Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 19
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, prof. Begotti, libro consigliato Mille fili mi legano qui, Bonino Pag. 1 Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, prof. Begotti, libro consigliato Mille fili mi legano qui, Bonino Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, prof. Begotti, libro consigliato Mille fili mi legano qui, Bonino Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, prof. Begotti, libro consigliato Mille fili mi legano qui, Bonino Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dello sviluppo, prof. Begotti, libro consigliato Mille fili mi legano qui, Bonino Pag. 16
1 su 19
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

III TUTTA COLPA SUA

Abbiamo un atteggiamento ambivalente verso le vittime e pensiamo che ciò che è successo non è causale

ma è conseguenza del loro comportamento.

Questo ragionamento usa una difesa difronte a ciò che è successo a loro possa accadere a noi.

È un ragionamento primitivo.

È vero che hanno avuto stili di vita errati o comportamenti a rischio ma si tratta di probabilità che hanno

causato l’insorgenza della malattia e non causalità lineare

Trasmettere al malato che è colpa sua della malattia ha un potere devastante che lo getta nello sconforto.

Depressione psicologica si connette a depressione del sistema immunitario.

La depressione ha uno stile esplicativo che attribuisce a se la causa degli eventi negativo, anche di quelli

causali. Il malato rifiuta l’idea di poter fare qualcosa per stare meglio come difesa dal sospetto di aver

compiuto azioni che abbiano causato la sua malattia. Si crea un giro vizioso tra colpevolizzazione,senso di

impotenza, depressione, inattività e vengo vanificare le possibilità di affrontare la malattia in modo

costruttivo.

IL DOLORE

Il dolore fisico è un esperienza psicologica che appartiene alla soggettività della persona . In questa

esperienza ci sono molti elementi:

 Emozione, valenza negativa. Può variare a seconda delle nostre aspettative e scopi

 Aspetto sociale, il dolore è espresso iin maniera differente se si è in solitudine o in compagnia

 Espressione del dolore che è soggettiva e imposta da codici culturali

Il dolore acuto è al servizio del miglior adattamento e benessere, ci indica che qualcosa può danneggiare o

che qualcosa del nostro organismo non funziona bene. È utile ed è sbagliato coprirlo di analgesici.

Il dolore persistente non è difensivo e adattativo, minacce la voglia di vivere.

I medici hanno ignorato il dolore perché hanno privilegiato gli indici oggettivi. Per comprendere il dolore

bisogna entrare in relazione con il malato, perché questo avvenga bisogna disporre di capacità tecniche e di

relazione che dovrebbero avere tutti i medici.

LA STANCHEZZA

L’ astenia è uno sfinimento che rende difficile tutte le azioni quotidiane che spesso contribuisce a isolare il

malato, che non ha più le forze per uscire e incontrare gli altri.

Gli operatori sanitari la prendono poco in considerazione e prima della diagnosi la considerano come

sintomo immaginario. Il paziente oscilla tra sensi di colpa per l’inefficienza e sforzi inutili per farcela a ogni

costo.

La fatica viene confusa con la depressione che è caratterizzata da una riduzione dell’energia psichica e della

volontà. La depressione è conseguenza del mancato riconoscimento della propria sofferenza, si è inascoltati

e incompresi anche dal personale sanitario che provoca un abbandono della terapia.

Gli operatori sanitari devono aiutare il malato a comprendere se ci sono componenti depressive nella

stanchezza e affrontare al meglio.

Per affrontare la stanchezza bisogno imparare a

 Vivere i propri limiti

 Programmare le attività

 Capire cosa è più rilevante

 Valutare cosa si è capace di fare

Le valutazioni non sono mai definite ma devono essere ricorrenti.

LA DEPRESSIONE

Comunichiamo le emozioni attraverso:

 Il volto

 I gesti

 Le parole

 Il silenzio

Il linguaggio esprime le emozioni e le date forma, le plasma e le modifica. L’emozione comunicata non è la

stessa emozione che non ha ancora i termini per essere espressa.

Attraverso la parola pensiamo le emozioni e il pensiero costruisce, modifica la nostra esperienza emotiva.

Attraverso il linguaggio interiore la nostra esperienza emotiva si plasma, prende forma e può essere

trasformata.

Attraverso la parola le emozioni diventano simboliche, sui simboli la nostra mente può lavorare da sola o

con gli altri.

Dando un nome alle emozioni significa viverle.

La parola Depressione è un etichetta onnicomprensiva di qualunque stato d’animo negativo che

appiattisce la comprensione di questi stati emotivi e ne rende difficile l’identificazione, è un impoverimento

della capacità di capire il proprio vissuto emotivo e di comunicarlo e modificarlo. Un antidoto è chiedersi

quali parole servono a definire uno stato d’animo negativo. La depressione è considerato un male

inaccettabile e vergognoso che viene nascosto dall’alcol, iperattività e negli eccessi di varia natura. La

depressione è un rifiuto dell’imperfezione e un ripiegamento egocentrico e individualismo. Occorrerebbe

confrontarsi con i sentimenti negativi, comprendere cosa significano, quali suggerimenti ci rivelano e cosa

bisogna cambiare di noi e delle nostre relazioni.

Gli psicofarmaci favoriscono apertura mentale e serenità emotiva ma rischiano di diventare mezzi per

nascondere la depressione.

La depressione è un meccanismo difensivo pericoloso ma può diventare occasione di crescita perché ci

permette di vedere la realtà con lucidità senza cadere negli autofinanziamento,

Realismo depressivo: presente nella depressione lieve dove la persona valuta in modo obiettivo.

LA PERDITA E IL LUTTO

Il malato può essere paragonato a coloro che hanno subito lutti in quanto entrambi perdono.

Con il progredire della malattia consiglio trova a perdere di efficienza, capacità, funzionalità fisica,

autonomia e realizzazione personale e sociale.

L’accettazione della perdita non è lineare e indolore, ci sono difficoltà che possono portare alla negazione o

il rifiuto che si collega alla richiesta di comportarsi in modo normale e perfetto.

Non si troverà mai il superamento definitivo delle perdite in quanto espone a sentimenti di fallimento

perché gli equilibrio raggiunti crollano con facilità e alla perdita si aggiunge lo sconforto per non riuscire a

superarla.

La perdita non si supera totalmente ma se è ben elaborata non ci si spaventa se si ripresenta anche dopo

tanto tempo come ferite brucianti, ci permette di trovare nuovi adattamenti ed equilibri.

OTTIMISMO E FELICITÀ

Impotenza appresa: mancato controllo della propria vita che diventa un impotenza totale. Induce ad agire

con la convinzione che qualsiasi azione sia priva di senso, utilità.

La depressione è egocentrica, pessimistica e si riferisce alle proprie incapacità, non valorizzazione e non

ascrivere a proprio merito eventi positivi. La depressione può essere combattuta se si modifica i propri

modi di fare, le interpretazioni.

L’auto efficacia è il contrario poiché da valore e senso alla persona, distingue ambiti in cui sia possibile agire

efficacemente.

Il trattamento farmacologico è controproducente perché fa dipendere il benessere dal farmaco.

Illusioni positive: vere e proprie distorsioni su di sé e sulla valutazione del proprio stato di salute che

consentirebbero di mantenere l’ottimismo per il futuro e questo svolgere breve un ruolo positivo. Ma la

deforma a proprio favore è infantile e egocentrico. In questo modo non si determina buon adattamento e

sviluppo.

Ottimismo efficace: atteggiamento positivo, guarda i propri limiti con realismo e si conserva l’ottimismo su

quanto possiamo realizzare all’interno di questi vincoli. Operazione complessa a livello cognitivo ed

emotivo

Ottimismo creativo: capacità di modificare e trovare soluzioni a problemi inattesi che la malattia impone. È

un ottimismo flessibile, aperto alla realtà è alle sue sfide, capace di rispondere in modo creativo alle

difficoltà. L’adattamento flessibilità crea maggior equilibrio tra persona e ambiente,.

La felicità è il risultato di una crescita e di un attività di adattamento.

La speranza è il superamento dell’egocentrismo e della pretesa di conoscere e prevedere tutto.

Il malato non deve essere una persona che necessita esclusivamente aiuto ma deve anche sentirsi utile agli

altri.

IL PENSIERO LOGICO E QUELLO MAGICO

Il pensiero umano non è unitario.

Il pensiero logico dell’adulto è il punto di arrivo di un percorso di sviluppo neurofisiologico che risente della

cultura e scolarizzazione.

A 2 anni il bimbo è capace a richiamare alla mente ciò che non è percettivamente presente e comincia a

lavorare su questi pensieri, sono indici di questa capacità:

 L’imitazione differita, imitare un gatto visto il giorno prima

 Gioco simbolico o del far finta

 Comprensione e sviluppo del linguaggio

 Successivamente disegno

 Immaginazione

 Gioco fantastico

Il bambino pensa in modo egocentrico e legato alla realtà, pensa di agire direttamente con i propri pensieri,

parole e azioni sulla realtà; i suoi ragionamenti si basano su analogie e accostamenti percettivamente

rilevanti che possono dare luogo a errori di ragionamento. Questo pensiero è capace di intuizioni e

accostamenti inusuali che possono essere arbitrari sul piano logico ma che sono alla base per tutta la vita

del pensiero creativo.

Durante l’adolescenza, con lo sviluppo neurofisiologico e scolastico, si ragiona in modo astratto si fanno

ipotesi, deduzioni logiche.

La scienza usa il pensiero logico.

Il pensiero intuitivo collega i fenomeni in modo flessibile e ardito.

Il pensiero logico convive con il pensiero magico che è primitivo ed è caratteristico dei bimbi di 3-5 anni

dove non si pone distanza tra se e il mondo. A causa dell’egocentrismo il mondo esterno è rappresentato in

funzione delle proprie intenzionalità. Inoltre c’è un atteggiamento animata in cui le cose sono animate da

intenzionalità come le persone e poi c’è il realismo dove i pensieri, sogni sono dotate di realtà è di azione

propria ( un pensiero cattivo può fare del male fisico alla persona).

Nel pensiero magico si può incidere sulla realtà attraverso la partecipazione : si opera su un piano simbolico

per agire in modo efficace su un piano reale e si possono collegare fenomeni lontani e fisicamente

sconnessi.

Spesso le persone nella malattia ricerca ricorrono al pensiero magico che ha funzioni:

 Conoscitiva

 Difensiva e propiziatoria

Il pensiero magico indica regressione poiché il paziente non trova un adattamento soddisfacente.

Per rendere accettabili le azioni magiche vengono eseguite in modo ludico o trattate come

consuetudine sociale.

Il pensiero magico diventa un problema è porta ad abbandonare terapie consolidate per

avventurarsi in figure carismatiche.

L’uso del pensiero magico si riduce se le persone sono messe nella condizione di comprendere cosa

sta succedendo, s

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
19 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicaborsi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Begotti Tatiana.