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2. IL TRAMONTO DELLA CIVILTA’ COME DIMENSIONE CICLICA DELL’EVOLUZIONE:
L’ANALISI DI SPENGLER Il tramonto dell’Occidente, 1918-22
1880-1936 -
L’analisi di Spengler si sofferma su un presente chiuso in se stesso, non condizionato dal
per cui ogni
passato e non orientato dal futuro; è una convinzione pessimistica dello sviluppo
esperienza di divenire di una società è un inizio di un percorso di decadenza, anche quando
coincida con le sue costruzioni più mature; c’è un quid nell’arte classica che la rende
insostituibile proprio per la sua costitutiva caducità → è un’immagine statica del passato
alimentata dal fatto che i filosofi della storia consideravano i loro esiti di pensiero validi non solo
per la loro epoca, ma per tutte anche quelle a venire (Kant) → bisogna riconoscere la relatività
delle proprie costruzioni e per questo bisogna disgiungere l’analisi storica, così come quella del
presente, dai propri desideri, quelli che vogliono imporre una direzione allo sviluppo storico
Ogni civiltà ha bisogno di un progetto di civilizzazione per lasciare una traccia di sè → per
Spengler siamo forse alla fine del processo di civilizzazione del mondo occidentale
La civiltà è la nascita di un mondo di valori e narrazioni che vede la luce per la prima volta, la
civilizzazione è la realizzazione di un secondo mondo che dà corpo e valore a quei valori e ne
agevola la secolarizzazione, ossia la traduzione in forme storiche
Secondo lui la filosofia può far nascere un pensiero critico orientato in direzioni relativistiche e
antidogmatiche
3. IL TRAMONTO IN CHIAVE STORICA: L’ESPERIENZA DI CRISI, SECONDO HUIZINGA
1872-1945, La crisi della civiltà 1935
Le crisi economiche sono parte di una più ampia esperienza del disagio e del male di vivere, ma
il male di vivere è innanzitutto dentro di noi → siamo in un cammino di declino e decadenza,
come dimostra l’arte del XX secolo con il processo di deregolamentazione dell’arte
La colpa è del venir meno di una ragione ordinatrice, come quella metafisica ad esempio,
capace di attrarre ogni ambito di sapere e conoscenza entro dei quadri di riferimento
Bisogna rovesciare l’analisi pessimistica di Huizinga per superare la crisi: la crisi è condizione di
mutamento, non ostacolo
4. SAMUEL P. HUNTINGTON: CONFLITTI FRA CIVILTA’ NEL TEMPO DELLA DECADENZA
1927-2008, Lo scontro delle civiltà 1996
Conflitto bipolare tra Stati Uniti e Urss con la Guerra fredda: trionfo del mondo occidentale dopo
il crollo comunista e creazione nuove unità geopolitiche
La rivalità tra superpotenze oggi è stata soppiantata dallo scontro di civiltà
Il modello di lettura classico degli eventi storici che pone al centro il proprio mondo inteso come
punto di arrivo dello sviluppo storico risulta ormai ampiamente inadeguato, così come è
inadeguato quello che analizza gli eventi in modo dualistico, manicheo; una terza teoria,
realista, rivela limiti insuperabili quando considera l’equilibrio di potere degli stati garantito dalla
propensione degli stessi ad agire a favore della propria sicurezza, quando non tutti gli stati sono
in realtà sensibili allo stesso modo a questioni di potere; il paradigma del caos è un quarto
modello che teorizza la difficoltà di fare previsioni sui mutamenti in atto e di innestare processi
di controllo è quello più efficace → bisogna vedere il mondo in termini di 7/8 civiltà,
Il modello delle civiltà
permette di leggere i processi in atto e prevederne sbocchi possibili; cultura come luogo di
scontro
Una civiltà ha al proprio centro l’identità religiosa, così come la lingua, l’arte, la cultura: questi
elementi espongono una civiltà al rischio di conflitti interni corposi, ma anche conferisce loro
un’attitudine alla flessibilità
L’analisi di Huntington pecca di eccessiva attualità senza considerare un superamento
evolutivo, ha un’ottica essenzialmente conservatrice
5. ONFRAY: IL RILANCIO DI UNA TESI, ALL’ALBA DEL NUOVO MILLENNIO 1959,
Decadenza, 2017
La decadenza della civiltà deriva dalle avventure dell’anticorpo di cristo, anticorpo in quanto la
sua esistenza storica non è mai stata comprovata
Cristo è allegoria di un mondo etico nascente, che incarna valori alternativi a quelli prossimi alla
decadenza del mondo greco-romano
Ogni civiltà, per affermarsi, deve superare degli ostacoli: ma il mondo che si vuole progettare
sarà davvero meno violento di quello da cui ci si vuole emancipare?
Il cristianesimo delle origini è ben diverso da quello successivo che deve radicare il suo potere:
il primo conteneva la forza di veicolare una nuova visione del mondo, il secondo ha già i germi
della propria decadenza
per affermarsi, deve avere un’energia capace di sconfiggere il potere e la violenza
Ogni civiltà,
di coloro che vorrebbero impedirle di nascere, come è avvenuto per il cristianesimo delle origini;
ma la conquista del potere è pur sempre necessaria ed è qui che inizia la decadenza → il
presente non si fa nè con il futuro dell’ottimista nè con il passato del pessimista, bensì con
l’istante del tragico e il tragico comporta la piena accettazione degli eventi; ma non contiene
anche gli elementi di una rinascita possibile?