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- LO SVILUPPO PSICOLOGICO SANO RICHIEDE OPPORTUNITÀ E COMPETENZE PER “GUARDARSI

DENTRO?”

Una conseguenza delle scoperte sulla modalità di default è che il cervello funziona in base ad una

distinzione tra l’elaborazione delle informazioni su fatti e circostanze di tipo concreto, fisico e

immediato, e le procedure e le informazioni astratte sulle circostanze e sulle implicazioni mentali,

ipotetiche e a lungo termine.

Sembra inoltre ragionevole ipotizzare che le competenze importanti per la riflessione e per la

costruzione di un significato personale possano dipendere fortemente dalle funzioni psicologiche

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associate all’attività nelle reti cerebrali DM e possono essere limitate se le richieste di attenzione e le

dimostrazioni ambientali sono costantemente troppo alte.

Implicazioni preliminari per l’educazione: Alcuni spunti suggeriscono che insegnare a scuola le

competenze per un’elaborazione produttiva interna possa essere utile sia per il benessere

socioemotivo sia per le competenze scolastiche.

Nei bambini della scuola primaria, il benessere emotivo, la fiducia in se stessi e il rendimento scolastico

sono rafforzati quando viene loro insegnato a prendersi un “metamomento” in cui allontanarsi dalle

distrazioni e valutare in maniera riflessiva i propri ricordi e sentimenti, immaginare un sè ideale e

pianificare di conseguenza il proprio comportamento in maniera adeguata.

Gli studenti non dovrebbero essere incoraggiati a perdere tempo o a soffermarsi su riflessioni

personali incoerenti o irrilevanti durante i momenti dedicati al lavoro perché così facendo chiaramente

diminuisce la produttività. Le ricerche sulla DM suggeriscono che affinché gli studenti si impegnino

attentivamente in modo ottimale sui compiti occorrono anche competenze e opportunità per il

consolidamento della conoscenza.

È possibile che i contesti educativi realizzati per promuovere un equilibrio tra il “guardare fuori” e il

“guardarsi dentro” si rivelino ottimali per lo sviluppo. Lasciare lo spazio a scuola per un’elaborazione

rilevante per il sé può aiutare gli studenti nel loro processo di apprendimento e nei risultati ottenuti.

Prove emergenti sugli effetti dell’uso intensivo dei social media: La prevalenza tra i giovani della

comunicazione e del divertimento mediati digitalmente è cresciuta negli ultimi anni. Questo

cambiamento nell’uso della tecnologia ha causato una diffusa preoccupazione riguardo all’influenza

sullo sviluppo che questa grande dipendenza dalla comunicazione mediata digitalmente può avere. I

bambini stanno perdendo le competenze per l’interazione sociale faccia a faccia?

Se i giovani fanno un uso eccessivo dei social media, se passano il tempo da svegli continuamente

interrotti dagli sms, ci si può aspettare che queste condizioni predispongono i ragazzi ad un’attenzione

verso aspetti concreti con meno inclinazione rispetto a quelli astratti.

Anche se non è chiaro se il texting abbia causato i cambiamenti morali o se i giovani utilizzino in

maniera eccessiva questo mezz, sembra che gli effetti possano essere di tipo casuale.

- IL CERVELLO E LA CREAZIONE DI SIGNIFICATI: FORMARE UN FOCUS DI RICERCA

INTERDISCIPLINARE SULLA RIFLESSIONE INTERIORE COSTRUTTIVA 9

Si usa il termine “riflessione interiore costruttiva” per descrivere la gamma di competenze e

comportamenti, nella speranza che la ricerca futura possa ampliare e convalidare le dimensioni del

pensiero focalizzato interiormente e le loro relazioni con costrutti psicologici quali attenzione,

memoria, concetti astratti pensiero critico, formazione dell’identità e sviluppo socioemotivo.

Questa riflessione è potenzialmente determinante per imparare dalle proprie esperienze passate,

apprezzare il loro valore per le scelte future e comprendere e gestire se stessi nel mondo sociale.

Cap 3 - Le implicazioni delle neuroscienze affettive e sociali per

l’educazione

- LE NEUROSCIENZE SOCIALI E AFFETTIVE E L’EDUCAZIONE

Chi si occupa della crescita e dell’educazione dei bambini sa che l’apprendimento sociale è un grande

motore per lo sviluppo. Quello con sviluppo tipico guardano le altre persone e interagiscono con loro,

imitano le azioni altrui, immaginano come gli altri si sentano e cosa pensino.

Le prove fornite dalle neuroscienze sociali e affettive gettano nuova luce sulle basi neurali di questo

processo. Collegano corpo e mente, sè e l’altro.

Corpi e menti, culture e soggettività: I recenti lavori delle neuroscienze affettive e sociali hanno

mostrato una nuova visione della mente. Queste ricerche suggeriscono che le emozioni, come la

rabbia, la paura, la felicità e la tristezza, sono processi cognitivi e fisiologici che coinvolgono sia il corpo

sia la mente. Le emozioni utilizzano sistemi cerebrali per la regolazione corporea e per le sensazioni e

influenzano anche i sistemi cerebrali della cognizione, modificando il pensiero. Si tratta di un processo

che avviene attraverso sistemi neurali di rilevazione e regolazione del corpo. Queste sensazioni

interagiscono poi con altri pensieri, modificando la mente in modi specifici e aiutando le persone a

imparare dalle loro esperienze. La mente è quindi influenzata da una interdipendenza tra corpo e

cervello; anche nell’apprendimento sono coinvolti sia il corpo sia il cervello.

Una parte importante del processo in base al quale le persone prendono decisioni è relativa alle loro

esperienze sociali passate, alla reputazione e alla storia culturale.

Natura e cultura: Le emozioni sociali, così come i pensieri e le azioni ad esse associate, sono

biologicamente costruite, ma culturalmente formate; riflettono la nostra propensione

neuropsicologica a interiorizzare le azioni altrui, che interpretiamo alla luce delle nostre esperienze

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sociali, emotive e cognitive. Noi agiamo di nostra iniziativa, ma interpretiamo e comprendiamo le

nostre scelte confrontandole con le norme della nostra cultura.

Le emozioni sociali rimangono radicate nei processi più elementari di regolazione fisiologica. Sembra

che il fatto di provare queste emozioni moduli i sistemi neurali. Tali emozioni che coinvolgono anche

i sistemi associati alla consapevolezza viscerale di sé, che è legata alla coscienza. Le sensazioni

avvertite nel substrato del nostro sé psicologico e fisico, sono interpretate alla luce dell’esperienza

personale e della conoscenza culturale, inclusa quella derivante dalla nostra educazione.

I sistemi cerebrali dell’emozione costituiscono il timone che dirige il pensiero verso lo sviluppo e il

recupero di una competenza efficace. Le emozioni hanno il compito di facilitare l’attivazione di reti

cerebrali e sostengono le competenze che lo studente sta sviluppando, attraverso la regolazione e la

focalizzazione dell’attenzione, la motivazione e la valutazione dei possibili risultati sociali e cognitivi.

- LE EMOZIONI (CORPO E MENTE) NEL CONTESTO SCOLASTICO

Le esperienze che i bambini vivono come membri della cultura scolastica formeranno il loro

apprendimento cognitivo. Ogni bambino costruisce se stesso a partire dalle proprie predisposizioni

biologiche, cioè dalla propria “natura”, utilizzando il proprio sé biologico e psicologico come una

piattaforma dalla quale partire per capire i pensieri e le azioni altrui.

Il corpo, il cervello e la mente dello studente generano insieme cognizioni ed emozioni, che

s’intrecciano soggettivamente nella costruzione delle conoscenze culturalmente rilevanti e nelle

decisioni su come agire e pensare. 11

SECONDA PARTE

(Quali suggerimenti le neuroscienze affettive possono dare all’apprendimento e

all’insegnamento?)

Cap 4 - LE BASI NEUROSCIENTIFICHE DELL’APPRENDIMENTO

3

- OLTRE I NEURO-MITI : MENTE, CERVELLO ED EDUCAZIONE COME CAMPO DI STUDIO

INTERDISCIPLINARE

Tutto il comportamento e tutto l’apprendimento umano hanno origine nel cervello. Quest’ultimo si

sviluppa attraverso un processo attivo, dinamico in cui le esperienze sociali, emotive, cognitive di un

bambino organizzano il suo cervello nel corso del tempo.

Gli specifici punti di forza e debolezza neuropsicologici di un bambino modellano il modo in cui

percepisce e interagisce con il mondo. I processi fisiologici e quelli culturali interagiscono tra loro nello

sviluppo.

La ricerca attuale nel campo delle neuroscienze rafforza l’idea che le esperienze dei bambini modellino

la loro natura biologica, così come condiziona lo sviluppo dei bambini. È importante per l’educazione

una conoscenza più profonda di come interagiscono biologia ed esperienza.

Un nuovo campo di studi ha preso progressivamente forma nel corso degli ultimi anni: “Mente,

Cervello ed Educazione”. Esso abbraccia le neuroscienze dell’educazione, la filosofia, la linguistica, …

In questo clima interdisciplinare, gli insegnanti sono in una posizione privilegiata per contribuire a

generare nuove domande e tematiche per la ricerca su apprendimento e cervello, in quanto trattano

quotidianamente questioni di sviluppo e situazioni reali che riguardano l’apprendimento sia dei

bambini sia degli adulti. Per questo motivo, gli insegnanti dovrebbero avere una certa familiarità con

le neuroscienze e il funzionamento del cervello.

Questo non significa che le neuroscienze siano in grado di contribuire a risolvere tutti i problemi

scolastici. Una delle sfide per gli insegnanti, in questo nuovo ambito, “Mente, Cervello ed Educazione”,

è conoscere l’applicabilità, le implicazioni e i limiti dei metodi di ricerca delle neuroscienze nei diversi

campi dell’educazione; allo stesso tempo, per i neuroscienziati la sfida è quella di imparare dai

problemi, dalle tematiche e dai processi educativi, affinché i due settori di studio possono collaborare

nel modo più profondo possibile.

3 Un principio fuorviante, ipersemplificato o scorretto in ambito educativo, che riguarda il cervello o le

neuroscienze 12

- I NUOVI METODI NEUROSCIENTIFICI OFFRONO NUOVE INFORMAZIONI E NUOVE SFIDE DA

INTERPRETARE

Per dare un senso alle nuove scoperte, è fondamentale che gli insegnanti comprendano la logica e i

vincoli della ricerca neuroscientifica che stanno alla base di questi articoli. Le tecniche di

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neuroimaging differenziano per le loro specificità, ma gli approcci principali sono tre.

Il PRIMO riguarda la misura e la localizzazione dei cambiamenti nell’irrorazione del cervello mentre il

soggetto esaminato sta pensando.

Il SECONDO approccio riguarda la misura dell’attività elettrica del cervello, generata dall’attivazione

di reti di neuroni.

Il TERZO approccio riguarda la misura delle modifiche nell’anatomia e nella struttura del cervello.

Congiuntamente o separatamente, queste tecniche possono essere utilizzat

Dettagli
A.A. 2018-2019
33 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sonia.filippini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Bracaglia Edoardo Alfredo.