Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Le fasi dello sviluppo motorio
Questa evoluzione trova una sintetica spiegazione nella metafora dell'ascalata della montagna che Clark e Metcalfe adottano per rivisitare i sei periodi di sviluppo motorio nel percorso evolutivo. L'individuo si pone l'obbiettivo dell'autonomia e intraprende un percorso individualizzato che si adatta e riorganizza in base agli eventuali imprevisti.
I periodi fondamentali sono:
- Periodo dei riflessi (terzo mese in gestazione – 2 settimane dopo la nascita) = l'obbiettivo è adattarsi al passaggio dall'ambiente intrauterino a quello extrauterino, assolvendo funzioni di base come la suzione e la nutrizione o la protezione (es. riflesso di Moro); sono movimenti semplici che servono ad "aprire un dialogo col mondo".
- Periodo dei movimenti preadattati (fino ai 9/12 mesi) = vi è la comparsa dei movimenti volontari; obbiettivo è raggiungere l'indipendenza sia per nutrirsi sia per muoversi.
Nell'ambiente, il bambino sviluppa la posizione eretta e la capacità di locomozione.
Periodo degli schemi di base (fino a 7 anni circa): l'obiettivo è costruire un repertorio diversificato che consenta di apprendere azioni motorie adattabili a differenti contesti. A causa del diverso livello di stimolazione ambientale ed esperienze diverse, iniziano a emergere differenze individuali.
Periodo dei movimenti contesto-specifici (fino all'inizio della pubertà): l'obiettivo è adattare gli schemi motori di base a una molteplicità di situazioni. Le prestazioni motorie diventano sempre più individualizzate, influenzate da fattori familiari, culturali e sociali.
Periodo dei movimenti abili (pubertà, 11/13 anni): l'obiettivo è sviluppare comportamenti motori efficienti caratterizzati dall'abilità di utilizzare strategie adeguate per massimizzare la performance.
6) Periodo di compensazione = il sistema è capace di riorganizzarsi in modo adattivo quando insorgono cambiamenti associati ai processi di invecchiamento (riadattamento con una direzione evolutiva progressiva) o causati da un danno al sistema (riadattamento che può essere regressivo).
Lo sviluppo motorio 0-2 anni
Il neonato presenta un repertorio di riflessi, ovvero risposte involontarie a specifici stimoli esterni. Inoltre, egli è capace di applicare rudimentali pattern senso-motori che gli consentono di cominciare a interagire con il mondo e acquisire una progressiva padronanza del corpo in un ambiente gravitazionale.
I primi due anni di vita sono connotati da abilità che rappresentano pietre miliari di motricità grossolana, quali controllo della postura, capacità di transizione dalla posizione seduta a quella eretta, locomozione, e di motricità fine, quali prensione e manipolazione degli oggetti. Tale
Lo sviluppo è regolato dalla legge della progressione cefalo-caudale, data dall'anticipazione cronologica del controllo della testa e del tronco sul controllo degli arti, e dalla progressione prossimo-distale, data dall'anticipato sviluppo dei movimenti delle parti prossimali degli arti rispetto alle parti distali. Vi sono inoltre tentativi di raggiungere e afferrare.
Lo sviluppo motorio 3-5 anni: vi è l'affinamento delle competenze di motricità grossolana e fine, in concomitanza a cambiamenti fisici. Abilità sempre più complesse e varie si affiancano e perfezionano quelle raggiunte nell'età precedente.
I ritmi di sviluppo possono cambiare da un bambino all'altro; tale variabilità tende ad accentuarsi al crescere dell'età per fattori relativi allo sviluppo percettivo, cognitivo e sociale, e anche per fattori contestuali alle pratiche educative e alle differenziate possibilità di alfabetizzazione motoria.
Per quanto riguarda queste ultime, si possono strutturare giochi di movimento, percorsi e circuiti per allenare la capacità di adattamento motorio modificando con rapidità l'esecuzione dei movimenti per rispondere adeguatamente alle varianti date dall'esecuzione motoria in spazi piccoli, poi in spazi più grandi.
Per migliorare lo schema motorio si possono proporre compiti che richiedono la combinazione di più abilità motorie. L'età prescolare è, inoltre, un periodo sensibile per lo sviluppo della capacità di mobilità articolare con esercizi di slancio degli arti superiori o inferiori, circonduzione, flessione, oscillazione, così come esercizi con piccoli o grandi attrezzi.
Lo sviluppo in età scolare. Successivamente alla stabilizzazione del repertorio degli schemi motori di base, il bambino comincia ad applicare e adattare tali schemi a una sempre più ampia molteplicità di compiti e contesti.
Gli schemi motori rappresentano la base e i prerequisiti delle capacità motorie mature che permeano la vita di ogni individuo. La competenza motoria sin da quest'età contribuisce al processo di strutturazione di componenti della personalità, che avranno un peso peculiare in età adolescenziale, riguardanti l'autostima, l'immagine corporea, la consapevolezza di sé, la percezione di competenza. È a partire dalla frequenza della scuola primaria che diventano più evidenti eventuali difficoltà di coordinazione. È proprio in questo periodo che si registra una maggiore frequenza di richieste di valutazione per il sospetto di disturbo della coordinazione motoria, insieme di disturbi caratterizzati da goffaggine, lentezza e imprecisione nello svolgimento delle attività motorie che interferiscono significativamente con la vita quotidiana. L'abilità motoria è precursore e conseguenza del peso corporeo.
Da un'altra parte, l'alterata composizione corporea influenza la geometria del corpo, accresce la massa dei diversi segmenti del corpo e riduce l'efficienza biomeccanica dei movimenti grossolani con conseguenti difficoltà nell'esecuzione degli schemi motori. Dall'altra parte, un inadatto sviluppo di schemi motori durante l'infanzia contribuisce a limitare o ridurre i livelli di attività fisica e incrementa il livello di sovrappeso. Lo sviluppo motorio in età adolescenziale L'epoca puberale rappresenta un'importante svolta evolutiva segnata da cambiamenti fisici e significative conquiste sul piano intellettivo e sociale. Lo sviluppo motorio è legato alla realizzazione di una serie di compiti evolutivi legati alla crescita fisica, alla maturazione sessuale e all'identità corporea. Tali compiti riguardano la conoscenza e l'accettazione di un corpo nuovo, la gestione, anche sociale, del proprio ruolo di genere e.Il raggiungimento della piena autonomia. Vi è in questo periodo il cosiddetto scatto di crescita, dato dall'aumento di peso e di altezza e dalla completa maturazione sessuale dei caratteri primari e secondari. Questi cambiamenti hanno ritmi diversi in funzione del genere. L'accrescimento fisico ha un peso cruciale sullo sviluppo della personalità in quanto influenza la progressiva organizzazione del concetto di sé, il livello di autostima e la percezione di competenza. Il processo di elaborazione dell'aspetto fisico è fondato sia su un'incrementata elaborazione personale e capacità di introspezione, sia sul continuo confronto con il gruppo di pari. La distorsione dell'immagine corporea, in associazione con un rapporto anomalo con il cibo, può essere all'origine di disturbi del comportamento alimentare, laddove si inserisca un quadro di predisposizione biologica e/o disagio psicologico riconducibile a bassa autostima. Anche ilpossibileinsorgere di problemi di coordinazione, dati dalla goffaggine causata da un' improvvisa crescita fisica, può essere fonte di disagio nelle relazioni interpersonali creando forme di isolamento sociale e contribuendo al drop-out sportivo. Lo sviluppo motorio in età adulta Il decremento motorio in età adulta è spiegato da cambiamenti sia nelle strutture periferiche, quali recettori sensoriali, muscoli e nervi periferici, sia nelle strutture centrali a causa di mutamenti strutturali, quali riduzione di materia bianca e riduzione del volume di materia grigia, sia per cambiamenti biochimici. Tuttavia, è opportuno fare una distinzione tra le due componenti della competenza motoria: prestazione motoria e apprendimento motorio. La prestazione è caratterizzata da peggioramenti dati da maggiore lentezza e minore accuratezza nell'esecuzione dei movimenti; vi sono frequenti difficoltà di coordinazione e di elaborazione visuo-motoria chepossono influenzare negativamente la vita quotidiana, così come deficit nell'equilibrio e nell'andatura. Prestazioni particolarmente deficitarie si registrano in doppi compiti.
Le capacità di apprendimento di compiti motori, invece, in età senile non registrano decrementi. Tuttavia, differenze in compiti di apprendimento tra giovani e anziani dipendono da variabili relative all'attività motoria stessa da imparare, quali struttura, complessità e livello di familiarità. Tali differenze sono maggiori in compiti di apprendimento relativi ad attività di motricità fine, perché richiedono sequenzialità, modulazione della forza e accuratezza.
Nell'apprendimento di compiti di motricità grossolana, invece, gli anziani tendono ad usare strategie di compensazione sia motoria sia cognitiva che riducono le differenze con le prestazioni giovanili.
In età senile le competenze motorie rivestono un ruolo cruciale.
perl'autonomia; inoltre oggi vi è maggiore attenzione per migliorare il benessere degli anziani attraverso programmi di attività motoria adattata, finalizzati alla prevenzione del rischio di caduta, all'incremento della forza muscolare e al miglioramento di equilibrio.
Capitolo 2 – Lo sviluppo delle emozioni
Plutchick definisce le emozioni come "una complessa catena di eventi che comincia con la percezione di uno stimolo e finisce con un'interazione tra l'organismo e lo stimolo che ha dato avvio alla catena di eventi; le maggiori componenti della catena sono una valutazione cognitiva dello stimolo, un'esperienza soggettiva o sentimento, un'eccitazione fisiologica, un impulso all'azione e un comportamento manifesto".
Le emozioni hanno le caratteristiche di essere una funzione adattativa, base innata e universale delle esperienze emotiva e della capacità di riconoscere le espressioni facciali delle emozioni.