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La notte e il giorno

La notte ha un legame con il mistero, nella pittura è identificata con il buio. Nelle popolazioni non occidentali la notte si svolgono riti, il sonno è interrotto per attività di tipo religioso. Nelle popolazioni occidentali nella notte c'è un solo e continuo episodio di sonno. Alcuni tipi di lavoro portano l'individuo a essere sveglio di notte e a dormire di giorno, in questi casi si presentano problemi di salute (disturbi gastro-intestinali), sonno di scarsa qualità perché l'individuo deve invertire il ritmo delle attività biologiche per adattarlo agli orari di lavoro. L'età rende ancora più difficile l'adattamento a questi turni lavorativi soprattutto dopo i 50 anni. Gli scienziati sostengono che di notte si dorma meglio in relazione alle attività fisiologiche dell'organismo e grazie all'oscurità. Alcuni scienziati e intellettuali sostengono

però di trovare nella notte serotina condizioni ottimali per svolgere il proprio lavoro. Gli individui si dividono in: (ritardano mattinieri l'orario di addormentamento e di risveglio) e (anticipano l'orario di addormentamento e di risveglio). Scegliere di stare svegli la notte può significare anche di avere timore di non controllare i propri pensieri quando ci si lascia prendere dal sonno, nella notte c'è maggiore attenzione a noi stessi e a ciò che ci circonda. La paura del buio dei bambini si trasforma negli adulti in paura dei propri pensieri evitati di giorno quando la mente è ancorata alla realtà. Nell'invecchiamento la notte è movimentata caratterizzata da un'attività motoria non voluta e talvolta incessante. Gli anziani si svegliano ripetutamente e hanno difficoltà ad addormentarsi. In alcuni casi il movimento diventa deambulazione, specialmente nei casi di demenza. Per gli anziani la notte.

Diventa quindi un "laboratorio di attività motorie e mentali" in cui l'anziano produce fantasie e ricorda eventi passati. La notte è quindi caratterizzata da malinconia, pensieri depressivi e paura.

Il giorno è strettamente legato alla notte in un rapporto dialogico. Il passaggio dalla notte al giorno avviene gradualmente attraverso l'alba e il tramonto. Nel periodo diurno cambiano intensità e modalità di funzioni fisiologiche e mentali e conseguentemente le possibilità lavorative.

Il giorno dei turnisti oscilla tra periodi di veglia e di sonno che hanno conseguenze negative sui rapporti familiari e sociali. Per un anziano in pensione il giorno è poco organizzato e caratterizzato prevalentemente da noia. Quello che si era previsto di fare il giorno prima può svanire per difficoltà della memoria prospettica, che ci porta verso il futuro. Incapace di poter dormire la notte, l'anziano non può

Sfruttare a pieno il giorno. La noia caratterizza le sue giornate e non c'è più scansione del tempo in funzione di scopi. Il giorno può diventare un'alternanza di sonno e veglia.

I cambiamenti del sonno nel ciclo di vita si studiano attraverso l'osservazione diretta del comportamento del soggetto o utilizzando questionari.

Il ritmo sonno-veglia: l'episodio di sonno nel giovane adulto è e le sue eventuali deviazioni sono dovute a fattori culturali. La presenza di un unico episodio di sonno è il risultato di un'evoluzione che si avviene nel primo anno di vita. La "consolidazione del sonno" avviene a ritmo polifasico. A 12 mesi si dorme 6-7 ore di fila. Fino ai 3-4 anni abbiamo ancora un ritmo monofasico.

Anche i fattori ambientali, relazionali e patologici influiscono sul ritmo del sonno. Con l'invecchiamento aumentano coloro che dormono meno di 6 ore a notte ma aumenta anche...

Il numero di chi dorme 9 ore. Si può dire quindi che emerge la tendenza a diventare brevi o lunghi naps). Dormitori. Si verificano anche frequentemente episodi di sonno nel pomeriggio (I ritmi biologici: nel primo anno di vita le principali funzioni fisiologiche acquisiscono un ritmo circadiano, a parte il sonno che lo acquisisce a 3-4 anni. A questo punto l'addormentamento coincide con l'abbassamento della temperatura e il risveglio con l'innalzamento. Nell'invecchiamento ci sarà un appiattimento del ritmo e quindi uno spezzamento del sonno. Con l'età cambia anche l'ora del giorno in cui i valori della temperatura raggiungono il massimo e il minimo. L'origine dell'appiattimento è dovuto alla diminuzione della secrezione di melatonina e a fattori metabolici e energetici. La struttura del sonno nell'invecchiamento: esistono 3 principali livelli di "organizzazione" del stato, ciclo episodio.sonno:

Ognuno di questi ha caratteristiche specifiche. Una buona organizzazione conferisce qualità all'insieme. Gli strumenti utilizzati che danno informazioni più complete sono quelli che permettono di acquisire molteplici attività fisiologiche (ritmo cardiaco, ritmo respiratorio, movimenti oculari e temperatura). A partire da queste variabili si determinano gli stati di sonno e dai loro legami si definiscono i cicli. L'episodio di sonno invece è l'intervallo di tempo tra due veglie occupato dal sonno e può essere formato da cicli. Lo si costruisce nelle ultime settimane di gestazione grazie al SNC. È caratterizzato dalla coordinazione di alcune attività fisiologiche che sono diverse da quelle che caratterizzano l'altro stato. Questi 2 stati si chiamano sonno attivo e sonno calmo, e sono gli "antenati" del sonno REM e NREM. Quando iniziano a essere presenti in successione ciclica formano i cicli di sonno.

calmo+sonno attivo). Crescendo l'individuo diventa sempre più capace diepisodi.creare cicli ininterrotti dalla veglia che si chiamano In una notte ne avvengono 4-5.Il sonno REM è caratterizzato da:

  • Attività cerebrale desincronizzata (onde di bassa ampiezza e alta frequenza)
  • Movimenti oculari rapidi
  • Ritmo cardiaco e respiratorio rapidi.

Il sonno NREM è caratterizzato da:

  • Assenza di movimenti oculari rapidi
  • Ritmo cardiaco e respiratorio regolari
  • È suddiviso in 4 stadi in base alle caratteristiche dell'attività cerebrale:
    1. Fusi (frequenza 12-16 Hz) e complessi K (onda aguzza seguita da onda lenta);
    2. Ritmo theta (frequenza 4-7 Hz);
    3. Fusi, ritmo theta e delta (0,5-4 Hz);
    4. Ritmo delta.

Lo stadio 1 e 2 rappresentano il sonno leggero. Lo stadio 3 e 4 vengono raggruppati con il sonno a onde lente (SOL) termine e si sviluppa al 4° mese. Nell'episodio di sonno notturno dell'adulto il SOL rappresenta il 20-25%

del sonno NREM e stanella prima parte del sonno per poi diminuire progressivamente. Si pensa che sia legato al processo S (componente omeostatica). La probabilità di svegliarsi nella prima parte della notte è molto bassa, infatti il sonno REM sta nella seconda parte. Nell'anziano il sonno REM diminuisce e scende al 20% e la composizione del sonno NREM cambia. Prevalgono gli stadi 1 e 2 del sonno leggero. I fusi sono numerosi e le frequenze più basse. Nell'anziano la regolazione omeostatica è intatta quindi non influisce sulla modificazione del sonno. La disorganizzazione del sonno nell'anziano: nel bambino l'immaturità del SNC impedisce di mantenere uno stato comportamentale per un lungo periodo, nell'anziano invece c'è la perdita di queste capacità acquisite da adulto. Tra i 60 e i 75 anni ci si sveglia mediamente 4 volte a notte, non c'è differenza tra la prima e la seconda parte di sonno.aumenta la durata dei periodi di succesfull agingveglia intrasonno. I sono coloro che hanno un invecchiamento ottimale esfuggono a questa tendenza. Chi soffre di patologie si sveglia di più durante la notte. Con l'invecchiamento i cicli sono meno numerosi e gli stati sono interrotti dalla veglia. Il cervello ha un sonno disorganizzato. Solo il tempo di sonno diminuisce con l'età, alcuni cambiamenti avvengono tra i 19 e i 60 anni. I sonnellini diurni (naps) dell'anziano: la tendenza a dormire di giorno non è associata a un disturbo del sonno, ma a un alto livello di sonnolenza diurna e a una ridotta capacità di mantenere lo stato di veglia per periodi prolungati e a un cattivo stato di salute. La difficoltà a mantenere lo stato di veglia è influenzato anche da fattori ambientali. Sonnellini frequenti hanno un impatto negativo sul sonno notturno e sulla salute, brevi sonnellini invece.salute e del sonno notturno. La sonnolenza diurna è un sintomo comune negli anziani e può essere causata da diversi fattori. Uno dei principali è la diminuzione dell'attività fisica, che può portare a una riduzione del metabolismo e a una maggiore sonnolenza durante il giorno. Altri fattori possono includere disturbi del sonno, come l'apnea notturna, che può causare risvegli frequenti durante la notte e una ridotta qualità del sonno. La sonnolenza diurna può influire negativamente sulla qualità della vita degli anziani, rendendoli meno attivi e meno in grado di svolgere le attività quotidiane. Inoltre, può aumentare il rischio di incidenti stradali e cadute, soprattutto negli anziani che guidano o che hanno problemi di equilibrio. Per migliorare la qualità del sonno e ridurre la sonnolenza diurna, è importante adottare buone abitudini di sonno. Questo può includere mantenere una routine regolare di sonno e veglia, evitare di consumare caffeina o alcolici prima di andare a letto, creare un ambiente di sonno confortevole e ridurre al minimo le distrazioni nella camera da letto. Inoltre, è importante consultare un medico se si sospetta di avere un disturbo del sonno, come l'apnea notturna. Il medico può raccomandare test diagnostici, come una polisonnografia, per valutare la qualità del sonno e identificare eventuali disturbi del sonno. In conclusione, la sonnolenza diurna negli anziani può essere causata da diversi fattori e può influire negativamente sulla qualità della vita. Adottare buone abitudini di sonno e consultare un medico per eventuali disturbi del sonno può aiutare a migliorare la qualità del sonno e ridurre la sonnolenza diurna.

Difficoltà di avere una veglia di buona qualità.

3) COME L'ANZIANO VEDE IL SONNO: IMMAGINARE E RICONOSCERE

Idee e credenze sul sonno quando si invecchia: il sonno è modificabile da fattori psicologici.

L'importanza delle credenze o aspettative riguardanti il sonno accresce con l'invecchiamento.

L'esperienza personale è importante nel generare l'idea che si ha sul sonno che è legato alla vita psichica e emotiva. Se il proprio sonno viene giudicato negativamente ci si rivolge a un medico anche se in realtà non ne abbiamo bisogno. Alcuni anziani pensano che siano sufficienti meno di 6 ore di sonno al giorno e quindi si ritengono soddisfatti del loro sonno e non si rivolgono al medico perché dormono troppo poco.

Quanto si deve dormire: non esiste un sonno standard. La maggior parte delle persone dorme 7-8 ore a notte, ma esistono i brevi dormitori che sono riposati dopo 5 ore e i lunghi dormitori che hanno bisogno di 9 ore.

llente rispetto all'orario di sveglia può essere utile per garantire un sonno di qualità. In generale, si consiglia di andare a letto almeno 7-9 ore prima dell'orario di sveglia desiderato. Ad esempio, se si desidera svegliarsi alle 7 del mattino, sarebbe consigliabile andare a letto tra le 10 e le 12 di sera. Durante la notte, è importante creare un ambiente favorevole al sonno. Assicurarsi che la stanza sia buia, silenziosa e fresca. Evitare di utilizzare dispositivi elettronici prima di dormire, in quanto la luce blu emessa da questi dispositivi può interferire con il sonno. Inoltre, è importante seguire una routine regolare prima di dormire. Fare attività rilassanti come leggere un libro, fare una doccia calda o praticare tecniche di rilassamento può aiutare a prepararsi per il sonno. Infine, evitare di consumare cibi pesanti o bevande stimolanti come caffè o alcol prima di dormire, in quanto possono interferire con la qualità del sonno. Seguendo queste semplici linee guida, è possibile migliorare la qualità del sonno e svegliarsi riposati ogni mattina.
Dettagli
A.A. 2019-2020
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camillaniccolai di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del sonno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Giganti Fiorenza.