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Condizioni per lo sviluppo di fiducia e idee di giustizia
Provvedere le condizioni che permettono a fiducia e idee di giustizia di svilupparsi a partire dai processi maturativi. L'uomo crea di continuo Dio come luogo in cui poter mettere ciò che egli ha di buono in se stesso (c'è una socializzazione del fenomeno personale).
L'educatore ha successo se il bambino lo accetta in quanto proiezione della bontà che è parte di sé. L'idea di un genitore attendibile permette la presentazione spontanea di un Dio. Se la fede in non è stata acquisita, allora ogni sforzo sarà inutile.
Natura e educazione: il bambino cresce a modo suo e matura da sé. L'educazione morale non può essere un sostituto dell'amore.
Realtà interiore: il fattore interno e personale è più importante di quello esterno legato alla percezione dell'approvazione e disapprovazione materna. Così non fosse, i bambini sarebbero condizionati dal fatto che si inculchi loro il
senso digiustizia, invece che dall'amore. I genitori si astengono dal mostrare approvazione e disapprovazione finché non vedono nell'infante i rudimenti di un senso dei valori (sviluppo che ne permette la naturale elaborazione). Moralità degli sfinteri: modo in cui l'incontinenza si trasforma in autocontrollo socializzato. MA se i genitori si aspettano un controllo quando tale stadio non ha raggiunto ancora un significato, privano al bambino del senso di conquista e fiducia nella natura umana che proviene dal progresso verso il controllo degli sfinteri. Questo è uno sbagliato atteggiamento verso l'addestramento perché ignora i processi maturativi. Avviene, in salute, un continuo scambio di proiezioni e introiezioni. Gli introietti non sono solo cose proiettate fuori e poi reintroiettate, ma anche beni veramente estranei in cui si adotta un oggetto come parte del Sé. Quando l'infante diviene bambino, i genitori lasceranno a suadisposizione non solo oggetti, ma anche codici morali, attraverso l'approvazione e la disapprovazione dei comportamenti. Si può ottenere di più con l'amore che con l'educazione. L'educazione morale segue spontaneamente all'avvento della moralità nel bambino. Il senso dei valori. C'è chi ha paura ad aspettare e inculca norme e chi al momento giusto presenta al bambino idee e aspirazioni di cui può servirsi quando accede naturalmente a vari stadi di integrazione, prendendola quindicome una risposta ai suoi bisogni, che corrisponde alla sua capacità di accettazione. Non è neanche vero che i genitori non debbano offrire al bambino nulla del sistema sociale locale. È utile mettere a disposizione codici morali, poiché il codice morale innato del bambino è di qualità crudele: va umanizzato. Una caratteristica di tale morale primitiva è il taglione: egli morde nell'esperienza di entrare in
relazione con un oggetto buono, ma l'oggetto è sentito come oggetto che morde. Umanizzazione delle paure: i genitori vanno in collera e disapprovano, ma non mordono o inondano, come invece succede nella fantasia. L'esperienza di persone che umanizzano le formazioni superegoiche primitive permette al bambino di avere fede in qualcosa. L'infante può essere compiacente a spese del proprio modo di vita personale. Lo sviluppo può così essere scavalcato da identificazioni che diventano copiature, e contribuiscono alla istituzione del falso Sé. Stadio in cui si percepisce la responsabilità legata al senso di colpa. L'angoscia del senso di colpa racconta del bambino che pensa che la distruzione opera dove opera anche l'amore. Se questo compito fallisce, si perde la capacità di sentirsi in colpa e si sente un'angoscia puramente rovinosa. L'offerta di occasioni. La soluzione personale del bambino al problema della distruzione.di ciò che è amato, è il bisogno di acquisire capacità. È qui che l'offerta di occasioni, tra cui l'insegnamento di valori, risponde ai bisogni del bambino. Questo bisogno nasce solo dalla capacità del bambino di sopportare il senso di colpa e la responsabilità delle idee distruttive su di sé, e di aver acquisito fiducia nelle pulsioni riparative. Questo si ripresenta in adolescenza. La malvagità si accosta alla tendenza antisociale. È la speranza in un bambino deprivato. Egli vuole superare una voragine, data dalla frattura della continuità nello stadio di dipendenza relativa. Prevenire lo sviluppo di vantaggi secondari significa tornare indietro risperimentando relazioni benigne. L'educazione morale è inutile. Essi sentono che la disperazione è legata all'accompiacenza e alla falsa socializzazione. Il succo è che bisogna presentare al bambino la possibilità di essere creativi.La vita offre a tutti coloro che non copiano, ma che crescono in modo genuino raggiungendo una personale auto espressione. Non inculcando la morale.
Tesi: profondo in senso analitico non è uguale a precoce nel senso dello sviluppo.
L'osservazione dei lattanti in una situazione prestabilita. Si tenta di esplorare il modo in cui l'infante entra in rapporto con un oggetto.
Prima fase: presa-riflesso, presa volontaria, passaggio oggetto alla bocca.
Seconda fase: esplorazione e gioco. Terza fase: allontanamento. 9-11 mesi.
Oggetti e fenomeni transizionali. Si tenta di esplorare l'uso degli oggetti all'epoca del passaggio da una vita soggettiva allo stadio successivo. 6 mesi-1 anno. Fenomeno relativo alla capacità di formare simboli usando un oggetto transizionale. Questo fenomeno, in forma rudimentale, è presente già nella primissima infanzia. C'è però
un'età prima della quale l'oggetto transizionale non può esistere, perché semplicemente non ha lo stesso significato.
Profondo non è sinonimo di precoce perché c'è bisogno di maturità per diventare capace di una certa profondità.
Profondo è un materiale insito nella fantasia inconscia o realtà psichica, che coinvolge intelletto e immaginazione.
L'equivalenza tra profondità e precocità è valida solo in misura limitata.
La posizione schizoparanoide (paura del taglione) è riscontrabile prima che abbia luogo l'integrazione. È precoce, tuttavia non è profonda. La posizione depressiva è precoce e profonda.
Ciò che è profondo è parte dell'infante, ciò che è precoce ha bisogno sempre di un ambiente supportivo.
Non c'è sovrapposizione perché il neonato non è consapevole dell'ambiente, soprattutto
se buono. Non avere questa conoscenza impedisce la sua presentazione come materiale analitico. L'analista deve rivestire il materiale più precoce del paziente con l'ambiente, che è implicito perché il paziente non ne è mai stato consapevole e non può quindi portarlo in analisi. Ciò che emerge sono sensazioni che rimandano ai primissimi stadi, ma non il contesto in cui sono avvenute. Un infante deve distanziarsi da ciò che è precoce per acquisire la maturità necessaria per essere profondo. A questo punto ciò che è precoce può acquisire profondità. 10. L'analisi del bambino nel periodo di latenza L'adattamento della tecnica al periodo di latenza. 6-10 anni. Cessa lo sviluppo pulsionale. Esistono grosse difese organizzate, che limitano la vita immaginativa a causa della forte tendenza alla rimozione. Il loro Io poco sviluppato non gli fa comprendere di essere malati. La differenza consistenel problema di collaborazione conscia (A.Freud) o inconscia (Klein). Prima l'analista interpreta l'inconscio meglio è, dato che il sollievo ottenuto gli fa sapere che può trarre qualcosa di buono dall'analisi. Allo stesso tempo c'è bisogno di una collaborazione cosciente, di convincimento del bisogno offrendo spiegazioni usando la comprensione intellettuale del bambino. La qualità di associare liberamente è sperimentata come minacciosa per l'organizzazione dell'Io. Occorre al contrario rafforzare le strutture deboli e modificare solo quelle che interferiscono con lo sviluppo. L'interpretazione deve essere indirizzata a questo scopo. A causa delle difese, è più difficile raggiungere le fantasie e gli stati di disintegrazione soggiacenti. In questa fase l'Io entra nel proprio diritto. - C'è capacità di rapporti intimi (relazionalità dell'Io) senza che diventino sessualizzati, alcontrario dei bambini deprivati.
Capacità ad assumere gli elementi completi delle persone (introiezione), non di incorporazione (rapporto che coinvolge l'istinto).
Manifesta i fenomeni interiori senza lasciarsene coinvolgere in pieno.
È l'organizzazione dell'Io a sostenere la pulsione e non l'Es.
La fine del trattamento. L'analisi nella latenza tende a finire in un momento difficile, ossia nella pubertà, dove c'è l'acuizzarsi di difese e dell'ansia.
11. Esiste un contributo psicoanalitico alla classificazione psichiatrica?
Storia. La base della psicoanalisi è una teoria dello sviluppo affettivo ideata da Freud. Tendenza genetica verso lo sviluppo affettivo, accrescimento della forza dell'Io, accettazione della vita istintuale e delle conseguenze reali o immaginate.
Aspetti della malattia: rapporto del paziente con la realtà, formazione del sintomo concepito come comunicazione, etiologia.
Sviluppo della vita istintuale. 1910,
struttura della personalità: Io, Es, censura e conflitto intrapsichico. Crescente importanza dei processi dell'Io. Super-Io: conseguenza di introiezioni e identificazioni dei 2-5 anni e del complesso edipico. Concetto di regressione ai punti di fissazione, di origine delle forme nosologiche. L'angoscia di castrazione, intollerabile, ha ostacolato lo sviluppo istintuale con una precisa organizzazione patologica delle difese dell'Io. Meccanismi di difesa formulati esaurientemente da Anna Freud. Tutti i disturbi derivanti dall'angoscia di castrazione sono psiconevrosi. Transfert. Materiale analizzato in rapporto alla relazione emotiva con il paziente, derivante da modelli personali. Interpretazione di ciò che è maturo per essere accettato nella coscienza. Disturbi borderline e della personalità: introduzione del concetto di dipendenza e di forza dell'Io con l'amore oggettuale anaclitico/per appoggio. Narcisismo: i