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2- LE MODALITA’ DELLA VALUTAZIONE

Le misure utilizzate in psicologia clinica variano lungo un certo numero di dimensioni; in un

certo studio è spesso necessario selezionare più di una misura del costrutto di interesse.

La caratteristica che può distinguere le misure in modo accurato è la modalità o il tipo di

misura.

2.1- LE CLASSIFICAZIONE GLOBABLI

2.1.1- CARATTERISTICHE

La valutazione globale si riferisce agli sforzi per quantificare le impressioni riguardanti le

caratteristiche generali; sono definite “globali” poiché riflettono impressioni complessive.

Il motivo per ricorrere a questo tipo di classificazione è che gli individui selezionati per la

valutazione avranno una certa esperienza o familiarità con il cliente.

Le caratteristiche che hanno reso popolari le classificazioni di tipo globale sono molte.

Un 1° vantaggio sta nel fatto che esse forniscono al ricercatore un tipo di valutazione molto

flessibile, potendo prendere in considerazione ogni tipo di costrutto di interesse (es.

sintomatologia, funzionamento generale, ecc.); la classificazione dei soggetti può essere

effettuata in base ad una dimensione globale che riguarda diversi problemi.

Un 2° vantaggio è che le classificazioni globali forniscono una situazione riassuntiva dello stato

generale del cliente; ciò è molto utile poiché traduce in termini di facile comprensione gli effetti

del trattamento.

Un 3° vantaggio sta nel suo essere una fonte conveniente per richiedere giudizi ad esperti,

colleghi o altre persone che necessitano di informazioni abbastanza dettagliate pur non

conoscendo il caso.

2.1.2- POTENZIALI LIMITAZIONI

Uno dei problemi che si incontra quando si usa la classificazione globale è di valutare in modo

preciso cosa si sta misurando; non c’è assicurazione che l’elemento in esame sia quello

realmente misurato.

Per definizione le classificazioni sono a carattere generale e tutti i tipi di variabili possono

entrare a far parte dei criteri che saranno usati per valutare il cliente; è perciò possibile che le

classificazioni globali possano variare nel tempo indipendentemente dai cambiamenti che si

sono verificati nel cliente.

L’assenza di criteri chiari nel compiere le classificazioni porta ad un secondo problema;

un’importante caratteristica della ricerca scientifica è che i risultati sono a carattere

cumulativo: è importante la valutazione di una serie di ricerche per trarre conclusioni.

Le classificazioni globali sono spesso sviluppate per uno studio particolare e non sono soggette

alle solite procedure di validazione; ne consegue che può non esserci relazione tra uno studio e

il successivo.

2.2- INVENTARI, QUESTIONARI E SCALE DI AUTOVALUTAZIONE

2.2.1- CARATTERISTICHE

Le misure più usate in psicologia clinica sono gli inventari di autovalutazione, i questionari e le

scale; essi richiedono al cliente di rispondere riguardo gli aspetti della loro personalità e

comportamento.

Al contrario delle classificazioni globali essi includono vari elementi disegnati per campionare

aspetti specifici di una particolare funzione.

Il vasto uso delle misure di autovalutazione è determinato da vari fattori:

1- molti stati, sentimenti e problemi psicologici sono definiti da ciò che il cliente dice o prova,

essi possono riportarli direttamente;

2- permettono la verifica di parecchi ambiti di funzionamento che non sono facilmente

esplorabili con altre tecniche di valutazione;

3- facilità di somministrazione, che le ha rese utili per gli scopi legati alla valutazione iniziale

(fase in cui il ricercatore deve selezionare un campione da una popolazione).

Vi sono molti tipi diversi di misure di autovalutazione, una delle più studiate in psicologia clinica

è il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI), un testo oggettivo di autovalutazione;

tale misura recentemente aggiornata (MMPI-2) comprende scale multiple che misurano la

personalità e la psicopatologia.

Quindi le misure di autovalutazione possono verificare diversi aspetti di una caratteristica

oppure di molte caratteristiche semplicemente chiedendo al cliente di rispondere ad alcune

domande.

2.2.2- POTENZIALI LIMITAZIONI

Le misure di autovalutazione usate in ambito della ricerca in psicologia non sono basate su

classificazione globali di uno stato generale, ma piuttosto comprendono inventari disegnati per

misurare le caratteristiche specifiche del soggetto.

Vi sono 2 principali categorie di problemi legati alle misure di autovalutazione:

- preferenze da parte dei soggetti;

- mancanza di evidenza che la misura verifichi la caratteristica di interesse.

Le misure di autovalutazione tendono ad essere distorte da parte dei soggetti, che alterano le

proprie risposte alla luce dei propri motivi; un esempio in tal senso potrebbe essere la

desiderabilità sociale (tendenza a voler apparire sotto una buona luce).

La persuasività della desiderabilità sociale ha portato i ricercatori a definire un tratto specifico

della personalità definito “necessità di un’approvazione sociale”.

Vi è poi un’altra fonte di distorsione che riguarda la severità dei sintomi auto-riportati o

lagnanze, ovvero i clienti possono lamentarsi in modo esagerato in quanto in tal modo

potrebbero assicurarsi il trattamento; in seguito potrebbero fornire risposte desiderabili come a

effetto hello-goodbye.

evidenziare il loro miglioramento grazie alla terapia ricevuta: si parla di

Alcuni accorgimenti disegnati per prevenire queste distorsioni, sono ad esempio assicurare al

cliente la condizione di anonimato, riservatezza, fornire incentivi per l’onestà, ecc.

2.3- TECNICHE PROIETTIVE

2.3.1- CARATTERISTICHE

Le tecniche proiettive sono una classe di misure che hanno lo scopo di rivelare le

caratteristiche intrapsichiche, i processi, gli stili e le fonti alla base dei conflitti di personalità;

tali misure sono raccolte indirettamente: ai clienti viene chiesto di svolgere un compito

ambiguo e tale ambiguità permette al cliente di proiettare in quella situazione processi

importanti della propria personalità.

Ci sono molte tecniche proiettive, le più usate sono le macchie di Rorschach e il Thematic

Apperception Test (TAT), che consistono nella presentazione di stimoli (es. macchie di

inchiostro) che in seguito viene chiesto di interpretare.

Si ritiene la prestazione nei test proiettivi sia un modo per fornire informazioni

sull’organizzazione interiore della personalità.

2.3.2- POTENZIALI LIMITAZIONI

Negli ultimi 25 anni il loro utilizzo e la loro popolarità sono stati altalenanti, in parte perché

associati con un particolare approccio teoretico verso la natura della personalità (modelli

psicoanalitici); l’uso di queste misure è generalmente ristretto all’interno della psicologia

clinica.

I motivi di questo scarso utilizzo sono vari:

1- molte di queste metodiche si affidano completamente all’interpretazione e all’inferenza dello

psicologo sperimentatore;

2- sono associate con un particolare orientamento teorico e livelli di analisi, in particolare si

tratta di processi intrapsichici tradotti in teorie psicodinamiche;

3- i metodi di valutazione di molte metodiche di classificazione sono molto ingombranti,

pertanto tali misure saranno difficilmente scelte per espandere una batteria di valutazione: più

probabilmente lo sperimentatore sceglierà misure più semplici da amministrare e quantificare.

2.4- LE MISURE COMPORTAMENTALI

2.4.1- CARATTERISTICHE

La valutazione viene spesso condotta in base alle misure del comportamento; la valutazione

comportamentale cerca di valutare direttamente il comportamento di interesse osservando ciò

che fa il cliente: in questo modo si ritiene che le risposte fornite riflettano esempi di

comportamenti rilevanti.

Molti problemi che sorgono in ambito terapeutico consistono di problemi legati al

comportamento; come modalità di valutazione le misure comportamentali si incentrano su ciò

che realmente compie l’individuo operazionalizzando i problemi in termini di tipologie ordinare

della prestazione.

Una importante caratteristica della valutazione comportamentale è che le misure possono

essere costruite per adattarsi ai comportamenti dei clienti individualmente.

Spesso la valutazione comportamentale è condotta in situazione inventate o simulate; un

vantaggio della valutazione comportamentale è di poter considerare la specificità del

comportamento attraverso diverse situazioni: se si verifica un certo comportamento

probabilmente esso accade in funzione di determinate stimolazioni ambientali.

Il campionamento del comportamento in condizioni naturali o simili al naturale, dovrebbe

permettere l’esplorazione del comportamento di interesse oppure qualcosa che gli somiglia

molto.

2.4.2- POTENZIALI LIMITAZIONI

Una delle principali considerazioni per la valutazione delle misure comportamentali è la misura

in cui il campione di comportamento rappresenta il costrutto di interesse per il ricercatore; è

possibile che i comportamenti campionati o il periodo di tempo durante il quale viene condotta

la valutazione non rappresentino accuratamente la prestazione del cliente così come si

manifesta durante tutte le altre situazioni.

I metodi di valutazione devono assicurare che non vi sono differenze tra tutti i periodi

disponibili in cui avviene la valutazione; ciò può essere raggiunto selezionando casualmente i

periodi durante il giorno nel quale compiere la valutazione comportamentale.

Come notato precedentemente, molte misure di tipo comportamentale sono condotte in

situazioni simulate; in tali situazioni la prestazione potrebbe essere diversa da quella rilevata in

situazione che caratterizzano il quotidiano: i soggetti ad esempio potrebbero essere

consapevoli del tipo di situazione particolare e come risultato rispondono in modo diverso.

2.5- LE MISURE PSICOFISIOLOGICHE

2.5.1- CARATTERISTICHE

Le misure psicofisiologiche sono tecniche di valutazione designate per quantificare eventi

biologici in relazione agli stati psicologici; in ambito di ricerca in psicologia clinica, le misure

psicofisiologiche sono state usate per verificare stati generali di attivazione, come quelli

associati con l’ansia. biofeedback

In psicologia si è prestato grande attenzione al attraverso il quale si cerca

esplicitamente di alterare la prestazione del funzionamento psicologico.

Questo tipo di valutazione punta alla possibilità di una valutazione diretta della parte fisiologica

che riguarda l’attivazione.

2.5.2- POTENZIALI LIMITAZIONI

Stati specifici possono essere identificati con le misure che permettono di misurarne il

funzionamento fisiologico; questa assunzione generale è dimostrata, tuttavia ten

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Publisher
A.A. 2018-2019
78 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Aleunifi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi di indagine in psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Casale Silvia.