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La resistenza allo stress: individuo e ambiente

CHE COMPRENDE L'INDIVIDUO E L'AMBIENTE. A questo proposito Rutter (1985) sostiene che la resistenza allo STRESS non è un attributo fisso, di cui l'individuo è dotato fin dalla nascita e che non è soggetto a modificazioni evolutive ma è il frutto dell'interazione fra caratteristiche personali e ambientali nel corso dello sviluppo.

Questo cambiamento di orientamento si riflette nel campo della ricerca, nei termini di un passaggio dallo studio delle qualità individuali, che specificano il profilo del bambino resiliente, all'analisi dei fattori interni ed esterni che contribuiscono al superamento degli eventi stressanti.

Vengono individuati 3 tipi di fattori implicati nella resistenza allo stress:

  1. gli attributi individuali nei bambini
  2. la qualità dei legami familiari
  3. le caratteristiche del contesto sociale

GROTBERG individua 3 tipologie di fattori utili per categorizzare le diverse fonti di resilienza:

  1. I AM→ risorse
  2. individuali: autonomia, autostima, senso d'identità/responsabilità

    2- I HAVE→ fonti di supporto esterne e le influenze che il soggetto riceve dalla famiglia, scuola, società, cultura.

    3- I CAN→ abilità e competenze che si riferiscono alla sfera delle relazioni interpersonali: come la competenza comunicativa o l'abilità di problem solving sociale.

    La resilienza viene descritta come un costrutto globale e multidimensionale che deriva dall'interazione di 2 gruppi (o clusters) di fattori:

    1. I TRATTI RESILIENTI→ caratteristiche individuali dell'individuo

    2. RISORSE ESTERNE fornite dai contesti sociali→ supporto

    Le risorse agiscono come fattori protettivi che promuovono la formazione di tratti resilienti nel corso dello sviluppo. Quest'ultimi a loro volta influenzano la capacità del bambino di ricorrere a forme di supporto esterno e così via.

    3. Fattori individuali associati alla resilienza

    Benard individua 4 dimensioni

    che le cose andranno bene; 2. una forte motivazione e determinazione nel raggiungere i propri obiettivi; 3. una buona capacità di adattamento e flessibilità nel fronteggiare le sfide; 4. una rete di supporto sociale solida e di qualità. Queste caratteristiche sono fondamentali per la resilienza dei bambini, poiché permettono loro di affrontare e superare le difficoltà e le avversità che incontrano lungo il percorso di crescita.

    se stessi, convinti delle proprie capacità personali e nella possibilità di modificare l'ambiente circostante

    forte senso di autonomia e pieni di iniziativa, mostrano la capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà

    alta competenza relazionale, capacità di instaurare e mantenere relazioni intime

    abilità espressiva, ossia la capacità di esprimersi nelle interazioni sociali

    Constantine, Benard, Diaz (1999) identificano 8 fattori individuali associati alla resilienza, suddividendoli in 3 clusters:

    1. COMPETENZA SOCIALE

      • Abilità di cooperazione e di comunicazione
      • Empatia
      • Abilità di problem-solving
    2. AUTONOMIA E SENSO DEL SÉ

      • Convinzione personale
      • Autoefficacia
      • Conoscenza e consapevolezza del sé
    3. SENSO DI SIGNIFICATO

      • Ottimismo
      • Avere obiettivi e aspirazioni

    Risorse esterne associate alla resilienza

    Benard focalizza la propria attenzione su tre contesti principali:

    1. LA FAMIGLIA
    2. LA SCUOLA
    3. LA COMUNITÀ

    LA SCUOLA

    1. LA COMUNITÀ

    Le proprietà fondamentali che sembrano rendere ognuno di questi contesti promotore di resilienza nel corso dello sviluppo, possono essere distinte in 3 categorie (clusters):

    1. relazioni affettuose e supportive;
    2. alte aspettative;
    3. partecipazione significativa.

    1. LA FAMIGLIA

    Le caratteristiche che la rendono un ambiente capace di facilitare la crescita individuale e di far fronte alle circostanze stressanti sono:

    1. fornire relazioni affettuose e supporto sociale→ Ricerche dimostrano che molti bambini resilienti hanno la possibilità di stabilire almeno un legame forte con una persona significativa, che gli fornisce in maniera stabile cure, affetto e supporto, all'interno della famiglia, anche non necessariamente con il padre e la madre. Interessandosi dei rapporti tra attaccamento sicuro e resilienza, Fonagy notò che i bambini resilienti hanno la capacità di costruire modelli operativi interni di caregiver-specifici, ossia...

    separati e distinti per ogni figura di accudimento→ un attaccamento insicuro con uno dei caregiver non influenza sulla relazione con gli altri.

    Anche la stabilità, la coesione e l’organizzazione familiare si dimostrano fattori protettivi e vengono generalmente osservati in bambini che dimostrano alti livelli di competenza e di adattamento.

    il caregiver2. avere aspettative ambiziose ma realistiche nei confronti dei figli→ mostra alte aspettative, ambiziose ma realistiche, nei confronti del figlio a cui trasmette convinzione nelle sue potenzialità e nei suoi mezzi e la sicurezza che egli ha tutto ciò di cui ha bisogno per crescere in maniera adattiva per raggiungere il proprio benessere.

    3. offrire loro opportunità di sentirsi membri della famiglia e di contribuire alla capacità di incoraggiare la partecipazione quotidiana alla vita domestica→ attiva dei bambini alla vita della famiglia. Ricerche dimostrano che spesso i ragazzi

    resilienti hanno responsabilità domestiche o un lavoro part-time che contribuisce all'economia familiare.

    2- LA SCUOLA

    Essa deve essere caratterizzata da un livello elevato di preparazione degli insegnanti, dotata di strutture e piani educativi adeguati. Anche la scuola deve garantire relazioni affettuose, alte aspettative e senso del futuro. Ricerche dimostrano che gli istituti che hanno alte aspettative verso i loro allievi sono caratterizzati da un maggior numero di successi scolastici e da una frequenza ridotta di comportamenti problematici; infatti la percezione che la scuola abbia alte aspettative, unitamente a quella di poter contare su una rete di relazioni supportive all'interno dell'istituto, porta agli studenti a credere in loro stessi e a sviluppare i tratti fondamentali della resilienza, cioè l'autostima, l'autoefficacia, l'autonomia e l'ottimismo. Compito della scuola è quello di coinvolgere gli studenti in

    attività finalizzate, caratterizzate da regole e che implichino le abilità di problem solving, di pianificazione del comportamento e di cooperazione affinché i bambini si sentano coinvolti e responsabilizzati. Secondo Rutter infatti mostrano livelli minori di comportamenti problematici in studenti che frequentano scuole in cui viene data loro una notevole responsabilità e in cui posso partecipare attivamente alle diverse attività che hanno luogo.

    3- LA COMUNITÀ

    Essa deve offrire le risorse necessarie a raggiungere una qualità di vita soddisfacente. La comunità è competente quando fornisce il supporto sociale a tutti i suoi membri, comprese le famiglie e le scuole; ha alte aspettative e regole chiare verso di loro e li incoraggia alla partecipazione attiva e alla cooperazione.

    Kelly (1988) sostiene che una comunità è competente in relazione alla disponibilità di reti sociali che possono promuovere e sostenere la

    La coesione all'interno della società è uno dei fattori che influenzano maggiormente la vita dei bambini e delle famiglie. Se una comunità percepisce la gioventù come una risorsa, e non come un problema, offre maggiori opportunità di coinvolgimento e di crescita personale. La partecipazione giovanile a compiti socialmente o economicamente utili è associata ad alti livelli di autostima, un maggiore sviluppo morale e l'abilità di creare e mantenere relazioni sociali significative. Le comunità quindi dovrebbero essere orientate a rivalutare la presenza dei giovani nel contesto, ed essere capaci di attirare la loro attenzione e di soddisfare i loro bisogni, fornendogli la possibilità di partecipare alla vita sociale.

    5. Modello organizzativo-evolutivo della resilienza

    Il modello viene proposto da Wyman e colleghi e si basa su quanto elaborato da Sroufe circa i rapporti tra caregiving e adattamento, in

    cuidado e dell'ambiente in cui il bambino cresce. La resilienza è considerata il risultato delle interazioni evolutive tra i sistemi biologici e psicosociali che caratterizzano l'esperienza di cura del bambino. L'adattamento agli eventi stressanti è visto come un processo attivo in cui il bambino utilizza le risorse interne ed esterne per affrontare con successo le sfide tipiche di ogni fase del ciclo di vita. Particolarmente importante è il superamento dei compiti specifici dell'infanzia, legati al raggiungimento dell'equilibrio biologico, alla capacità di regolare le emozioni e gli affetti e a uno stile di attaccamento sicuro con il caregiver. La qualità della relazione con la figura di cura nei primi anni di vita dipende dall'interazione di due gruppi di fattori: 1. Le risorse del bambino, che includono le sue caratteristiche fisiche e comportamentali. 2. Le risorse del sistema di cura, che comprendono le caratteristiche dell'ambiente in cui il bambino cresce.stileeducativo delle figure di accudimento (parenting), come la responsività o le aspettative nei confronti dei figli, e risorse del caregivers, come il supporto sociale di cui dispongono o il loro livello di educazione. Migliore è la qualità della relazione di accudimento, maggiore è la probabilità che il bambino mostri alti livelli di competenza anche di fronte a circostanze avverse, influenzando lo sviluppo di una serie di abilità cognitive, sociali e di un concetto positivo del sé. Nel corso dello sviluppo, le funzioni svolte dalle prime relazioni diadiche vengono gradualmente interiorizzate e messe in atto indipendentemente. QUINDI il modello descrive come la risoluzione dei compiti evolutivi tipici della prima infanzia possa influenzare e modellare il modo in cui verranno affrontati i periodi successivi dello sviluppo; ciò garantisce una certa coerenza e continuità.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
34 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EleonoraI di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Vecchini Aurora.