Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 46
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 1 Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, Prof.Bracaglia, libro consigliato Teorie dello sviluppo psicologico, Miller Pag. 41
1 su 46
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

b. LO SVILUPPO QUALITATIVO O QUANTITATIVO?

Le visioni meccanicista e capitalista pongono l’accento su cambiamenti

QUANTITATIVI. Gli approcci organismico e mercantilistico cambiamenti QUALITATIVI.

Il contestualismo ENTRAMBI.

Cambiamento QUALITATIVO = Cambiamento QUANTITATIVO = si

tipicamente trasformazione di genere o riferiscono a modifiche di frequenza che

tipo, coinvolge la struttura o rendono il comportamento più efficiente

organizzazione (Es. uovo bruco bozzolo o coerente. Il cambiamento è graduale e

farfalla). avviene poco alla volta, garantendo

l’acquisizione progressiva di conoscenze,

abitudini, abilità nuove

Stabilire fino a che punto lo sviluppo sia qualitativo o quantitativo è estremamente difficile

infatti alcuni comportamenti coinvolgono entrambi i cambiamenti.

6

SF

c. IN CHE MODO NATURA E CULTURA CONTRIBUISCONO ALLO SVILUPPO?

Un teorico deve far riferimento anche alle cause sottostanti allo sviluppo. Il problema è

comprendere come la conoscenza e il comportamento derivino dal patrimonio genetico

e dalla maturazione fisica dell’individuo e della sua esperienza del mondo.

Domanda: fino a che punto la variabilità comportamentale sia attribuibile alle differenze

ereditarie o all’ambiente? Come natura e cultura interagiscono per determinare lo

sviluppo?

Oggi tutti concordano nell’attribuire una COMPLESSA INTERAZIONE DI FATTORI INNATI E

AMBIENTALI. Natura e cultura sono entrambe coinvolte nello sviluppo del comportamento.

[Una data influenza ereditaria può condurre a effetti comportamentali diversi a seconda

dell’ambiente. Ma è anche vero che un particolare ambiente può agire in maniera

differente su individui che possiedono corredi genetici diversi].

La questione natura-cultura è al centro di due arre della ricerca: la neuroscienza cognitiva

e lo studio dell’interazione geni-ambiente.

d. CHE COSA SI SVILUPPA?

Ogni teorico prende posizione sull’essenza dello sviluppo, stabilendo l’unità di analisi che

considera più appropriata. La prospettiva di un teorico dipende dalle assunzioni teoriche

e dai metodi di studio adottati che determinano le seguenti dimensioni:

a) Il livello di analisi (dalle cellule alla c) Il contenuto privilegiato

società) d) L’accento sul comportamento

b) La focalizzazione sulla manifesto

struttura/processo e) La metodologia usata

(comportamento, pensiero,

personalità / aspetti dinamici e

funzionali) 7

SF

RIEPILOGO

5.

Una teoria scientifica ideale consiste in un sistema ipotetico-deduttivo che comporta

una serie di affermazioni strettamente concatenate e descrive formalmente strutture

e processi psicologici (anche se la maggior parte delle teorie psicologiche non

soddisfa questi requisiti). Le teorie prendono posizione su quattro questioni

fondamentali per lo studio dello sviluppo (ossia le domande a,b,c,d scritte sopra).

CAPITOLO 1: LA TEORIA DEGLI STADI COGNITIVI DI PIAGET E I

NEOPIAGETIANI

Piaget ha approfondito il processo dello sviluppo cognitivo basandosi su eventi

quotidiani per nulla straordinari. Nella sua visione, le interazioni di tutti i giorni con

oggetti/persone conducono alla formazione di modalità generali di comprensione del

mondo questa comprensione cambia con lo sviluppo. Il bambino costruisce la

conoscenza in maniera attiva.

1. CENNI BIOGRAFICI

Jean Piaget nacque in Svizzera il 9 agosto 1896. Padre coscienzioso e analitico, madre

temperamento nevrotico. Piaget ha attribuito a queste difficoltà familiari la nascita del

suo interesse verso la teoria psicoanalitica. Frequenta degli studi nel campo delle

scienze naturali, nel 1918 completa il dottorato di ricerca con una tesi sui molluschi

(anche se già prima aveva scritto 20 articoli su quell’argomento). Dopo aver visitato i

laboratori di psicologia a Zurigo e esplorato la teoria psicoanalitica, Piaget si iscrisse

alla Sorbona, seguendo i corsi di psicologia e filosofia. Incontra Theodore Simon

(pioniere nella creazione dei test di intelligenza). Infatti, Simon chiede a Piaget di

standardizzare i suoi test di ragionamento da somministrare ai bambini parigini. Nel

1921 gli viene offerto l’incarico di direttore degli studi dell’Istituto J.J Rousseau a

Ginevra inizia ad essere conosciuto come psicologo dello sviluppo. Dal 1929 al 1945

ricopre incarichi internazionali (es. presidenza della commissione svizzera dell’Unesco).

Negli anni ’40-’50 le sue ricerche affrontano vari temi: sviluppo mentale, educazione,

storia del pensiero, la logica. Piaget continuò a cimentarsi con l’enigma del pensiero

infantile fino alla morte il 16 settembre 1980. 8

SF

2. ORIENTAMENTO GENERALE DELLA TEORIA

Esaminiamo 5 caratteristiche (a, b, c, d, e) di base della teoria ponendole in relazione

agli interessi e agli obiettivi di Piaget.

a) EPISTEMOLOGIA GENETICA

Piaget definisce EPISTEMOLOGIA (quella branchia della filosofia che studia la

conoscenza) come il problema della relazione fra soggetto agente/pesante e gli

oggetti della sua esperienza. Piaget utilizza il termine GENETICO non si riferisce a ciò

che è innato, ma alla genesi/ all’emergere = ciò che si sviluppa = ciò che emerge.

Piaget si chiese: come e quando i bambini capiscono che due oggetti non possono

occupare lo stesso spazio; che gli oggetti possono esistere anche quando non li

possiamo vedere; che due eventi continui possono essere collegati da una relazione

causale.

Piaget può essere definito EPISTEMOLOGO SPERIMENTALE = colui che formula ipotesi

empiriche che potevano essere verificate. L’epistemologia piagetiana è un incrocio

fra filosofia e metodo scientifico, fra logica e fatti.

La soluzione individuata da Piaget concepire la conoscenza come un processo,

come un evento/relazione fra conoscente e conosciuto.

L’essere cognitivo seleziona e

interpreta in maniera attiva le

informazioni del suo ambiente

come cambia il conoscente,

cambia anche il conosciuto.

b) APPROCCIO BIOLOGICO

Piaget colse (già nei molluschi) quei principi generali che consentono agli organismi

viventi di adattarsi al mondo. INTELLIGENZA è ADATTAMENTO. Concetti biologici che

servono come analogie del funzionamento dell’intelligenza:

adattamento, organizzazione e struttura, equilibrazione,

assimilazione e accomodamento. 9

SF

c) STRUTTURALISMO

Convinto della natura sistemica del pensiero infantile, Piaget si rivolse all’approccio

dello STRUTTURALISMO = definisce l’organizzazione delle parti e la loro relazione con il

tutto.

Secondo lui, i contenuti apparentemente variabili del pensiero sono il risultato di una

struttura costituita da un numero ridotto di operazioni mentali. La natura delle strutture

mentali definita SCHEMI si modifica con lo sviluppo.

È la componente ripetibile e generalizzabile di un atto, che

riflette un modo particolare di interagire con l’ambiente.

Due punti fondamentali per Piaget: i bambini costruiscono ATTIVAMENTE queste

strutture/schemi; l’acquisizione di una struttura cognitiva è associata ad un sentimento

di necessità.

d) APPROCCIO STADIALE

Per Piaget, lo sviluppo cognitivo passa attraverso una SERIE DI STADI.

Uno STADIO è un PERIODO DI TEMPO in cui il pensiero e il comportamento dei bambini

in una varietà di situazioni riflettono un tipo particolare di struttura mentale. Ha 5

caratteristiche principali:

1) Uno stadio è UNA TOTALITA’ STRUTTURATA IN STATO DI EQUILIBRIO. stadio come

una totalità integrata che organizza le parti. Le operazioni di ciascuno stadio

sono interconnesse e formano una totalità organizzata.

2) Ciascuno stadio DERIVA DALLO STADIO PRECEDENTE, lo incorpora, lo trasforma

e lo PREPARA allo stadio successivo. lo stadio precedente apre la strada a

quello successivo. Infatti, quando un bambino raggiunge un nuovo stadio non

ha più a disposizione quello precedente = le abilità precedenti rimangono, ma

cambia il loro ruolo nell’organizzazione (es. il bimbo delle elementari che può

ancora far rotolare la palla, anche se ha imparato all’infanzia, ma ora questa

abilità è combinata con altre). Per questo per Piaget è impossibile la regressione

ad uno stadio precedente. [NB. Questa nozione della regressione è in contrasto 10

SF

con la teoria stadiale di Freud (secondo il quale una persona con ansia può

regredire)].

3) Gli stadi seguono una SEQUENZA INVARIANTE. devono procedere in un

determinato ordine e non si può saltare nessuno stadio.

4) Gli stadi SONO UNIVERSALI. È possibile che gli individui con un basso QI non

raggiungano tutti gli stadi ma in tutti i bambini di TUTTO il mondo sono

osservabili gli STESSI STADI.

5) Ciascuno stadio include UNA PREPARAZIONE E UNO STATO FINALE. L’effettivo

raggiungimento di ogni stadio è introdotto da un periodo di preparazione

iniziale ad essere e in seguito troviamo il periodo dell’essere vero e proprio.

Riepilogo gli STADI sono TOTALITA’ STRUTTURATE che EMERGONO DA UNO STADIO

PRECEDENTE, trasformandolo; rispettando una SEQUENZA INVARIANTE E UNIVERSALE,

procedono da un periodo instabile di transizione a uno finale stabile.

e) METODOLOGIA

Osservazione con osservatore partecipante.

Metodo clinico consiste nell’interazione verbale a catena tra sperimentatore e

intervistato. Lo sperimentatore parte da una domanda prestabilita, ma le domande

successive sono guidate dalle risposte del bambino = questo aiuta a comprendere il

ragionamento seguito dal bambino nelle sue risposte.

Metodo critico le interviste spesso sono associate alla manipolazione di oggetti

da parte dello sperimentatore o del bambino.

3. DESCRIZIONE DEGLI STADI

Piaget chiama:

PERIODI = le principali fasi dello sviluppo. STADI = sottostadi dei quattro periodi

principali. 11

SF

In sintesi un elenco dei periodi:

PERIODO SENSOMOTORIO (da nascita a 2 anni) il lattante comprende il mondo

in termini di azioni fisiche e manifeste. I riflessi si trasformano in un insieme di schemi

organizzati.

PERIODO PREOPERATORIO (da 2 a 7 anni) ricorre a simboli per rappresentare

oggetti ed eventi.

PERIODO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (da 7 a 11 anni) acquisisce alcune

strutture logiche che gli permettono di compiere varie operazioni mentali, ossia azioni

interiorizzate e reversibili.

PERIODO DELLE OPERAZIONI INFORMALI (da 11 a 15 anni) operazioni mentali

non sono più limitate a oggetti concreti, ma possono essere applicate ad affermazioni

puramente verbali/logiche.

PERIODO SENSOMOTORIO (da nascita a 2

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
46 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher PaolaArpini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Sangiuliano Intra Francesca.