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RENÈ SPITZ:
Renè Spitz, psicoanalista austriaco, naturalizzato americano, è stato uno dei primi
ricercatori che hanno utilizzato l’osservazione del bambino, concentrandosi sullo sviluppo
del bambino sottolineando gli effetti della deprivazione materna ed emotiva.
DEPRESSIONE ANACLITICA:
Nell’osservazione del bambino, Spitz ha concentrato la sua ricerca sui bambini che hanno
sperimentato una separazione improvvisa e a lungo termine da chi si occupava di loro;
La depressione anaclitica era il termine da lui proposto per descrivere la reazione di
un bambino alla separazione (dolore, rabbia e apatia dovuta alla deprivazione emotiva, la
perdita di un oggetto amato).
EFFETTI DEPRIVAZIONE MATERNA:
Descrisse in ordine progressivo i comportamenti di bambini che vengono separati dalla persona
che si prendeva cura di loro:
Primo mese: lamentele e richiami;
Secondo mese: pianto e perdita di peso;
Terzo mese: rifiuto del contatto fisico, insonnia, ritardo nello sviluppo motorio, assenza
di mimica, perdita continua di peso;
Dopo il terzo mese: cessazione del pianto, stato letargico;
Se il bambino si ricongiunge all’oggetto d’amore entro tre – cinque mesi, il recupero è
rapido, ma dopo cinque mesi, il piccolo mostrerà una sintomatologia più grave. Gli studi
di Renè Spitz sono stati i primi a dimostrare sistematicamente che le interazioni sociali
con gli altri esseri umani sono essenziali per lo sviluppo dei bambini.
Il bambino, deprivato dal contatto con la madre, manca a livello neurologico di un
collegamento adeguato tra corteccia cerebrale e diencefalo.
Questo tipo di concessione è fondamentale affinché il bambino possa sperimentare in
modo adeguato la relazione emozionale e viscerale tra il proprio mondo interno e la
realtà circostante. Spitz ha dimostrato che la deprivazione di contatto genera dei disturbi
evolutivi che si manifestano sul piano affettivo, motorio, cognitivo e linguistico.
MARASMA:
Il 60% dei bambini presi in esame con meno di un anno di età, malgrado ricevesse
nutrimento e cure igieniche (bisogni fisiologici), deprivato dal contatto andava incontro al
“marasma”, ovvero ad un lasciarsi andare per inedia: non potendo vivere senza amore,
senza coccole e carezze, senza contatto, si lasciano morire.
JOHN BOWLBY:
John Bowlby (1907 – 1990), inglese;
Suo padre, Sir Anthony Bowlby, era chirurgo ufficiale della regina d’Inghilterra;
Laureato al Trinity College di Cambridge in scienze precliniche e psicologia, inizia a
lavorare con ragazzi psichicamente disturbati provenienti dalle classi sociali meno
elevate;
Nel 1933 si avvicina all’Istituto di Psicoanalisti di Londra, nel 1936 si laurea in Medicina,
nel 1937 diventa psicoanalista;
Lavora prima in ospedale come psichiatra militare, poi come medico e psicoanalista alla
Tavistock Clinic, dove si occupa del reparto infantile.
LA SICUREZZA:
Alla base di un sano sviluppo della personalità c’è la sicurezza che il bambino riesce a
provare nel rapporto con la madre (o caregiver, caretaker), in particolare la sua
disponibilità a essere presente, protettiva e affettuosa quando il bambino si sente in
pericolo o ha paura.
BISOGNI PRIMARI:
“Le coccole, i giochi, le intimità del poppare attraverso le
quali il bambino impara la piacevolezza del corpo di sua
madre, i rituali dell’essere lavati e vestiti con i quali il
bambino impara il valore di se stesso, attraverso l’orgoglio
e la tenerezza della madre verso le sue piccole membra,
queste sono le cose che mancano”.
John Bowlby
LA SENSIBILITÀ MATERNA:
La madre si sente spontaneamente indotta (sensibilità materna) a offrire quel tipo di cure
e le attenzioni necessarie per il bambino;
Pianto del bambino - in alcuni casi basta la vista o la voce della madre. In altri casi il
bambino deve aggrapparsi alla mamma. In casi più intensi solo un prolungato
vezzeggiamento farà cessare il comportamento.
IL COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO:
Il comportamento di attaccamento si attiva quando il bambino prova dolore, fatica o
paura;
In quelle occasioni il bambino cerca il caregiver, che rappresenta una “base sicura” che
offre protezione e affetto;
Se il bambino non riesce a percepire la madre come base sicura ingaggia comportamenti
di protesta; se la madre non consola il bambino, questo prova una crescente
disperazione; se continua a non avvenire, il bambino si distacca dalla madre.
IL CIRCOLO DELLA SICUREZZA (MARVIN et al., 2002):
3^ LEZIONE - 12/03/2018
I MODELLI OPERATIVI INTERNI:
Presente sin dalla nascita, il comportamento di attaccamento si inizia a “stabilizzare”
verso la fine del primo anno di vita;
Si vanno a formare anche degli schemi di rappresentazione del sé e della/e figura/e di
attaccamento (o MOI: Modelli Operativi Interni – IWM: Internal Working Models).
TIPOLOGIE DI ATTACCAMENTO:
Il comportamento di attaccamento è contraddistinto da intense emozioni.
Se la relazione è buona, c’è gioia e senso di sicurezza. Sul versante del sé c’è la
sensazione di essere degno di amore, fiducia che le proprie esigenze avranno accolto →
attaccamento sicuro;
Se la relazione è minacciata, c’è gelosia, angoscia e rabbia; se è stata interrotta, c’è
dolore e angoscia. Sul versante del sé c’è la sensazione di non essere degno di amore e
incapacità di esprimere le emozioni in modo adeguato, angoscia e senso di colpa per
l’espressione dei propri sentimenti attaccamento insicuro.
→
LA STRANGE SITUATION PROCEDURE – (AINSWORTH E WITTIG, 1970):
Procedura standardizzata laboratoriale per bambini di un anno;
8 episodi da tre minuti ciascuno (il primo dura 30 secondi);
Separazione – riunione.
PATTERN DI ATTACCAMENTO – (AINSWORTH, 1978):
Attaccamento sicuro: la madre è sensibile alle richieste e ai segnali di disagio del
bambino. Il bambino percepisce sicurezza interna e fiducia. Mostra segni di disagio alla
separazione, ma al ritorno della madre si lascia consolare (sentirsi sicuri e protetti);
Attaccamento insicuro – evitante: la madre si dimostra insensibile ai segnali del
bambino; tende a rifiutarlo sul piano del contatto fisico. Il bambino, che non ha fiducia in
una risposta adeguata da parte della madre, sviluppa distacco ed evitamento del
contatto che sfocia in eccesso di autonomia e indifferenza alla separazione (diffidenza,
evitamento, controllo);
Attaccamento insicuro di tipo ansioso - ambivalente: la madre è imprevedibile
nelle risposte, che risultano dettate più dai suoi bisogni che da quelli del bambino
(intruvista). Il bambino rimane incerto rispetto alla disponibilità materna, non riesce a
utilizzarla come base sicura e ne è assorbito completamente. Mostra forte disagio alla
separazione ed è inconsolabile al ritorno della madre (amore, rabbia, ansia, dipendenza,
paura dell’abbandono);
Attaccamento disorganizzato: la madre è dominata da esperienze traumatiche
irrisolte e non risponde alle richieste del bambino. Il bambino non dispone di strategie
stabili, manifesta comportamenti contradditori, azioni mal dirette, stereotipate e
asimmetriche, con congelamento, immobilità, disorientamento.
QUANDO MANCA LA BASE SICURA:
Protesta (angoscia di separazione);
Disperazione (depressione, lutto);
Distacco (difese).
ATTACCAMENTO NON SICURO:
≪Addolora quello che non hai mai ricevuto≫ (Fonagy, Steele);
I bambini insicuri hanno imparato a deviare i genitori dai propri bisogni di attaccamento,
perché segnalarli apertamente provoca in essi stati emotivi angoscianti.
TRANSGENERAZIONALITÀ DELL’ATTACCAMENTO:
Il comportamento di attaccamento è evidente soprattutto nella prima infanzia, ma può
essere osservato nell’ambito dell’intero ciclo di vita, specialmente nei momenti di
emergenza (ESEMPIO: Adult Attachment Projective Picture System; West e George, 2012
– Adult Attachment Interview; George, Kaplan e Main, 1985);
Il comportamento di attaccamento è trasmissibile a livello intergenerazionale.
AAP (WEST E GEORGE, 2012):
ED TRONICK:
Ed Tronick voleva comprendere, attraverso la procedura face to face, il funzionamento
dello sviluppo della personalità umana;
Si rese conto che il neonato è attivo durante le interazioni ed è co-responsabile del tono
affettivo della comunicazione. La regolazione emotiva è un processo intersoggettivo.
LA PROCEDURA STILL-FACE:
La procedura consiste nel filmare una normale interazione madre-bambino in cui una
madre partecipe cognitivamente e affettivamente gioca con il suo bambino. Ma cosa
accade se improvvisamente la madre “sparisce” affettivamente? Cosa succede se il suo
volto rimane improvvisamente immobile, impassibile ed inespressivo interrompendo,
così, la comunicazione con il piccolo?;
L’obiettivo della ricerca è quello di comprendere se e cosa un bambino mette in atto per
riconquistare lo sguardo della madre, per riprendersi la madre e lo scambio emotivo che
fino a qualche minuto prima aveva avuto con lei e quali processi affettivi spianano la
strada verso lo sviluppo di un tipo di personalità piuttosto che un altro.
DONALD D. WINNICOTT:
1896 – 1971, Londra;
Pediatra, psichiatra infantile, psicoanalista;
“Non esiste un neonato senza madre”.
LA MADRE SUFFICIENTEMENTE BUONA:
Ha il compito di favorire, senza interferire, la tendenza innata alla crescita del bambino;
Deve permettere inizialmente l’illusione di un ambiente protettivo quasi perfetto, per non
disilludere il bambino esponendolo gradualmente alle frustrazioni e difficoltà esterne,
senza difenderlo da ciò che è in grado di affrontare da solo.
LA MADRE STREGA:
È una mamma che non riesce a evolvere dalla fase in cui il bambino ha bisogno di essere
illuso a una fase in cui egli è pronto per essere disilluso e affrontare le prime sfide
evolutive da solo;
È una madre che contribuisce all’insorgere del falso sé;
È una madre che sostituisce il proprio bisogno al bisogno del bambino.
PREOCCUPAZIONE MATERNA PRIMARIA:
È uno stato psicologico transitorio di devozione, di dipendenza e di regressione nel quale
i bisogni del neonato vengono avvertiti come la cosa più importante;
Una madre sufficientemente buona (sufficientemente devota) è in grado di percepire
empaticamente le esigenze del suo bambino (tramite l’identificazione