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PAURA ANSIA

Direzione del movimento Mi sento portato all'indietro, lontano Mi sento sospeso su un abisso interiore, il

dalla minaccia. Mi ritraggo, cerco di sé è vissuto come privo di fondo, il

diventare più piccolo. Sento che il movimento è un precario essere-sospeso.

mio sé ha un fondo che si ritira, ci si

mette al riparo.

Tempo del movimento Scatto improvviso (arretrare) Tremore, oscillazione, sussulto (essere-

sospesi)

Movimento del mondo Il mondo mi viene incontro Il mondo si ritrae da me, è rarefatto. È un

minaccioso. L'oggetto che mi vuoto senza direzione, omogeneo, il suolo

minaccio sembra invadere il campo si fa sottile, vacilla e sento di avere una

percettivo e lo domina voragine sotto i miei piedi.

Estendendo la coreografia all'angoscia si notano differenze fenomeniche tra ansia e angoscia.

Direzione del movimento Mi sento immobilizzato e costretto a subire passivamente un'azione esterna che mi

strozza

Tempo del movimento I giochi sono fatti, il tempo mi si stringe attorno, mi isola dal futuro confinandomi

in un eterno presente che ricalca il passato

Movimento del mondo Il mondo è un angolo in cui sono stretto, chiuso. Si stringe attorno e mi opprime,

non ho possibilità di movimento, sono accerchiato da ostacoli che si stringono

verso me restringendomi.

La dialettica tra umori e affetti: la persona non è solo passiva e recettiva nei confronti delle proprie emozioni

ma può assumere atteggiamento attivo nei loro confronti. L'uomo si interroga sull'origine delle proprie

emozioni e se è in preda di un umore cerca di trasformarlo (solitamente) in un affetto. Un umore può

trasformarsi in affetto quando la persona, interrogandosi sulla sua origine, trova una motivazione.

L'indagine (propria dell'uomo) circa gli umori cerca di ricucire lo strappo tra questi stati d'animo indistinti e

immotivati e la storia della mia vita, si ceca di ricollocarli nella narrativa personale. Ma la dialettica può

imboccare false strade e portare a fobie, melancolia, disturbo borderline.

Fobie: nel suo sviluppo la trasformazione da umore ad affetto imbocca una falsa strada in cui la persona perde

contatto con la propria storia di vita e con una coerente narrativa. Una fobia è un affetto patologico: la paura per

un oggetto o situazione specifici a partire da un'ansia o angoscia immotivate. L'ansia viene circoscritta su un

oggetto.

Melancolia: gli affetti possono trasformarsi in umore perdendo il legame con le circostanze che li hanno

generati. (es. lutto che si prolunga nel tempo). Ciò che attanaglia il melanconico è un'emozione priva di un

distinto oggetto intenzionale (può sapere chi h perso – in seguito ad un lutto – ma non cosa ha perso con lui). Se

nel lutto è il mondo a rimpicciolirsi per lasciar spazio all'Io di rigenerarsi nella melanconia è l'Io che si

rimpicciolisce fino a diventare tema di un delirio di piccolezza, un delirio di meschinità morale.

Disturbo borderline di personalità: cronica oscillazione tra disforia (umore) e rabbia (affetto) nella patologia

borderline. La disforia è l'umore di sfondo, priva di un oggetto intenzionale a cui corrisponde il modo delle

persone borderline di percepire sé e gli altri. All'incertezza circa l'identità dell'altro corrisponde l'indefinitezza

del proprio sé. La disforia è l'umore che corrisponde all'indefinitezza. L'umore disforico è sempre in bilico nel

paziente borderline, pronto a ribaltarsi nell'affetto rabbia. L'altro è vissuto come irritante perché indefinibile,

l'irritazione può diventare rabbia verso l'altro.

Psicologia del patologico Stanghellini, Rossi Monti

Il temperamento nell'ottica Ψbiologica e in quella Ψdinamica: l'umore può prolungarsi nel tempo senza

spiegazione e diventare disposizione permanente (un tratto temperamentale). In ottica Ψbiologica il

temperamento viene definito come una disposizione prossima alle basi pulsionali, affettive ed emotive

dell'individuo. Il carattere sarebbe l'insieme di strategie difensive a cui si fa ricorso per adattare la propria

disposizione temperamentale alle vicissitudini ambientali. Personalità designa le caratteristiche di coping

egosintonico di un individuo. La Ψpatologia contemporanea individua 4 tipi di temperamento:

ciclotimico

– ipertimico

– distimico

– disforico

a cui si aggiunge un 5° temperamento: ansioso. Il rapporto tra temperamento, norma psicologica e patologia è

complesso.

si può considerare il temperamento come dispositivo antropologico che descrive la base biologica della

– personalitò. Ma i termini usati per descrivere i temperamenti fondamentali sono di matrice Ψpatologica,

indicano deviazioni abnormi. Il temperamento nell'ottica Ψbiologica viene equiparato alla

manifestazione sottosoglia di un disturbo affettivo.

Il temperamento viene concettualizzato come un fattore di vulnerabilità che predispone allo sviluppo di

– episodi di malattia conclamata. I temperamenti affettivi vengono letti quindi come dispositivi

patogenetici perché influenzano il modo di attribuire senso agli eventi della vita e aumentano la

probabilità di essere esposti a eventi patogeni.

Nell'ottiva Ψlogico-dinamica viene sottolineato un percorso di formazione del temperamento alternativo. Il

temperamento viene definito come abitudine interpretativo-emotiva che si prolunga nel tempo, ossia la

tendenza a vivere le cose in un certo modo, risultato delle esperienze passate. La trasformazione di umore in

tratto temperamentale è implicita e involontaria.

A cosa servono le emozioni? Emozioni e circumscription: Damasio sostiene che la funzione biologica delle

emozioni sia duplice:

inducono un comportamento idoneo alla situazione

– regolano lo stato interno dell'organismo (distribuzione di sangue, pressione, frequenza cardiaca, ritmo

– respiratorio, tensione muscolare ecc) per prepararlo ad un comportamento.

Le emozioni sono strettamente legate alla selezione per di più implicita e automatica di un comportamento. Le

emozioni infatti svolgono una funzione fondamentale nell'ambito della sopravvivenza. Ma hanno un ruolo

essenziale anche nel rapporto con la realtà, nel modo in cui sono o non sono coinvolto nelle situazioni montali,

nella sfera della vita sociale, nella sintonizzazione con gli altri e nella comprensione delle azioni altrui.

Emozioni ed enactment: in assenza di emozioni il mondo appare come irreale e distante, privo di interesse e di

senso. Senza emozioni ho degli oggetti a cui potrebbe essere rivolta la mia intenzionalità emotiva, una

conoscenza teorica e non una conoscenza enacted (legata alle mie possibilità e necessità di azione). Senza

coinvolgimento emotivo il corpo non struttura e organizza le possibilità di usare gli oggetti che perdono il loro

stesso senso. Infatti il senso dell'oggetto è l'uso che ne posso fare in una data situazione, il modo in cui usarlo.

Se non c'è emozione non c'è motivazione, movimento, azione.

In presenza di emozioni l'ambiente si dispone come campo caratterizzato da salienze, rilievi. Le emozioni

determinano la recettività, sensibilità a cogliere certi aspetti del mondo in quanto dotati di senso. La

recettività si colloca a metà strada tra il volontario e l'involontario, tra percezione e movimento.

Il significato che attribuiamo alle cose non deriva solo dai modi corrispondenti di comprendere il mondo

esterno ma anche dalle nostre possibilità di movimento. Il rapporto di implicazione tra percezione significativa

e movimento va in entrambe le direzioni: il senso implica il movimento, il movimento implica il senso. Le

emozioni in quando preparazione al movimento, selezionano certe possibilità di azione a discapito di altre. Le

emozioni forniscono il contesto, lo sfondo motivazionale con cui realizziamo la comprensione e azione.

Rappresentano sì un ostacolo alla comprensione oggettiva e all'azione razionale ma perché la comprensione

oggettiva è conoscenza teorica (inapplicabile alla pratica) e l'azione razionale (scevra di emozioni) è una non-

azione. Con queste considerazioni si può pensare alla valenza di dispositivo patogenetico delle emozioni.

Psicologia del patologico Stanghellini, Rossi Monti

L'assenza di emozioni può essere considerata in relazione all'esistenza schizofrenica e ossessiva. La patologia

delle emozioni è squilibrio tra emozioni e riflessività a svantaggio delle emozioni. La patologia delle emozioni

non si manifesta solo come predominio di conoscenza puramente speculativa ma anche come predominio delle

emozioni sulle facoltà riflessive.

Emozioni e attunement: le emozioni giocano un ruolo di primo piano nella capacità umana di estrarre

informazioni rilevanti circa la propria collocazione nello spazio delle relazioni sociali. Il fenomeno che rende

possibile la socialità è definito affect attunement, un ponte pre-verbale e pre-riflessivo gettato tra la vita emotiva

delle persone.

Come ipotizzato da Merleau-Ponty l'intercorporeità è il fenomeno alla base dell'intersoggettività.

Intercorporeità significa trasferimento dello schema corporeo, l'immediato (riflesso ma non riflessivo) legame

percettivo attraverso cui riconosciamo gli altri in quando a noi simili. L'intersoggettività è basata sulla capacità

di risuonare con le emozioni altrui tramite la percezione visiva delle azioni degli altri. La base biologica sono i

neuroni specchio.

I disturbi dell'attunement come dispositivo di vulnerabilità: emerge il ruolo di questo dispositivo di

vulnerabilità nella condizione schizofrenica. I disturbi nell'area dei rapporto tra emozioni e intersoggettività

sono due:

1. le persone schizofreniche denunciano il proprio sentirsi distaccati dagli altri e dal mondo esterno

2. si sentono invasi dagli altri (ipoteticamente ascritto ad un eccesso di emozioni legato alla presenza

altrui).

1 → il mondo appare indecifrabile così come il modo in cui gli umani interagiscono tra loro. Emerge il

sentimento di estraneità davanti al mondo sociale, la mancanza di una base spontanea per i propri

comportamenti sociali. In breve un'anomalia dell'affect attunement. Le persone schizofreniche spesso

sviluppano una concezione meccanicistica del fenomeno dell'intersoggettività ed elaborano algoritmi, strategie

per condursi nelle interazioni sociali. Il fallimento nell'entrata in contatto con gli altri può essere

concettualizzato come mancanza di interesse nelle relazioni sociali (ma spesso ci si trova davanti ad un

disperato tentativo di ri-sintonizzazione con

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
32 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ManuPind di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicodiagnostica clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Armezzani Maria.