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La fiducia tra pari

Il capitolo analizza il tema della fiducia nelle relazioni tra pari. Studiare la fiducia tra pari significa occuparsi delle situazioni sociali nelle quali la fiducia viene esercitata e messa alla prova, ovvero le relazioni sociali che il bambino instaura con i compagni di classe, con i coetanei in generale e con gli amici in particolare.

Amicizia e fiducia tra pari sono due temi che si sono intrecciati perché la possibilità di fidarsi dell'altro assume un ruolo centrale quando un individuo intende costruire un rapporto di amicizia con un altro.

2.1 Amicizia e fiducia interpersonale

La famiglia ha un ruolo fondamentale per la costruzione della fiducia del bambino verso se e gli altri. L'inserimento del bambino alla scuola materna e alle elementari consente ad esso di avere nuove relazioni sociali tra pari e adulti (insegnante), le relazioni tra pari sono occasioni per sperimentare nuovi modi di relazionarsi con l'altro in cui

Il tema della fiducia interpersonale è profondamente presente. Le relazioni amicali rappresentano, dunque, un buon banco di prova per mettere in gioco e sviluppare le proprie credenze sulla fiducia.

Prendiamo, per esempio, il caso di un bambino capace di mettere in atto con una certa frequenza dei comportamenti cooperativi prosociali nei confronti dei pari. Un bambino socialmente accettato, che abbia instaurato una relazione preferenziale con un compagno e che nelle sue interazioni con l'altro sia in grado di condividere segreti e promesse. Possiamo ipotizzare che questo bambino avrà buone possibilità di sviluppare una fiducia nei pari.

Immaginiamo ora il caso di un bambino caratterizzato da scarse competenze sociali, incapace di mettere in atto interazioni cooperative con i compagni e che vive frequenti situazioni di isolamento sociale. Al contrario del precedente, possiamo ipotizzare che quest'ultimo incontrerà delle difficoltà nell'essere

accettato dai pari, potrà vivere situazioni di maggiore criticità nello sviluppo di una buona fiducia interpersonale e, d'altro canto a causa della sua scarsa fiducia nell'altro, può darsi che sia meno capace di giovarsi delle occasioni di confronto e crescita che le relazioni tra pari comportano. Di seguito proporremo un quadro dei principali studi presenti in letteratura aventi come oggetto le caratteristiche dell'amicizia e il ruolo fondamentale svolto in essa dalla fiducia interpersonale, raggruppando i risultati in base alle età considerate. Gli studi si sono, infatti, focalizzati sulla: - prima infanzia, ovvero gli anni di frequenza della scuola materna e della prima elementare, - sul periodo intermedio che si colloca a cavallo tra la prima infanzia e la pre-adolescenza, ovvero tra i 7 e i 10 anni circa, e - sul periodo tardo infantile o pre-adolescenziale, tra gli 11 e i 13 anni circa. 2.1.1. Gli studi sulla prima infanzia Nel complesso,relazioni di fiducia. I risultati hanno mostrato che i bambini tendono a valutare positivamente gli amici che si comportano in modo gentile, che condividono i loro giocattoli e che sono disponibili ad aiutarli quando ne hanno bisogno. Al contrario, i bambini valutano negativamente gli amici che si comportano in modo egoista, che non rispettano le regole e che tradiscono la fiducia. Inoltre, gli studi hanno evidenziato che i bambini sono in grado di distinguere tra un errore accidentale e una violazione intenzionale della fiducia. Ad esempio, se un amico rompe un giocattolo per errore, i bambini tendono a perdonarlo più facilmente rispetto a quando l'amico rompe il giocattolo intenzionalmente. In conclusione, i bambini dai 4 ai 6 anni mostrano una comprensione precoce del concetto di fiducia nelle relazioni amicali. Tuttavia, la loro valutazione e le decisioni legate alla fiducia sono influenzate principalmente da fattori immediati e comportamentali. La presenza di ricompense o benefici personali può anche influenzare la valutazione della fiducia.attese rispetto alle relazioni con i coetanei. Dall'analisi dei trascritti, sembra che la scelta di un amico avvenga sulla base del comportamento messo in atto dal coetaneo e le sue conseguenze immediate per sé. Tra i 4 ei 6 anni, l'amico è un compagno con il quale è possibile condividere interessi e preferenze e intrattenersi in attività di gioco che il bambino considera come piacevoli. In modo simile, SELMAN e SELMAN in un loro lavoro trovano che bambini dai 3 ai 7 anni pensano che quanto più l'amico è in grado di mostrare determinate competenze fisico-motorie tanto più è possibile riporre in lui fiducia. Secondo Bigelow l'amicizia è strettamente legata a valutazione dei costi-benefici relativi al sé: infatti, i bambini concepiscono la relazione con il proprio migliore amico come un legame che serve per ottenere delle conferme e per rinforzare il proprio io e nutrono nei confronti di.talerapporto aspettative con ciò congruenti. Di conseguenza, secondo l'autore, anche la fiducia che caratterizza la relazione con il proprio amico viene accordata in seguito a un'attenta valutazione delle conseguenze immediate del comportamento dell'altro; dipende dalla soddisfazione che si prova rispetto alle attività condivise di gioco ed è legata al fatto di ottenere dei benefici per sé. Rispetto all'amicizia non parlano ancora di caratteristiche quali la reciprocità e l'intimità del rapporto, aspetti che diventeranno invece centrali negli anni successivi. Facendo esplicito riferimento alla teoria di Rotter, già esposta nel precedente capitolo, Rotenberg e colleghi utilizzano degli stimoli narrativi per individuare il tipo di informazioni che i bambini utilizzano quando devono decidere se fidarsi o meno di qualcuno. I bambini possono decidere di fidarsi di un'altra persona in base al fatto che l'altro.mette in atto frequenti azioni di aiuto a favore di altri compagni o si rende protagonista di altri comportamenti prosociali. Inoltre, se il compagno non divulga le info personali agli altri, il bambino potrà esprimere un giudizio di fiducia verso l'altro; in caso contrario, il bambino esprimerà un giudizio di sfiducia. Nelle sue ricerche, Rotenberg utilizza due set di storie: - In un caso, il protagonista fa alcune promesse a un altro personaggio e le mantiene sempre. - Nell'altro caso, un secondo protagonista fa molte più promesse rispetto al precedente e non le mantiene mai. La differenza tra i due set di storie riguarda l'esito finale delle azioni dei due protagonisti e anche le intenzioni a esse sottese. I risultati evidenziano che a tutte le età considerate, dai 5 ai 11 anni, i bambini attribuiscono maggiore fiducia al comportamento socialmente cooperativo messo in atto dal protagonista che mantiene le promesse fatte. Nonostante ciò,I bambini più piccoli, per decidere se fidarsi o meno dell'altro, utilizzano unicamente l'informazione derivante dall'esito dell'azione, indipendentemente dalle intenzioni del protagonista. Inoltre, i bambini più piccoli sembrano focalizzarsi sull'esito del comportamento più recente. Questo avviene molto probabilmente a causa della difficoltà dei piccoli ad assumere prospettive altrui e per le difficoltà cognitive che riguardano la possibilità di integrare e confrontare tra loro le promesse e i comportamenti. I bambini dai 4 ai 6 anni, si sono rivelati invece molto sensibili alle violazioni della fiducia, alle quali si associa un sentimento negativo. Inoltre, dai risultati si evince che l'età e le credenze sulla fiducia nei pari sono legate da una relazione di natura predittiva. Tale relazione, secondo gli autori, può dipendere dal ruolo che, negli anni della scuola materna ed elementare,

L'insegnante e i pari ricoprono un ruolo fondamentale nel promuovere la fiducia nei bambini, che conseguentemente aumenta con l'età. Inoltre, il bambino è ora in grado di regolare e comprendere le proprie esperienze emotivo-affettive.

Gli studi sul periodo evolutivo compreso tra la prima e la seconda infanzia

Tra i 7-10 anni si possono osservare cambiamenti nella concezione di fiducia tra i pari, nel comportamento di fiducia e nelle strategie di decisione riguardanti la fiducia. A partire dai 7 anni i bambini imparano a valutare i comportamenti in base al tempo, considerando congiuntamente ciò che è accaduto nel passato e ciò che accade nel presente, per decidere se fidarsi dell'altro. Entrambi i bambini metteranno quindi in atto un comportamento cooperativo, se non sarà stata prima violata la fiducia. Si inizia a sviluppare il concetto di reciprocità della fiducia. La fiducia interpersonale non è più a una via come negli.

Anni precedenti

In passato, la filosofia dominante era "sto a guardare come ti comporti e poi decido se fidarmi o meno di te". Tuttavia, questa mentalità evolve verso la reciprocità e diventa una mutua fiducia. Ovvero, si guarda come l'altro si comporta, si cercano di capire le sue ragioni e, a propria volta, ci si comporta in modo da assicurare continuità all'interazione. Questo migliora la fiducia interpersonale e di conseguenza si evolvono i rapporti amicali.

Cambiamenti nel periodo attuale

Un altro cambiamento che avviene in questo periodo riguarda l'abilità di considerare la prospettiva e i pensieri del partner nelle valutazioni del comportamento dell'amico. I bambini continuano a interpretare il significato dell'amicizia come un legame al proprio interesse personale e, di conseguenza, il concetto di fiducia si focalizza sull'incontro dei reciproci bisogni. "Io faccio quello che vuoi e credo che tu farai lo stesso per me".

Aspettative che maturano con gli anni

Infine, con gli anni maturano e si differenziano anche le aspettative che il bambino ha nei confronti dell'amicizia.

mostra di avere neiconfronti delle altre persone.I b. in età prescolare sono capaci di distinguere tra un comportamento che viola la fiducia e lenorme sociali e un comportamento che viola la fiducia e le norme morali del gruppo. Sono propriole violazioni gravi e ripetute delle norme ad avere un effetto negativo sulla fiducia.→Inoltre, il bambino esige particolari comportamenti dal migliore amico se è lui a violare la suafiducia è molto più grave di quanto lo sia se è un estraneo a farlo. 13La fiducia viene costruita e messa alla prova nelle relazioni interpersonali.E’ di fondamentale importanza comprendere perché una persona si comporta in un determinatomodo , determinare quali pensieri , sentimenti, ragioni lo hanno portato a ciò→ questa abilitàdella “teoria della mente” si sviluppa a 4 anni, ma è solo con l’entrata nella scuola elementare chequesta competenza si sviluppa e si evolve.grazie alla possibilità
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
47 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rossanab99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Bracaglia Edoardo Alfredo.