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DISTURBO DA INIBIZIONE PER LE NOVITA'
Il temperamento è l'insieme di disposizioni comportamentali che si hanno sin dalla nascita, le cui caratteristiche definiscono le nostre differenze individuali nella risposta all'ambiente circostante. Riflette una certa variabilità biologica. La personalità (carattere) è data dal temperamento che si integra nell'ambiente psicologico e sociale. I comportamenti inibiti rappresentano una normale variante delle disposizioni individuali, non è patologico.
Il Disturbo da Inibizione per le novità si caratterizza per una inibizione comportamentale estrema che compromette il funzionamento del bambino e della famiglia; sembra aumentare il rischio per l'insorgenza dei disturbi d'ansia nelle fasi successive. È un disturbo nuovo che non viene contemplato nel DSM-5.
La caratteristica predominante di questo disturbo è che il bambino presenta una totale e
Pervasiva difficoltà ad approcciarsi a tutto ciò che è una novità (es. situazioni, giochi, attività, persone), che non sono spiegabili da un evento traumatico o spaventoso. Ciò interferisce nelle relazioni e nella partecipazione ad attività adeguate a quella specifica fase di sviluppo, con riduzione dei comportamenti di esplorazione e di apprendimento attraverso nuove esperienze.
Per cui il bambino mostra segnali di paura quando si confronta con persone o situazioni nuove; quasi sempre si comporta nel seguente modo:
- si blocca o si ritira (es. smette di vocalizzare, evita il contatto oculare) e tenta di allontanarsi, nascondendosi o cercando il caregiver
- manifesta un'affettività negativa marcata, persistente e pervasiva
Il bambino deve avere un'età inferiore ai 2 anni, perché in questa fase il bambino esplora l'ambiente alla ricerca di nuove cose da conoscere. I sintomi devono essere presenti da almeno un mese.
Si ritiene che questo disturbo rappresenti un precursore per altri disturbi d'ansia che divengono più chiaramente manifesti verso i 2-3 anni.
I fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare questo disturbo sono:
- genitori con disturbi d'ansia
- manifestazioni precoci di paura
- la protezione genitoriale nei confronti delle nuove esperienze
A paragone con i loro pari:
- sperimentano maggiormente il rifiuto sociale
- interpretano situazioni sociali ambigue come particolarmente escludenti
- tendono ad evitare molto di più gli agenti sociali di stress
- tendenza a sviluppare una percezione del sé negativa
FOBIA SPECIFICA
La fobia è una paura ingiustificata di un oggetto o una situazione, in cui il contatto con esso determina nel soggetto che ne soffre un'intensa reazione d'angoscia e vengono messi in atto una serie di comportamenti per evitare il contatto; questa fobia non deriva da un trauma. Queste fobie devono essere
Associate ad una compromissione del funzionamento del soggetto per essere diagnosticate come disturbi. Abitualmente le fobie vengono incluse nei disturbi d'ansia.
Il DSM-5 distingue diverse varietà di fobie specifiche:
- Animali (es. ragni, insetti, cani)
- Ambiente naturale (es. altezza, temporali, acqua)
- Sangue, iniezioni, ferite (es. aghi, procedure mediche invasive)
- Situazionali (es. aeroplani, ascensori, luoghi chiusi)
- Altro (es. paura di situazioni che possono portare a soffocare o vomitare; nei bambini, paura dei rumori forti o dei personaggi in maschera)
Alcune forme di queste fobie tendono a scomparire o migliorare con l'età; nell'infanzia ci può essere la fobia negli animali che però man mano che si cresce tende a migliorare. Se il disturbo non viene trattato, esso tende a persistere e cronicizzarsi.
L'impatto che questo disturbo ha sul funzionamento dell'individuo varia a seconda della fobia e a quanto essa è grave.
esempio: fobia del ragno non causa gravi handicap, mentre fobia di volare può portare a non partecipare ad un evento importante dove era necessario prendere l'aereo. Inoltre è necessario differenziare i bambini per i quali le paure sono lievi e moderate e di breve durate, dai bambini che le loro paure sono talmente intense e di lunga durata da essere croniche e influenzare il funzionamento del bambino.
Inoltre, la paura viene manifestata non solo di fronte allo stimolo, ma anche in assenza di esso. Infatti spesso ci sono anche una serie di pensieri e fantasie che possono essere dominate dall'oggetto fobico e dalle strategie che si utilizzano per evitarlo. La conseguenza di questi pensieri porta alcuni bambini a diventare ipervigili anche in assenza dello stimolo fobico, e possono pensare che questo sia il loro normale stato d'animo. Un bambino fobico può sviluppare dei sintomi psicosomatici.
A seconda dell'età e del processo cognitivo, la
persona può essere o no consapevole di queste paurerealistiche (es. bambino non consapevole; adolescente consapevole). La fobia è una paura immotivata che in un bambino piccolo si può sviluppare quando l'ansia viene spostata su un oggetto o una situazione che diventa la causa della sua angoscia ansia viene spostata dall'interno verso l'esterno.
Chiave di lettura psicodinamica: La fobia è una paura immotivata che ha una funzione difensiva da impulsi sessuali e distruttivi che l'Io non può accettare, non li riconosce come propri; perciò vengono simbolizzati e spostati in un oggetto (fobogeno). Il pericolo interno di queste pulsioni vengono riconosciuti come un pericolo esterno.
Approccio comportamentista: Paura appresa. Esempio: il piccolo Albert, paura appresa. Rumore forte associato ad uno stimolo ripetutamente, il bambino apprende ad aver paura del topo paura eccessiva.
DISTURBO D'ANSIA SOCIALE: Il bambino manifesta
un'eccessiva ansia o paura di una o più situazioni sociali che implicano l'esposizione a persone non familiari, comportando un possibile giudizio da parte degli altri. La paura e l'ansia sono sproporzionate alla minaccia sociale percepita (= irreale, giudizio delle persone non conosciute). Mediamente questo disturbo insorge nei 13 anni e può essere scatenato da un episodio stressante o umiliante. I sintomi devono durare da almeno 6 mesi.
Le paure e ansie sociali riguardano:
- Interazioni sociali
- Essere osservati
- Eseguire una prestazione di fronte agli altri (es. discorso pubblico)
Il bambino esprime quest'ansia sociale tramite ritiro, attacchi di collera, grida, panico, comportamenti di freezing, incapacità di parlare (mutismo selettivo) evita queste situazioni sociali e, se le affronta, lo fa con disagio. Non stiamo parlando di timidezza, perché riesce poi a interagire con gli altri, anche se più tardi.
Immaginiamolo su un
continuum:(Polo estremo) bambino timido – bambini socialmente ansiosi – bambini socialmente fobici (polo estremo)Esempio: festa di compleanno
- Il bambino timido inizialmente rimane un po' isolato, ma infine si unisce agli altri amici e si diverte durante la festa
- Il bambino socialmente ansioso rimane rannicchiato durante tutta la festa
- Il bambino socialmente fobico non può partecipare alla festa
A livello comportamentale, questi bambini/adolescenti possono:
- mostrarsi inadeguatamente assertivi (capaci di far valere il proprio punto di vista) o eccessivamente remissivi (docile), o meno spesso possono indirizzare fortemente la conversazione
- avere una postura rigida, un contatto visivo inadeguato e un tono di voce molto basso
- essere timidi e ritirati nelle conversazioni
- cercare lavori dove non è richiesto contatto sociale e restare più a lungo nella casa di origine, ritardando il matrimonio o la convivenza.
DISTURBO DI PANICO
Questo disturbo
È caratterizzato da attacchi di panico ricorrenti e alquanto imprevedibili. L'attacco di panico è un sintomo, sono episodi di ansia estremamente intensa e spiacevole.
Secondo il DSM-5, per diagnosticare questo disturbo gli attacchi di panico devono presentare almeno 4 di questi sintomi: palpitazioni, tachicardia, tremori, sudorazione, dispnea o sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, brividi o vampate di calore, paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire.
Nei bambini con uno sviluppo tipico può a volte manifestarsi un attacco di panico e, se non presenta altri sintomi, non necessariamente ci sono delle conseguenze negative. Tutto può essere conseguenza di un evento traumatico. Anche se avere un attacco di panico è un'esperienza angosciante, se sono isolati non sono necessariamente motivo di allarme. Quando sono però associati ad uno o più disturbi d'ansia (es.
Disturbo d'ansia di separazione, fobia specifica), è più probabile che essi siano intesi come una complicazione di quel disturbo, piuttosto che un disturbo separato. Il disturbo di panico è più probabile che venga diagnosticato in un adulto rispetto al bambino. Nell'infanzia ha una frequenza bassissima, mentre si riconosce l'incidenza di questo disturbo dall'adolescenza (dai 14 anni). Questo perché quando si ha un episodio di attacco di panico consegue:
- preoccupazione fisica (es. di morire)
- preoccupazione sociale (imbarazzo e paura di essere valutati negativamente da chi mi osserva)
- preoccupazione mentale (paura di essere malati)
DISTURBO D'ANSIA GENERALIZZATO
Il disturbo d'ansia generalizzato è caratterizzato da uno stato d'ansia persistente, eccessivo e irrealistico su una varietà di stimoli e situazioni; è generalizzata poiché non è focalizzata in specifiche situazioni.
Per il DSM-5 deve durare per almeno 6 mesi. Viene osservato durante gli anni dell'infanzia, sebbene avvenga nei bambini più grandi, adolescenti e adulti. Non è provocato da una minaccia immediata, ma la preoccupazione è rivolta al passato e al futuro (ansia anticipatoria); per questo è difficile diagnosticare questo disturbo in un bambino (poca esperienza passata, poco consapevole, non può verbalmente esprimere ciò che prova). I sintomi devono essere sufficientemente gravi da causare una reale compromissione di aree importanti di funzionamento; devono essere presenti almeno 3 negli adulti e almeno 1 nei bambini di questi: - Irrequietezza o sentirsi tesi - Facile affaticamento - Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria - Irritabilità - Tensione muscolare - Alterazione del sonno (difficoltà ad addormentarsi o mantenere il sonno, sonno inquieto o insoddisfacente) Possono avere sintomi somatici (sudorazione, nausea, ecc.)tino irritabile (IBS).