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LE PAROLE DEL CORPO
La comunicazione
Una conoscenza può essere rappresentata in due formati diversi: sensomotorio (immagine mentale o una
serie di movimenti muscolari es. sedia = immagine visiva nella mia mente quattro zampe e schienale) e
proposizionale (predicato e suoi argomenti io so (predicato) che è una sedia (argomento)).
Acquisiamo le conoscenze attraverso:
- La percezione: i nostri sensi ci mettono in contatto col mondo esterno
- la memoria: dove le conoscenze vengono collocate e collegate attraverso legami logici
–
- le inferenze: nuove conoscenze generate a partire da quelle preesistenti percepite o ricordate. sono
una formidabile potenzialità creativa della mente umana e un’altra
- la significazione: conoscenza automatica fra un evento fisico (segnale) conoscenza
Quando un’inferenza che si trae da una conoscenza è molto ricorrente. richiede meno
(significato).
lavoro mentale es. il significato di baciare è amare/ fumo = fuoco.
Un sistema (mittente) ha lo scopo che un altro sistema (destinatario) venga ad avere una certa conoscenza
(significato) e per realizzare questo scopo emette un segnale (stimolo fisico e percepibile) che viene
prodotto e percepito secondo una determinata modalità ed è collegato a quel significato attraverso un
sistema di comunicazione.
L’esistenza di uno scopo (stato regolatore) di comunicare è condizione necessaria delle comunicazione.
Lo scopo di comunicare può essere interno o esterno, cioè rappresentato o meno nella mente di un
individuo SCOPI INTERNI SCOPO ESTERNI
conscio: rappresentato e meta- artefatti: spia della benzina che
rappresentato nella nostra mente: avvisa quando sei in riserva
voglio farti sapere qualcosa e so rappresentato nella mente del
di volerlo far sapere costruttore
inconscio: scopo comunicativo funzioni comunicative biologiche:
che A ha ma non riconosce di es. rossore = vergogna segnali
avere perché il solo pensiero lo fa governati da finalità sociali come
soffrire es. A è arrabbiato con B esprimere la propria identità e
perché B ha fatto ritardo, ma non appartenenza ad un gruppo
vuole farglielo pesare. rimane
comunque tutta la serata con il
muso
tacito: quando facciamo un gesto
mani dall’alto in basso per
(es.
enfatizzare il discorso) ma non ne
siamo coscienti per ragioni di
economia cognitiva
Il mittente può essere un animatore quando parla senza aver pensato in prima persone (= attore); autore
quando usa le parole formulate dall’autore.
quando pianifica e costruisce il discorso e mandante
Il destinatario è colui a cui è destinata la comunicazione, mentre il ricevente è colui che si è ritrovato a
ricevere il messaggio.
A volte il mittente comunica a più destinatari nello stesso tempo attraverso una doppia comunicazione =
dire qualcosa affinché implicitamente anche un’altra persona lo intenda es. anziana commenta la
maleducazione dei giovani per indurre il sedicenne seduto a lasciarle il posto
Il segnale è uno stimolo fisico, percepibile con i sensi, che è collegato ad un significato nella mente del
mittente e in quella destinatario ed è prodotto dal mittente e percepito dal destinatario.
es. gesto, manifestazione, spia dell’olio
- azione di un organismo, di un gruppo o di un oggetto
oggetto prodotto da un’azione
- es. film
oggetto usato per compiere un’azione
- es. distintivo del poliziotto
- parte di un oggetto o di un organismo es. verde del semaforo o occhiaie
- aspetto di un oggetto, di un organismo o di un gruppo es. rossore
- una non-azione es. silenzio
Il modo in cui un segnale è prodotto e percepito avviene secondo modalità produttive quando ci riferiamo
al mittente e ricettive quando ci riferiamo al destinatario. Gli umani utilizzano per la comunicazione tante
modalità ricettive quanti sono i loro sensi e usano tante modalità produttive quanti sono gli organi di
produzione dei segnali.
Quando comunichiamo possiamo dare conoscenze su eventi del mondo, concreti o immaginari, sul tempo e
sul luogo. L’altro percepisce conoscenze sulla mia identità che vengono dalla voce, dal mio accento o dalla
forma del mio viso. Trasmettiamo segnali governati da scopi biologici e sociali di cui spesso non ci rendiamo
conto (identità oggettiva) oppure ci mostriamo per come vogliamo apparire.
Mentre comunichiamo possiamo dare conoscenze sui nostri stati mentali relativi a ciò di cui stiamo parlando.
- grado di certezza: attraverso avverbi, modi del verbo o gesti (mani col palmo in sopra aperte,
aggrottare le sopracciglia per indicare che sono serio)
- informazioni meta cognitive che indicano da quale fonte mi arrivano le credenze che sto
comunicando es. schioccare le dita = sto cercando di ricordare, virgolette = prendo le distanze,
sguardo in basso a sinistra = sto ricordando
Nel comunicare informiamo sugli scopi del discorso attraverso verbi performativi, con l’intonazione o con
comunicativa dell’atto che sto compiendo >
sguardi ed espressioni facciali performative (intenzione
domanda, preghiera...)
In ogni atto di comunicazione si devono comunicare conoscenze nuove da unire a quelle preesistenti del
destinatario. E’ utile che l’interlocutore sottolinei la parte nuova con particolari costruzioni sintattiche es.
veloce innalzamento delle sopracciglia, gesto batonico o intonazione enfatica.
La conversazione è un atto di comunicazione reciproco in cui le persone a turno producono atti comunicativi
concatenati. Dei segnali facilitano la presa del turno o black-channel: indicare col palmo (per passare il
turno), annuire col capo, aggrottare le sopracciglia, spalancare gli occhi (per far vedere che si sta seguendo
la conversazione).
Il Mittente può esprimere anche le proprie emozioni che sta provando riguardo ciò su cui comunica: parole
emotive o espressioni facciali.
Un sistema di comunicazione è una serie di regole per mettere in corrispondenza segnali e significati. I
segnali possono essere autonomi (es. segnali simbolici: dito davanti la bocca per silenzio>non bisogna
accompagnarli al parlato), o non-autonomi perché si possono usare solo quando si parla (es. gesti batonici).
Un segnale è codificato quando è collegato stabilmente ad un significato specifico e condiviso sia dal
E’ rappresentato nella memoria a lungo termine.
destinatario che dal mittente (gesti simbolici).
Una serie di segnali codificati costituisce un lessico. Il lessico a sua volta contiene regole su come combinare
i segnali, cioè una sintassi.
E’ un segnale creativo quello inventato ex novo (es. contrabbasso, cerco di mimare i gesti o il suono
L’interlocutore riesce ad intendere grazie a regole di inferenza basate sulla somiglianza acustica e
profondo).
visiva tra il segnale e il significato (segnale iconico).
Fra i segnali codificati alcuni sono innati es. esultare le braccia in alto per esprimere esultanza, altri sono
codificati su base culturale, hanno un particolare significato solo in quella determinata cultura.
–
Saussure differenzia i segnali motivati quando segnale e significato sono legati da una relazione non
causale (somiglianza > gesti iconici, composizionalità > ricavare dagli stessi elementi di numero finito un
infitio numero di possibili combinazioni (ivato: vedi partita Iva), determinismo meccanico > quando il
segnale è determinato da meccanismi fisiologici collegati al significato (gesto di esultanza).
I segnali sono arbitrari quando i suoi significati non sono inferibili senza conoscerli (es. mano a tulipano:
Italia “ma che vuoi?”, in Tunisia “aspetta”.)
In ogni atto comunicativo si chiede ad un’altra persona di compiere un’azione. Un segnale è olofrastico
quando da solo porta il significato di un intero atto comunicativo (es. beh?); è articolato quando veicola solo
una parte dell’atto comunicativo.
Affinché una comunicazione riesca è necessario che il Mittente abbia una conoscenza e lo scopo di
comunicarla e deve comunicare il sistema di comunicazione condiviso col destinatario. Il mittente deve farsi
un “modello del contesto” e un “modello del Mittente” così che il suo non è solo un tentativo di comunicare,
ma comunicazione riuscita.
Le parole del corpo dall’omonimia
I sistemi di comunicazione sono caratterizzati dalla sinonimia, e dalla polisemia.
LEGAME COMPONENZIALE: gesti polisemici ma hanno in comune alcuni componenti semantici es.
indici tesi paralleli con pugni a palme in giù che si avvicinano e allontano = 1) se l’intendono, ma legame
nascosto; 2) c’è del tenero ma illecito: 3)c’è un legame nascosto
LEGAME INFERENZIALE: b si può inferire da a, c si può inferire da b = significati indiretti che sono
inferibili dai loro significati letterari es. applaudire = 1) approvazione 2)critica (usato ironicamente). Gesti
polisemici con legame inferenziale: per ricavare uno dall’altro basta applicare l’inferenza di rovesciamento
es. innalzamento delle sopracciglia = sorpresa (significato letterale) deriva dall’azione fisica
del significato.
di aprire gli occhi per vedere di più (significato primitivo) e se ne inferisce qualcosa di sorprendente che
esige spiegazioni (significato indiretto). Sono tre significati diversi, ma inferenzialmente collegati
Tra i segnali del corpo spesso c’è polisemia: per esprimere perplessità o incredulità si possono aggrottare o
alzare le sopracciglia.
In ogni sistema di comunicazione possiamo distinguere regole semantiche e regole interazionali (1), o
norme d’uso (2).
1. Corrispondenza fra segnali e significati, cioè come comunicare un certo significato es. se vuoi
salutare, dì “ciao”o scuoti la mano
2. Se un certo significato può o meno essere comunicato in una certa situazione, regole di
appropriatezza
In alcune culture, gesticolare è tendenzialmente sanzionato perché considerato un sistema di comunicazione
troppo informale e primitivo. In generale le norme d’uso impongono di non usare segnali comunicativi
osceni o sconvenienti.
Lo sguardo ha significati universalmente condivisi, ma non tutte le culture lo reputano allo stesso modo.
Come fare analisi semantica:
1. Raccogliere numero di situazioni in cui quel segnale può essere usato
Scrivere informazione che possa servire all’interpretazione del segnale
2.
3. Formulare ciò che quel segnale significa in quella situazione
4. Ipotizzare il significato del segnale che ricorre in tutte le situazioni
Costruzione una situazione per vedere se l’ipotesi è giusta
5.
6. Provare a trovare segnali che potrebbero essere intercambiabili
LA MANO A TUL