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RENEE KAES
Introduce tre concetti fondamentali: gruppalità psichica, gruppo come realtà psichica transindividuale e intertransfert.
Gruppalità psichica (o apparato psichico gruppale) → è la costruzione psichica comune dei membri di un gruppo, per il gruppo. La sua
caratteristica principale è di assicurare la mediazione e lo scambio delle differenze fra la realtà psichica nelle sue componenti
intrapsichiche, intersoggettive e gruppali, e la realtà gruppale nei suoi aspetti sociali e culturali. Permette quindi la mediazione
reciproca tra l’universo intrapsichico e l’universo sociale. Quindi il gruppo deve essere visto sia come risultato della rappresentazione
del sistema psichico sia come organizzato da fattori socioculturali
L’apparato psichico di gruppo è formato da due componenti:
1. Organizzatori psichici: interni all’individuo, di tipo soggettivo, sono le istanze dell’apparato psichico, la struttura dei fantasmi
originari, le relazioni d’oggetto, la rete delle identificazioni;
2. Organizzatori socioculturali: esterni e oggettivi, provengono dalla società e dalla cultura.
Gruppo come attività psichica transindividuale:
Processo associativo di gruppo → Nella situazione di gruppo le libere associazioni su cui si basa il lavoro psicoanalitico sono
caratterizzate da una maggiore complessità, determinata dalla pluralità di soggetti coinvolti. Esse derivano sia dai processi
intrapsichici individuali, sia dalle relazioni che si stabiliscono all’interno del gruppo. L’apporto di più soggetti permette di
ampliare contenuti e significati, di considerare diverse prospettive, di condividere e affrontare situazioni individuali
conflittuali o traumatiche;
Interdiscorsività → E’ una forma di comunicazione che si stabilisce nel gruppo quando i suoi membri mostrano di essere
sensibili e attenti al contributo che ognuno fornisce alla costruzione del discorso. E’ caratterizzata dalla sincronizzazione
mediante la quale i contenuti individuali si collegano a quelli degli altri partecipanti e acquistano significato in quanto
risultato della reciproca relazione tra i membri. Ciascuno contribuisce al discorso di gruppo attraverso associazioni ed
enunciati relativi alle proprie percezioni, emozioni e fantasie, ma anche collegati alle rappresentazioni inconsce del gruppo;
Tensione tra isomorfia e omomorfia → L’apparato psichico gruppale si costruisce attraverso un’interazione dialettica tra due
poli: quello isomorfico e quello omomorfico. Il polo isomorfico è caratterizzato da una mancanza di differenziazione tra lo
spazio psichico del gruppo come totalità è quello degli individui che lo compongono, che vengono percepiti come coincidenti.
Tale componente emerge quando il gruppo deve affrontare situazioni di crisi o di pericolo e la sopravvivenza del gruppo può
essere salvaguardata dallo ‘spirito di corpo’ che unisce i membri tra loro. Il polo omomorfico, caratterizzato dalla
differenziazione tra l’apparato psichico gruppale e quello individuale, permette a ciascun membro di distinguere i processi
intrapsichici da quelli relazionali; tale differenziazione permette ai partecipanti di elaborare il rapporto con il gruppo, di
accettare e tollerare la conflittualità, le separazioni, e i sentimenti di ambivalenza.
Intertransfert → Nei gruppi a conduzione psicoanalitica, quando la conduzione è duale (co-conduzione) è necessario prendere in
considerazione non solo il transfert e il controtransfert, ma anche l’intertransfert tra i conduttori del gruppo. L’intertransfert ha una
funzione difensiva nei confronti degli affetti vissuti nel gruppo e la sua chiarificazione può illuminare sulla dinamica gruppale spostata
su di loro. Kaes afferma che ci sono dinamiche anche tra i conduttori del gruppo, in particolare nelle terapie di gruppo in cui c’è spesso
co-conduzione, ed è importante che tra i conduttori ci sia un buon rapporto.
PSICOTERAPIA ATTRAVERSO IL GRUPPO
S.H. Foulkes
Parla di analisi di gruppo e fu il primo a parlare di psicoterapia analitica di gruppo o psicoterapia gruppo analitica. Sviluppò una
propria teoria della sofferenza psicologica, secondo cui la malattia si esprime nelle relazioni, quindi non nasce da conflitti interni ma
dalle relazioni attuali. La sofferenza nasce dal complesso delle relazioni inter e trans personali della persona e non da conflittualità
interne o da aspetti pulsionali. La famiglia è la matrice della vita mentale dell’individuo: consente ed assicura lo sviluppo psicologico,
ma può ostacolare spazi di apertura verso nuove significazioni dell’esistenza. Foulkes non parla solo di relazioni diadiche ma da molta
importanza anche alle relazioni familiari.
Introduce diversi concetti:
1) Relatedness → tendenza basica dell’essere umano alla relazione; l’uomo è primariamente un essere sociale, una “particella di un
gruppo”. E’ un bisogno istintivo primario fondamentale per la strutturazione ed organizzazione dell’individuo e le sue prospettive
evolutive. E’ un concetto simile a quello di valenza per Lewin e Bion. Foulkes afferma che l’individuo è perennemente inserito
all’interno di gruppi. 2) Rete → Da una prospettiva verticale
segnala il corredo eredo-biologico che
colloca l’individuo nella specie. La rete
attraversa l’individuo di generazione in
generazione determinando una
complessa interazione di processi,
configurando un intrecciato sistema di
collegamento e di appartenenza
(“processi transgenerazionali”). Da una
prospettiva orizzontale è il sistema di
appartenenza e di identità che
mantiene gerarchicamente collegate le persone; parte storicamente dal nucleo familiare primario e si espande poi, in circoli
concentrici, alla società e alla cultura di un momento dato o attuale (“processi transpersonali”).
“Ogni singolo è partecipe di molte anime collettive” (Freud, 1921) → La gruppalità interna è la presenza in ogni individuo di
identificazioni fondative, modelli relazionali, che corrispondono ai gruppi familiari di origine transgenerazionale, ai gruppi di
riferimento e ai loro codici culturali. (Foulkes, 1964).
“L’individuo è parte di una rete sociale, un piccolo punto nodale, per così dire, in questa rete e fu solo artificialmente considerato
isolatamente, come un pesce fuor d’acqua. Oltre a queste ramificazioni orizzontali con altre persone e con la comunità l’individuo ha
una connessione verticale che rappresenta la sua eredità biologica che egli sviluppa durante la vita”
3) Matrice familiare → E’ l’organizzazione umana che crea nella relazione di accudimento le disposizioni mentali e psicologiche del
bambino che gli consentano più tardi di dare senso agli accadimenti nuovi, di categorizzarli, di trasformarli in eventi mentali e di
instaurare tra gli eventi connessioni significative.
E anche l’apparato di continuità dei contenuti culturali e simbolici ed l’apparato di trasformazione degli stessi.
PROCESSI TRANSGENERAZIONALI: Il concetto di matrice familiare identifica una dinamica intrapsichica transgenerazionale
primariamente strutturante la personalità dell'individuo, normale o patologica. La matrice familiare determina, infatti, la modalità
globale del vivere di ciascuno dei membri ad essa appartenenti, ed è un gruppo antropologico poiché generatrice di una sua cultura,
sana o patologica, che l'individuo interiorizza in maniera totale e profonda.
Questo è quello che si definisce mondo interno del singolo, attraversato dalle dinamiche e dai fantasmi strettamente connessi con la
dimensione gruppale transgenerazionale. Il transgenerazionale si configura, infatti, come insieme di vissuti, immagini, costruzioni
fantasmatiche, legate alla storia e alla cultura del gruppo di appartenenza interno, così come si è evoluto per generazioni, che
attraversa l'individuo, lo intenziona e lo guida, secondo un caratteristico copione culturale familiare.
PROCESSI TRANSPERSONALI: Il soggetto nel suo divenire si trova a confronto con un patrimonio interiore, sia acquisito precocemente,
attraverso il contributo originale dell’ambiente familiare, sia arricchito mano a mano dalle esperienze sociali e relazionali attuali (la
coppia, la procreazione, i gruppi di appartenenza), senza che vi sia nella persona la consapevolezza di tutto questo e del carattere
plurale, molteplice, del suo stesso essere individuo.
Il gruppo e la rete: Anche il gruppo è concepito secondo un modello di rete. Ogni nodo può essere immaginato con una persona, che
è collegata tramite un legame (una relazione) alle altre persone e alla rete nel complesso. La rete non è infatti una semplice somma
di relazioni a due, ma è dotata di caratteristiche d’insieme diverse da quelle dei legami.
Gruppo e matrice: Foulkes individua tre diverse matrici:
1. Matrice personale: Riguarda l’individuo e si forma a partire dalla sua esperienza costitutiva di fare parte di un gruppo, quello
familiare originario, di cui ha incorporato l’intero insieme di rapporti nonché di significazione, mitologizzazione e
fantasmatizzione. E’ intesa come espressione delle problematiche inconsce dell’individuo;
2. Matrice dinamica: Si costituisce all’interno della situazione gruppale come fatto peculiare a quello specifico gruppo.
Rappresenta la visualizzazione di quanto avviene nel qui ed ora in termini di comunicazione anche inconscia. E’, salvo casi di
‘irrigidimento’ in perenne trasformazione. E’ intesa come la rete di comunicazione inconscia che ha luogo nei gruppi;
3. Matrice di base: Rappresenta il presupposto della comunicazione, il substrato accomunante e la cui presenza consente
l’immediata possibilità di comprendersi (lingua, età, principi e norme sociali). E’ costituita sia dalla comunanza di codici di
comunicazione relativi alla lingua, età, ecc., sia dalla condivisione di determinati principi e norme sociali.
Nel gruppo terapeutico la parola matrice evidenzia la dimensione generativa del gruppo, il suo essere contenitore di elementi non
ancora individuati che possono prendere forma. La parola matrice rimanda anche alla cultura cioè alle idee, ai sentimenti, agli
atteggiamenti e ai valori che sono alla base del gruppo e della società in cui l’individuo è cresciuto e che si esprimono nel gruppo.
“E’ possibile osservare nel gruppo una specie di transfert in azione” → Significa che l’interazione intrapsichica totale tra le diverse
strutture della mente, in particolare l’Io, il Superio e l’Es, viene resa visibile, viene portata all’espressione esplicita nel gruppo, in modo
che gli stessi membri del gruppo possono diventare consapevoli di questa lotta dinamica in atto in