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EMOZIONE E PROCESSI COGNITIVI

Sul legame tra emozione e processi esecutivi ci sono diverse teorie, Robert Zajonc sostiene che i

giudizi sulla gradevolezza di uno stimolo, si presentano prima ed in modo indipendente dai

processi cognitivi.

Richard Lazarus sostiene invece che le emozioni non possono esistere senza una valutazione

cognitiva e quindi la risposta emotiva, come disgusto, gioia, ecc, dipende dai processi di

valutazione che inducono un certo livello di attivazione, arousal.

La struttura cerebrale principalmente coinvolta nell’elaborazione degli stimoli emotivi è l’amigdala.

Con il termine emozione ci si riferisce ad una reazione fisiologica e mentale, di durata limitata nel

tempo, che si presenta in risposta a stimoli considerati nuovi o significativi.

Con umore ci si riferisce ad un diffuso stato affettivo del soggetto, generalmente di bassa intensità,

ma di durata prolungata, talvolta attivato senza causa apparente, all’umore sono legati gli

atteggiamenti, ovvero le credenze, preferenze o predisposizioni verso oggetti o persone,

relativamente durevoli, e la motivazione, ovvero la propensione all’azione che è una componente

della risposta affettiva.

Paul Ekman confrontando persone appartenenti a diverse culture ha rilevato l’unicità e

l’universalità delle espressioni facciali, individuando sei emozioni di base, ognuna caratterizzata da

un unico pattern di movimenti muscolari facciali: rabbia, disgusto, paura, felicità, tristezza e

sorpresa.

Gli approcci dimensionali cercano di classificare gli stati emotivi in base a specifiche scale,

secondo questi approcci le risposte emotive non si attivano secondo una modalità on-off, ma sono

collocate all’interno di un continuum, i due principali approcci dimensionali sono: il modello

circomplesso delle emozioni, che colloca l’arousal su un asse e la valenza sull’altro, utilizzando

queste due dimensioni il modello crea una cornica grafica all’interno della quale possono essere

collocati i diversi stati emotivi.

Ogni emozione è determinata da una variazione nelle due dimensioni di valenza e arousal.

Un altro approccio è il modello dell’avvicinamento-evitamento in base al quale le emozioni possono

essere classificate in base alla motivazione o propensione all’azione, emozioni diverse possono

portare ad obiettivi diversi che si cercherà di raggiungere attraverso l’azione di avvicinamento o di

allontanamento dall’oggetto o situazione stimolo.

L’umore e le emozioni possono essere manipolati e misurati, la manipolazione tramite induzione

dell’umore è una procedura che permette di manipolare l’umore di un individuo facendogli

ascoltare musica, guardare video, gradevoli o sgradevoli, o suggerendogli di pensare ad una

situazione reale o immaginaria in grado di alterare il suo stato emotivo.

La manipolazione tramite stimoli attentivi è una procedura che consente di associare un’emozione

tramite la presentazione di stimoli attivanti emotivamente.

La misura diretta dell’emozione che consiste nell’osservazione diretta delle reazioni emotive

dell’altro, la misurazione indiretta dell’emozione che avviene con l’utilizzo della psicofisiologia, che

studia la relazione tra gli stati mentali e le risposte fisiologiche.

Due importanti risposte fisiologiche sono; la risposta di conduttanza cutanea che consiste in un

cambiamento della conduttanza elettrica cutanea determinato dall’attivazione delle ghiandole

sudoripare e la risposta di startle che consiste in una categoria di risposte che si attiva

nell’organismo nel momento in cui si trova esposto ad uno stimolo improvviso e inaspettato.

L’apprendimento emotivo consiste nell’apprendere che le persone, i luoghi e le cose non sono tutti

neutrali ma spesso acquisiscono una valenza emotiva positiva o negativa.

Vengono chiamati rinforzi primari, quegli stimoli di cui non è necessario apprenderne la valenza

che sia positiva o negativa, mentre vengono definiti rinforzi secondari quegli stimoli di cui è

necessario se la loro valenza sia positiva o negativa.

La valenza emotiva di una persona, di un luogo, di una cosa o di uno stimolo può essere appresa

tramite: il condizionamento emotivo classico, che consiste nell’associazione appresa tra un evento

neutrale ed un evento emotigeno.

Questo tipo di condizionamento può avvenire in diversi modi, come: condizionamento autonomo,

che si manifesta attraverso risposte corporee, una delle tipologia di condizionamento autonomo più

note è il condizionamento alla paura, che si manifesta quando uno stimolo neutrale è associato ad

un evento spaventoso che porta ad attivare risposte di paura quando lo stimolo è presentato da

solo, oppure per condizionamento valutativo, che si manifesta attraverso una preferenza o un

atteggiamento verso uno stimolo.

Uno stimolo che produce un’esperienza emotiva positiva viene valutato positivamente e viceversa,

il condizionamento valutativo è quello che avviene per mezzo della pubblicità anche senza

consapevolezza.

Un altro modo è attraverso il condizionamento strumentale o operante, in base al quale

l’apprendimento si può verificare quando un certo numero di stimoli sono abbinati a premi o

punizioni, oppure attraverso l’apprendimento per istruzione osservativo, in base al quale

l’apprendimento emotivo non richiede sempre un’esperienza emotiva diretta, ma può dipendere

dalle istruzioni o dall’osservazione.

L’effetto esposizione è basato sulla familiarità, è quindi necessaria solo l’esposizione ripetuta dello

stimolo per poterlo connotare emotivamente, senza che vi sia alcun tipo di associazione tra lo

stimolo e qualcosa di positivo o negativo.

Il ricordo di eventi emotivi significativi sembra avere una persistenza e una nitidezza maggiore

rispetto al ricordo di eventi poco significativi a livello emotivo, questo accade perché l’amigdala

influenza, attraverso l’arousal, la memoria dichiarativa rispetto agli eventi emotivi, modificando lo

spazio disponibile per l’acquisizione di nuove informazioni attraverso il sistema beta-adrenergico

nell’amigdala.

L’effetto dell’arousal sulla memoria permette di spiegare perché gli eventi emotivamente più

significativi possono essere ricordati più facilmente, tuttavia uno stress prolungato o una

condizione molto intensa di arousal possono avere l’effetto opposto, interferendo con i processi

mnesici, a causa dei cambiamenti ormonali che si verificano a seguito dell’esposizione ad una

condizione di stress prolungato.

Con effetto congruenza si fa riferimento all’influenza che l’umore ha sulla memoria, in base al

quale, con umore positivo si ricorderanno maggiormente eventi positivi, con umore negativo

verranno invece maggiormente ricordati eventi negativi, l’effetto di congruenza può essere

misurato attraverso l’induzione di un determinato stato affettivo.

Con flash di memoria ci si riferisce alla capacità di ricordare vividamente e dettagliatamente eventi

pubblici ad alto carico emotivo, come ad esempio l’attentato alle torri gemelle, questa capacità è

regolata da meccanismi specifici che permettono la formazione di ricordi ad alto carico emotivo,

attivando una risposta fotografica da parte del sistema di memoria.

Le emozioni possono influenzare i processi attentivi e percettivi attraverso differenti modalità.

Oltre a catturare l’attenzione e indebolire le nostre prestazioni durante un compito le emozioni

sono anche in grado di facilitare i processi attentivi, l’effetto delle emozioni sull’attenzione dipende

anche dalle caratteristiche del compito.

Sembra che stimoli negativi, e gli stimoli emotivi in generale, vengano elaborati in modo prioritario

rispetto ad altri stimoli, senza che intervengano i processi attentivi, le espressioni facciali delle

emozioni vengono elaborate prima dell’intervento dell’attenzione.

L’idea che uno specifico sistema neurale determini una maggiore attenzione ed una elaborazione

percettiva degli stimoli emotigeni è coerente con l’effetto di primacy affettiva, secondo cui gli stimoli

emotivi sono elaborati in modo relativamente autonomo, determinando un carico cognitivo

modesto se confrontato con quello richiesto da altri tipi di stimoli.

Sono stati proposti due meccanismi per spiegare l’influenza dell’amigdala sui processi attentivi e

percettivi: il primo suggerisce che l’apprendimento provocherebbe l’alterazione della

rappresentazione corticale degli stimoli emotivi, migliorando la percezione di eventi emotivi.

Il secondo meccanismo consiste in un processo molto rapido e transitorio dell’elaborazione

percettiva.

L’effetto di facilitazione delle emozioni sui processi attentivi sembra l’esito di meccanismi che

favoriscono l’elaborazione di stimoli emotigeni durante i processi percettivi.

I modelli di meccanismi neurali coinvolti nelle emozioni, nell’attenzione e nella percezione,

supportano questa interpretazione.

LA DECISIONE

La decisione è una scelta tra possibilità e richiede la valutazione delle azioni disponibili per

determinare quale intraprendere.

Le teorie normative o prescrittive nella presa di decisione descrivono come dovremmo decidere

per fare scelte razionali, come il modello dell’utilità attesa, mentre le teorie descrittive si focalizzano

su come le persone compiano delle scelte indipendentemente dalla valutazione razionale delle

stesse.

Nel prendere qualsiasi decisione, facile o complessa che sia, sono fondamentali due fattori; il

valore che ha per noi ciascun possibile esito e la probabilità di ottenerlo.

L’attività cognitiva principale nella presa di decisione è la valutazione di ogni possibile scelta, e la

determinazione di quale sia la scelta che permetta il raggiungimento degli obiettivi con il maggior

grado di probabilità.

I principali componenti di una decisione possono essere schematizzati graficamente in un albero

decisionale, gli alberi decisionali rappresentano le azioni, le opzioni prese in considerazione e le

possibili conseguenze di ogni scelta.

Qualsiasi decisione è costituita da alternative, ovvero diverse azioni, opzioni, scelte e strategie che

il decisore ha a disposizione, inoltre quando prendiamo una decisione solitamente consideriamo

solo alcune delle nostre azioni concepibili nel contesto della decisione, ovvero credenze che

rappresentano la nostra stima delle probabilità che un certo si verificherà, ed infine le conseguenze

che sono i possibili benefici o perdite in cui si può incorrere come conseguenza della scelta di una

delle alternative e degli eventi che ne derivano.

Vi è differenza tra giudizio e decisione: il giudizio è la porzione de

Dettagli
A.A. 2018-2019
24 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cristianabusatti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dei processi cognitivi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Curcio Giuseppe.