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Il ciclo del sonno

Un ciclo di sonno è costituito da un periodo di sonno NREM e da una fase di sonno REM, con una durata media di 90 minuti. Durante il sonno notturno si osservano circa 4-6 cicli. Il sonno NREM prevale nella prima parte della notte, mentre il sonno REM al mattino.

Ontogenesi del sonno:

Nel neonato il sonno è polifasico, mentre nell'adulto è monofasico. Nel neonato, il sonno paradosso o REM compare subito dopo l'addormentamento e precede il sonno calmo, mentre nell'adulto è il contrario.

Il neonato a termine: la registrazione poligrafica associata all'osservazione diretta è il metodo più utilizzato nelle ricerche. Il sonno si presenta in 6-9 episodi che durano complessivamente 16-17 ore.

Il neonato si addormenta in sonno paradosso e il tracciato EEG è poco diverso da quello della veglia. Il sonno REM ha una durata di 5-20 minuti. Nel sonno calmo l'attività EEG è a onde lente.

Il primo anno di...

vita: nel corso dei primi mesi diminuisce il sonno paradosso perché diminuisce il sonno diurno, ma non si modifica il sonno notturno. Aumenta la durata del sonno calmo soprattutto nella prima parte della notte. L'aumento del sonno REM di mattina non è ancora comparso. Il sonno ambiguo (caratteristiche del sonno REM e NREM) sparisce nel primo anno di vita.

Infanzia e adolescenza: dal punto di vista dell'EEG diviene sempre più evidente la differente distribuzione delle onde delta all'interno del sonno NREM consentendo così la classificazione nei 4 stadi. Tra i 6 e i 15 anni la durata complessiva del sonno diminuisce lievemente: la proporzione del sonno a onde lente diminuisce e aumenta quella dello stadio 2. Con la pubertà la sonnolenza aumenta nelle ore centrali della giornata.

L'anziano: lo stadio 1 aumenta, gli stadi 2-3 rimangono invariati e lo stadio 4 diminuisce. La quantità del sonno REM non è modificata nell'anziano.

ma tende a scomparire perché l'anziano dorme meno e quindi si allunga la fase NREM. La latenza dell'addormentamento aumenta e aumentano i risvegli notturni. Fisiologia del sonno: approccio anatomo-fisiologico alla regolazione: - Nel tronco cerebrale (mesencefalo, bulbo e ponte) e nell'ipotalamo si situano le strutture anatomiche che regolano il sonno e la veglia. Von Economo nel 1930 ha scoperto che i pazienti con lesioni all'ipotalamo posteriore soffrivano di sonnolenza e quelli con lesione all'ipotalamo anteriore soffrivano di insonnia. Teoria passiva del sonno: - Esiste un meccanismo nel tronco dell'encefalo che mantiene lo stato di veglia. Moruzzi e Magoun nel 1949 hanno mostrato che la stimolazione della formazione reticolare (FR) del tronco dell'encefalo provoca risveglio. Le vie sensoriali dirottano i loro impulsi sulla FR che si risveglia. Teoria attiva del sonno: - Esiste una porzione di FR craniale attivatrice e una caudale inibitrice. La

stimolazione della FR inibitrice provoca la comparsa di onde lente come quelle del sonno profondo. Successivamente sono stati identificati due nuclei sotto il bulbo detti nuclei del fascio solitario la cui simolazione induce "attivamente" il sonno nell'animale sveglio.

Neurochimico: Approccio Pieron nel 1912 suggerì che durante la veglia si accumulasse nel cervello una sostanza chiamata ipnotossina che svolgeva un ruolo rilevante nell'induzione del sonno. Jouvet nel 1969 disse che il sonno e la veglia sono due conseguenze della liberazione di mediatori chimici. La distruzione completa dei nuclei del rafe (serotoninergici) provoca insonnia ininterrotta. Se si inibisce la serotonina si provoca insonnia nell'animale. Il ruolo della serotonina è stato messo in dubbio però dal fatto che se la distruzione dei nuclei del rafe avviene in età precoci gli animali dormono normalmente da adulti.

La presenza di un centro inibitore nel ponte spiega

Perché l'animale e l'uomo stiano completamente fermi durante il sonno REM, la sua attivazione provoca la paralisi e impedisce tutti i movimenti. Senza questo centro inibitore l'animale si muoveva secondo comportamenti istintivi ignorando gli stimoli ambientali. Il centro del sonno coinvolge sistemi neuronali situati nel prosencefalo basale, nel talamo e nella formazione reticolare.

I ritmi biologici: i fenomeni biologici oscillano tra un massimo e un minimo definendo così i cicli che sono caratterizzati da un'ampiezza e periodo. Zeitgeber (agenti sincronizzatori, indica i fattori esogeni che influenzano i ritmi biologici), ritmo biologico con periodicità di ultradiano e infradiano (cosinor=24 ore, superiore e inferiore a un ciclo al giorno), il free running (analisi statistica che descrive l'andamento ritmico a partire da una serie di dati), running (verifica della ciclicità di numerose funzioni fisiologiche nel corso di lunghi soggiorni in).

temperatura corporea. Durante la notte, il sonno è caratterizzato da cicli di sonno REM (movimento rapido degli occhi) e sonno non REM, che si alternano. Durante il sonno REM, si verificano i sogni più vividi e intensi, mentre durante il sonno non REM si verificano principalmente processi di riparazione e riposo del corpo. La qualità del sonno può essere influenzata da vari fattori, come lo stress, l'ambiente di sonno e le abitudini di sonno. È importante avere una buona higiene del sonno per garantire un sonno di qualità e un buon riposo.

La temperatura e la tendenza al risveglio si situa nella fase ascendente del ciclo della temperatura. Gli addormentamenti si situano in ore prossime a quelle per i valori minimi di temperatura, i risvegli invece si verificano nella fase ascendente.

Le prime fasi dello sviluppo: la periodicità circadiana del ritmo circadiano è evidenziabile a partire dal quarto mese di vita. Il feto e i bambini prematuri non hanno ritmi circadiani. Durante il primo anno di vita diminuiscono il numero degli episodi e nel periodo notturno si osserva un lungo episodio di sonno ininterrotto. Durante il giorno si possono riscontrare esempi di sonno di breve durata.

L'invecchiamento: nell'invecchiamento il ritmo circadiano si attenua, i sonnellini diurni sono frequenti e il sonno notturno si riduce.

Modelli di regolazione del sonno nell'uomo: i modelli a oscillatori multipli sostengono che esistono almeno due orologi circadiani interni. Il primo controlla la fluttuazione della temperatura, i

meccanismi del sonno REMe il secondo si sincronizza con l'altro a parte che negli organismi che hanno la freerunning e presentano la de sincronizzazione interna e l'indipendenza dei due orologi. Il modello di Borbely: prevede che l'interazione tra due processi, il processo C(circadiano) e il processo S (omeostatico) regoli l'alternanza del sonno e della veglia. Questo modello consente di prevedere con precisione il momento del risveglio spontaneo (la durata del sonno) e alcune caratteristiche fisiologiche del sonno (presenza e durata delle fasi). Secondo Borbely la diminuzione di onde lente nel corso della notte è parallela alla diminuzione del processo S: un meccanismo o una sostanza che si accumula nella veglia e viene smaltita durante il sonno. Il modello di Borbely tiene conto anche dei ritmi circadiani attraverso il processo C, legato alla temperatura corporea. Una ricerca recente ha confermato l'ipotesi di una comparsa precoce dei meccanismi

diregolazione omeostatica del sonno oltre a quelli circadiani che spiegano il passaggio dall'organizzazione polifasica a monofasica. Tipologie del sonno: la durata del sonno quotidiano è diversa e costante per ciascun individuo. Nei giovani la durata media è di 7,5 ore. Gli short sleepers dormono meno di 6,5 ore, ma il sonno ha le stesse caratteristiche di quelli che dormono di più. Il sonno degli short sleepers subisce un'interruzione anticipata, diminuisce lo stadio 2. Il sonno dei long sleepers dura più di 8,5 ore e si caratterizza per una durata maggiore del sonno REM e dello stadio 2. Le ultime fasi del sonno sono costituite dal sonno REM e dallo stadio 2 che mancano negli short. Il recupero dopo la privazione di sonno avviene in 2 modi diversi negli short e nei long. I primi hanno bisogno di allungare la durata del sonno abituale per recuperare il sonno a onde lente, i long sleepers invece non hanno bisogno di aumentare la durata del sonno. La tendenza

A anticipare o ritardare il sonno rispetto a un punto di riferimento definisce i gufi e le allodole. Le allodole si caratterizzano per un precoce addormentamento serale, la rapida comparsa di sonno a onde lente e risveglio mattutino precoce. I gufi invece hanno una maggiore efficienza nelle ore serali e nella prima parte della notte, hanno difficoltà ad addormentarsi e hanno un ritardo nella comparsa del sonno a onde lente. Tendono a svegliarsi tardi al mattino e a raggiungere tardi i livelli ottimali di efficienza mentale.

Il ritmo sonno-veglia dell'adulto ha un andamento bi-circadiano, cioè caratterizzato dalla presenza di due cicli nelle 24 ore. Il punto intermedio dell'episodio di sonno più lungo si situa nel periodo in cui la temperatura scende ai livelli minimi (sonno notturno), mentre il punto intermedio dell'episodio di sonno più breve tende a precedere di poco il picco massimo di temperatura.

Alcuni individui fanno la

La siesta è un'appetitiva per ragioni diverse dal bisogno di sonno e i benefici psicologici non sono correlati direttamente alla fisiologia del sonno. Quelli che fanno la siesta sostitutiva dormono invece per recuperare una privazione parziale di sonno della notte precedente. I non-nappers sono coloro che non fanno mai la siesta perché le conseguenze di questa sono spiacevoli.

La privazione di sonno può essere quando al soggetto viene impedito di dormire, oppure il sonno viene interrotto secondo criteri indipendenti dal tipo di sonno o selettiva dallo stadio o quando il sonno viene interrotto in un determinato stadio o quando il soggetto entra in un certo tipo di sonno sotto controllo poligrafico. La non selettiva privazione di sonno può essere totale o parziale. Molti militari, piloti, ecc. ne sono sottoposti e devono eseguire compiti complessi in seguito. L'organismo umano sopporta bene la privazione di sonno sia dal punto di vista psicologico che fisiologico.

Dettagli
A.A. 2019-2020
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camillaniccolai di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del sonno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Giganti Fiorenza.