
5.1 sessualità e psicoanalisi
Freud riconoscere di esser stato influenzato dalla teoria del trauma e da Charcot nel considerare che la causa
dell'isteria fosse da ricercare in esperienze sessuali passive e traumatiche.
Fine ‘800: riconsidera la teoria del trauma perché i traumi sessuali erano più frutto di una fantasia. Lavorando
insieme a Breuer (procedimento catartico) rintraccia esperienze di natura sessuale negli isterici.
1906: Secondo Freud non conta tanto ciò che un individuo aveva sperimentato nell'infanzia in fatto di eccitamenti,
quanto la sua reazione (e eventuale rimozione) alle impressioni ricevute:
rimozione di certe pulsioni parziali -> normalità
sviluppo coatto di certe pulsioni parziali -> perversioni
rimozione troppo estesa delle pulsioni -> nevrosi
5.2 sviluppo psicosessuale, pulsioni e affetti
In Tre saggi sulla teoria sessuale" (1905) propone un primo modello secondo cui lo sviluppo psicosessuale procede
dall'infanzia all'età adulta (vedi cap. 1).
Il Complesso edipico secondo Freud si raggiunge tra i 3 e i 5 anni (fase fallica) e il suo declino consiste nel periodo
di latenza ed è stato “scoperto” tramite la sua autoanalisi, mettendo in evidenza l’importanza di un rapporto tra
genitori e bambino impostato sulla tenerezza per evitare un risveglio eccessivo della sessualità, la risoluzione del
complesso porta alla scelta dell’oggetto, la madre, nelle fasi preedipiche, è l’oggetto di amore primario; tuttavia,
con l’investimento della zona genitale, i bambini si accorgono delle differenze sessuali: la bambina si sente privata
del pene, ciò provoca una disillusione verso la madre e quindi si rivolge al padre, scegliendolo come oggetto
d’amore. La risoluzione edipica femminile è più complessa che per i maschi, poiché non è legata ad una minaccia,
ma comporta il confronto ed il superamento dell’angoscia legata ad una “mancanza”. Esiste, però, anche una “forma
negativa” del complesso (amore per genitore dello stesso sesso e rivalità verso quello di sesso opposto): entrambe
le forme, positiva e negativa, vanno a costituire la “forma completa” del complesso edipico.
In Pulsioni e loro destini (1915) Freud definisce la pulsione come concetto limite tra psichico e somatico e la divide
in quattro elementi:
1. Spinta -> l'essenza, l'elemento motorio
2. Fonte -> processo somatico di una parte del corpo il cui stimolo è rappresentato nella vita psichica della
pulsione
3. Oggetto -> mezzo con cui la pulsione può raggiungere la meta, è l’elemento più variabile
4. Meta -> possibilità del soddisfacimento della pulsione raggiunto quando si esaurisce lo stato di
stimolazione nella fonte
La libido è invece la componente quantitativa e qualitativa della pulsione
Punto di vista qualitativo -> la libido non è riducibile a un’energia mentale non specificata, può essere
desessualizzata, si oppone alle pulsioni di autoconservazione. Successivamente anche le pulsioni di
autoconservazione verranno considerate libido e il conflitto sarà libido vs pulsioni di morte
Punto di vista quantitativo -> la variazione della quantità di libido spiega i fenomeni psicosessuali
5.3 Identità sessuale e intimità
Freud definisce tre tipi libidici a seconda dei loro stati della libido (non patologici):
Tipo erotico -> alta libido, vogliono amare ed essere amati, angoscia di perdere l’amore, dipendenza
esterna
Tipo ossessivo -> forte Super-Io, grande angoscia morale (tensione tra