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MENTE NEL SONNO - Criteri che permettono di separare il sonno dalla veglia
Nei vertebrati ci sono indicicomportamentali (postura, luogo, assenza di motilità, elevazione della soglia di risposta inseguito ad eventi esterni) ed elettrofisiologici.
Tecniche di rilevazione:
- Elettroencefalogramma (registra attività elettrica cerebrale con elettrodi sullo scalpo)
- Elettroonculogramma (registra i movimenti degli occhi sfruttando la differenza di potenziale corneo-retinico)
- Elettromiogramma (tono muscolatura asse corporeo registrato con elettrodi sul mento)
- Poligrafia
Sonno (Salzarulo): stato dell'organismo caratterizzato da una ridotta reattività agli stimoli ambientali che comporta la sospensione dell'attività relazionale e modificazioni della coscienza; si instaura spontaneamente e periodicamente, si autoelimina nel tempo ed è reversibile secondo 3 livelli: stato, ciclo e episodio - organizzato.
1) STATO: condizione individuata necessariamente da più indici,
Ognuno dei quali conserva una determinata caratteristica per una certa durata. Il passaggio di stato avviene quando tutte le variabili assumono simultaneamente altre caratteristiche.
SONNO ATTIVO (REM, irregolare, paradosso): attività elettroencefalografica di bassa ampiezza e elevata frequenza, assenza di tono muscolare dell'asse corporeo, irregolarità del ritmo cardiaco e respiratorio con possibilità di apnee dovute a comandi partiti dal SNC, movimenti oculari rapidi ed episodici (salve più brevi), attività motoria intensa (zone distali degli arti superiori/inferiori e il volto), sul volto appaiono contrazioni asincrone dei muscoli (impressione di smorfie accompagnate da espressioni vocali).
SONNO CALMO (NREM): attività elettroencefalografica dominata dal tracciato alternante (attività EEG ciclica con periodi di alto voltaggio e bassa frequenza a cui seguono altri con basso voltaggio e alta frequenza), attività neurovegetative, cardiache.
e respiratorie molto più regolari, no movimenti oculari rapidi, motilità ridotta e caratterizzata da soprassalti (movimenti di estensione e adduzione degli arti superiori) con sonno calmo adulto: attività EEG -> differenza nell'adulto ha frequenza diverse e una diversa modulazione temporale stadi di variazioni di frequenza e ampiezza delle onde: stadio 1 (ritmo alfa, tipico della veglia -> 4 ad occhi chiusi e degli istanti precedenti l'addormentamento, viene sostituito in più del 50% dal ritmo theta), stadio 2 (sonno leggero con onde theta ma appaiono anche i fusi del sonno e dei complessi K) stadio 3 e 4 (sonno a onde lente con attività delta) tra REM e NREM può avvenire sia bruscamente (variabili si modificano rapidamente -> transizione e simultaneamente per assumere le caratteristiche dell'altro stato) che progressivamente (periodo di incertezza funzionale in cui alcune variabili conservano le caratteristiche dello stato precedente ed altreassumono quelle dello stato successivo) a onde lente: esprime la funzione omeostatica del sonno, cioè di mantenimento del equilibrio sonno-veglia componente necessaria che tende a mantenersi costante da un giorno all'altro
2) CICLO: sequenza NREM-REM costituisce un ciclo della durata di 90-100 minuti nell'adulto ripetuto nella notte 4-5 volte (proporzione di stati all'interno di un ciclo varia nel corso dello stesso episodio di sonno con una quantità più elevata di sonno NREM nei primi cicli e sonno REM negli ultimi è essenziale per l'attività biologica nel corso dello sviluppo: strutture e sostanze implicate ciclo nel controllo del sonno si mettono in moto successivamente ed ognuna è necessaria affinché la successiva possa manifestarsi questo permette il completo svolgersi di uno stato e l'apparizione del successivo (legame funzionale tra i due)
3) EPISODIO: durata media di 7-8 ore sonno NREM nel
75-80% e REM per restante 20-25% -> quantità totale di sonno a onde lente (100 minuti) si mantiene stabile anche quando la durata dell'episodio di sonno si modifica l'intervallo tra addormentamento e risveglio del mattino esistono interruzioni del durante sonno con intrusioni di arousals (brevi e parziali risvegli) molte specie animali l'alternanza sonno-veglia è regolata da un marcatempo circadiano in endogeno e un processo omeostatico ci sono ritmi biologici dotati di una periodicità circadiana che oscilla nelle 24 ore fra un valore massimo (zenit) e uno minimo (nadir) marcatempo circadiano si trova nei nuclei suprachiasmatici dell'ipotalamo e regola i ritmi di molte variabili (temperatura corporea, secrezione del cortisolo plasmatico, adrenalina, melatonina) - IN condizioni normali c'è una stretta relazione tra il ritmo sonno-veglia e la curva della temperatura: l'uomo tende a svegliarsi al mattino in corrispondenza dellaFase ascendente dell'acurva della temperatura mentre la propensione al sonno aumenta in coincidenza con il calo dellatemperatura corporea (ponte del sonno). Durata sonno e sonno REM hanno una periodicità circadiana ci sono 2 oscillatori circadiani distinti: uno serve per regolazione temperatura corporea, volume urinario, escrezione urinaria di potassio e sonno REM; l'altro controlla l'alternanza sonno-veglia, il sonno a onde lente, l'ormone della crescita e l'escrezione urinaria di calcio. Durata e distribuzione delle componenti di un episodio di sonno sono dipendenti dalla durata della veglia precedente e dalla posizione rispetto al ritmo circadiano della temperatura (anche quando il sonno diurno raggiunge durate elevate non ha mai le caratteristiche di un sonno notturno in miniatura). Il sonno diurno con sonno a onde lente interferisce con sonno notturno successivo: avrà meno sonno a onde lente rispetto a quota abituale.
Perché l'organismo mantiene costante nelle 24 ore la quota di questo tipo di sonno? Fattori che intervengono a rendere il sonno più fragile: livello sonoro ambientale, lavoro a turni (la frequenza di cambiamenti incide perché sposta il rapporto tra ritmo sonno-veglia e ritmo della temperatura con conseguenze anche sulla percezione soggettiva della qualità del sonno e del suo ruolo ristoratore).
Cambiamenti con l'età: si modificano le attività cerebrali che costituiscono le componenti dei vari stati, le espressioni periferiche del controllo motorio e vegetativo e la quantità e distribuzione nel tempo degli episodi e degli altri livelli di organizzazione nel corso dell'invecchiamento. Le attività cerebrali cambiano: diminuisce la capacità di produrre onde di elevata ampiezza che sono i costituenti del sonno a onde lente di sonno comunque presenti ma la proporzione sul tempo totale diminuisce, i risvegli stati aumentano, la...
Durante il sonno, la durata dell'episodio scende sotto le 7-8 ore, a mantenere la continuità. La difficoltà dell'episodio di sonno è influenzata da diversi fattori, come la diminuzione della durata della veglia, la minor ampiezza del ritmo della temperatura e la fragilità del sonno negli anziani. Tuttavia, gli anziani sono comunque soddisfatti del loro sonno perché si abituano al proprio tipo soggettivo-fisiologico di sonno. Esistono anche delle cronotipologie, che sono variazioni interindividuali riguardanti gli orari in cui si ha la massima propensione al sonno e al risveglio, tradotte in differenze nel periodo del giorno in cui è localizzato l'episodio di sonno. Si distinguono tra mattinieri/mattutini (allodole), serotini (gufi) e intermedi. Il picco massimo della temperatura corporea dei mattutini è più precoce rispetto a quello dei serotini. Durante il sonno, il cervello produce attività spontanea e risponde anche a stimoli esterni di varia natura.Possono modificare l'attività cerebrale e queste modificazioni possono essere rese visibili attraverso l'uso di tecniche. Il livello di vigilanza può essere modificato dagli stimoli di minor intensità, ma possono dar luogo a risposte particolari nelle rispettive aree cerebrali di ricezione.
Se introduciamo uno stimolo acustico semplice, che è stato fra quelli più frequentemente utilizzati per lo studio dei potenziali evocati acustici, si ottiene una risposta precoce (BAEP) analoga a quella ottenuta in veglia. Il sonno il cervello è sensibile alle modificazioni acustiche durante le fasi elementari dell'ambiente, anche se in modo diverso a seconda del tipo di sonno.
In sonno REM e in stadio 1 si osserva una componente evocata P300 dopo la presentazione dello stimolo target (diverso dai soliti), uguale a quella osservata in veglia. Ma questa risposta non è presente in stadio 2 con la presentazione del nome del soggetto dopo una sequenza.
di sonno. Durante il sonno REM, la componente P300 aumenta di ampiezza in base alla salienza e alla frequenza del target. La componente P450, invece, è sensibile solo alla probabilità di occorrenza del target durante il sonno REM e lo stadio 2. Durante lo stadio 2, non compare la componente P300, ma si osserva la P450. Durante il sonno a onde lente, la comparsa del target non produce nessuna risposta, mentre durante il sonno REM si osserva una componente evocata in risposta ad uno stimolo semplice deviante dal contesto. Durante lo stadio 2, non si hanno risposte evocate successive alla comparsa di uno stimolo deviante per caratteristiche fisiche, ma si evidenzia la risposta P450 per stimoli target che si differenziano dagli altri per il significato. Il cervello è in grado di compiere un'elaborazione semantica di stimoli linguistici provenienti dall'esterno anche durante il sonno.sonno e tale elaborazione avviene in tempi più lunghi rispetto allaveglia= comunicazione con ambiente è possibile sia durante il sonno REM che NREM ma con modalità diverse che riflettono la specificità del funzionamento del SN in ciascun sonno in sonno REM il cervello risponde a stimolazioni esterne come fosse sveglio (vengono accettate assurdità linguistiche al contrario della veglia) MENTRE in sonno NREM c'è un pattern di risposta diverso (nello stadio 2 il cervello elabora stimoli provenienti dall'esterno compiendo operazioni cognitive complesse; nel sonno a onde lente non sono state osservate risposte evocate in seguito alla presentazione di stimoli per caratteristiche fisiche e significato)3. SOGNO-Nel sogno vengono fisiologicamente elaborati conflitti inconsci in modo mascherato, non comprensibile immediatamente dal soggetto stesso meccanismo alla base d