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LE ORIGINI DELLA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ

Secondo l’analisi di Sarason, le radici della psicologia di comunità sono da ricercare nell’evoluzione sociale e culturale degli Stati Uniti, iniziata negli anni ’40 e culminata nel ’68. La psicologia di comunità nasce e si sviluppa negli Stati Uniti in un momento storico particolare: il dopoguerra, periodo caratterizzato da numerosi cambiamenti epistemologici-paradigmatici, sociali e legislativi, elementi che hanno messo in moto un’elaborazione disciplinare che poi si configurerà come psicologia di comunità.

Fino agli anni ’50:

  • La psicologia è quasi esclusivamente individualista e “biologista”, e dal punto di vista clinico domina il modello psichiatrico o psicoanalitico e lo psicologo ha una scarsa autonomia;
  • La società nord-americana è caratterizzata da pesantissime discriminazioni e disuguaglianze legittimate nei confronti delle donne, degli omosessuali.
(l'omosessualità era considerata una malattia psichiatrica). Il periodo del dopoguerra comporta dei cambiamenti di questi due aspetti:
  • Dopo la seconda guerra mondiale tornano migliaia di veterani con gravi problemi psichici (sindrome post-traumatica da stress). Di conseguenza, era impossibile fornire cure individuali: i veterani erano troppi e molti appartenevano a classi sociali meno abbienti, quindi gli strumenti tradizionali di tipo psicoanalitico non erano adeguati; i fattori contestuali della malattia mentale diventarono visibili: ad esempio, emerge il trauma di guerra come fattore ambientale delle malattia mentale. Questo è un aspetto fondamentale in quanto comporta una rottura epistemologica rispetto ad una psicologia biologistica che si basa esclusivamente sul funzionamento cerebrale, senza considerare i fattori ambientali; il trauma di guerra dimostra che i fattori contestuali hanno un ruolo fondamentale.
l'insorgenza di malattie mentali. ● Nel dopoguerra, inoltre, diventa difficile mantenere e legittimare le varie forme di discriminazione in quanto 1) gli afroamericani, che venivano discriminati, parteciparono alla guerra, dando il loro contributo, quindi risultava difficile mantenere lo stesso livello di discriminazione dopo la loro partecipazione allo sforzo bellico, e 2) le donne presero il posto degli uomini nelle fabbriche, a cui prima non potevano avere accesso, quindi non le si poteva più discriminare allo stesso modo, e 3) lo sterminio e il riconoscimento delle discriminazioni contro gli ebrei diventano inaccettabili (non si può più essere legittimamente antiebraici). 5'60-'70 Gli anni sono caratterizzati da movimenti di liberazione e cambiamenti sociali, che culminarono nel '68 e che comprendevano: - Il movimento femminista che si afferma nuovamente (era iniziato nell'Ottocento con il movimento per il diritto di voto) epermette alle donne di conquistare i propri diritti. In particolare, negli anni i gruppi di donne che partecipano ai movimenti pacifisti sentono l'esigenza di formare dei gruppi, ed è in questa comunità che le donne si confidano iniziano a parlare di violenza. - Il movimento antimilitarista sostiene l'opposizione al militarismo e alla guerra tra gli Stati, sviluppatosi in seguito all'imposizione della coscrizione obbligatoria. - Il movimento per i diritti civili degli omosessuali: in questo periodo, infatti, si mette in discussione il fatto che l'omosessualità sia una malattia. Tutti questi movimenti sociali portano successivamente a varie conseguenze: giustizia sociale, rispetto per le diversità, partecipazione dei diritti e delle cittadine, empowerment, capacità di legare l'esperienza personale con il contesto generale. Nel mondo universitario nord americano, durante e dopo la seconda guerra mondiale, avvengono due importanticambiamenti: 1) L'apertura della psicologia accademica verso l'intervento sociale: ad esempio, gli psicologi iniziano a occuparsi della selezione e della formazione dei soldati, oppure a studiare forme efficaci di propaganda. Inoltre, in questo periodo Lewin teorizza la partecipazione attiva dello sperimentatore alle ricerche e la necessità di occuparsi di problemi reali che interessano le persone; 2) L'apertura della psicologia accademica verso la psicologia clinica, che inizia ad assumere un ruolo importante nell'affrontare i problemi sociali creati dalla guerra: dati gli innumerevoli veterani che necessitavano di cure, era necessario superare la classica relazione diadica terapeuta-paziente ed attuare un intervento clinico su larga scala. '60 Durante gli anni vengono promulgate numerose riforme programmi di salute mentale comunitaria che hanno creato le basi concrete per la nascita e lo sviluppo degli interventi di comunità. Tra questi: - IlCommunity Mental Health Center Act (CMHCA), relativo alle cure psichiatriche, ridusse i ricoveri negli ospedali psichiatrici e ampliò l'offerta di trattamenti all'interno della propria comunità di residenza; ad esempio istituendo programmi detti "di compensazione", come il programma Head Start, per il recupero dei tossicodipendenti, per i giovani disoccupati per fornire a bambini e famiglie più svantaggiate servizi di salute, nutrizione ed educazione. I servizi offerti sono orientati a ridurre le diseguaglianze, cominciando nella fase prescolastica parificando le condizioni di accesso alla scuola primaria. La psicologia di comunità nasce ufficialmente negli Stati Uniti nel 1965, quando un gruppo di psicologi e operatori della salute mentale si riunisce. La nascita della psicologia di comunità ha comportato uno spostamento paradigmatico da una visione biologistica ad una.concezione basata sul modello ecologico, secondo cui la comunità influisce sulle eventuali manifestazioni patologiche degli individui. A partire dagli anni '70, tale disciplina si svincola dal trattamento della patologia psichica, orientandosi allo studio e all'intervento sulla persona-nel-contesto, riguardo problematiche sociali più generali, considerando come fine ultimo il cambiamento sociale complessivo. Una delle principali motivazioni alla base dell'istituzionalizzazione della psicologia di comunità è il desiderio e la necessità di ridurre le disuguaglianze e le ingiustizie sociali, che non erano determinate esclusivamente dalle caratteristiche individuali, come sostenuto dall'approccio tradizionale e biologista, ma anche da aspetti contestuali. L'obiettivo fondamentale di questa visione ecologica del disagio è lo sviluppo dell'intera comunità, ottenibile grazie alla redistribuzione delle risorse mediante la

Promozione della partecipazione attiva delle persone e la "senso intesocondivisione del potere. A questo proposito, Sarason introduce il costrutto di di comunità", "ilcome sentimento di appartenenza e partecipazione attiva degli individui alla vita comunitaria, nonchévalore sovraordinato attraverso cui giudicare gli sforzi per cambiare ogni aspetto del funzionamento di unainteso sia come vissuto soggettivo che come forza coesiva e motivante che agisce all'interno dicomunità", 6una comunità favorendone il benessere. Il senso di comunità è costituito da similarità, interdipendenza,appartenenza e disponibilità a dare agli altri, ed esprime una vita sociale fondata su rapporti più spontanei,meno diretti dal calcolo dell'utilità dello scambio. Secondo Sarason, il senso di comunità sta diminuendo.→Il modello di Dohrenwend Le ricerche degli studiosi Dohrenwend mostrano che

Esiste una forte correlazione tra classe sociale e disturbi mentali: hanno riscontrato che in 20 su 25 studi sulle differenze di classe sociale si registra un maggior tasso di disturbi psichiatrici nelle persone provenienti dai livelli socioeconomici più disagiati. Viene spostato così il focus dell'eziologia dei disturbi psichiatrici e degli interventi dalle caratteristiche individuali alle condizioni sociali alla base. Ciò implicava il superamento di un approccio victim blame, che collocava nel singolo individuo la responsabilità della propria patologia. Gli aspetti su cui si basa il modello sono:

  1. L'interazione tra fattori contestuali e individuale nello sviluppo della psicopatologia e il concetto di stress psicosociale;
  2. Un approccio di prevenzione;
  3. L'attuazione di interventi sia individuali che collettivi.

La psicologia di comunità in Italia nasce con un decennio di ritardo rispetto a quella statunitense: negli anni '70 si sviluppa negli

Anni soprattutto grazie al lavoro pionieristico di Donata Francescato (una psicologa sociale che aveva studiato negli Stati Uniti). In particolare, la data di inizio ufficiale della disciplina viene fatta coincidere con l'anno di uscita del volume scritto da Francescato "Contesto sociale e legislativo in Italia", il 1977.

SENSO DI COMUNITÀ

Nel 1975, il sociologo Joseph Gusfield identificò le due dimensioni di una comunità: una territoriale e una relazionale. La dimensione territoriale è rappresentata con il posizionamento geografico (quartiere, città, regione), tale per cui il senso di comunità implica il sentimento di appartenenza ad un'unità territoriale specifica. La dimensione relazionale, invece, ha a che fare con la natura e la qualità delle relazioni in un determinato gruppo sociale, a prescindere dal luogo in cui essa si manifesta, perciò gli individui possono anche vivere e lavorare in luoghi diversi (es.

comunità di ricercatori). Ad ogni modo, le definizioni di comunità presuppongono un'implicita assunzione di similarità tra i membri, talvolta sottostimando o persino ignorando le peculiarità individuali e le differenziazioni che caratterizzano il collettivo sociale, il che ha aperto un dibattito sul rapporto tra il senso di comunità e il rispetto per le differenze. Secondo Wiesenfeld, infatti, la comunità è il risultato di un processo in cui i singoli incorporano nella propria identità personale l'identità sociale/collettiva. Durante questo processo, però, si vengono a creare due tipi di identità: ossia un'identità macro-appartenenza, che va oltre i contrasti interni della comunità e che riesce a comprendere le differenze e le minoranze in un'entità più ampia in cui tutti si identificano (deriva dall'aver fatto esperienza comune di qualcosa);

un'identità come l'individuo- Una micro-appartenenza, ossia collettiva specifica che costruisce nel corso della vita in base ai ruoli, agli interessi e ai gruppi di riferimento. Sarason, nel 1974, pone
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Publisher
A.A. 2020-2021
60 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Angela.M.R. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia di comunità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Vieno Alessio.