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METACOGNIZIONE,COMPRENSIONE E PRODUZIONE DEL TESTO
I concetti di abilità e strategie si differenziano per alcuni aspetti: le abilità riguardano il livello a cui
si manifesta una determinata competenza(ad es abilità di lettura),mentre le strategie riguardano
modalità particolari attraverso cui si manifesta un’abilità(lettura rapida,lettura analitica,ecc); le
abilità hanno un valore in assoluto in quanto è sempre meglio possederle ad un grado alto piuttosto
che basso,mentre le strategie hanno un valore in riferimento alla natura e al contesto di un
compito.L’adozione di una particolare strategia,ovviamente,implica che si abbia conoscenza della
strategia stessa nei termini della sua natura,utilità,sfera di applicazione,efficacia,ecc.
Il tema dell’acquisizione di strategie ed abilità è strettamente legato a quello della
metacognizione,che,a partire dagli anni 70,cominciava a svilupparsi rapidamente come settore di
studi sulla consapevolezza e controllo dell’attività cognitiva.
1. LA METACOGNIZIONE
Il termine “metacognizione” si riferisce,in generale,ad una cognizione sulla cognizione(cognizione
di “second’ordine”), ad un pensiero sul proprio pensiero che ha per oggetto processi e strategie
cognitive,ad es di memorizzazione,comprensione,ragionamento,problem-solving. Siamo impegnati
sul piano metacognitivo,ad es, quando ci rendiamo conto che incontriamo maggiori difficoltà
nell’imparare una determinata cosa piuttosto che un’altra,o che conviene prendere alcune note per
non dimenticare dei dati importanti. Il significato degli studi sulla metacognizione per la psicologia
educativa è duplice.Innanzitutto,sottolineando il ruolo attivo che ha lo studente nel conoscere e
comprendere,confermano e precisano una concezione costruttivista dell’apprendimento,inteso come
attività complessa di elaborazione e organizzazione delle conoscenze.In secondo luogo dalla ricerca
sulla metacognizione provengono dati e indicazioni che aiutano a predisporre interventi nei
confronti di quegli studenti che presentano difficoltà di apprendimento.I primi studi sulla
metacognizione hanno riguardato la metamemoria.Si può considerare la metamemoria (così come
la metacomprensione) un caso specifico della nozione più generale di metacognizione,che ha per
oggetto il pensiero sulla memoria(o la comprensione).Dalla concezione di Flavell,in cui la
metamemoria si riferisce alla strutturazione,immagazzinamento,ricerca,recupero e controllo di
informazioni,emergono gli aspetti essenziali del pensiero metacognitivo che è intenzionale,diretto
ad un obiettivo,attivabile in compiti successivi.Il modello della regolazione cognitiva proposto da
Flavell prevede azioni e interazioni tra quattro classi di fenomeni:
1. la conoscenza metacognitiva
2. le esperienze metacognitive,in quanto esperienze consapevoli che accompagnano
un’impresa intellettiva,a cui porta la conoscenza metacognitiva.Un’esperienza
metacognitiva può verificarsi quando:
• viene richiesta esplicitamente in una determinata situazione
• la situazione cognitiva è inattesa o nuova
• si è in difficoltà o si percepisce che è stato compiuto un errore
3. gli obiettivi (o compiti) da raggiungere
4. le azioni (o strategie) da mettere in atto per conseguire le mete stabilite
Questi 4 elementi vanno considerati nella loro interazione reciproca: gli obiettivi cognitivi posti
dall’esterno,guidano l’attività cognitiva che si svolge mediante una serie di azioni e
strategie,avvalendosi delle conoscenze metacognitive possedute e portando a compiere certe
esperienze metacognitive.
Gli studi sulla metacognizione sono andati dividendosi in 2 filoni: quello sulle conoscenze
riguardanti le caratteristiche e abilità personali,i compiti e i contesti di apprendimento, le strategie
da adottare e quello sui meccanismi che portano alla regolazione dell’attività cognitiva,basati sulla
previsione,pianificazione,controllo e valutazione dei processi attivati per svolgere un determinato
compito.
1. La conoscenza metacognitiva
Nell’ambito degli studi sulla metamemoria, Flavell ha specificato che la conoscenza metacognitiva
include:
• Conoscenze delle caratteristiche della persona, riferite a se stessi in termini di
capacità,limiti di memoria e modalità di elaborazione delle informazioni.Possiamo essere
convinti ad es di riuscire meglio in un ragionamento di tipo verbale piuttosto che in uno di
tipo matematico;
• Conoscenze delle caratteristiche del compito,riguardanti le richieste e difficoltà poste da
un determinato tipo di compito;
• Conoscenze della caratteristiche delle strategie riguardanti la natura e utilità di tutto ciò
che può essere attuato per potenziare il proprio comportamento cognitivo
Kuhn ha anche parlato di metaconoscenza epistemologica come componente più generale e astratta
- accanto a quella dichiarativa e procedurale- della metaconoscenza,riferita alla comprensione di
che cosa siano la conoscenza e il conoscere in sé.Si tratta di una metaconoscenza più astratta.
Cornoldi ha precisato una serie di variabili che possono caratterizzare la conoscenza metacognitiva:
• Generalità: il livello gerarchico(subordinato,sovraordinato) di una conoscenza;
• Gamma di applicazione: l’applicabilità della conoscenza;
• Facilità di accesso: la frequenza con cui una certa conoscenza viene in mente;
• Propensione ad essere applicata al comportamento: la traducibilità,in termini di
conseguenze,di una conoscenza.
Il sapere come interagiscono tutti gli aspetti della conoscenza metacognitiva,porta a una specie di
Sensibilità cognitiva che si traduce nel conoscere qual è il comportamento più appropriato in una
data situazione,per un dato compito.Cornoldi si è riferito ad una specie di “nocciolo duro” della
conoscenza metacognitiva,per sottolineare la diversità di livello gerarchico a cui si trovano le
metaconoscenze che non sono tutte ugualmente atte a favorire la costruzione di nuove
conoscenze,in quanto solo alcune generano un’abilità metacognitiva particolare.Cornoldi ha parlato
di “atteggiamento metacognitivo” per evidenziare che il nocciolo duro della conoscenza
metacognitiva non è solo dato da un insieme di conoscenze, ma è anche legato ad aspetti emotivi.
La conoscenza metacognitiva di un soggetto viene solitamente fatta emergere tramite le tecniche
verbali di colloquio clinico piagetiano o dell’intervista strutturata.Anche la tecnica del “pensiero ad
alta voce”,con la sua richiesta al soggetto di riferire tutto ciò che gli passa per la testa,dà la
possibilità di ottenere dati sui processi in atto che non potrebbero essere raccolti in maniera
diversa.Altre tecniche utilizzate per esplorare la conoscenza metacognitiva sono i questionari “carta
e matita” e le favole.I primi,solitamente composti da domande a scelta multipla,offrono il vantaggio
di poter essere somministrati ad ampi gruppi di soggetti contemporaneamente.La tecnica delle
favole utilizzata con i bambini piccoli o con sviluppo cognitivo atipico,consiste nell’abbinare il
racconto di storie con brevi interviste che interrompono la narrazione in determinati punti per
ottenere una stima complessiva della metamemoria di un bambino.
1.2. I processi metacognitivi di controllo
Brown ha contribuito alla chiarificazione concettuale dei 2 ambiti di ricerca sulla metacognizione,
distinguendo tra la conoscenza delle attività e dei processi cognitivi,che si sviluppa con l’età e
l’esperienza, e i processi di controllo e regolazione delle attività cognitive.Se la conoscenza
metacognitiva è disponibile stabilmente al soggetto,quando essa fa parte del suo patrimonio,i
processi esecutivi di controllo e regolazione non sono invece stabili,in quanto dipendono da una
serie di fattori,quali la difficoltà del compito,il livello di attenzione e motivazione dei soggetti.
I processi metacognitivi individuati da Brown sono 4: predizione,pianificazione,monitoraggio e
valutazione.
• Predizione. Riguarda l’abilità di predire il livello di prestazione in un compito,stimare il
grado di difficoltà di una prova,anticipare il risultato derivante dall’applicazione di una
certa strategia.La ricerca sulla metamemoria ha individuato vari tipi di previsioni che
possono essere formulati in relazione alla fase del processo,ossia
acquisizione,mantenimento o recupero dell’informazione:
1. EOL(Ease of Learning): è il giudizio sulla facilità di apprendimento del materiale,emesso
prima della sua effettiva acquisizione
2. JOL(Judgment of Learning): è il giudizio sul grado di apprendimento emesso durante o al
termine del processo di memorizzazione.Questo giudizio può essere comunque formulato in
ogni momento dell’attività volta all’acquisizione di informazioni
3. FOK(Feeling of Knowing): è il giudizio sul livello di conoscenza di un materiale che è stato
appreso ma non ancora recuperato,magari nonostante ripetuti tentativi;si tratta cioè di
sensazione di conoscenza di un’informazione non ricordata;
4. TOT(Tip-of-the-Tongue): è il giudizio che porta a ritenere di avere una conoscenza “sulla
punta della lingua”; non si ricorda un dato ma si è convinti che basti poco per recuperarlo
• Pianificazione. Riguarda l’abilità di organizzare tutte le azioni che conducono all’obiettivo
da raggiungere,stabilendo un piano.
• Monitoraggio. Riguarda l’abilità di controllare l’attività cognitiva nel corso del suo
svolgimento.Difficoltà di monitoraggio sono rilevabili ad ogni età.Nelson e Narens hanno
distinto 2 aspetti nel monitoraggio: uno più passivo(monitoring), volto a tenere sotto
controllo l’andamento del processo, e uno più attivo (control) che in base alle informazioni
prodotte dal processo,modula e regola l’attività,apportando tutti i correttivi ritenuti
necessari.
• Valutazione. Riguarda l’abilità di valutare l’uso di una determinata strategia nella sua
globalità e non fase per fase come nel caso del monitoraggio: ha quindi un carattere
conclusivo rispetto a quanto si è operato.
Più recentemente è stata considerata la metacognizione epistemica come aspetto della competenza
metacognitiva che implica sia consapevolezza,sia monitoraggio e valutazione delle conoscenze con
cui si ha a che fare,ad es mentre si cercano informazioni navigando in In