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RESILIENZA PSICOLOGICA
Definizioni generali
La resilienza deve essere pensata come processo dinamico che consente agli individui di reagire in maniera
adattiva a situazioni stressanti, attivando meccanismi di coping che consentono di trasformare potenziali
minacce al proprio adattamento in opportunità di crescita e sviluppo.
- Indica manifestazione di competenza in circostanze avverse.
- Sono due le condizioni necessarie per poter parlare di resilienza:
o Esposizione a condizioni avverse.
o Adattamento positivo.
Natura della resilienza: tra fattori individuali e ambientali
Negli anni Cinquanta, i coniugi Block introducono il concetto di resilienza dell’io (Ego-resiliency): capacità di
adattarsi con successo e in maniera flessibile agli eventi stressanti interni ed esterni. È un tratto di
personalità che consente all’individuo di modificare il suo modo abituale di espressione dell’Io, per andare
contro in maniera adattiva alle richieste dell’ambiente.
- Il suo opposto è la fragilità dell’io che denota bassa flessibilità e poca adattabilità.
Ma successivamente, si è sviluppata l’idea che la resilienza non fosse un tratto individuale, ma che fosse il
frutto dell’interazione tra caratteristiche personali e ambientali nel corso dello sviluppo. In questo senso, la
resilienza è vista come un processo che può essere promosso attraverso la messa a punto di interventi
efficaci valorizzando il ruolo della prevenzione e sottolineando l’utilità del costrutto per le politiche sociali
(Luthar e Cicchetti).
Fattori individuali associati alla resilienza
Bernard individua quattro dimensioni individuali che compongono il profilo del bambino resiliente:
- Competenza sociale: buona responsività empatica, efficaci capacità comunicative, relazioni
interpersonali consistenti.
- Capacità di problem solving: alti livelli di abilità cognitive, flessibilità cognitiva e di ragionamento
divergente.
- Senso di autonomia: immagine positiva del sé.
- Senso del futuro: grado di controllo che si può avere sulla propria vita e sul proprio ambiente.
Constantine, Bernard e Diaz individuano otto fattori individuali suddivisi in tre clusters:
- Competenza sociale: abilità di cooperazione e di comunicazione, empatia, abilità di problem
solving.
- Autonomia e senso del sé: convinzione personale, autoefficacia, conoscenza e consapevolezza del
sé.
Alice Prederi
- Senso di significato: ottimismo, avere obiettivi e aspirazioni.
Risorse esterne associate alla resilienza
Legati alle proprietà dei contesti in cui avviene lo sviluppo e alla qualità delle relazioni interpersonali che
vengono stabilite e mantenute nel tempo. Bernard individua tre principali contesti che influiscono sulla
resilienza:
- Famiglia. Ha lo scopo di:
o Fornire relazioni affettuose e supporto sociale.
o Avere aspettative ambiziose nei confronti dei figli.
o Offrire ai figli l’opportunità di sentirsi membri della famiglia e di contribuire alla quotidianità
della vita domestica.
- Scuola. I processi protettivi all’interno della scuola vengono descritti lungo tre dimensioni:
o Relazioni affettuose (es: la figura dell’insegnante può costituire una persona con cui
confidarsi e un modello positivo con cui identificarsi).
o Alte aspettative, che contribuiscono all’autoefficacia, all’autostima, all’ottimismo e
all’autonomia.
o Senso del futuro, che si forma dando la possibilità di partecipare alla vita scolastica per
sentirsi coinvolti e responsabilizzati.
- Comunità. La competenza di comunità può essere espressa lungo tre dimensioni:
o Supporto sociale fornito a tutti i suoi membri per la coesione sociale.
o Presenza di alte aspettative e regole chiare per il coinvolgimento e la crescita personale.
o Incoraggiamento alla partecipazione attiva e alla collaborazione (es: rivalutazione della
presenza dei giovani nel contesto attirando la loro attenzione e dando peso ai loro bisogni).
Constantine, Bernard e Diaz individuano vari fattori ambientali suddivisi in tre clusters:
- Relazioni affettuose e supportive con:
o Adulti a casa.
o Adulti a scuola.
o Adulti nella comunità.
o Pari.
- Alte aspettative da parte di:
o Adulti a casa.
o Adulti a scuola.
o Adulti nella comunità.
o Pari.
- Partecipazione significativa:
o A casa.
o A scuola.
o Nella comunità.
Modello organizzativo-evolutivo della resilienza
È un modello di Sroufe e colleghi che descrive come le caratteristiche individuali e ambientali interagiscono
tra loro per determinare la capacità di affrontare le esperienze negative nel corso dello sviluppo. In
particolare, descrive i rapporti tra caregiving e adattamento.
- Lo sviluppo della resilienza è considerato il prodotto delle transizioni evolutive tra i sistemi biologici
e psicosociali che caratterizzano l’esperienza di accudimento del bambino.
- L’adattamento in presenza di eventi stressanti è visto come processo attivo in cui il bambino utilizza
le risorse interne ed esterne per rispondere con successo ai compiti evolutivi tipici di ogni fase del
ciclo di vita. Soprattutto i compiti della prima infanzia:
Alice Prederi
o Se resilienti: raggiungimento di un equilibrio biologico, della regolazione emotive e
dell’attaccamento sicuro.
o Se disadattivi: causano squilibrio biologico, instabilità emotiva, attaccamento insicuro o
disorganizzato.
- Per superare gli eventi stressanti, è fondamentale la qualità della relazione con la figura di
attaccamento , che dipende dall’interazione di due fattori:
o Risorse del bambino.
o Risorse del sistema di caregiving:
▪ Risorse dei genitori: livello di educazione, salute psicologica e fisica, storia di vita,
supporto sociale.
▪ Parenting: responsività emotiva, aspettative appropriate, continuità.
- Nell’età scolare questi processi possono contribuire a raggiungere esiti adattivi (autoregolazione):
abilità cognitive, competenze socio-emotive, funzionamento del sé, opportunità di crescita. Questo
grazie al superamento di ulteriori compiti evolutivi.
Capitolo 3 – valutare la resilienza
VALUTARE LA RESILIENZA
Gli strumenti impiegati dai ricercatori spesso variano da uno studio all’altro a seconda delle definizioni
adottate e dai modelli teorici di riferimento. Ma possiamo trovare in particolare due modi per misurare la
resilienza:
- Strumenti specifici (es: scale che mirano a fornire un indice complessivo della capacità di affrontare
eventi avversi).
- Valutazione combinata di esposizione a eventi avversi e manifestazione di un adattamento positivo.
Misure specifiche della resilienza
- Resilience Scale di Wagnild e Young: scala più famosa per la valutazione della resilienza negli adulti.
o Resilienza misurata come caratteristica che modera gli effetti negativi dello stress e
promuove l’adattamento.
o La resilienza si articola in quattro componenti: serenità, significatività, perseveranza, unicità
esistenziale.
Oltre a questa scala ci sono quelle per bambini e adolescenti:
- ARQ-Revised di Gartland: valuta la resilienza tramite 13 sotto-scale suddivise in cinque domini che
rappresentano le risorse interne ed esterne a disposizione degli adolescenti (Sé, famiglia, pari,
scuola, comunità).
- ARS di Oshio: 21 item che valutano tre categorie di caratteristiche (ricerca di novità, regolazione
emotiva, orientamento positivo verso il fumo).
- ADS di Donnon e Hammond: questionari self-report rivolti a diverse fasce d’età, che valutano la
resilienza come prodotto dell’influenza di alcuni fattori protettivi o risorse evolutive.
- CYRM di Ungar e Liebenbeg: strumento di screening che valuta le risorse psicologiche a livello
individuale, relazionale e comunitario che promuovono la resilienza tra 12 e 23 anni. Ha carattere
cross-culturale.
Indirizzate ad adulti che conoscono bene i bambini (es: insegnanti, genitori, nonni ecc.), abbiamo:
- DECA di LeBuffe: misura i fattori che promuovono la resilienza tramite 37 item organizzati in quattro
sotto-scale (iniziativa, autocontrollo, attaccamento, preoccupazioni riguardo il comportamento del
bambino).
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- DESSA di LeBuffe, Shapiro e Naglieri: scala standardizzata che valuta le competenze socio-emotive
di bambini da 5 a 14 anni. È suddivisa in 8 sotto-scale: consapevolezza di sé, consapevolezza sociale,
gestione del Sé, comportamento diretto agli obiettivi, abilità relazionali, responsabilità personale,
presa di decisioni, pensiero positivo.
- IPFI di Springer e Phillips: questionario self-report che valuta i fattori protettivi associati al
benessere psicologico e alla competenza sociale. Ha tra ambiti di riferimento: competenza
individuale, legami interpersonali, competenza sociale.
- RYDM di Constantine e Benard: questionario self-report che si basa sul loro modello e misura
alcune caratteristiche ambientali e individuali associali alla resilienza.
- Resiliency attitudes and skills profile di Hurtes e Allen: valuta atteggiamenti verso la resilienza
lungo sette dimensioni (insight, indipendenza, creatività, senso dell’humor, senso di iniziativa,
qualità delle relazioni e orientamento valoriale). Viene applicata per valutare interventi sociali
nell’ambito del counseling familiare.
- Resiliency scales for children e adolescents di Prince e Embury: scale con tre dimensioni generali
(padronanza, reattività emotiva, relazione con gli altri).
Valutazione delle condizioni di avversità
Gli effetti di un evento avverso variano non solo in relazione alle differenze individuali, ma anche sulla base
di alcune caratteristiche dell’evento stesso, come la frequenza, la sua durata nel tempo, la possibilità di
prevederlo e controllarlo, la sua natura, le condizioni di vita del soggetto. è quindi importante considerare la
complessità della situazione, valutandone le peculiarità e l’impatto soggettivo che ha sull’individuo.
- Esempio: stress di acculturazione, cioè l’insieme di esperienze negative legate all’immigrazione
(abbandono del proprio Paese e inserimento in un contesto di vita diverso).
o Opportuno usare misurazioni che consentono di ottenere valutazioni soggettive, come
l’Acculturative Stress Inventory for Children, che misura due dimensioni, la discriminazione
percepita e le difficoltà legate all’adattamento nel nuovo contesto di vita.
- Importante tenere conto che i giudizi variano da persona a persona, quindi bisogna considerare più
informatori (raters).
- Negli ultimi anni si è preferito prendere in considerazione profili di rischio multidimensionali o indici
comp