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L'intelligenza subisce delle modificazioni con l'età.

Vigilanza e tempi di reazione

Nell'ambito delle attività cognitive, sia la riduzione dell'attivazione a livello centrale e le modificazioni nei

ritmi e nella qualità del sonno che si osservano nell'anziano, sia l'alterazione dei processi inibitori ed

eccitatori a livello centrale, sommati al concetto di rallentamento generale nelle trasmissioni neuronali e

nei processi cognitivi, sono considerati aspetti alla base di alcune modificazioni osservate nelle funzioni

cognitive. È stata riscontrata una riduzione generalizzata dell'ampiezza delle onde durante le fasi del

sonno REM che non REM. Questo cambiamento di attività può essere correlato ad una alterazione della

qualità del sonno negli anziani. Un secondo punto importante riguarda la problematica dei tempi di

reazione e la riduzione della velocità di processamento delle informazioni. Lo studio dei tempi di

reazione riguarda la verifica del tempo necessario alla persona per rispondere dopo la comparsa di uno

stimolo che viene suddivisa in tempo di reazione semplice e tempo di reazione complesso. Nel primo

caso viene valutato il tempo necessario per cui una persona possa dare una risposta semplice ad uno

stimolo semplice. Nel secondo caso al soggetto viene richiesto di compiere una decisione prima di fornire

una risposta allo stimolo presentato. C'è accordo generale sul fatto che gli anziani presentino tempi di

reazione ridotti, e questa riduzione è più marcata nei tempi di reazione complessi rispetto quelli semplici,

in quanto l'aumento della complessità del compito comporta una maggiore necessità di elaborazione

dell'informazione.

Attenzione

L'attenzione può essere descritta e conosciuta attraverso alcune sue funzioni. In base a ciò l'abilità di

mantenere la propria concentrazione su un determinato compito senza distrazioni per un certo arco di

tempo è definita come "attenzione sostenuta". Per questo tipo di attenzione viene utilizzato anche il

termine vigilanza e i dati relativi alle modificazioni con l'età rilevano un decremento di questa abilità negli

anziani. Questo decremento però non sembra significativo, specialmente per l'interazione di altri fattori

quali l'attività fisica.

Il secondo aspetto dell'attenzione viene definito "attenzione selettiva", intendendo la capacità di seguire

un determinato evento stimolo, ignorando altri stimoli irrilevanti rispetto al compito in esecuzione. Anche

in questo caso è stata rilevata una riduzione di capacità negli anziani.

L'attenzione divisa rappresenta l'abilità di suddividere la propria attenzione tra 2 compiti somministrati

contemporaneamente. In questo tipo di compito gli anziani mostrano delle prestazioni ridotte rispetto ai

giovani.

L'ultimo aspetto dell'attenzione riguarda la capacità di spostamento da uno stimolo all'altro o da un

compito all'altro, che rispecchia le necessità dell'individuo nell'interazione con l'ambiente. Nel caso dello

spostamento da uno stimolo all'altro le differenze riscontrate negli anziani rispetto ai giovani sono

influenzate dalla presenza di distrattori e dal tipo di stimolo utilizzato per segnalare al soggetto la

necessità di spostare l'attenzione.

Memoria e invecchiamento

La memoria è una delle abilità cognitive che ha ricevuto maggiore attenzione nello studio

dell'invecchiamento. Vi sono sufficienti evidenze per affermare che le modificazioni sono variabili, a

seconda della funzione mnemonica considerata e del modello teorico di riferimento.

Una delle distinzioni classiche divide la memoria in "memoria a breve termine" (MBT) e "memoria a

lungo termine" (MLT). Con la prima si intende il processo con il quale una piccola quantità di

informazioni è trattenuta nella mente per alcuni secondi o al massimo minuti. Questo tipo di funzione

viene chiamato anche memoria primaria. Nella memoria primaria rientra anche la memoria di lavoro,

proposta da Baddeley, una funzione particolare della memoria a breve termine nella quale il materiale

richiede di essere riorganizzato, durante il processo di elaborazione, oppure integrato con le informazioni

provenienti dall'esterno o già disponibili per il soggetto.

Quando vi è la necessità di immagazzinare le informazioni per un lungo periodo di tempo si fa riferimento

al sistema di memoria a lungo termine che è ritenuto un magazzino permanente delle informazioni. Nella

MLT sono coinvolti numerosi processi per i quali vi sono alcune capacità che non subiscono perdite

mentre altre non possono essere ricordate.

Un altro modello utilizzato per descrivere la memoria è quello proposto da Tulving Che distingue tra

"memoria episodica" e "memoria semantica". La prima riguarda l'esperienza soggettiva e gli eventi

riguardanti la propria storia personale, mentre la seconda è indipendente dei fatti personali e interessa le

conoscenze acquisite e gli apprendimenti.

Un'ulteriore distinzione è quella effettuata da Graf e Schacter tra memoria esplicita e memoria implicita

e si riferisce alla differenza tra la memoria attivata in modo conscio e diretto e la memoria non

direttamente attivata ma utilizzata nel processo di richiamo. La memoria implicita include la memoria

procedurale che permette all'individuo l'esecuzione di una sequenza finalizzata di movimenti atti a

svolgere un compito.

Oltre a questi modelli è opportuno citare anche: la memoria prospettica, che riguarda la capacità di

ricordarsi di eseguire dei compiti o delle operazioni nel futuro; la metamemoria, che interessa l'opinione

del soggetto sulla propria memoria; la memoria autobiografica, un aspetto particolare della memoria

che ha un ruolo importante nell'anziano in quanto svolge una funzione fondamentale nella definizione di

sé e nel suo adattamento.

Lo span di memoria, inteso come lunghezza della lista di item che il soggetto è in grado di trattenere

nella memoria immediata, con l'età presenta una leggera diminuzione. Vi è inoltre un maggior

decremento a carico dello span verbale rispetto a quello numerico. La differenza rispetto ai giovani si

accentua quando viene aumentata la complessità del compito e quando si utilizza il metodo della

ripetizione al contrario (backward span), nella quale viene richiesto al soggetto di ripetere in ordine

inverso i numeri o le parole presentate.

La memoria di lavoro oltre al processo di immagazzinamento implica anche un processo di

manipolazione dell'informazione, gli studi sull'anziano hanno evidenziato una ridotta efficienza di questo

tipo di memoria. Occorre prima di tutto segnalare che i processi implicati nella memoria di lavoro

interessano non solo la memoria in sé ma anche le attività dell'esecutivo centrale, quindi il deficit

osservato può essere a carico di uno o più dei componenti implicate in questa funzione. Inoltre dal punto

di vista cognitivo, l'aumento della complessità del compito è in relazione con una maggiore richiesta di

risorse per l'elaborazione dell'informazione, quindi per gli anziani una richiesta maggiore può risultare

penalizzante. Rispetto ai giovani, le maggiori difficoltà sono osservate nei compiti in cui il racconto è

complesso, mentre non vi sono significative differenze quando vengono utilizzati stimoli di tipo spaziale o

numerico.

Si può riassumere che la memoria a breve termine subisce un declino correlato all'età nei compiti in cui

sono richieste, oltre alla riproduzione passiva, una rielaborazione o organizzazione del materiale

proposto; ciò potrebbe far ipotizzare che i cambiamenti principali non sono a carico dei loop fonologico

ma a carico dell'esecutivo centrale e quindi che possono essere messi in relazione con le funzioni del

lobo frontale.

Per quanto riguarda la valutazione della memoria a lungo termine vengono utilizzati gli stessi strumenti

validi per la valutazione della memoria a breve termine, ma al soggetto viene chiesto di richiamare gli

stimoli appresi a distanza di 15 o 30 minuti. Tra la presentazione della lista di item e il richiamo vengono

frequentemente inseriti altri stimoli non mnemonici, al fine di evitare una ripetizione del materiale da parte

del soggetto. Nel processo di codifica del materiale da ricordare gli anziani possono mostrare prestazioni

simili ai giovani, la differenza è a carico della difficoltà dell'anziano di elaborare proprie strategie di

codifica. I soggetti anziani fanno affidamento maggiormente su supporti esterni, ambientali, piuttosto che

su quelli interni, basati sulla propria capacità di trovare modalità di codifica il richiamo delle informazioni

acquisite. A conferma dell'importanza del supporto contestuale nella fase di codifica, vi sono le ricerche

che evidenziano un'uguaglianza delle prestazioni di richiamo tra anziani e giovani, quando vengono forniti

dei supporti (cues) sia in fase di codifica che di richiamo. Altri fattori che possono facilitare il processo di

codifica di richiamo sono quelli relativi alla natura del materiale presentato. Su questo principio possono

essere sviluppati modelli di intervento volti ad aiutare l'anziano a porre l'attenzione non solo sul contenuto

del materiale ma anche sulle modalità con le quali egli apprende.

Un altro processo coinvolto nella MLT riguarda il processo di richiamo delle informazioni apprese. Una

conferma sull'importanza del supporto viene dal confronto tra ricordo e riconoscimento, gli anziani

mostrano maggiori difficoltà nella prima capacità ma non nella seconda. Un'altra caratteristica legata al

processo di richiamo riguarda la perdita della fonte, cioè della capacità di ricordare oltre al fatto in sé dove

è stato appeso, in questo tipo di funzione gli anziani mostrano un significativo declino rispetto ai giovani.

Un altro aspetto della MLT Riguarda la memoria del passato remoto riferito gli eventi personali e storici

del soggetto. Frequentemente gli anziani affermano di ricordarsi vivamente gli eventi accaduti nella loro

infanzia ma non quelli recenti. Mentre la memoria autobiografica rappresenta uno studio a parte per le

implicazioni che ha sulla persona e sul suo vissuto, la memoria remota per gli eventi storici mostra una

traiettoria di declino che non differisce da quella osservata nei giovani, ed è una funzione lineare degli

anni di distanza dall'evento.

I fattori che possono intervenire nel determinare i "fallimenti" della memoria sono stati elencati da

Schacter e riguardano: la difficoltà di accesso alla memoria per i fatti e gli eventi accaduti molto tempo fa;

l'assenza di elaborazione; il blocco di accesso al materiale memorizzato; l

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
21 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Federica93_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicogeriatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Di Ceglie Antonella.