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Tuttavia COSTRUTTIVISMO E COSTRUZIONISMO DIFFERISCONO RISPETTO A:
L’origine individuali
della (conoscenza della) realtà = frutto di processi (prevalentemente) per il costruttivismo;
- interattivi conversazionali
frutto di processi e per il costruzionismo
significato dell’interpretazione
La concezione del e = soggettiva-individuale per il costruttivismo; sociale,
- linguistica e culturale per il costruzionismo
La concezione del cambiamento = livelli di sempre maggiore coerenza per il costruttivismo; “uscite” dal
- proprio punto di vista favorite dal linguaggio che veicola ruoli, contesti, diverse rappresentazioni di sè per il
costruzionismo sociale
IL COSTRUZIONISMO SOCIALE = Movimento composito che attraversa le scienze sociali (in particolare la psicologia
sociale e poi clinica) negli anni ’80 e che rappresenta la “traduzione” dei presupposti dell’Interazionismo simbolico in
Psicologia. Vengono ricondotti a questa prospettiva autori quali Bruner, Gergen, Harrè → TUTTO CIO’ CHE
CONSIDERIAMO REALE E’ COSTRUITO SOCIALMENTE”. “La conoscenza come costruzione sociale”. Il costruzionismo
sociale è una posizione epistemologica secondo la quale l’attività costruttiva dell’individuo non può che riferirsi alla
dimensione sociale e linguistica. Sarebbe infatti la “conversazione” a nutrire di significati ciò che l’individuo scambia
per percezioni in solitudine. Non si tratterebbe tanto di una conoscenza individuale che diventa sociale mediante la
comunicazione, ma di un processo che, ancora nel momento in cui origina (apparentemente) dall’individuo, affiora
come l’effetto di un processo collettivo.
Sono le “relazioni”, non gli “individui” i luoghi della costruzione del mondo.
- reale
Tutto ciò che consideriamo è costruito socialmente. Nulla è reale se non vi è accordo sul fatto che lo sia.
- Ogniqualvolta parliamo di qualcosa, lo facciamo entro una certa tradizione culturale.
-
Es. “La paura”: Una “paura” non è un “fatto”, descrivibile sempre in modo uguale, ma è ciò che si dice a proposito
della paura stessa, dipende dalle convenzioni legate ai modi di parlarne e dalle limitazioni espressive che abbiamo
forte, soffocante, fissa, solida o alta.
ereditato, posso dire che sia ma non
Attenzione, si potrebbe pensare allora che l’uomo sia determinato dalla società, ma non è questo il senso che
Come emerge il significato?
l’Interazionismo attribuisce alla produzione del significato.
Il significato degli “oggetti”:
Consiste nel significato che l’oggetto (fisico, sociale o astratto) ha per la persona, ed è prodotta
- dall’interazione simbolica
Il significato nasce dal modo in cui quell’oggetto è definito dagli altri con i quali la persona interagisce
- (processo di indicazione reciproca)
Il significato non ha status fisso, bensì può essere modificato continuamente.
-
Questi significati sono trattati e modificati lungo un processo interpretativo. La persona tuttavia, NON USA le cose
secondo il significato ricavato da altri. L’Uso implica un processo interpretativo che si compone di due fasi: 1) L’attore
indica a se stesso le cose verso le quali sta agendo … si tratta di un processo sociale interiorizzato (un’AUTO-
INTERAZIONE); 2) I significati sono gestiti in modo flessibile dall’attore nel corso della formazione della propria azione.
L’essere umano è intrinsecamente sociale: non nel senso di chi è membro di una specie sociale, ma in quanto
impegnato nell’INTERAZIONE SOCIALE CON SE STESSO. Non “reagisce” al gioco dei fattori, ma si impegna in un
rapporto di AUTOINDICAZIONE, sulla base dei significati momentanei attribuiti agli eventi. L’individuo è OGGETTO per
se stesso (es. “essere arrabbiato con se stesso”). L’interazione sociale non determina il singolo, come pensava la
tradizione, poiché l’individuo trasforma i significati sociali entro un processo di auto-interazione, auto-indicazione, cioè
li “discute” con se stesso.
La “novità” della proposta interazionista sta proprio qui: l’esperienza ed il processo interattivo consentono l’emergere
dei significati personali relativi alla realtà ed a se stessi. Il comportamento umano non nasce – secondo questa
prospettiva – da una serie di risposte a stimoli, bensì dall’interpretazione dei significati simbolici attributi agli stimoli
stessi.
La produzione di significati: Secondo Mead il significato è stabilito solo quando la risposta suscitata da qualche
simbolo è la “stessa” sia per colui che produce il simbolo, sia per colui che lo percepisce. Ragionando per esempi
Mead parla di quando solleviamo una mano ruotandola contemporaneamente lungo il proprio asse. Questo
movimento, che solo più tardi chiameremo “gesto” significa, sia per chi compie l’azione, sia per chi la osserva, un
“saluto di commiato”. Ma può dirsi davvero la “stessa” risposta quella prodotta nei due interlocutori? Ragionando per
esempi, Blumer richiama l’episodio di un ladro che, puntando la pistola, fa alzare le mani alla propria vittima. L’atto
stesso di stingere l’arma, rappresenta un’indicazione lungo tre direttrici di significato: suggerisce ciò che la vittima
deve fare, ciò che il ladro progetta di fare, (ovvero di sottrarre dei soldi alla vittima), ma anche l’azione congiunta che
si è formata, in questo caso: una rapina. Il significato di un simbolo (gesto, oggetto o parola) si fonda sul presupposto
uguale
che la risposta suscitata nell’altro sia alla risposta suscitata in colui che produce o ri-produce il simbolo, pur
essendo sempre leggermente diversa da qualsiasi cosa si possa prevedere.
L’assunzione di ruolo: Affinché ciò accada è necessaria l’assunzione del ruolo altrui: porre il proprio sé
nell’atteggiamento dell’altro vuol dire guardare se stessi nel modo in cui ci guarderebbe il nostro interlocutore, quindi
rappresentare la propria produzione simbolica a se stessi da quel punto di vista. L’ “assunzione di ruolo” garantisce
che la propria produzione (qualunque essa sia) possa avere senso poiché si smette di abitare i propri modi di
intenderla per comprenderla così come farebbe l’altro, del quale si può cogliere l’atteggiamento prima di assimilarlo.
stesse”,
Le risposte non sono mai veramente le “ quindi per significato si intende quel qualcosa di estremamente
variabile, ma che nasce dalla condivisione di un medesimo “universo simbolico”. Questo carattere variabile del
significato lo connota di una qualche incertezza. Di conseguenza qualsiasi linea di condotta futura (ad esempio la
risposta di una persona alle proprie produzioni simboliche) non può mai essere prevista del tutto. Il significato di un
uguale
simbolo si fonda sul presupposto che la risposta suscitata nell’altro sia alla risposta suscitata in colui che crea il
simbolo, pur essendo sempre leggermente diversa da qualsiasi cosa che egli potrebbe prevedere. Inoltre la risposta
dell’altro ha la stessa caratteristica di imprevedibilità. Il significato, pertanto, è sempre una variabile che oscilla
tra l’assenza di senso da un lato – cioè la totale assenza di risposte coincidenti e, dall’altro, la piena
coincidenza di tali risposte (ciò che potrebbe chiamarsi anche “noia”).
In sintesi:
Gli esseri umani agiscono verso le cose sulla base dei significati che queste hanno per loro
- Il significato deriva dalle interazioni con i propri simili
- Questi significati sono trattati e modificati lungo un processo interpretativo nel rapporto con le cose
- che la persona incontra
Per Blumer il significato sorge dal processo di INTERAZIONE TRA PERSONE; nasce dal modo in cui ALTRE PERSONE
agiscono nei suoi confronti rispetto a quella cosa. Le loro azioni contribuiscono a definire la cosa per la persona. I
significati cambiano: cosa contribuisce al loro cambiamento? “Altri” processi interpretativi possono essere favoriti da:
L’assunzione di altri ruoli (Mead, Blumer) oppure di altre “posizioni” entro lo stesso ruolo (Harrè, Hermans e
- Dimaggio)
Il dialogo con Altre parti di sé (Salvini)
- Il cambiamento del contesto e delle Situazioni (Goffman)
-
Il sé è caratterizzato da una molteplicità di voci in relazione tra loro, voci che l’individuo interiorizza, tanto che
società nella mente”.
possiamo considerare il sé come una “ L’individuo è capace di porsi come oggetto di sé stesso,
assumendo ogni volta un punto di vista differente. L’individuo è allo stesso tempo il protagonista e l’autore della
narrazione. Esempio: i diversi “tu” da differenti funti di vista = per il biologo sei un mammifero, per il cristiano un
peccatore, per un omosessuale un eterosessuale, ecc. il cambiamento nel modo di parlarne
Il cambiamento di ruolo rispetto al problema passa attraverso → cambia la
narrazione. Come nasce, dunque, il “significato”? Nasce nella conversazione, grazie all’assunzione di ruolo, ci dice
l’Interazionismo Simbolico,
quindi non sta dentro la “cosa” nominata, come molti di noi pensano, e non sta nemmeno nelle “cognizioni” apportate
dalla persona alla cosa nominata
13/12/18
COSTRUZIONISMO SOCIALE
Movimento composito che attraversa le scienze sociali a partire dagli anni ’80, in particolare la psicologia sociale.
Relational Being”),
Vengono ricondotti a questa prospettiva autori quali Gergen (“ Harrè, Pearce, Shotter e per certi
versi Bruner (psicologo dell’età evolutiva, attenzione alle questioni narrative, l’identità è ciò che la persona racconta di
sé, l’identità ha anche bisogno di storie altrui per poter costruire la propria). “La conoscenza come costruzione
sociale”. mente discorsiva;
Harrè: la mente umana è una gli individui non decidono e poi si muovono, non siamo
programmatori di azioni; è l’argomentazione che diamo a posteriori. Non agiamo sulla base di un’intenzione e di una
premeditazione, più spesso agiamo e poi a posteriori facciamo argomentazioni che cercano di spiegare il perché
abbiamo agito in quel determinato modo. Secondo Harrè se l’individuo decidesse e poi agisse, vuol dire che del
soggetto accogliamo solo la pare razionale, ma le persone hanno anche una serie di componenti emotive e relazionali
agente razionale,
che non rendono così prevedibile un comportamento.