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QUANTI SONO I CODICI MORALI?(Bacchini)

-2 funzioni delle regole morali: orientare i giudizi delle persone su quali comportamenti sono da ritenere giusti/sbagliati e orientare la condotta degli individui morale è ilorientamento fondamento delle nostre scelte: se individuo agisce in modo conforme ad una regola per paura/compiacenza non può essere ritenuto autenticamente morale MORALE:IMPERATIVO deve essere percepito come spinta interiore, deve avere forza motivazionale intrinseca che induce a comportarsi in modo conforme ai principi comportamentista: MENTE COME TABULA RASA sprovvisti alla nascita diteoria individui competenze/schemi per orientarsi nel mondo sociale e sono le esperienze ambientali, con continuo processo di apprendimento, a far sì che essi progressivamente aderiscano a quelle regole che risultano più funzionali all’adattamento sono l’esito di un processo diregole apprendimento contemporanee: disposizione ad aderire a standard

normativi è una proprietà naturale che è possibile osservare in azione precocemente (18 mesi). È la propensione naturale dei bambini a conformare il proprio comportamento a standard normativi e a vivere in condizione di distress quando la regola viene violata.

Positivamente, c'è la propensione a aiutare gli altri con condotte prosociali, che compare precocemente nel corso dello sviluppo anche in assenza di rinforzi ambientali. Nonostante una disposizione naturale della mente a conformarsi a regole morali, è evidente che non c'è accordo tra esseri umani su quali siano le regole giuste da osservare.

Gli schematismi della mente si intersecano precocemente con modelli comportamentali codificati nella cultura e con i processi psicologici connessi alla maturazione affettiva/cognitiva. Questo dimostra che c'è bisogno di aderire ad una regola, che è universale, mentre non lo sono i criteri per stabilire quale regola sia più giusta di un'altra. Le regole morali non

lasciano spazio al dubbio: più difficile che una persona ritenga una norma di comportamento equivalente ad una di segno opposto - Multifinalità (stesso fattore/principio morale può portare ad esiti comportamentali diversi) e Equifinalità (stesso comportamento può essere determinato da motivazioni diverse) modelli del funzionamento morale dell'individuo: 1. MODELLO COGNITIVO-EVOLUTIVO (Kohlberg): esistono diversi livelli di ragionamento morale ordinati gerarchicamente fra loro usano diversi criteri per valutare cosa è giusto/sbagliato ma questi criteri non possono essere messi sullo stesso piano: alcuni principi sono più elevati di altri (principi morali si evolvono durante lo sviluppo ma non raggiungono lo stesso livello in tutti gli individui: quelli che compaiono successivamente nello sviluppo sono più evoluti e quindi preferibili) 2. APPROCCIO INTUIZIONISTA (Hauser): nel valutare un'azione morale ogni individuo si basa su intuizioni immediate e automatiche che non richiedono un ragionamento complesso o un'analisi dettagliata delle conseguenze dell'azione stessa 3. MODELLO SOCIO-CULTURALE (Turiel): il ragionamento morale è influenzato dalle norme e dai valori culturali che differiscono da una società all'altra 4. MODELLO EMOTIVO (Haidt): le emozioni giocano un ruolo fondamentale nel processo di valutazione morale, influenzando le decisioni e le azioni degli individui Questi modelli offrono diverse prospettive per comprendere il funzionamento morale dell'individuo, evidenziando la complessità e la varietà di fattori che possono influenzare le scelte e i comportamenti morali.individuo attiva schemi pre-programmati su base innata che riteniamo ragionamenti morali, fondati su quella razionalità, sono in realtà costruzioni per giustificare una decisione etica che è già stata presa in modo implicito dall'individuo della morale, su base innata, che orienta le nostre valutazioni su ciò che è giusto/sbagliato. MODELLO INTUIZIONISMO SOCIALE (Haidt): intuizioni morali si calano all'interno degli artefatti culturali, nei codici attraverso cui le norme morali sono venute codificandosi nelle diverse società. Esistenza di più codici morali coesistenti, morali accompagnati da specifiche reazioni emotive e per quanto siano preprogrammate gli individui sentono il bisogno di giustificarle razionalmente attraverso una serie di ragionamenti: a questo punto hanno luogo la PERSUASIONE RAGIONATA (tendenza a cercare di convincere gli altri/se stessi di essere nel giusto al fine di realizzare una.

coerenza tra proprio giudizio e motivazioni alla base di quel giudizio) e la PERSUASIONE SOCIALE (processo per cui si considerano le opinioni degli altri come guida/modello per le proprie) tendono a conformarsi a valori/comportamenti che percepiscono come prevalenti nel proprio gruppo di riferimento anche quando non vengono fornite ragioni a supporto di tali credenze codici morali alla base della teoria dei fondamenti della morale: danneggiare/prendersi cura; giustizia/equità/reciprocità; appartenenza al gruppo/lealtà; autorità/rispetto; purezza/santità

4. MODELLO DEL DISIMPEGNO MORALE (Bandura): MORAL AGENCY come punto cardine che si inscrive nel più generale concetto di HUMAN AGENCY (capacità di agire attivamente e trasformare attivamente nel contesto in cui si è inseriti) individuo aderisce a standard di ogni moralità, definiti in funzione delle interazioni tra caratteristiche personali, influenze ambientali

Il testo fornito parla delle condotte comportamentali e di come un individuo cerchi di agire in modo conforme a determinati standard morali. L'individuo agisce moralmente per evitare sentimenti di autocondanna e per ottenere soddisfazione e autostima per il proprio comportamento. La capacità di agire moralmente è resa possibile da meccanismi di autoregolazione che permettono alle persone di vivere in accordo con i propri principi morali.

Tuttavia, i principi morali non sono sempre attivi nel regolare la condotta e possono essere disattivati da meccanismi di disimpegno morale. Questi meccanismi permettono all'individuo di non biasimarsi per aver trasgredito un principio morale e di agire per perseguire i propri vantaggi personali. Essi consentono di giustificare le eccezioni alle norme morali.

I meccanismi di disimpegno morale agiscono sulla valutazione della condotta, sulle conseguenze e sul giudizio nei confronti delle vittime, fornendo giustificazioni per le azioni compiute.

morale, confronto vantaggioso, etichettamento eufemistico, minimizzazione e distorsione delle conseguenze, dislocamento e diffusione delle responsabilità, deumanizzazione della vittima, attribuzione di colpa - spiegano meccanismi che consentono di violare una regola senza disconfermare il valore della regola stessa.

5. MODELLO REGOLE IN CONFLITTO(Turiel): regole morali sono spesso confuse con altri tipi di regole che appartengono a domini diversi (convenzionale, personale, prudenziale). Morali - concetti di benessere, giustizia, diritti umani; convenzionale - standard concordati riguardanti il comportamento sociale e determinati dal sistema sociale in cui si sono sviluppati; personale - comportamenti le cui conseguenze ricadono unicamente sul soggetto che li mette in atto; prudenziale - comportamenti di natura non sociale che implicano danno o che hanno conseguenze per la sicurezza o la salute della persona che li mette in atto. Regole morali non ammettono eccezioni mentre altre si.

sono universali, generalizzabili, non contemplano eccezioni, non sono modificabili, sono impersonali e dotate di prescrittività MENTRE quelle convenzionali sono modificabili, stabilite dall'autorità, contingenti, hanno valore in un contesto ma non in un altro non sempre concordano nel valutare a quale ambito appartenga un determinato comportamento (bambini in grado di distinguere precocemente ciò che attiene ad un ambito o all'altro) CULTURALE: percezione che persone hanno di ciò che è giusto/sbagliato sulla base di quello che percepiscono come il modo di pensare prevalente in un dato contesto sociale (quando comportamento viene messo in atto con frequenza viene percepito come normativo, si attenua il giudizio di condanna e viene ritenuto più accettabile) -TEORIA DEGLI AMBITI: distingue questioni morali (relative a temi di giustizia, equità, diritti) da quelle convenzionali (relative alle norme checiascuna società si è data per regolare la convivenza sociale) REGOLE ED ECCEZIONI: INTERAZIONI SOCIALI (Antonio Iannacone e Perret-Clermont)
  • Opposizione fra una prospettiva di studio delle interazioni NOMOTETICA (creare leggi generali che tengono conto di casi singoligeneralizzazione, Piaget) e IDIOGRAFICA (considera l’esperienza individuale come inalienabile perché frutto di una costruzione identitaria che vede la persona attivamente definirsi/rappresentarsi la realtà in una rete di relazioni: differenze individuali per poi trovare aspetti comuni, Vygotskij) un livello si tratta dell’orientamentoadalla ricerca di regole generali dello sviluppo psicologico mentre ad un altro dei casi individuali idiografico) e regola(nomotetico): continuo conflitto tra nomotetico(leggieccezione(aspetto dello stato) e idiografico(modo in cui l’individuo può muoversi)
  • Usate metodologie fondate sull’analisi di scambi verbali che hanno spostato

L'attenzione da quelli che possono essere definiti i prodotti dell'interazione sociale ai processi: prospettiva processuale di analisi delle interazioni centrata sull'analisi di quanto avviene nello spazio-tempo comunicativo degli interagenti (attività di pensiero ha radici nelle situazioni sociali/culturali nelle quali si attualizza)-VISIONE MICROGENETICA dello sviluppo che ha permesso ai ricercatori di focalizzarsi sugli esiti delle interazioni sociali e sui processi che preludono a tali esitinelle ricerche ispirate al MODELLO SOCIOCOGNITIVO è il CONFRONTO INTERPERSONALE la condizione determinante per destabilizzare l'equilibrio cognitivo che il bambino ha raggiunto ad un dato momento, innescando forme di sviluppo/ristrutturazione delle conoscenze precedentemente possedute= accento sul ruolo della contrapposizione fra aspettative del bambino e la resistenza offerta da caratteristiche del compito o contesto predisposte(astrazioni sottovalutano il ruolo

cheesperienze sociali/culturali svolgono nei processi di attribuzione di significato) <u>settingssperimentali concepiti per favorire il confronto di opinioni diversi con partner di livello cognitivodiverso(anche inferiore) dal proprio: dimostra che si può apprendere anche da partner menoesperti=conflitto sociocognitivo: situazione di confronto interpersonale, occasione di impatto con puntidi vista diversi dal proprio induce i partecipanti ad una RISTRUTTURAZIONE COGNITIVAdalla contemporaneità delle diverse soluzioni del compito: attenzione ai processi di<u>innescatasviluppo del pensiero che chiamano in causa l’esperienza sociale (dimostra che determinatecondizioni possono indurre ad assumere condotte di difesa del proprio punto di vista)di livello socioeconomico basso mostrano competenze operatorie inferiori MA dopo<u>bambiniun’interazione sociale di tipo conflittuale queste differenze si ridimensionano o spariscono del
Dettagli
A.A. 2019-2020
14 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camillaniccolai di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'infanzia, dell'adolescenza e dell'età adulta e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Smorti Andrea.