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L'arosual cognitivo e i suoi effetti sulla qualità del sonno

L'arosual cognitivo è stato misurato in base ai pensieri intrusivi e negativi che risultano maggiori nelle persone con IP. Un'elevata frequenza EEG durante il periodo di addormentamento tiene attivi i processi di elaborazione dell'informazione e mnestici che rendono difficile distinguere lo stato di arosual corticale veglia e di sonno. Questo è dimostrato anche dal maggior metabolismo globale del cervello degli insonni e dai neuroimaging si nota un ipermetabolismo in certe regioni cerebrali associate all'iperattivazione. L'iperarusual deve essere ancora studiato quindi non si può dire che sia il fattore principale alla base dell'IP.

Fattori omeostatici e circadiani:

  • Secondo il modello a doppio processo di regolazione, il ciclo sonno-omeostatico (processo S) circadiano-veglia è regolato da 2 fattori: un fattore di tipo S e uno di tipo C (processo C).
  • Il bisogno di sonno (effetto del processo S) aumenta omeostaticamente durante la veglia.

E si esaurisce durante il sonno. Il processo S interagisce con un pacemaker circadiano (processo C) che regola le funzioni fisiologiche importanti per il metabolismo e il bilancio energetico. Questi due fattori si combinano durante il ciclo sonno-veglia determinando l'addormentamento e il risveglio. Il nucleo soprachiasmatico situato nell'ipotalamo è una struttura cerebrale sensibile alle variazioni della luce e serve da orologio biologico e regola l'alternanza veglia-sonno. L'insonnia legata a problemi di anticipo o ritardo può essere legata a un anticipo o ritardo della temperatura corporea. La mancanza di sonnolenza a seguito della deprivazione del sonno può essere una compromissione dell'omeostasi del sonno. Le alterazioni dell'omeostasi e il livello di arosual interagiscono nel determinare l'insonnia.

Modello delle 3P: sviluppo e decorso dell'insonnia: secondo il di Spielman e collaboratori gli individui

Le persone che sviluppano insonnia sono caratterizzate da una serie di fattori che incrementano la vulnerabilità all'insonnia. Questi fattori possono riguardare le caratteristiche individuali, come condizioni o tratti individuali e la familiarità. Inoltre, l'insonnia può essere scatenata da eventi stressanti come un lutto, una separazione o problemi sul lavoro. L'uso di ipnoinducenti o i sonnellini diurni possono anche contribuire all'insonnia.

L'insonnia primaria può tornare alla normalità dopo poco tempo se non ci si preoccupa per il disturbo. Tuttavia, nel caso di insonnia acuta, può essere necessario intervenire farmacologicamente per evitare che diventi cronica. Nel caso di insonnia cronica, invece, è importante focalizzarsi sui fattori perpetuanti.

Esistono diversi modelli psicologici dell'insonnia primaria. Ad esempio, il modello dell'insonnia di Morin sostiene che l'eccessivo livello di arousal sia la principale causa dell'insonnia. Diversi stimoli possono aumentare il livello di arousal di una persona.

Notti in cui si addormenta difficilmente inizia a associare alcuni stimoli temporali e contestuali alla preoccupazione di non riuscire a dormire. Così si instaura un processo di condizionamento negativo per il sonno. Le preoccupazioni per le conseguenze diurne aumentano l'ansia da prestazione e ricordano alla persona quanto il problema del sonno sia grave. Così questa inizia ad avere delle abitudini (sonnellino) che portano a un circolo vizioso.

Secondo Lundh e Broman alla base dell'insonnia c'è l'arousability, ovvero la tendenza a rispondere con elevati livelli di arousal a stimoli emozionali o nuovi e a avere difficoltà a ritornare a livelli precedenti di arousal. Espie e il suo modello psicobiologico l'arousability alla base dell'insonnia è un'inibizione della de-attivazione che normalmente precede il sonno e non un innalzamento di questo. Questo modello si differenzia perché spiega le caratteristiche del

Il sonno normale è caratterizzato da una de-attivazione fisiologica e cognitiva. Durante il passaggio dalla veglia al sonno, l'elaborazione attiva diminuisce e la posizione distesa riduce l'attivazione muscolare. Il processo di addormentamento avviene in modo automatico attraverso un condizionamento classico che associa il letto al dormire. Un buon dormitore non ha bisogno di strategie per addormentarsi perché è un processo automatico. Tuttavia, il processo può essere disturbato da pensieri che danno attenzione al sonno e quando la persona si sforza di dormire a tutti i costi. Questi sono i tre elementi cognitivi del processo inibitorio secondo il modello cognitivo proposto da Heavy (pag. 54). Gli individui che soffrono di pensieri

Spiacevoli e preoccupazioni durante il pre-addormentamento, le preoccupazioni aumentano lo stato ansioso, si sovrastimano gli stimoli interni e esterni e le conseguenze del disturbo sulle attività diurne e le credenze erronee sul sonno portano al mantenimento del disturbo. L'insonnia viene vista quindi come una "distorsione della realtà" perché al sonno viene data un'eccessiva importanza.

In conclusione i vari elementi presi in considerazione interagiscono tra loro e possono essere presenti in quote variabili nei pazienti.

3) La valutazione clinica dell'insonnia:

L'insonnia viene considerata da molti medici un disturbo sintomatico o di minore importanza o di importanza secondaria rispetto a un altro problema. Il clinico deve investigare su molti aspetti del ciclo sonno-veglia del paziente e quindi è fondamentale stabilire subito un rapporto collaborativo con il paziente che deve descrivere bene tutto ciò che riguarda il suo sonno.

sonno, si passa a una serie di domande specifiche sulle abitudini di sonno, come l'orario di andare a letto e di svegliarsi, la durata del sonno, la qualità del sonno, la presenza di eventuali disturbi durante il sonno, come il russare o il movimento delle gambe. Durante l'intervista, il clinico può anche chiedere informazioni sullo stile di vita del paziente, come l'assunzione di caffeina o alcol, l'attività fisica, lo stress e l'uso di dispositivi elettronici prima di dormire. Inoltre, il clinico può utilizzare questionari strutturati per valutare specifici disturbi del sonno, come l'insonnia, l'apnea del sonno o il disturbo da movimento periodico degli arti. Infine, il clinico può consigliare al paziente di tenere un diario del sonno, in cui annotare ogni giorno l'orario di andare a letto, di svegliarsi e la qualità del sonno, così da avere ulteriori informazioni per la valutazione. In conclusione, la valutazione clinica del sonno richiede un'analisi approfondita delle abitudini di sonno e dei disturbi correlati, utilizzando strumenti come interviste strutturate, questionari e diari del sonno.

Negli ultimi 2 mesi si chiedono i dati anagrafici del paziente, l'stile di vita, il benessere fisico e psicologico. Dopo si fanno domande specifiche sui sintomi sonno-correlati (addormentamento, risveglio precoce, ecc), la frequenza settimanale e se il paziente soffre di qualche altro problema associato al sonno. La terza parte si basa su domande sugli orari abituali del ciclo sonno-veglia nei giorni di lavoro e non, la frequenza di eventuali sonnellini diurni e quanto reputi profondo e riposante il proprio sonno. Nella quarta parte il clinico esplicita una prima diagnosi ipotetica chiedendo se anche alcuni membri della famiglia ne soffrono o ne hanno sofferto, se è mai stato sottoposto a trattamenti farmacologici, una stima soggettiva su quanto l'insonnia disturbi sul piano cognitivo e/o dell'umore e infine quali fattori contribuiscono al mantenimento dell'insonnia. Attraverso questa intervista il clinico ottiene una ricostruzione retrospettiva del disturbo.

L'intervista presenta alcune difficoltà legate alle distorsioni cognitive che tendono a esagerare le manifestazioni e le conseguenze del problema. Il medico chiede alla paziente di riportare per ogni notte gli orari in cui va a letto e in cui si alza, il numero di risvegli e la latenza di addormentamento, il numero di sonnellini diurni, l'assunzione di farmaci e gli indicatori soggettivi della qualità del sonno. Il diario è tenuto direttamente dal paziente e la valutazione giornaliera è meno soggetta a errori rispetto a un'unica misura globale. Il diario viene tenuto per 2 settimane e può avere un formato narrativo o grafico in cui si utilizzano i simboli. I dati dovranno consentire di stimare: il tempo totale di sonno (TTS), il tempo totale a letto (TTL), l'indice di efficienza del sonno (IES), la latenza di addormentamento (SOL), il numero (NR) e la durata dei risvegli notturni (WASO). Il diario permette di valutare anche se

I problemi di sonno riferiti rientrano o meno nei criteri diagnostici di intensità e frequenza previsti per l'insonnia. Inoltre definisce una linea di base in base a cui stimare i progressi e valutare il decorso del tempo. L'automonitoraggio ha una funzione terapeutica perché il paziente si renderà conto che in realtà dorme di più di quello che pensava. I dati ottenuti con il diario vengono considerati indicatori della percezione soggettiva dell'insonnia piuttosto che misure quantitative, però negli anni abbiamo scoperto che nell'insonnia è importante proprio la percezione soggettiva che il registrazione polisonnografica: la paziente ha e quindi il diario può essere utilizzato senza problemi. La polisonnografia notturna (PSG) è il monitoraggio di almeno 3 parametri fisiologici fondamentali durante l'intera notte di sonno. A questi si associano altri possibili parametri: la rilevazione del respiro, l'attività cardiaca,

I movimenti degli arti, ecc. la PSG è fondamentale nei casi di insonnia secondaria ad altri problemi di sonno e per analizzare discrepanze tra la percezione soggettiva e gli effettivi disturbi sonno-La registrazione actigrafica: l'actigrafocorrelati. La registrazione può avvenire anche in casa dei pazienti. È un piccolo strumento dalle dimensioni di un orologio che, indossato al polso, registra i movimenti dell'arto nelle 24 ore e determina i cicli sonno-veglia attraverso la quantità e l'ampiezza dei movimenti dell'arto. Queste cose vengono registrate con opportuni software che le traducono in rappresentazione grafica. L'actigrafo è economico, ecologico e registra obiettivamente e per lungo tempo l'andamento del ciclo sonno-veglia ma richiede contemporaneamente anche la compilazione di un diario per la percezione soggettiva. È molto utile per lo studio dei disturbi circadiani, ma non è indicato per la

Diagnosi di routine dell'insonnia. La valutazione psicologica: tra gli insonni vi è un'elevata prevalenza dei disturbi psicopatologici.

Dettagli
A.A. 2019-2020
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camillaniccolai di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del sonno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Giganti Fiorenza.