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Effetti delle situazioni intergruppi sulle relazioni intergruppi

Hewstone, Islam e Judd hanno distinto numerosi effetti sulle relazioni intergruppi che possono derivare da queste situazioni:

  • Additività - dominanza di una categoria: Tendenza di singole dimensioni categoriali a dominare in contesti reali di vita.
  • Congiunzione fra categorie: si ha quando la doppia appartenenza diventa la norma e qualsiasi deviazione da essa, parziale o totale che sia, determina un effetto peggiorativo sulla valutazione e sul gradimento.
  • Effetto dell'intersecarsi di più dimensioni categoriali contemporaneamente.

Il processo di categorizzazione produce due effetti fondamentali:

  1. Amplifica le differenze fra gruppi.
  2. Rafforza le somiglianze nel gruppo.

L'osservazione quotidiana suggerisce che, se vi è un errore sistematico nella percezione dell'omogeneità nel gruppo, esso va nella direzione di attribuire all'outgroup un'omogeneità e una somiglianza fra i membri maggiore di quella percepita nell'ingroup.

Questo effetto

di omogenizzazione del gruppo esterno può essere spiegato in diversi modi. Una possibile spiegazione è che esso scaturisca dalla diversa quantità di informazioni di cui disponiamo sulle persone che fanno parte del nostro gruppo e su quelle che fanno parte dei gruppi esterni. Un secondo modello suggerisce invece che non è tanto le informazioni di cui disponiamo su alcuni specifici esemplari del gruppo a essere importante, ma la natura complessiva della categoria. Secondo questa prospettiva quindi, nella mente delle persone non è depositata tanto una registrazione di singoli individui noti dell'ingroup e dell'outgroup, ma concetti più astratti delle categorie complessivamente considerate. In modo abbastanza paradossale uno dei primi studi sull'omogeneità percepita aveva documentato anche la presenza di un effetto di omogenizzazione nell'ingroup. Si è infatti visto che l'ingroup minoritario potesse

sentirsi minacciato nella propria identità da un più ampio gruppo maggioritario e che una possibile risposta a questo senso di minaccia potesse essere l'emergere di un più forte bisogno di proteggere l'integrità e la coesione dell'ingroup, percependolo in termini più omogenei.

Uno studio di Simon e Brown ha inoltre sottolineato la maggiore importanza dell'identità per i membri dei gruppi minoritari. Turner e colleghi, hanno infatti sostenuto che il processo di identificazione con un gruppo implica l'intervento contemporaneo di due micro processi: l'adattamento dell'individuo ai presunti attributi definitori, alle caratteristiche chiave percepite nel prototipo dell'ingroup e l'amplificazione massima possibile della distanza tra questo prototipo e quello dell'Outgroup.

2. i fattori che regolano l'utilizzo delle categorie

Quali saranno i fattori che regolano la mia scelta delle categorie? Il primo...

L'elemento da notare è la presenza di livelli differenti di categorizzazione, più o meno generali. Secondo Eleonor Rosch quando le persone categorizzano il mondo degli oggetti naturali, tendono ad utilizzare categorie di livello "elementare" (sedie, tavoli...), preferendole a categorie di livello "sopraordinato" o "subordinato" (Arredamento, tavolino da bar). Tuttavia il fatto di sapere che le persone preferiscono utilizzare raggruppamenti più fini di semplici dicotomie giovane/vecchio, bianco/nero non ci aiuta a predire quale tra i molti possibili modi di suddividere il mondo verrà di fatto scelto in una data occasione. Per fare questa previsione dobbiamo conoscere meglio il soggetto che percepisce la situazione (le sue modalità abituali di vedere le cose, i suoi bisogni e i suoi obiettivi) e la situazione stessa (i reali elementi di somiglianza e differenza fra le persone in essa presenti, gli eventi).

immediatamente precedenti che potrebbero avere innescato la scelta di una determinata serie di categorie). Queste riflessioni sono state formulate da Bruner, il quale suggeriva che le categorie di utilizzazione più probabili sono anche quelle di più facile accessibilità per la persona e quelle che meglio si adattano agli stimoli in gioco. Campbell ha identificato alcuni dei fattori apparentemente responsabili nel fatto che entità discrete siano percepite come gruppi, secondo una proprietà che l'autore chiama entitativity. Campbell parla di destino comune, somiglianza e prossimità. Si può dire che le persone che si muovono insieme o alle quali accadono cose simili (destino comune) formano un' unica categoria esattamente come le molecole che costituiscono una pietra vengono percepite come un oggetto unico. Analogamente, persone fra loro simili per qualche aspetto tenderanno ad essere classificate insieme. Infine, individui che si trovano spesso in

una situazione di vicinanza fisica reciproca possono essere considerati come componenti di un gruppo. Una dimostrazione nella teoria di Campbell (la quale suggeriva che il modo effettivo in cui le persone stanno in relazione reciproca determina se verranno o meno percepite come membri del medesimo gruppo), è venuta da Gaertner e colleghi in uno studio diretto ad individuare possibili strategie per ridurre il pregiudizio nel gruppo. Questi ricercatori ipotizzarono che, se si riusciva a fare in modo che i membri di due categorie distinte venissero percepiti come appartenenti ad una medesima categoria sopraordinata, o alternativamente come individui distinti, si sarebbe potuto conseguentemente ridurre la presenza nel gruppo di ogni forma di pregiudizio associata a queste categorie. Sulla base di tale ipotesi i ricercatori cercano di predisporre tre differenti condizioni sperimentali: la prima diretta a preservare la divisione in due gruppi, anche detta condizione "due gruppi".membri sedevano ad un tavolo gli uni di fronte agli altri mantenendo le etichette originali di sottogruppo e interagendo soprattutto fra loro con l'idea di vincere un premio per la soluzione migliore che avessero saputo dare al compito.

- la seconda a sussumerla entro una categoria più ampia: anche detta condizione "gruppo unico", i membri dei due gruppi sedevano in posizione alternata attorno ad un tavolo, dovevano trovare un nome per la più vasta entità formatasi della riunione dei due gruppi lavorare insieme con l'obbiettivo di vincere un premio per la migliore soluzione collettiva che avessero saputo escogitare


- la terza ad eliminare la tonalità degli indizi di gruppo: anche detta condizione "individuale", ogni persona sedeva ad un tavolo a sé, doveva darsi un nome che fosse di suo gradimento e lavorare individualmente alla ricerca della soluzione migliore per il compito.


Si notò come la citata manipolazione

sperimentale tenesse conto dei criteri dientitavity di Campbell: La prossimità fisica (disposizione intorno al tavolo), la similarità (le etichette) e il destino comune (il premio). Si nota inoltre che la manipolazione avesse un effetto sulla modalità di categorizzazione reciproca dei soggetti. Un ulteriore fattore situazionale che secondo alcuni autori potrebbe determinare le specifiche categorie che si innescano a livello cognitivo è la peculiarità percettiva di certe persone. Rosabeth Kanter, ad esempio, ha suggerito che i membri di una minoranza all'interno di un'organizzazione possono diventare oggetto di attenzione per la maggioranza. Tuttavia si vede che non sono le sole proprietà della situazione a poter attivare una data categoria invece che un'altra. Se si è verificato di recente un qualche evento in grado di evocare una particolare categorizzazione, diviene più probabile che gli eventi o le situazioni successive.possono essere interpretati nei termini del medesimo sistema di categorie. Quindi se leggiamo un articolo sul giornale che denuncia un caso di violenza razziale da parte della polizia, questa notizia aumenta la nostra sensibilità alle questioni etniche in successivi resoconti di abuso da parte delle forze dell'ordine. In termini tecnici, questo processo è noto come priming. Gli effetti potenti del priming sono illustrati in due esperimenti che hanno indagato gli effetti di due tipi di primers sulle impressioni e sul ricordo di un personaggio descritto in un breve racconto. I risultati hanno mostrato che l'aggiunta di etichette esplicite faceva sì che i soggetti ricordassero della storia un maggior numero di particolari incoerenti con lo stereotipo di un personaggio mentalmente disturbato e che valutassero quest'ultimo in modo più positivo. Di conseguenza, nel caso dei primers più occulti, gli effetti andavano nella direzione opposta: nella misura in cui non possono essere interpretati nei termini del medesimo sistema di categorie.vierano etichette evidenti i soggetti rievocavano attributi più in linea con lo stereotipo del personaggio e in genere lo valutavano in termini più negativi. Se è vero che fattori situazionali transitori possono influire sull'individuazione delle categorie, non è meno vero che la facilità/difficoltà di accesso alle categorie risente di certe caratteristiche di chi percepisce. In particolare si è potuto dimostrare la rilevanza di tre di esse: - il compito all'obiettivo attuale su cui la persona è impegnata al tempo della categorizzazione: L'influenza dell'obiettivo attuale del soggetto percettore è stata presa in esame da Pendry e Macre, che hanno utilizzato i tempi di reazione per misurare l'attivazione di categorie in un compito di scelta lessicale. Nella ricerca in questione a tutti i soggetti partecipanti veniva mostrato un breve video tape che descriveva il lavoro d'ufficio di una donna. In alcunini, avrebbe portato i partecipanti a dare meno importanza all'aspetto dell'impressione che si sarebbero fatti della persona rappresentata. Ecco come potrebbe essere formattato il testo utilizzando tag html:

Casi i ricercatori chiedevano i soggetti di prestare particolare attenzione al video dal momento che avrebbero dovuto motivare di fronte a terzi l'impressione che si sarebbero fatti della persona rappresentata. Questo tipo di consegna era diretta a massimizzare nei partecipanti l'importanza dell'elaborazione dell'informazione e nell'intenzione dei ricercatori di attivare nei soggetti la categoria più differenziata di "donna d'affari" piuttosto che quella più generale di "donna".

Ad altri partecipanti venne data la consegna di focalizzarsi sull'altezza della donna del video in vista del fatto che sarebbe stato successivamente chiesto loro di farne una stima.

Ad altri partecipanti venne chiesto invece di focalizzarsi unicamente sulla qualità tecnica delle videoregistrazioni.

L'ipotesi dei ricercatori era che la mancanza di un'indicazione esplicita, nelle ultime due condizioni, avrebbe portato i partecipanti a dare meno importanza all'aspetto dell'impressione che si sarebbero fatti della persona rappresentata.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
19 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuggijr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia degli atteggiamenti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Matera Camilla.