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CAP 4 - LA MALATTIA MENTALE. LA FOLLIA E LA SUA STORIA

1. LA FOLLIA E LA SUA STORIA

Nell’antichità troviamo 2 concezioni della follia:

1. Follia inviata dagli dei per punire qualcuno

2. Follia per i filosofi (Ippocrate) è una malattia come le altre e più

precisamente in un’affezione del cervello.

In alcuni casi estremi i pazzi sono stati oggetto di persecuzioni e spesso sono

stati lasciati liberi di vagabondare e sopravvivere mendicando.

Con l’umanesimo e il rinascimento la condizione dei folli accenna a migliorare.

Nel 1527 vicino a Londra viene fatto costruire l’Hospital of St. Mary Of Betlehem

per custodire i lunatici che viene storpiato in Bedlam sinonimo di confusione

caotica.

Il termine ospedale non deve trarre in inganno poiché i luoghi della follia erano

ospizi e prigioni in cui i soggetti non erano affatto curati ma semplicemente

gettati in prigione.

L’illuminismo e la rivoluzione francese affrancarono i folli di una

rappresentazione sociale basata su superstizioni e possessioni spiritiche e

Pinell attuò una riforma di carattere umanitario affermando che i sofferenti

affidati alle sue cure erano esseri umani e in quanto tali spettavano loro diritti

e dignità proclamati dalla rivoluzione francese.

Pinell sviluppò una nosografia medico-filosofica con un trattato del 1801 che

classifica i disturbi mentali in 4 categorie:

1. Melanconia e depressione

2. Mania ed estrema eccitazione

3. Idiozia e ritardo mentale

4. Demenza e confusione mentale

In Italia Chiarugi fece riadattare l’ospedale di Bonifazio e introdusse un

atteggiamento di assistenza ai malati di mente improntato all’umanità e alla

razionalità.

C. viene considerato forse il primo professore al mondo di malattie mentali.

Sul finire dell 800’ Kraepelin considerato il vero padre della psichiatria

moderna attua una differenziazione tra psicosi maniaco depressiva e

schizofrenia (dementia precox). 41

Con K. Si apre la stagione della psichiatria descrittiva il cui compito principale

era quello di descrivere quadri clinici ed evoluzioni tipiche. In questa ottica i

fenomeni psicopatologici vengono concettualizzati come manifestazioni di

sottostanti malattie mentali, ciascuna con un’evoluzione tipica.

La cultura tedesca sviluppò oppositori della nosografia psichiatrica di K. E

Binswanger e Jaspers diedero vita alla psicopatologia fenomenologica che vede

la malattia mentale come uno dei modi di porsi dell’essere umano e una

particolare disposizione soggettiva nei confronti della realtà e della vita

interpersonale.

Il rimprovero mosso alla psichiatria descrittiva fu quello di interessarsi più alle

malattie che ai malati.

In un’ombra totale sorse e prosperò l’istituzione manicomiale.

La grande eccezione fu S.Freud che ammorbidì il concetto di malattia mentale

e sviluppò la tesi di una psicogenesi delle malattie mentali meno gravi cioè la

psiconevrosi indicandone le metodologie di trattamento.

La prospettiva psicoanalitica anche se non assoluta e incontrastata fu egemone

per gran parte del secolo scorso. Sono nell’ultimo terzo del 900’ si affermò un

paradigma, quello comportamentale e cognitivo che si pose in alternativa a

quello psicoanalitico; Dalla perdita dell’egemonia psicoanalitica emerse una

terza forza: il modello familiare e sistemico.

Oggi prevale il riferimento al principio di causalità multipla cioè che a nessun

caso di malattia mentale è attribuibile una sola causa ma le malattie mentali

sono sempre ascrivibili al concorso di molteplici fattori.

Si è soliti distinguere tra:

• Fattori remoti

• Fattori di diatesi (vulnerabilità)

• Fattori prossimi

• Fattori precipitanti (stress)

Si parla quindi di modelli diatesi-stress e l’ipotesi è che la maggior parte dei

disturbi sia causata da una combinazione di vulnerabilità predisponente

(diatesi) e alcune circostanze precipitanti (stress).

I modelli sociopsicobiologici propongono 3 classi di fattori che si incontrano

nello studio delle malattie mentali:

1. Fattori che traggono origine dall’ambiente sociale, culturale, educativo e

familiare 42

2. Fattori che traggono origine dalla specifica elaborazione psicologica che

il soggetto opera nell’esperienza

3. Fattori che traggono origine dalla ereditarietà e da successive possibili

alterazioni del funzionamento del sistema nervoso.

2. STIGMA SOCIALE

Indica un insieme di atteggiamenti, stereotipi e credenze che un gruppo sociale

o la società nel suo complesso nutre nei confronti di gruppi sociali particolari

che ritiene devianti ed emargina.

I malati di mente continuano oggi ad essere oggetto di uno stigma sociale e

l’OMS ritiene che lo stigma sia l’ostacolo più importante e negativo ai futuri

progressi.

Il processo di stigmatizzazione prevede 4 fasi:

1. Etichettatura: si crea una etichetta che identifica un gruppo di persone

2. Etichetta viene associata a credenze e stereotipi propri di quella società

3. Le persone stigmatizzate non vengono considerate per sé stesse ma in

virtù degli attributi propri all’etichetta

4. In virtù dell’etichettamento il gruppo stigmatizzato perde lo status e

diviene oggetto di discriminazioni.

La fase di etichettatura è cruciale e clinici e psichiatri sono restii a formulare

diagnosi che possano generare stigma. Etichettare una persona con un qualche

termine potrebbe esacerbare i comportamenti problematici dell’interessato.

3. INCAPACITA’ DI INTENDERE E VOLERE

Capacità di intendere significa riconoscere correttamente il significato e il

valore dei fatti e delle azioni e le loro conseguenze morali e giuridiche secondo

la cultura corrente. Per capacità di volere intendiamo l’agire o il non agire come

conseguenza di una scelta libera e ragionata.

4. TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO

Ha sostituito il ricovero coatto previsto dalla legislazione psichiatrica del 1904.

Ora è una procedura finalizzata alla tutela della salute e viene disposto quando:

• Esistono alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi

terapeutici

• L’infermo non vuole sottoposi volontariamente a questi trattamenti

• Non ci sono le condizioni che consentono di adottare tempestive e idonee

misure straordinarie extraospedaliere. 43

Il TSO è disposto dal sindaco del comune dove risiede la persona su proposta

motivata di un medico. Il ricovero ha luogo presso servizi psichiatrici di

diagnosi e cura. Il TSO è stato istituito dalla legge cosiddetta Basaglia di riforma

psichiatrica.

5. ISTITUZIONI TOTALI E RIFORMA PSICHIATRICA

Un istituzione totale viene definita come il luogo di residenza e di lavoro di

gruppi di persone che si trovano a dividere una situazione comune cioè l’essere

tagliate fuori dalla società trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso

e formalmente amministrato.

Goffmann descrive ciò che realmente succede in una istituzione totale e

descrive queste come delle situazioni che derubano l’individuo della sua

identità producendo una patologia specifica chiamata sindrome da

istituzionalizzazione.

La parola d’ordine del movimento del movimento antistituzionale legato alla

figura di Franco Basaglia è che il manicomio va distrutto e non riformato.

Il problema è che la società per essere civile dovrebbe accettare tanto la ragione

quanto la follia piuttosto che incaricare la psichiatria di tradurre la follia in

malattia per eliminarla.

B. nel 1963 operò una trasformazione della cultura e della prassi assistenziale

e ottenne l’approvazione della legge 180 nota come legge Basaglia.

Questa impose la chiusura dei manicomi e limitò il TSO riconoscendo appieno i

diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti meglio seguiti e curati da

ambulatori territoriali. Accanto al rifiuto dell’istituzione totale veniva quindi

proposta una rete di servizi diffusi con ricorso all’assistenza domiciliare, all’uso

di strutture residenziali non ospedaliere, day hospital e comunità terapeutiche

orientate verso la riabilitazione. Oggi esiste il rischio di sviluppare una nuova

cronicità relativa all’inadeguatezza delle cure.

6. SALUTE MENTALE BASATA SULLE EVIDENZE

Dagli anni 80 si è diffuso un nuovo atteggiamento volto a migliorare la qualità

delle cure e delle prestazioni sanitarie.

Pioniere di questa svolta è stato Cochrane:

• Opportunità di far dipendere le decisioni sanitarie da un’adeguata prova

di efficacia. Decidere in base a evidenze di efficacia implica una crescita

della metodologia e della qualità della ricerca e la necessità di non dar

credito allo sperimentalismo dozzinale.

• Diffusione delle conoscenze in materia sanitaria. 44

Gli sviluppi delle comunicazioni informatiche infatti hanno potenziato e diffuso

l’accesso all’info più qualificata assicurando l’accesso alla più ampia info.

Questo movimento internazionale va sotto il nome della medicina basata sulle

evidenze ed è volto a:

1. Promuovere standard di cura migliori

2. Attenuare le differenze nel livello delle prestazioni sanitarie tra diverse

regioni

3. Basare sull’evidenza scientifica le decisioni nelle politiche sanitarie

4. Valutare quantitativamente l’efficacia degli interventi

5. Valutare la qualità delle cure e la soddisfazione degli utenti

6. Disseminare tra i professionisti i risultati di ricerca in forme accessibili

7. Creare linee guida di aiuto e indirizzo.

Questo atteggiamento incontra ancora resistenze; esse comportano una

diminuzione di potere della politica e dell’ideologia nelle grandi scelte

sanitarie. Questo mutato clima culturale ha interessato anche il mondo della

salute mentale e sempre più spesso si parla di salute mentale basata sulle

evidenze.

7. LINEE GUIDA

L’espressione indica una serie di strategie diagnostiche e terapeutiche mirate a

facilitare le decisioni cliniche, si tratta di una serie di raccomandazioni o norme

comportamentali cliniche per specifiche categorie di pazienti.

Le linee guida sono opera di comitati rappresentativi basate sulle evidenze

scientifiche sempre più aggiornate.

I comitati nello specifico integrano i vari dati empirici e le opinioni del gruppo

di lavoro e rendono esplicito il livello di affidabilità di ogni raccomandazione.

Le raccomandazioni sono siglate con delle lettere:

• A: procedura o test diagnostico fortemente raccomandato perché

sostenuto da prove scientifiche di buona qualità

• B e C: procedure sulle quali si nutrono dubbi

• D e E: riserva

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
59 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Eli16 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Ruggieri Ruggero.