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Comprendere quali siano i principi di valutazione estetica per i prodotti industriali è

fondamentale per una ricerca sulle preferenze del consumatore. Per fare un esempio, si è

stabilito che forme rotondeggianti sono preferite a forme squadrate

, poiché le prime

vengono associate più facilmente a qualcosa di buono, di positivo.

3.8 Decisioni ed emozioni

Dietro ogni decisione c’è un’aspettativa basata sulla probabilità di ottenere ciò che

desideriamo. I processi mentali alla base delle decisioni, dunque, dipendono dalla

motivazione, ovvero da ciò che ci spinge a ottenere uno scopo

. Più grande è il numero delle

scelte possibili, più diventa difficile compiere una stima di tutte le possibili soluzioni; al

giorno d’oggi ci troviamo di fronte a sempre maggiori possibilità

, pur disponendo di risorse

cognitive limitate e tempi sempre più stretti. In generale, la possibilità di compiere una

scelta determina un maggior coinvolgimento emotivo​ : nel prendere una decisione, quindi,

entrano in gioco svariati meccanismi consapevoli, ma anche processi inconsci

. Le emozioni

​ ​

hanno infatti la funzione di dirigere i processi di ragionamento verso specifiche strategie di

pensiero, spesso avvalendosi dell’ausilio della memoria

. Damasio (1994) ha proposto

l’esistenza di un marcatore somatico che, in base alle risposte emotive scaturite, o dalla

memoria di esperienze passate, aiuta la cognizione nei processi di scelta

. Molto spesso, nel

prendere una decisione, creiamo delle immagini mentali raffiguranti tutti gli esiti

possibili​ : queste immagini suscitano delle emozioni che possono portare a sensazioni

fisiologiche di vario tipo (es. un esito spiacevole può suscitare una sensazione di fastidio

alla bocca dello stomaco); questo marcatore somatico ci permette di scegliere entro un

numero minore di alternative

, valutandole come positive o negative in modo da farci

preferire una risposta invece che un’altra. La maggioranza dei marcatori somatici viene

creata durante lo sviluppo e l’esistenza di ciascuno di noi in relazione alle varie esperienze

vissute.

3.9 Processi decisionali, emozioni e reward

Nel nostro cervello, un insieme di aree cerebrali è correlata alla gratificazione​ : alla base di

molti comportamenti c’è la ricerca di un “reward”

, di una ricompensa. Si tratta di un sistema

di preferenze orientato a evitare il dolore e cercare il piacere, basato prima sulla ricerca di

gratificazioni primarie (cibo, sesso, ecc.), poi estese anche a stimoli con valenza sociale e

culturale. E’ stato dimostrato che uno stato d’animo positivo abbia una forte influenza

sulle capacità cognitive: sono gli stimoli che portano a un reward quelli atti a indurre questi

stati d’animo (ricevere un regalo o un complimento, vedere un film comico, avere successo

in qualcosa, ecc.) Ad indurre questa sensazione interviene la dopamina​ , un neuro-ormone

rilasciato in risposta a tale stimoli.

Secondo uno studio recente, nel prendere una decisione rischiosa (es. un investimento

finanziario), entrano in gioco due processi​ : dal lato emotivo

, l’attività nella parte anteriore

​ ​

dell’insula mette in atto una rapida valutazione del rischio, anticipando possibili insuccessi;

dal lato cognitivo

, nella corteccia prefrontale vengono analizzati i costi/benefici, integrando

le informazioni emotive.

3.10 I centri neurali del piacere

Esistono aree del cervello che producono “l’esperienza del piacere”:

il nucleus accumbens è una struttura che riceve connessioni atte a rilasciare il

​ ​

● neurotrasmettitore dopamina

, responsabile della sensazione di piacere, sia

percepita che anticipata (meccanismo comune anche alle droghe);

l’​ ipotalamo​ , che controlla

● molte funzioni somatiche come

la termoregolazione, il sonno e

l’assunzione di cibo, è

considerato il centro della fame

e della sete, ma può

controllare anche diverse

emozioni, stati d’animo e

l’umore;

l’​ insula​ , situata tra il lobo

● temporale e quello frontale,

controlla le sensazioni viscerali,

il dolore, e sembra implicata nella dipendenza da droga, alcool e nicotina; sembra

coinvolta anche nell'emotività sociale, nell’empatia e nel disgusto;

la corteccia anteriore del cingolo (ACC) comunica da un lato con l’amigdala, il

● nucleus accumbens, l’ipotalamo e l’insula, valutando la salienza degli stimoli emotivi

,

associandoli a bisogni e motivazioni;

l’​ OFC​ , a cui abbiamo già accennato, rappresenta il punto d’incontro tra

● l’informazione sensoriale, le reazioni emotive e i processi cognitivi

; in quest'area si

compie una valutazione degli stimoli che arrivano dai sensi.

3.11 Oggetti che piacciono

Ci si è chiesti se è possibile trovare i correlati neurali del desiderio​ , ovvero quell’impulso

​ ​

volitivo al possesso diretto di un oggetto dal quale si prevede di ottenere piacere. E’ stato

dimostrato che la “desiderabilità” attiva, oltre al sistema visivo

, anche l’​ OFC

, con una

​ ​

maggiore attivazione in base a un grado più elevato di desiderio. Queste strutture sono

quindi associate alla percezione di immagini attraenti (es. fotografie di persone care,

fotografie erotiche, ecc.) Il sistema deputato a valutare ricompense e piacere, però, è anche

stimolato da oggetti che non hanno un valore intrinseco di rinforzo, ma che indirettamente

possono segnalare un rinforzo sociale (es. una bella macchina, bei vestiti, ecc.)

3.12 Fare shopping col cervello

Tutti questi processi agiscono nelle nostre decisioni di acquisto​ . Alcune aree neurali sono

maggiormente coinvolte in questo tipo di decisione

, anche se non sono specifiche per

l’acquisto: il nucleus accumbens e l’OFC per quanto riguarda il piacere e il desiderio di

acquistare qualcosa, e l’insula come marker per il disgusto (es. costo troppo elevato).

Sembra che si instauri un vero e proprio conflitto tra il valore emotivo che conferiamo a un

prodotto e l’effettivo valore economico

, dando luogo sia a un’anticipazione di piacere che di

sofferenza. Il nucleus accumbens è stato spesso associato anche ad alcune forme di

dipendenza, in cui potrebbero rientrare anche la compulsione e la mania per lo shopping.

Anche il contesto di presentazione dei prodotti è fondamentale: la shopping experience

​ ​

rappresenta la nuova frontiera del consumo, poiché si mira a un coinvolgimento sensoriale

totale, dove l’acquisto non sia più l’atto finale, ma solo un punto di partenza, con lo scopo

di conquistare e fidelizzare il consumatore.

3.13 Il neuromarketing

Il neuromarketing è una disciplina sempre più diffusa che tenta di svelare le basi neurali dei

processi decisionali d’acquisto​ , per poi individuare i canali di comunicazione più diretti

verso il consumatore. Se il marketing tradizionale agisce tramite ricerche di mercato,

questionari e interviste, il neuromarketing va ad analizzare direttamente l’attività cerebrale

,

oltrepassando il filtro della razionalità.

Crescente è il numero di pubblicazioni sul fenomeno del “​ willingness to pay​ ” (disponibilità

a pagare), ovvero la quantità di denaro che si è disposti a spendere per un prodotto

: questa

sarebbe codificata ancora una volta dall’OFC, che permette di anticipare e valutare ciò che

ci piace. Il valore economico è strettamente legato a quanto troviamo accattivante e

piacevole il prodotto.

Esistono fattori che condizionano la nostra aspettativa rispetto a un prodotto​ , e che

vengono utilizzati nell’ambito del marketing e della pubblicità: è stato dimostrato che un

prezzo elevato viene automaticamente correlato ad una migliore qualità, oppure che dei

commenti favorevoli possono influenzare positivamente il giudizio.

Questi fattori top-down​ , come la conoscenza e l’aspettativa, possono influenzare la

percezione fisica di uno stimolo, ad esempio conoscere un determinato ingrediente

presente in un piatto, la conoscenza di un marchio rispetto ad un altro (Coca-Cola vs.

Pepsi). La percezione fisica dello stimolo attiva la corteccia prefrontale, mentre quando

viene mostrato un marchio, ad esempio, si attivano altre regioni come l’ippocampo, che

consente di integrare informazioni sensoriali con conoscenze pregresse e aspetti culturali

.

Riprendendo l’idea del marcatore somatico​

, si può ipotizzare che il marchio agisca a

livello inconscio facilitando le nostre scelte.

3.14 Decisioni inconsce

In modo semplificato, la coscienza è stata definita come la capacità che la nostra mente ha

​ ​

di integrare tutte le esperienze che abbiamo raccolto rispetto al mondo esterno e a noi

stessi, considerandole nel loro insieme per pianificare il comportamento presente e futuro

.

Si può pensare che, nel prendere una decisione, questo processo avvenga in modo

cosciente; in realtà sappiamo che non è così, spesso le decisioni saltano alla mente

all’improvviso, senza rifletterci. Secondo alcuni, le decisioni migliori vengono prese a livello

inconscio

, senza dover ragionare su tutte le possibili conseguenze: questo effetto si chiama

“​ deliberation-without-attention effect​ ”, e sembra essere confermato da ricerche di

laboratorio riguardo a scelte complesse (es. scegliere un appartamento); per scelte più

semplici, invece, sembra più soddisfacente una decisione ragionata e consapevole (es.

scegliere un asciugamano).

Negli ultimi trent’anni si è diffusa l’idea che numerosi processi mentali procedano a livello

implicito

, fuori dal controllo della nostra volontà; secondo questo assunto, quindi, si può

predire che cosa una persona stia pensando​ , poiché ciascuna attività di pensiero è

associata a una specifica attività neurale.

3.15 Arte e cervello: l’approccio delle neuroscienze

Le considera

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A.A. 2017-2018
28 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesac di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia cognitiva e della percezione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Brancati Claudia.