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TIPOLOGIA DIMENSIONI INCLUSE NELLA TIPOLOGIA
Identità, autostima, autonomia, senso di
I AM responsabilità
Fonti di supporto sociale, valori, modelli di
I HAVE identificazione (famiglia, società, scuola, cultura)
Abilità comunicative, nel “problem solving” sociale
I CAN e nella gestione delle relazioni interpersonali
Constantine, Bernard e Diaz (1999) descrivono la resilienza come un costrutto globale e
multidimensionale che deriva dall’interazione di 2 gruppi di fattori:
Tratti resilienti (resilient traits) caratteristiche interne all’individuo, come l’autostima o le
abilità sociali.
Influenzano la capacità del bambino di ricorrere a forme di supporto esterno.
Risorse esterne (external assets) il supporto fornito dai contesti sociali di riferimento.
Agiscono come fattori protettivi che promuovono la formazione di tratti resilienti nel corso dello
sviluppo.
Luthar e Cicchetti (2000) la consapevolezza della natura processuale della resilienza dovrebbe
portare i ricercatori ad astenersi dall’usare il termine resiliente come un aggettivo per definire i
bambini, si rischia di considerarla una caratteristica individuale.
Il termine resiliente dovrebbe essere applicato a profilo o traiettorie di adattamento in cui convergono
i contributi di fattori interni ed esterni dell’individuo. In questo senso è vista come un processo che
può essere promosso attraverso la messa a punto di interventi efficaci valorizzando il ruolo della
prevenzione e sottolineando l’utilità del costrutto per le politiche sociali.
Esistono diversi tentativi di identificare le qualità individuali che possono rendere un bambino più
capace di sopportare eventi stressanti o traumi psicologici.
Bernard (2004) sintetizza i risultati che emergono dalle ricerche in questo campo lungo 4
dimensioni che compongono il profilo del bambino resiliente:
Competenza sociale sembra che i bambini resilienti siano molto reattivi e socialmente
o efficienti sin dalla prima infanzia. Mostrano uno spiccato senso dell’humour e alti livelli di
creatività, sono dotati di buona responsività empatica e di efficaci capacità comunicative, hanno
relazioni interpersonali consistenti e numerose amicizie intime.
Abilità di problem-solving i bambini resilienti sono dotati di alti livelli di abilità cognitive,
o come il pensiero astratto o quello riflessivo, un certo grado di flessibilità cognitiva e di
ragionamento divergente.
Senso di autonomia hanno un’immagine di sé positiva, alta autostima, senso di autoefficacia,
o senso di identità e possono agire indipendentemente influenzando il proprio ambiente. I soggetti
resilienti sono in grado di separarsi da un ambiente disfunzionale, ossia di astrarsi mentalmente
da una situazione problematica mantenendo una propria autonomia e non facendosi coinvolgere
dall’evento.
Senso del futuroinsieme di credenze relative al grado di controllo che si può avere sulla
o propria vita e sul proprio ambiente. Sono inclusi diversi fattori: avere aspettative positive verso il
futuro, ricercare il successo personale, avere alti livelli di motivazione all’apprendimento, essere
convinti di poter modificare gli eventi della propria vita e possedere un senso di coerenza.
L’efficacia delle abilità di coping è legata al possesso di un senso di coerenza, un sentimento di
fiducia sulle proprie possibilità interne e sulle risorse ambientali disponibili.
Klohnen (1996) propone un profilo composto da 4 caratteristiche principali. Gli individui
mostrano alti livelli di ottimismo e fiducia in sé stessi, convinzione nelle proprie capacità personali e
nella possibilità di modificare l’ambiente circostante.
Hanno un forte senso di autonomia e sono pieni di iniziativa, mostrano indipendenza e sono capaci
di non arrendersi di fronte alle difficoltà. Inoltre, l’autrice considera una abilità espressiva, ossia la
capacità di esprimersi nelle interazioni sociali, di entrare facilmente in contatto con gli altri in
ambienti sociali diversi.
Costantine, Bernard e Diaz (1999) identificano 8 fattori individuali associati alla resilienza
suddividendoli in 3 cluster:
“CLUSTER” DIMENSIONI SPECIFICHE
1. COMPETENZA SOCIALE Abilità di cooperazione e di comunicazione
Empatia
Abilità di problem solving
2. AUTONOMIA E SENSO DEL SÉ Convinzione personale
“self-efficacy”
Conoscenza e consapevolezza del sé
3. SENSO DI SIGNIFICATO Ottimismo
Avere obiettivi e aspirazioni
P.S: convinzione personale: capacità di costruire un sistema di valori e di interessi ben definito e
di difendere i propri principi.
Autoefficacia: la fiducia nelle proprie capacità di coordinare ed eseguire le sequenze di azioni
necessarie a produrre determinati eventi.
Lo sviluppo della resilienza non è influenzato solo dal processo di alcune caratteristiche individuali,
ma anche dall’azione di fattori ambientali.
Bernard (2004) la maggior parte dei contributi di questo genere si focalizza su tre tipi di contesti:
la famiglia, la scuola e la comunità.
Famiglia
Le caratteristiche che la rendono un ambiente capace di facilitare la crescita individuale e di far fronte
alle circostanze stressanti possono essere raggruppate lungo 3 dimensioni:
Fornire relazioni affettuose e supporto sociale
Avere aspettative ambiziose ma realistiche nei confronti dei figli
Offrire loro opportunità membri della famiglia e di contribuire alla quotidianità della vita
domestica.
Riguardo al primo fattore è stato evidenziato che anche con la presenza di forme psicopatologiche
dei genitori, con conflitti coniugali o con la presenza di condizioni di povertà, molti bambini resilienti
hanno la possibilità di stabilire almeno un legame forte con una persona significativa all’interno della
famiglia.
Fonagy e colleghi (1994) si interessano ai rapporti tra resilienza e attaccamento sicuro. Notano che
i bambini resilienti hanno la capacità di costruire modelli operativi interni caregiver-specifici, quindi
separati e distinti per ogni figura di accudimento.
In questo modo l’attaccamento insicuro con uno dei caregiver non influenza la relazione con gli altri.
Garmezy (1987) le caratteristiche familiari positive includono alcuni elementi come la qualità
delle relazioni genitori-figli, l’adeguatezza della comunicazione familiare, il grado di sensibilità verso
le richieste del bambino e la competenza dei genitori. Anche la stabilità e l’organizzazione e la
coesione familiare dimostrano fattori protettivi e vengono generalmente osservati in bambini che
presentano alti livelli di competenza e di adattamento.
Riguardo al secondo fattore, il caregiver dovrebbe trasmettere al bambino la convinzione nelle sue
potenzialità e nei suoi mezzi, la sicurezza che egli ha tutto ciò di cui ha bisogno per crescere in
maniera adattiva e raggiungere il proprio benessere. Le alte aspettative influenzano anche altre
caratteristiche dell’ambiente familiare come la disciplina, la chiarezza delle regole e della struttura
familiare.
Il terzo fattore riguarda la capacità di incoraggiare la partecipazione attiva dei bambini alla vita della
famiglia. Offrire ripetute opportunità di partecipare e contribuire al ménage domestico è una
conseguenza naturale dell’avere alte aspettative nei confronti dei figli e contribuisce a promuovere la
resilienza. Quando ci si ritrova investiti di responsabilità si può sviluppare un senso di competenza,
di essere membri attivi del sistema familiare che contribuisce alla capacità di resistere allo stress.
Scuola
Un altro tipo di contesto che ha interessato i ricercatori è quello della scuola. È stato sottolineato che
questo contesto può fungere da fattore protettivo, aiutando i bambini a fronteggiare lo stress derivante
dalle vicissitudini che vivono nel proprio ambiente, come l’alcolismo o la psicopatologia dei genitori
o la povertà.
Bernard (2004) propone che i processi protettivi all’interno della scuola, analogamente a quelli
familiari, vengano descritti lungo 3 dimensioni:
Relazioni affettuose
Alte aspettative
Senso del futuro
Anche all’interno del contesto scolastico le relazioni devono essere caratterizzate dall’affetto e dalla
volontà di prendersi cura dell’altro. Il rispetto e l’interesse verso gli altri sono fattori importanti nel
determinare la motivazione ad apprendere, il coinvolgimento dei genitori nella vita scolastica e
l’efficacia dei programmi didattici.
La figura dell’insegnante riveste un ruolo molto importante perché può costituire una persona con cui
confidarsi e un modello positivo con cui identificarsi.
Una parte determinante è giocata anche dalla relazione con i pari: avere amici intimi, un gruppo di
coetanei supportivo è spesso una risorsa per la resilienza e per il benessere individuale.
Inoltre, gli istituti che hanno alte aspettative verso i loro allievi sono caratterizzati da un maggior
numero di successi scolastici e da una frequenza ridotta di comportamenti problematici. Infatti, la
percezione che la scuola abbia aspettative verso di loro porta i ragazzi a sviluppare i tratti
fondamentali della resilienza quali l’autostima, l’autoefficacia, l’autonomia e l’ottimismo.
L’ultima dimensione riguarda la possibilità di partecipare alla vita dell’istituto.
Rutter (1979) gli studenti che mostrano livelli minori di comportamenti problematici frequentano
scuole in cui viene data loro una notevole responsabilità e in cui possono partecipare attivamente alle
diverse attività che hanno luogo. Compito della scuola è quello di coinvolgere gli studenti in maniera
significativa in attività finalizzate, caratterizzate da regole e che implicano le abilità di problem
solving, di pianificazione del comportamento e di cooperazione.
Comunità
La comunità in cui il bambino cresce rappresenta un altro importante contesto di socializzazione che
contribuisce alla promozione della resilienza, operando a un livello complesso dal momento che non
influenza semplicemente i percorsi evolutivi individuali, ma anche quelli delle famiglie e delle scuole.
La capacità di una comunità di promuovere la resilienza può essere definita come competenza di
comunità. Un buon indicatore di tale capacità è l’offerta di risorse necessarie a raggiungere una
qualità della vita soddisfacente: servizi di cura per la salute e per l’infanzia, alloggi, offerta educativa
e formativa, possibilità di impiego e di svolgere attività ricreativo-culturali.
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