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NARCISO
Vita al giorno d'oggi viene documentata -> come modo per certificare che esistiamo -> dà visibilità: "che senso ha una vita che non viene vista?" - colui che si glorifica di sé -> problemi con la classificazione del DSM & C.: connotazione storica basata sul concetto di normalità.
Psicologia del disagio sociale Pagina 5 - narcisismo non è egoismo ma la "Tragedia dell'io": contemporaneità ti spinge a chiederti "chi sono?", con liberazione del self non ci sono più categorie in cui conformarti -> conoscersi diventa un fine in sé.
L'emancipazione da vincoli istituzionali non arreca autonomia bensì insicurezza -> superabile solo vedendo il proprio sé riflesso nelle attenzioni altrui -> ansia per il proprio Io: fa oscillare tra un sé fragile e un sé grandioso (vuoto vs onnipotenza).
Tutti siamo narcisisti, tutti ci guardiamo con gli occhi degli altri.
altri (ex. ci facciamo belli per piacere agli altri) -> dà importanza/enfatizza il riconoscimento altrui. Abbiamo bisogno come uomini di essere riconosciuti -> il riconoscimento può essere ricercato tramite like o followers.
Narcisista come "Io minimo" o "io della sopravvivenza" (C. Lasch): vita quotidiana viene modellata da strategie di sopravvivenza, narciso sa che la gloria può passare in un attimo -> alla continua ricerca di approvazione, non può fermarsi mai e deve sempre andare avanti.
La caduta delle istituzioni tradizionali spinge all'autogestione esistenziale: "Qual è il senso?" il significato non viene più dato ma dev'essere ricercato. Assenza del mondo degli adulti -> non riescono più a trasmettere ai figli un senso della vita.
Fatica ad essere sé stessi
La contrapposizione tra il permesso e il vietato tramonta per far spazio a una contrapposizione lacerante tra il
possibile e l'impossibile" "La persona non è più mossa da un ordine esterno (o da una conformità alla legge), ma occorre che faccia appello a risorse interne, a competenze mentali proprie. Le nozioni di progetto, motivazione, interrelazione sono oggi divenute norme" (A. Ehrenberg) Self disancorato dalla comunità, crisi del vivere comune, terapia diventa sostituto -> diventa un complemento necessario alla vita moderna, la terapia è un sostituto della comunità perduta. -> Nuove richieste: La psicoterapia come fattore di sostegno aspecifico a donne e uomini che vivono nella società del possibile e della prestazione. Clinico oggi è molto più ampio del terapeutico, devo prenderle in considerazione e dialogarci o ricacciarle nel mio schema? Se non ci dialogo queste richieste vengono accolte da nuove figure che emergono (coach, terapie alternative,...) -> Psicologia aspecifica: non orientata ad un- Identità verticale vs identità orizzontale.
Sofferenza che deriva dall'essere liberi (tema della scelta). Identità oggi assume molteplici forme: ad esempio alcuni giovani oggi non vogliono più essere identificati/riconoscersi tramite il comportamento o tramite il genere (fenomeno della asessualità). Società di individui non significa l'isolamento ma interdipendenza (auspicabile almeno in linea teorica). La Tecnologia cambia l'identità e lo statuto dell'identità. Oggi siamo iper-connessi, anche la psicoterapia non è rimasta ferma rispetto a questi cambiamenti (ex. terapia online; un tempo invece facevano terapia anche per via epistolare; concetto di progetto -> gli psicologi oggi vivono di progetti, siamo diventati dei piccoli imprenditori di noi stessi, anche la nostra vita diventa un progetto). Generazioni: - adulti, anziani: tanta vita/poca conoscenza - giovani: poca vita/tanta conoscenza Scarto di conoscenze inter-generazionale senza precedenti nella storia.
ricadute negli ambienti familiari. In questo panorama per esempio l'Insegnante è sempre più in crisi, spesso trasmette un sapere già noto, già accessibile, "se non so qualcosa vado a cercarlo online". Ormai un certo tipo di sapere è ampiamente disponibile, anche la conoscenza psicologica. Anche questo aspetto contribuisce all'caduta dell'autorità, non c'è più l'autorità che detiene il sapere.
Meritocrazia è una delle forme di oppressione della modernità, "hai raggiunto un certo obiettivo perché hai i numeri", tu sei/non sei adatto. Problema di chi stabilisce le regole del gioco, così il merito? Regola può essere più o meno sensata ma è sempre una regola arbitraria definita da qualcuno che determina chi sta su e chi sta giù. Ricadute importanti sugli esseri umani in termini psicologici.
Ex. Università premia la velocità,
punti premio, velocità non fa sedimentare la conoscenza. Penalizzazione anche economica se non sei veloce. Anche in università si usa una logica aziendale, si collezionano titoli e crediti formativi.
Fama Celebrità (ex. Sallinger è famoso, Saviano è celebre). Una celebrità è qualcuno di famoso, ma non è detto che chiunque sia famoso sia anche una celebrità. La celebrità è una persona il cui valore consiste nell'attirare attenzione, interesse e generare profitti. L'essenza della celebrità è la familiarità (o illusione di familiarità). Essere una celebrità oggi è fortemente legato al tema della visibilità, essere seguiti vuol dire che qualcuno ti osserva. Celebrità = essere popolari, avere tanti seguaci, diventa condizione di valore, vali tanto o vali meno. Credenza condivisa che chiunque può raggiungere un certo livello di celebrità,
di visibilità, "siamo incoda in attesa che ci sia un'occasione che permetta alla mia identità per cambiare" (ex. Cast di amici, grande fratello,...). Tutti oggi sanno che per essere qualcuno serve essere visti, riguarda alcuni palcoscenici più di altri (tv, social,...). "Abbiamo bisogno degli altri per essere illuminati", dramma del narcisista che sa che funziona finché pubblico regge e applaude la sua recita; celebrità passa facilmente "dalle stelle alle stalle". Stanchezza per fatica di essere sempre riconosciuti, tipica della società postmoderna, in un mondo dove sei fortemente e continuamente sollecitato a fare. Libro "La fatica di essere se stessi" (Ehrenberg): Psicologia del disagio sociale Pagina 7 Libro "La fatica di essere se stessi" (Ehrenberg): La contrapposizione tra il permesso e il vietato tramonta per far spazio a una contrapposizione lacerante tra il possibile el'impossibile. La persona non è più mossa da un ordine esterno (o da una conformità alla legge), ma occorre che faccia appello a risorse interne, a competenze mentali proprie. Le nozioni di progetto, motivazione, interrelazione sono oggi divenute norme. Conclusioni Il ragionamento che abbiamo fatto si riferisce ad una tendenza generale ed è utile per comprendere come la psicologia pensa alla sofferenza, al il cambiamento antropologico della sofferenza e per scorgere gli aspetti di verticalità che permangono nella pratica psicologica. Oggi non ci sono vincoli ma il limite è determinato da mancanze individuali (anche genitori dicono "decidi tu"). Molte sofferenze di oggi sono esistenziali e non di tipo psicopatologico. In terapia arrivano persone che non ce la fanno più, non persone col trauma infantile, non possiamo più muoverci in ambito clinico come fossimo ancora in una società disciplinare. Una volta la patologiaeradovuta al conflitto, il conflitto presuppone l'opposizione netta di qualcuno, di una norma; oggiabbiamo una patologia del deficit: aumento delle forme depressive, del ritiro sociale, dei neet -> temadella rinuncia.
Questo mutamento sociale dà la possibilità di pensare in maniera diversa al disturbo mentale.
Basaglia, uno dei grandi reietti dall'ambito accademico, pone alcune domande: "matto è una dellefigure della modernità iscritta nella minorità, chi sragiona può dire qualcosa di sé? Chi si droga puòsapere cos'è bene per sé?"
I cambiamenti che abbiamo decritto hanno ripercussioni importanti sulla psicologia, nella suaaffermazione e nella pratica clinica. Psicologia assume logica emancipatoria della persona e non logicadi cura (psicologia ha radici in una logica emancipatoria, ricordiamo il ruolo originario dellapsicanalisi nel processo di emancipazione della sessualità).
Spazio
clinico deve permettere il ripensamento dell'esistente e non favorire l'adattamento- all'esistente. Psicologia del disagio sociale Pagina 8 mercoledì 14 novembre 2018 14:01
OLTRE LE PASSIONI TRISTI (Benasayag)
Benasayag è uno dei pochi clinici che parte dall'universo psi, dallo spazio clinico per capire cosa sta succedendo a tutti noi nel contesto allargato. Non è legge, è un autore che ha delle idee, una tesi, e la offre; non si tratta di fare culto.
Psicologia è una normalizzazione di disadattamento o sa ancora porre domande- all'esistente?
Un autore non può essere scisso dalla sua opera, importante capire chi è l'autore. "Benasayag è argentino, è stato un anno in prigione, torturato negli anni della dittatura. Salvato, trova rifugio in Francia. In argentina due c'erano due grandi movimenti psicologici, la psicanalisi di gruppo e la psicologia sociale: entrambe hanno a che fare con
più persone inrelazione. È nato in un sistema dittatoriale che separava le persone -> legame diventa forma