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DOMANDA:
La creazione e gli effetti delle norme di gruppo
‘50
Lewin negli anni era stato incaricato dal governo americano di proporre dei comportamenti dei
comportamenti di economia domestica, una gestione efficace ed efficiente delle risorse a propria disposizione.
Lewin formo dei gruppi di persone, che erano tutte casalinghe, e scopri due modalità: una lezione, informativa
su cosa fare e cosa non fare e in questi casi si notava che i primi giorni si metteva in atto determinate info ma
poi s torna alle vecchie abitudini, l’altra modalità, molto più efficace, erano dei gruppi di discussione, si dava
ampio spazio alla discussione sui temi e cominciavano a creare delle norme interne di comportamento, era
come se le persone si impegnassero nei confronti degli altri a mantenere un determinato comportamento, si
crea una sorta di controllo sociale reciproco.
Si giunto così a dire che i gruppi di discussione possono portare ad effetti comportamentali perché? Secondo
è
alcuni per la circolazione delle informazioni più disponibili che crea regole fondamentali, secondo alcuni perché
si creano norme di gruppo che influenzano i comportamenti. La prima risposta quella più individualistica,
è
secondo cui più circolano informazioni più c’è persuasione e più persone ci sono più informazioni circolano, e
quindi gruppo come numero di persone. La seconda visione psicosociale l’idea di fondo una creazione
è è
sociale di una realtà.
Discussione di gruppo, norme e discriminazione
Smith e Postmes (2011)
La sintesi di ricerca del primo studio un primo tentativo di studiare queste dinamiche, l’idea di fondo che
è è
riflettere da soli su un determinato tema, in questo caso sull’immigrazione, o discutere in gruppo, dovrebbe
portare a risultati differenti, perché solo la discussione si gruppo coinvolge la formazione di una norma.
I partecipanti sono 39 studenti britannici di una scuola inglese di un’età media di 17 anni, età in cui le norme di
gruppo sono particolarmente appetibili. Viene proposto il tema dell’immigrazione e vengono poste delle
domande.
Sono presenti due condizioni sperimentali e i partecipanti;
- Nella prima condizione i partecipanti devono riflettere 5 minuti su queste domande annotando i punti
chiave;
- Nella seconda condizione c’è la discussione di gruppo in cui tre ragazzi sono nella stessa stanza e per 5
minuti discutono dell’immigrazione seguendo le 5 domande che avevano letto e dovevano poi
annotare i 5 punti chiave della discussione.
Al termine di questa fase tutti in modo individuale dovevano compilare un questionario che conteneva
alcune misure tra cui le principali sono le tre variabili dipendenti dello studio:
•
Discriminazione intergruppi no comportamento immediato, ma credenza circa presenza/assenza
discriminazioni (legata ai comportamenti) [la discriminazione un comportamento effettivo. Non misurati i reali
è
comportamenti, ma chieste opinioni su possibili comportamenti legati alle politiche sociali.
•Percezione di una norma dell’ingroup (“gli studenti”) gli studenti, non la norma del gruppo di discussione,
ma norma più generale. Domande fanno riferimento al fatto che gli studenti la pensano in un certo modo, con
riferimento alle norme, e visto che la norma ha senso se condivisa, ci sono domande a riguardo.
•Percezione di consenso all’interno dell’ingroup (“gli studenti”)
Andando a guardare il grafico, discutere in gruppo
porta ad una maggiore discriminazione ed è
interessante notare che sia stata sufficiente una
discussione di 5 minuti con altri ragazzi per ritenere
che ‘’noi studenti’’ tendiamo ad essere d’accordo e
sia giusto trattare i britannici meglio degli immigrati,
rispetto alle medie più basse in condizioni individuali.
Forse per chi ha idee pregiudiziali le tengono per sé, e
parlandone con altri, sono state rinforzate e
percepite condivise. Fondamentalmente la
discussione di gruppo porta a condivisione di norma,
consenso e che abbia portato a maggiore discriminazione, quindi comportamento legato alle norme percepite.
Se dico che, la discussione di gruppo porta a percezione di norma e questa porta a maggiore discriminazione,
parlo del processo di mediazione, quella vista nei primi studi.
Qui abbiamo un altro esempio di mediazione, abbiamo
una variabile iniziale (discussione di gruppo vs
riflessione individuale) e una finale (discriminazione
intergruppi), la manipolazione ha un effetto
significativo sulla discriminazione intergruppi. Quando
poi nel modello aggiungiamo la percezione di una
norma di gruppo, che un’altra delle variabili
è
individuali, vediamo che la manipolazione ha anche un
effetto sulla percezione (nella figura precedente i due
istogrammi di mezzo in cui c’è una differenza significativa) - gli stessi dati degli istogrammi precedenti ma
riprodotti in modo differente. La novità che quando manipolazione e la percezione di una norma sono
è
simultaneamente predittori della discriminazione intergruppi, la percezione della norma ha un effetto sulla
discriminazione mentre la manipolazione l’effetto non ce l’ha più, presente quindi una mediazione. Quello
è
che conta in questo esperimento la differenza tra variabili dipendenti e indipendenti.
è
Questo esperimento dovrebbe dimostrare che
quando c’è una discussione di gruppo quello che
conta non la quantità di informazioni di gruppo
è
ma la creazione di norme di gruppo, e fa la
differenza rispetto una condizione di riflessione
individuale.
Questo esperimento non conclusivo perché non
è
tiene sotto controllo in modo preciso tutte le
informazioni, cosa che viene fatta nel successivo
esperimento.
Discussione di gruppo, norme e discriminazione
Smith e Postmes (2011) –Studio 4
Viene svolto quindi un secondo esperimento in cui si parte da un assunto fondamentale, la norma importante
è
ma più importante che ci sia una percezione di consenso all’interno della discussione, ed poi questo che
è è
porta a sua volta al comportamento. L’idea che la discussione di gruppo favorisce il consenso e quindi di
è
conseguenza il senso di condivisione della norma e grazie a questo si arriva al cambiamento.
Si creano due condizioni sperimentali in cui si manipola il consenso nella discussione di gruppo, si misura la
norma, e si misura poi la discriminazione
I partecipanti sono 63 persone con età media di circa 27 anni e sono presenti 3 condizioni sperimentali:
dissenso, consenso, controllo. La manipolazione viene effettuata tramite la presentazione di un filmato in cui
c’è una discussione tra sei persone britanniche sul tema dell’immigrazione, e si manipola l’ordine di
presentazione di due parti del filmato, una in cui c’è consenso, si presenta prima il filmato con la parte di
consenso e si passa al dissenso:
- dissenso: la fase di accordo seguita da quella di disaccordo;
è
- consenso: la fase di disaccordo seguita da quella di accordo;
è
- controllo: non si presenta
nessun filmato ma si cerca di
capire il livello normale di
pregiudizio.
Le variabili dipendenti sono tre:
l’intenzione comportamentale, la
percezione della formazione di una
norma di gruppo, l’identificazione
con il gruppo di discussione.
Gli istogrammi delle variabili dipendenti sono più alte rispetto le variabili indipendenti, in entrambe le
condizioni di consenso e dissenso interessante il fatto che importante l’ultima forma di consenso che
è è
diventa normativo ed influenza il comportamento delle persone.
La condizione di consenso porta alla percezione di formazione di una norma e a le intenzioni di agire a livello
intergruppi. Non un effetto molto forte di mediazione, e l’effetto del mediatore associato ad una bassa
è è
probabilità quindi non sufficiente.
è
Osservare una discussione di gruppo porta a un amento della discriminazione ma solo se il gruppo raggiunge un
consenso, questo processo mediano dalla percezione della norma di gruppo.
è
C’è comunque un possibile limite: l’esito esito finale discussione intenzione comportamentale negativa:
è
discriminazione, peggioramento situazione. Per il bene della società ci si può chiedere se la discussione/norme
può portare un miglioramento della situazione, ma non stato studiato se le norme portano a comportamenti
è
prosociali. 14. Descrivere un esperimento a scelta su discussione di gruppo e norme sociali.
DOMANDA:
: L’influenza sociale nei gruppi
Capitolo 3
L’influenza della maggioranza
Abbiamo detto come le norme possono influenzare il comportamento delle persone se condivise, e abbiamo
parlato di uniformità valutazioni e comportamenti, il punto che al di là di quello che avviene questi processi di
è
condivisione e uniformità sono favoriti dall’influenza sociale della maggioranza che un tipo di persuasione.
è
Esperimenti Asch (1955) esperimenti in cui abbiamo partecipanti ingenui e che devono tra tre linee indicare
quella che ha la stessa lunghezza delle linee stimolo.
Questo esperimento misura il conformismo.
Le cause del conformismo sono di due tipi: ‘’non
- Una scarsa fiducia nei propri giudizi che porta a un confronto sociale e creazione della realtà,
sono sicuro di quello che vedo e quindi seguo gli altri’’, questo confronto crea una realtà in cui ci si trova
d’accordo su una realtà che tale solo perché condivisa e normativa influenza informativa
è
(…Se io sono sicuro di una cosa non cerco informazioni negli altri e quindi se scelgo di seguire la
maggioranza e conformarmi la causa un’altra:)
è
- L’influenza normativa, quindi le norme sociali, desiderio di non essere diversi per paura del ridicolo e
dell’esclusione influenza normativa
Il conformismo particolarmente forte nelle culture collettivistiche, in cui contano l’armonia, il consenso e la
è
cooperazione, più che nelle culture individualistiche, in cui prevalgono competizione e indipendenza (Triandis,
1989). In cui l’armonia un valore da ricercare possibile che il conformismo sia più forte connessa alla
è è
necessità di essere un buon membro del gruppo. il conformismo c’è anche nelle culture individualistiche
ovviamente. Anacronistico, in realtà, oggi parlare di culture collettivistiche o individualistiche, la
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