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L'ipotesi di fondo è che ordine e azione emanano dalla situazione e non tanto dall'individuo. È
necessaria una ontestiualizzazione dele diverse imensioni della vita dell'individuo per guardare ad
una apertura alle situazioni ale quali partecipa.
La nuova sfida è accogliere e trattare la sofferenza psichica in un mondo in cui la dispersione della
persona è diventata la norma.
Altro punto fondamentale della psicoterapia situazionale è l'accoglienza di una singolarità che si
incentra sul presente. Questo presente on va inteso nel qui e ora immediato ma più come il presente
dalle 3 dimensioni evocato da Agostino.
- presente del passato: gl eleenti che costituiscono il dato attuale e provendono dal divenire storio,
personale e collettivo
- presente del futuro: virtualità che costituisce un invito o sfida nel presente. È una sorta di
propensione, uno sforzzo dell'essere per essere.
– presente del presente: presente dalla temporalità densa, non è l'istantaneità quanto la
potenza.
Una delle cause classiche è di troarsi intrappolati in un passato che non passa. In questo senso
onentrarsi sul presente permetto uno sguardo più ampio volto alla libertà. Certo è che alcune volte
appare più semplici attaccarsi alle proprie catene che osare l'ignoto della libertà ma quest'ultima è la
potenza di agire per e attraverso la situazione.
Dunque il presente è un insieme organico convergente in cui l'individuo esiste nelle sue molteplicità
in connessione con altre molteplicità. La storia individuale è uno, tra i tanti, elementi su cui si fonda
la situazione.
Secondo B. una causa specifica delle nuove sofferenze è la saturazione del presente situazionae
da parte di feedback immediati. La persona iene catturata dall'esteriorità, per cui ogni interiorità
diviene imbarazzante, pericolosa. Ciò comporta un impedimento verso la potenza del presente.
Quindi la terapia situazionale cerca di far sé che il paziente possa dimenticare la trappola della sua
individualità ed essere più presente, attivamente, nelle situazioni in cui è coinvolto.
La singolarità che viene accolta emerge dalla situazione terapeutica stessa. La singolarità è ciò che è
comune in atto, come un insieme di singolarità in potenza. Il terapeuta non dovrebbe porsi come
detentore del sapere né contrastare o assecondare il “troppo sapere” con cui si presenta il paziente,
utente, cliente. Ma insieme dovrebbero accedere ad una dimensione di scommessa ad un non-sapere
che permette l'emergere di nuovi possibili, di singolarità.
La terapia dell'accoglienza quindi non è incentrata sull'individuo ma sulla situazione, è ovvio che
quindi un asse fondamentale è la contestualizzazione dei problemi psi. La persona, racconta
l'autore, arriva con un problema concreto che disturba, impedisce, ostacola e richiede un intervento.
Tuttavia la problematia o sofferenza, è troppo atratta per poter realmente intervenire. Nela terapia
situazionale il lavoro si concentra sulla contestualizzazione dell'individuo e della problematica. È
importante conoscere nel miglior modo possibile il sistema in cui ci si trova non per arrivare
all'impotenza ma per comnciare e conoscere le reali possibilità di azione. Il tutto del sistema ci
guida e orienta nella “gestione” della problematica locale. La terapia situazionale rivolge lo sguardo
alla situazione generale, al mondo, non per distoglierlo dalla relazione clinico-paziente ma per
poterlo guardare nel suo insieme senza cadere nell'eliminazione delle singolarità.
Benasayag – Oltre le passioni tristi
Conosere attraverso le cause: si intende una forma di conoscenza di sé che implica anche la
conoscenza del mondo e di come qusto si manifesssta in se stessi. Si ricerca la conoscenza di
secondo genere di Spinoza per cui si cerca di conoscere le cause attraveso i processi e non solo
attraverso ciò che passivamente ci colpisce. La terapia situazionale implica quindi la
desoggettivazione perché non ci si oncentra più su cosa accade al paziente ma su cosa accade fuori
e prima del soggetto. In questo modo si esce dalla gabbai della storia personale che impedisce una
lettura più ampia dei fenomeni. D'altra parte, ricorda B. che non esiste “piccola” o “grande” storia,
sono entrambi sfumature della stessa “cosa”.
Geografia interiore: L'ipotesi di fondo è che gli organismi non reagiscano ma agiscano. Ogni organismo agisce
secondo comportamenti propri quindi non tutto è possibile per qualsiasi essere umano. È come se esistesse una
batteria di comportamenti possibili di ognuno di noi, una geografia interiore che è particolare per ciascun essere
umano. Il numero dei comportamenti è determinato dal funzionamento del vivente, dalla cultura, all'età, dal
genere, dallo stato di salute fisica e mentale, dalla famiglia e dalla persona ecc. quindi non solo da queste ultime
due (come spesso si pensa nel mondo psi) ma anche da queste. Quindi è importante in questo tipo di terapia
constatare i comportamenti che costituiscono la persona per meglio comprenderli. Conoscere la propria geografia
interiore non mira a interpretare un senso nascosto dei comportamenti, un significato segreto con cui leggerli ma
si rivolge all'esplorazione di cosa siamo fatti per sapere ciò che possiamo fare con ciò che siamo.
L'agire per superare la vita personale: non si possono chiedere all'individuo le ragioni profonde degli atti della
sua vita. L'agire è possibile come dispiegamento dei propri comportamenti, di affinità elettive, della propria
singolarità, del proprio destino. Agire significa un destino attraverso cui la mia vita non si riduce solo a qualcosa
di personale. Ogni essere umano possiede nella singolarità che lo compone tropismi e affinità singolari, è ovvio. ,a
dato che ogni soggetto umano è coinvolto nella trama del mondo le singolarità attraversano la persona e la
fondano.
Il corpo: la terapia situazionale conferisce grande spazio al corpo. L'obiettivo del lavoro clinico aspira ad
un'armonizzazione tra i ritmi corporei e i riti simbolici che strutturano la vita di una persona. Il corpo esprime in
modo fenomenologico
Il declino della psicoanalisi si spiega con il fatto che la psicoanalisi stessa ha fallito nei suoi
obiettivi storici. Freud stesso non predice più un progresso razionale dell’umanità nelle sue opere,
infatti nel seguito de il disagio della civiltà constata una profonda crisi della cultura e tenta di
analizzarne gli elementi determinanti. La psicoanalisi si rende così portatrice di una critica al mito
del progresso. D’altra parte lo stesso Freud con la “scoperta” dell’inconscio muove l’asse portante
della concezione cartesiana dell’uomo. Dalla filosofia cartesiana l’individuo era chiamato ad essere
padrone di se stesso ma con la psicologia di Freud l’uomo non è più padrone di sé, ha in sé una
parte sconosciuta con cui (l’Io) deve fare i conti. Tra le pulsioni che muovono l’individuo quasi
fosse una marionetta vi è la pulsione di morte. Questa indica che non si possono spiegare i
comportamenti umani in una concezione positiva, dell’utile e del piacevole perché vi sono tropismi
che spingono l’uomo a compiere azioni contraddittorie, negative, “disfunzionali”.
Quindi Freud apre gli occhi sul fatto che l’ideale di padronanza non sia possibile. Ma la
psicoanalisi, nonostante sia portatrice di questo movimento, ha fallito la sua partecipazione alla
decostruzione del fondamento epistemologico dell’Occidente moderno. Il destino rivoluzionario,
dice Benasayag, si è opacizzato fino a sparire completamente.
La perdita del sentimento del tragico non è dovuta solo alla nuova figura dell”uomo senza qualità”
ma anche al fatto che la psicoanalisi prima ha criticato il mito del progresso e poi ci ha ricreduto
cercando una riunificazione ideologica dell’individuo.
Il gesto di restaurazione si traduce nel tentativo di razionalizzare il suo comportamento grazie alla
cura, si riconduce il tutto alla storia individuale, al suo piccolo io.
l’individuo quindi ha un carico più pesante perché solamente suo, biografico. Gli specialisti
Benasayag – Oltre le passioni tristi
dovranno riconoscere i segnali (sogni, battute, lapsus, atti mancati) per leggere e comprendere
l’altra realtà psichica quella che è oscura alla persona stessa. Ma quanto queste interpretazioni
possono essere fondate? Quanti “segnali” in realtà non sono tali? Ciò porta a costruire significati su
qualcosa che non esiste.
Se la psicoanalisi non fosse caduta nella trappola del dogmatismo non avrebbe fallito. Se Freud si
fosse attenuto alla dimensione ipotetica dell’inconscio, al come se, allora la storia della psicoanalisi
sarebbe andata diversamente. La reificazione dei concetti psicoanalitici ha sporcato la lente
attraverso cui si guardava l’uomo e il mondo. Si parla del dogmatismo perché nella psicoanalisi
(anche moderna) si crede all’esistenza di quelle che erano ipotesi psi, linguaggi usati per spiegare
qualcosa.
Quindi la psicoanalisi ha cambiato direzione, se in un primo momento stava partecipando alla
decostruzione dell’uomo moderno in seguito partecipa alla fabbricazione dell’individuo.
Ma la decostruzione dell’uomo moderno per Benasayag è essa stessa un’evoluzione storica
inesorabile. Tuttavia l’opera della modernità partecipa all’ideologia contemporanea che consiste nel
credere che esiste solo l’individuo, che conti solo la vita personale, la persona è sempre meno dotata
di interiorità e si presenta sempre più come un profilo, come un insieme di moduli.
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Nell'ambito psi si è soliti ignorare gli elementi della situazione attuale per conentrarsi sulle
informazion della situazione diacronica. Nella terapia situazionale la realtà stessa conta tanto quanto
la realtà psichica individuale. Il terapeuta per B. deve aiutare il paziente a inscriversi meglio nelle
situazioni attuali della sua vita per esere attore attivo e cosciente.
Le illusioni dell'uomo potenziato: il postumano prevede la concezione di un uomo che potrebbe
essere potenziato grazie all'ibridazione con la tecnica. L'ibridazione uomo-artefatto è inscritta in un
procsso di coevoluzione in cui vi sono meccanismi a doppio senso di delega e funzioni di reciproca
modifica. La coproduzione corrisponde sì ad un potenzialmento ma anche ad una perdita di capaità
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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