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Il fattore che viene generalmente definito come apertura all’esperienza è il tratto più difficile da
descrivere e, a causa di ciò, è la dimensione rispetto a cui i teorici hanno dato denominazioni tra
loro anche molto differenti l’apertura all’esperienza identifica le persone dotate di creatività,
immaginazione, curiose, originali, aperte alle esperienze, con interesse artistici, dotate di valori
liberali.
Diverse ricerche hanno suggerito che l’amicalità e l’estroversione sono entrambe legate alle
situazioni sociali, ma in modi piuttosto differenti, mentre l’amicalità sembra essere per lo più
connessa al mantenere relazioni positive con gli altri, la caratteristica centrale dell’estroversione
risulta essere l’attenzione sociale, l’avere un certo impatto sul proprio ambiente sociale.
Un alto livello di coscienziosità è associato a comportamenti sessuali meno pericolosi e rischiosi e
ai comportamenti rischiosi in genere, le persone coscienziose sono meno propense al tradimento
ed è meno probabile che vengano adescate, la coscienziosità è inoltre connessa ad una
genitorialità più responsiva e sensibile.
L’apertura all’esperienza risulta correlata ad una serie di esperienze di carattere sociale, essa
predice un maggiore impegno per superare le sfide e gli ostacoli della vita, la tendenza a
sviluppare atteggiamenti inter-razziali più favorevoli e una minore propensione verso la
stigmatizzazione degli altri.
Il nevroticismo è stato studiato attraverso molteplici ricerche, un elevato livello di nevroticismo è
correlato con una varietà di emozioni negative in differenti ambiti, risulta avere un’influenza
negativa anche sulle prestazioni scolastiche e accademiche.
Nella teoria dei cinque fattori, modello teorico proposto da Costa e McCrae che enfatizza le basi
biologiche e la sostanziale stabilità dei tratti, i tratti hanno una base biologica, secondo questa
concezione, le influenze esterne dell’ambiente non hanno alcun impatto sui tratti di personalità.
Costa e McCrae hanno condotto delle osservazioni sistematiche sulle caratteristiche di personalità
di una vasta popolazione di individui appartenenti a diverse fasce di età, i risultati indicano che i
fattori si sono mantenuti stabili nel tempo, ciò ha portato gli autori a concludere che le
caratteristiche fondamentali della personalità tendono a consolidarsi nell’età adulta.
Tuttavia, tali risultati non devono far pensare che ciascun individuo rimane sempre uguale a sé
stesso nel corso della sua esistenza, ciò non è corretto per almeno due ragioni: la prima
motivazione chiama in causa lo sviluppo dei tratti nella medesima persona nel corso del tempo e
viene definita cambiamento individuale; la seconda, invece, fa riferimento alle modificazioni della
personalità a livello di popolazione, ovvero rileva ciò che viene definito cambiamento normativo.
Il modello die Big Five è stato ampiamente utilizzato come strumento predittivo del livello di
prestazione lavorativa degli individui, un ambito di studi particolarmente fecondo è quello relativo al
legame esistente tra le cinque dimensioni fondamentali della personalità e le questioni che
riguardano la salute, il dato più eclatante emerso dalle ricerche condotte sull’argomento mette in
relazione la longevità al fattore della coscienziosità.
Una particolare modalità attraverso cui i Big Five trovano applicazione è il marketing, le stesse
procedure che sono state utilizzate per individuare i conque fattori fondamentali nella personalità
umana possono anche essere impiegate nell’ambito del marketing per identificare le caratteristiche
che definiscono una marca o un prodotto e ottenere un profilo della personalità del brand stesso.
Nonostante sia notevole il sostegno ottenuto da tale modello alcuni detrattori del modello dei Big
Five sostengono che non sia esaustivo, ovvero non sia in grado di cogliere la personalità nella sua
totalità, sostenendo che cinque soli fattori sono insufficienti per descrivere le innumerevoli
sfaccettature della personalità umana.
Sulla base di queste considerazioni, alcuni autori hanno avanzato l’ipotesi che nel modello dei
cinque fattori sia stata tralasciata una sesta dimensione, identificata con la denominazione onestà-
umiltà.
Ashton e Lee hanno sviluppato uno strumento, denominato “modello HEXACO” in cui, oltre ai
cinque fattori del modello dei Big Five, è inclusa la sesta dimensione onestà-umiltà.
Le critiche non riguardano solo il numero e l’organizzazione gerarchica dei tratti, ma anche la
natura stessa di tale costrutto, secondo l’interazionismo, il comportamento effettivo di una persona
è determinato dall’interazione tra tendenze disposizionali ed elementi ambientali.
Lo strumento più noto e utilizzato per la misurazione dei Big Five è il “neo personality inventory
revised” (NEO-PI-R) che si compone di 240 item, con una scala di valutazione lickert a 5 passi.
CAPITOLO 5
Nell’ ambito dell’approccio biologico allo studio della personalità non esiste una posizione univoca
e condivisa dalla totalità degli studiosi in merito alla misura e al grado in cui i fattori di ordine
biologico influenzino lo sviluppo delle caratteristiche di personalità.
La genetica comportamentale, che alcuni autori definiscono un mix tra psicologia e genetica, è il
settore di indagine che si occupa di verificare in che misura il corredo genetico contribuisca a
determinare specifiche caratteristiche comportamentali, includendo la personalità.
Per valutare e quantificare l’apporto dei fattori genetici, i genetisti comportamentali utilizzano per lo
più due differenti metodi di ricerca: gli studi sui gemelli e sulle adozioni.
Negli studi sui gemelli viene confrontato il grado di somiglianza tra gemelli geneticamente identici,
monozigoti, e gemelli non identici, eterozigoti, con l’obiettivo di determinare il peso relativo di geni
e ambiente nello sviluppo di caratteristiche comportamentali.
Negli studi sulle adozioni viene confrontato il grado di somiglianza tra figli adottivi e genitori/fratelli
biologici/adottivi per stabilire il peso relativo di geni e ambiente nello sviluppo di caratteristiche
comportamentali.
Nell’ambito dello studio dell’influenza genetica sulle caratteristiche temperamentali, la proposta
teorica di Bus e Plomin riveste una notevole importanza.
A partire dalle valutazioni che i genitori davano dei propri figli, gli autori hanno identificato le
dimensioni temperamentali che compaiono più precocemente e che risultano essere
maggiormente influenzate da fattori genetici e queste sono: l’emozionalità, l’attività e la
socievolezza.
Le iniziali delle tre dimensioni danno il nome alla teoria di Bus e Plomin, ovvero la teoria EAS.
L’emozionalità rappresenta la tendenza ad una facile e intensa attivazione emotiva in condizioni di
stress e uno stato di tensione generalizzato; l’attività corrisponde al livello generale di energia e
attivazione dell’individuo e risulta essere correlata all’intensità e al ritmo dei movimenti motori; la
socievolezza, infine, è la tendenza a ricercare la compagnia delle altre persone.
Altri due studiosi, Thomas e Chess, riconoscono un ruolo cruciale alla genetica nella
determinazione delle caratteristiche temperamentali, identificano tre principali categorie
temperamentali: il bambino “facile”, di umore positivo, adattabile, con risposte emotive non intense;
il bambino “difficile”, di umore negativo, poco adattabile, con risposte emotive molto intense; il
bambino “lento”, di umore tendenzialmente negativo, con scarsa reattività, lento ad adattarsi, con
rispose emotive moderatamente intense.
La genetica comportamentale stima non solo l’effetto dei geni, ma anche l’influenza dell’ambiente,
gli effetti ambientali possono essere ripartiti in due componenti che, generalmente, vengono
denominate ambiente condiviso e ambiente non condiviso.
I risultati ottenuti da diversi studi suggeriscono che i fattori ambientali che esercitano una maggiore
influenza sulla personalità individuale siano quelli non condivisi.
Avendo realizzato che l’ambiente non condiviso è cruciale nello sviluppo della personalità, risulta
chiara la ragione per cui i fratelli cresciuti nella stessa famiglia sono così diversi tra loro.
La genetica comportamentale sottolinea che le esperienze che ciascun individuo vive, le influenze
ambientali, sono strettamente correlate con le propensioni genetiche individuali, un fenomeno
conosciuto come correlazione genotipo e ambiente.
Esistono tre differenti tipi di correlazione genotipo e ambiente: passiva, evocativa e attiva.
Nel primo caso il bambino eredita passivamente dai genitori gli ambienti familiari che sono correlati
con le proprie propensioni genetiche.
La correlazione genotipo-ambiente di tipo evocativo si verifica quando l’individuo evoca specifiche
reazioni nell’ambiente sulla base delle proprie propensioni genetiche.
Infine, ed è questo il caso della correlazione genotipo-ambiente di tipo attivo, l’individuo in prima
persona seleziona, modifica e costruisce le proprie esperienze che sono correlate con le proprie
propensioni genetiche.
Un ambito di studio particolarmente promettente di recente sviluppo è rappresentato dalla genetica
molecolare, disciplina che si occupa di identificare i loci genici, e relative loro interazioni, che sono
alla base dello sviluppo di determinate caratteristiche di personalità.
L’approccio fisiologico si concentra su dimensioni della personalità specifiche e circoscritte,
esplorate attraverso la misurazione diretta di quei sistemi biologici che si ritiene siano correlati a
tali dimensioni.
Alcune caratteristiche di personalità e temperamentali possono essere strettamente connesse a
specifici sistemi biologici che riflettono principalmente la modalità di funzionamento del sistema
nervoso.
La teoria regolativa del temperamento (RTT) proposta da Strelau identifica due tipologie
temperamentali: alto-reattivo e basso-reattivo, basate su un diverso grado di attivazione basale
della formazione reticolare.
Il temperamento alto-reattivo identifica individui con alta sensibilità, una bassa soglia sensoriale
emotiva, e bassa resistenza.
Il temperamento basso-reattivo identifica gli individui caratterizzati da bassa sensibilità, soglia
sensoriale emotiva elevata, e alta resistenza.
Nella teoria della sensibilità al rinforzo (RST), Gray, propone l’esistenza di due distinti sistemi
cerebrali, ciascuno dei quali ricopre una specifica funzione: il sistema