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2.4 FATTORI PROTETTIVI IN AMBITO FAMILIARE

Il modello orientato alla resilienza pone l’attenzione sulle risorse e le potenzialità per affrontare le difficoltà.

La resilienza rinsalda i legami e consente di acquisire competenze nuove per sostenere sfide future.

I fattori protettivi che in ambito familiare favoriscono la crescita e il benessere dei figli sono identificabili in

una buona qualità delle relazioni tra i membri della famiglia; essi sono riassumibili nella “competenza

genitoriale” intesa come la capacità degli adulti di costruire relazioni di qualità con e per i bambini.

La genitorialità, intesa come capacità di prendersi cura di un’altra persona, è il fattore che più incide sulla

resilienza familiare e il suo fondamento principale è l’esser stato figlio (la genitorialità ricevuta incide sulle

potenzialità genitoriali dell’individuo).

Tra i microprocessi di cura che influenzano le traiettorie di crescita die bambini vi sono:

- La qualità della relazione di coppia; l’accordo tra i partner sulla suddivisione dei compiti e un

condiviso atteggiamento educativo, fa si che si crei una relazione gratificante

- Attaccamento sicuro favorisce maggiore soddisfazione propria e del partner

- Buona capacità comunicativa implica l’essere in grado di rivelare sé stessi e di esprimere opinioni

positive e negative ricorrendo a strategie efficaci nel limitare la possibilità di fraintendimenti

- Il contesto sociale nel quale è inserito la coppia, svolge un ruolo importante. Va distinta la rete

sociale, cioè la struttura formata dalle relazioni tra le persone, nella quale il supporto sociale viene

fornito e percepito, e il supporto sociale costituito da un metacostrutto tra sostegno ricevuto dagli

altri e sostegno percepito dal soggetto.

- La disponibilità emotiva genitoriale indica la qualità della relazione caregiver-bambino; il caregiver,

disponibile emotivamente, fornisce supporto al bambino finalizzato all’esercizio dell’autonomia.

Tra le capacità della disponibilità emotiva vi sono: la sensibilità, la capacità di saper strutturare

l’ambiente, la capacità di non essere intrusivi nelle attività del bambino, la non ostilità nei confronti

del bambino.

- Tra le capacità del bambino nella relazione con i genitori: la responsività o desiderio del bambino di

interagire con il genitore e la capacità di coinvolgere i genitori e di ricercarli nel gioco.

2.5 PROMOZIONE DELLA RESILIENZA: STUDI RECENTI

- Sandler, Conger e Neppl (2013) hanno messo a punto un programma per la gestione del lutto familiare

teso a promuovere la resilienza a seguito della morte dei un genitore, sia nei figli che nel genitore

sopravvissuto, utilizzando un modello concettuale basato sulla resilienza contestuale e rinforzando genitori

e bambini nelle abilità di coping e nella realizzazione di obiettivi personali. Esiti resilienti possono essere

considerati bassi livelli di problemi e alti livelli di soddisfazione e benessere. Il programma dà centralità alle

relazione positiva tra genitore e figli, alle strategie di coping positivo, a rinforzare credenze di coping

adattivo.

- Schofield, Conger e Neppl (2014) evidenziarono che il parenting positivo insieme alle credenze

sull’efficacia genitoriale e al coping adattivo rappresentano 3 fattori di resilienza intergenerazionale.

- Manning, Davies e Cicchetti (2014) mostrarono come la sensibilità genitoriale modera il rischio di violenza

sui bambini e modifica lo sviluppo prosociale oltre i 2 anni.

- Watson e coll (2014): migliorare la responsività e il calore genitoriale aiuta alcune strategie di coping

- Kistin e coll (2014) sottolineano che una disciplina severa è un fattore di rischio di maltrattamento nei

bmabini.

- Dix e Yan (2014): i sintomi depressivi delle madri possono influenzare i comportamenti di adattamento

precoce dei figli.

- Uno studio condotto in Istraele con bambini di 2 anni (2014) mostra che non vi sono livelli significativi di

stress tra madri di figli singoli e madri di figli gemelli ì, mentre la qualità del rapporto coniugale è la variabile

la cui variazione spiega meglio sia il benessere che lo stress delle madri, invece il supporto delle nonne alle

madri contribuisce solo al benessere delle madri.

CAP. 3 CONTROLLARE L’ESPERIENZA DURANTE LO SVILUPPO

3.1 CAMBIAMENTI EVOTIVI NELLA SENSAZIONE DI CONTROLLARE L’ESPERIENZA

Il controllo di un evento presente o futuro e la percezione di poter controllare gli eventi rappresentano

dimensioni correlate con le strategie di coping e sottoposte a continuo cambiamento durante la crescita.

Inoltre, la credenza di poterli controllare determina la capacità di controllo.

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Le credenze di controllo sono spesso etichettate come: controllo percepito, senso di controllo, aspettative

di successo, autoefficacia.

- Un atteggiamento ottimale è quello orientato a credere di avere un buon controllo e che

performance elevate dipendano in buona misura dall’impegno e dallo sforzo.

- Il profilo più disfunzionale incorpora uno scarso senso di controllo generalizzato, un basso senso di

efficacia a partire dai propri sforzi, combinato con un’elevata credenza di non controllare gli eventi

Durante la crescita, i bambini inizialmente sperimentano basse possibilità di controllo; affinché il bambino

ampli le sue competenze di controllo 2 fattori entrano in interazione determinandone lo sviluppo

successivo: il livello cognitivo del bambino e la qualità della relazione che instaura con i partner sociali nel

contesto di riferimento.

Differenziare il sé dagli altri nelle fasi dello sviluppo è fondamentale per accrescere il senso di efficacia

soggettiva sul mondo circostante anche i bambini di due anni hanno un “desiderio di azione autonoma”

cioè di farcela senza l’aiuto di un altro.

È bene che i genitori facciano un passo indietro consentendo lo sviluppo di nuove azioni di coping; in caso

contrario rischiano di minare il senso di controllo dei loro bambini.

Va trovato un compromesso tra la necessaria assistenza fisica del genitore verso il bambino e la

 necessità di sviluppare il corretto senso di efficacia ne bambini: i caregiver possono mostrare sintonia

durante gli episodi di coping e trovare forme di supporto più distali, sostenendo le performance dei

bambini con incoraggiamenti, idee e suggestioni.

· Il passaggio al coping indipendente è facilitato da un attaccamento sicuro, basato su una storia di

cooperazione sensibile tra caregiver e bambino.

· Caregiver intrusivi possono far sviluppare nei bambini sentimenti di impotenza e passività, resistenza

e rabbia.

· Caregiver che trascurano possono indurre nei bambini scoraggiamento, confusione e ansia.

Il parenting intrusivo e quello trascurante minano lo sviluppo di strategie autonome e interferiscono

 con la formazione di un adeguato senso di controllo.

Successivamente, il confronto sociale da un lato stimola nuove strategie di coping, dall’altro può

scoraggiare chi ha difficoltà o è indietro rispetto alle conquiste medie dei bambini della stessa età o

deve mettere molto più impegno per raggiungere i risultati degli altri.

Il confronto tra pari enfatizza la competizione spingendo alcuni bambini a sviluppare sensazioni di

basso controllo delle proprie performance e delle sfide. Quando il confronto tra pari è orientato

all’apprendimento, i bambini si concentrano sull’impegno e sul miglioramento

3.2 IMPARARE A CONTROLLARE L’ESPERIENZA

Il controllo è il risultato di un’esperienza in cui l’esercizio di uno sforzo produce un esito desiderato.

Queste esperienze di controllo o mastery possono essere distinte in:

- Controllo oggettivo  si riferisce alla controllabilità degli esiti rappresentati da contingenze oggettive

nell’ambiente e alle competenze reali della persona

- Controllo soggettivo  si riferisce alla stima del controllo da parte di un individuo (aspettative di

successo, locus of control, attribuzioni causali ecc.)  Quando gli individui sono fiduciosi nella

capacità di gestire gli eventi avversi tendono ad approcciare gli obiettivi con concentrazione e

vigore, a suddividerli in compiti più piccoli e ad utilizzare una varietà di strategie alternative,

cercando le soluzioni più opportune e rimangono focalizzati sulle soluzioni al problema. Il controllo

soggettivo descrive un’importante risorsa personale di cui avvalersi per valutare e pianificare le

azioni. È il tramite dal quale le condizioni di controllo oggettivo modellano il coping; quando gli

eventi sono oggettivamente controllabili o la persona è fiduciosa e si percepisce competente ha

maggiore esperienza di efficacia in situazioni di stress e valutano gli eventi negativi come sfide

piuttosto che come minacce.

La perdita della controllabilità oggettiva di eventi di vita che producono effetti negativi è considerata come

universalmente stressante.

Il controllo soggettivo o percepito rappresenta una delle risorse personali più potenti che chiamiamo in

causa per risolvere ostacoli o fallimenti.

Il senso di controllo influenza le reazioni allo stress, attraverso la fisiologia, il comportamento, l’energia,

l’attenzione, la motivazione, la cognizione, le emozioni e la volontà.

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Skinner e Zimmer-Gembeck hanno focalizzato l’attenzione sul senso di controllo percepito: un basso

controllo percepito è associato alla vulnerabilità e all’impotenza di coping a ogni età, un alto controllo

percepito è associato a un’adeguata gestione degli eventi stressanti.

Il modello che propongono distingue 3 tipi di controllO:

- Le credenze regolatorie, che guidano le azioni

- Le credenze di strategie o aspettative generalizzate circa l’efficacia di certi fattori causali

- Le credenze di capacità o aspettative generalizzate circa la misura nella quale il sé possiede o ha

accesso a causa potenzialmente efficaci

I processi di impotenza non sono efficaci nel rapporto con gli stessor e per l’apprendimento di errori e

finisce con l’interferire con lo sviluppo delle competenze a abilità nel presente, rendendo gli stressor futuri

più potenti; nel lungo termine, alcune esperienze cementano il pessimismo e le aspettative di inefficacia

futura.

persone con elevato controllo iniziale possono avere modi di affrontare i problemi che li rendono più

 efficaci e competenti vs persone che inizialmente dubitano delle loro capacità di affrontare gli eventi,

attraverso esperienze di insuccesso, diventano meno competenti ed efficaci.

Alcuni cicli, se reiterati nel tempo, possono amplificare le differenze individuali, rendendo i ricchi di

 sen

Dettagli
A.A. 2016-2017
16 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher oliverqueenarrow di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale tipico e atipico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof De Stasio Simona.