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Genitori antisociali: avere un genitore antisociale è un forte predittore di violenza o grave delinquenza in
adolescenza/prima età adulta oltre ad essere collegato a condotte parentali disfunzionali. L’assistere all’arresto può
traumatizzare il bimbo che vede il genitore come buono e interpretano tale evento come esito di malevolenza da parte di
altri. Tutto ciò va ad aggiungersi al trauma della separazione. I figli sono costretti a cambiamenti continui di
residenza/caregiver durante la detenzione del genitore e può andare incontro a disturbi psicologici o comportamenti
problematici (gravidanza precoce, uso droghe, delinquenza ecc).
Genitori che fanno uso di alcool o droghe: assunte dalla madre in gravidanza possono danneggiare il feto e portare
anche a morte, infezione FIV, nascita prematura, anormalità fisica e neuro-comportamentale, sindrome alcolica fetale
(ritardo mentale, conformazione fisica particolare, deficit nel comportamento e crescita). L’uso di sostanze porta alla
distruzione del nucleo familiare. Spesso vi è bassa presenza emotiva, coinvolgimento, alti livelli intrusività e ostilità che
sfociano in abusi e trascuratezza. Possono lasciare i figli soli a casa o in posti poco sicuri ed essere troppo permissivi e
poco vigili. I figli attaccamento D.
Nuclei monogenitoriali: molte nazioni vietano ai single l’adozione e il ricorso all’inseminazione artificiale perché
ritengono che da soli non possono esercitare in maniera adeguata il loro ruolo genitoriale. Bimbi hanno più possibilità di
incorrere in disagio psichico, fallimento a scuola o abbandono, gravidanza precoce ecc. Tali fatti sono la conseguenza
non tanto dell’assenza di una figura, quanto delle presenza delle enormi difficoltà socioeconomiche, psicologiche e di
accudimento che ricadono su un solo genitore. I single tendono ad usare strategie disciplinari rigide e punizioni
corporali in misura maggiore alle coppie.
Maternità adolescenziale: si intende sotto 19 anni. I figli da adulti rischiano di non trovare lavoro, coinvolti in attività
antisociali e destinati spesso a diventare anche loro genitori in età adolescenziale. Tale tipo di gravidanza è ad alto
rischio dal punto di vista ostetrico. Alcune adolescenti credono che avere un figlio potrebbe salvarle dagli ambienti di
deprivazione sociale ed economica in cui vivono. Spesso sono ragazze che hanno genitori separati o molto conflittuali
con i quali hanno cattivi rapporti, provano disperazione e tendono in generale a non programmare la propria vita. E’
molto difficile per queste ragazze perché devono affrontare la fase di adattamento sia dell’adolescenza che della
maternità. Con i figli mettono in atto relazioni più povere, con bassi livelli di comunicazione, affetto, sollecitazione ecc.
Sono anche più punitive nelle strategie disciplinari, meno propense ad educare e più a percepire difficile il
temperamento del loro bimbo e a svalutarne le competenze. Interpretano comportamento negativo figlio come ostile e
provocatorio.
Orientamento sessuale del genitore: le obiezioni più diffuse contro la genitorialità omosessuale è che il bimbo deve
crescere con una madre/padre per un adeguato sviluppo psicologico; relazioni omosessuali più instabili; donne sessuali
meno abilità materne; il figlio rischia di avere confusione riguardo alla propria identità di genere; rischiano di essere
vittime di bullismo e stigma sociale; è un peccato/contro natura; i figli non hanno modelli circa i ruoli famigliari ecc.
Molti studi hanno evidenziato che questi bambini in realtà sono del tutto simili a quelli cresciuti in famiglie etero. Anzi
le coppie omo desiderando più a lungo un figlio, pianificano con maggiore attenzione il figlio, spesso con l’aiuto di
persone vicine, vi è maggior divisione dei compiti familiari e maggiore coinvolgimento nelle attività di accudimento e
nelle questioni disciplinari.
Separazione e divorzio: il divorzio comporta una fase di transizione e un complesso processo di adattamento. Si ha la
disgregazione del nucleo familiare e la separazione da un genitore; ciò è di enorme stress per i figli ed è accompagnato
da liti e rischio triangolazione, con spesso anche difficoltà finanziarie e abbandono della casa conosciuta. I figli
attraversano 5 fasi (simile a chi scopre di avere una malattia terminale).
diniego: nega la realtà, spera che la separazione duri poco e che i genitori tornino insieme;
rabbia: si sente tradito, crede sia necessario tener duro, resistere, comportamenti impulsivi o tentativi di riunire i
genitori;
contrattazione: crede di esser lui la causa del divorzio e modifica quei comportamenti che i genitori disapprovano
cercando di fare cose gradite;
depressione: consapevolezza rispetto alla situazione, è triste, stanco e annoiato;
accettazione: la sua mente riesce a distanziarsi, riconosce che hanno divorziato perché non stavano più bene insieme
non per lui e che comunque gli vogliono bene.
Di solito il disadattamento è solo transitorio. Il fattore più potente è il conflitto coniugale che precede, accompagna e
segue il divorzio che può portare a disagio psicologico e disadattamento sociale. L’eventualità che il genitore formi una
nuova famiglia è più un fattore di protezione che di rischio.
Conflittualità e violenza coniugale: le aggressioni da parte delle donne sono più frequenti nelle giovani coppie
(uomini nelle coppie meno giovani). La violenza bidirezionale è molto più grave di quella unidirezionale perché gli
scontri sono più violenti. Fattori di rischio sono alcune caratteristiche individuali (disturbi psichici, abuso alcool e
droghe, basso controllo impulsi, storia abusi ecc) e il contesto (povertà, insoddisfazione matrimoniale ecc). I bambini
sono danneggiati sia dal coinvolgimento diretto nei litigi (vengono chiamati in causa o prendono le difese di un
genitore) che dal generale clima conflittuale. Venendo esposti in maniera continua ai conflitti diventano
ipercoinvolti/sensibili mostrando una soglia di attivazione emotiva sempre più sensibile e con emozioni più intense e di
maggior durata. Spesso non riesce a spiegarsi i conflitti dei genitori e pensa di esserne la causa, provando vergogna,
paura, tristezza o sensi di colpa. I genitori tendono a mettere in atto comportamenti estremi e opposti in situazioni
simili, alternando anaffettività ad affetto esagerato e assenza di disciplina a eccessivo controllo con punizioni fisiche e
invadenza. Questi bambini possono sviluppare: deficit controllo e gestione emozioni, disturbi ansia, depressione, della
condotta, comportamenti violenti, basso rendimento scolastico e difficoltà relazionali.
Svantaggio sociale ed economico: sui bambini grava lo stress accumulato dai genitori, con conseguenze come: dieta a
bassa qualità, morte precoce, malattie, bassi livelli funzionamento cognitivo, problemi psicologici, relazionali,
comportamenti devianti, gravidanze indesiderate ecc. Le difficoltà socioeconomiche sono collegate a minori
opportunità di realizzazione sociale e in secondo luogo sono legate a comportamenti parentali di bassa qualità (strategie
autoritarie e imprevedibili, con intrusività, punizioni fisiche, supervisione incostante). Risorsa importante diventa il
supporto sociale.
Genitori bi bambini nati prematuramente o sottopeso: quanto più il bimbo è nato prematuramente/peso minore tanto
più saranno i problemi presenti alla nascita (problemi neuropsicologici, ritardo mentali, paralisi cerebrale, iperattività
ecc). Pratiche mediche e parentali particolarmente attente e sensibili possono fornire esperienze positive. La nascita
prematura di un bambino è accompagnata da emozioni intense come paura, impotenza, ansia, preoccupazione, è un
evento stressante soprattutto se la relazione coniugale è insoddisfacente. Lo stress di questi genitori può predisporre a
comportamenti parentali poco appropriati.
Genitori di bambini disabili: le necessità continue e pressanti, le visite, i ricoveri espongono i genitori a livelli elevati
di stress con emozioni negative. Scoprire che il proprio figlio è malato pone reazione simili che si hanno in seguito ad
un trauma. In aggiunta, molti di questi bimbi hanno difficoltà a relazionarsi con i genitori (non vedenti, sindrome Down
hanno repertorio di espressione emotiva molto povero). Spesso si va ad aggiungere anche un consistente disagio
economico, sia per le spese delle cure, sia perché i genitori devono lavorare di meno per prendersi cura dei figli. Ad
essere stressata è soprattutto la madre e ciò la può portare a trascurare e abusare dei figli. I genitori che percepiscono il
sostegno fronteggiano meglio la situazione.
Genitori di bambini con comportamenti problematici: come aggressività, iperattività, ritiro sociale o comportamenti
devianti etc. comportano notevole stress per i genitori che vedono poco efficaci i loro sforzi e usano così strategie
parentali estreme, eccessivamente severe (autoritari, rispondono con aggressività) o negligenti rinforzando i
comportamenti dei figli. Si focalizzano quindi ad avere o compliance immediata tramite le maniere forti e quando
perdono le speranze adottano uno stile permissivo.
Famiglie multiproblematiche/ad alto rischio: quando all’interno di un nucleo familiare sono presenti due o più
condizioni di svantaggio. Sia genitori che figli presentano un notevole disagio psichico/fisico, le condotte parentali
spesso sono caratterizzate da trascuratezza e abuso e i figli che sviluppano un attaccamento D (40-80%), sono spesso in
presenza di numerose situazioni di pericolo. In queste famiglie si assiste ad una trasmissione intergenerazionale sia di
tali condizioni che dello stile parentale inadeguato.
Abuso: queste forme di abuso non sono categorie mutuamente esclusive e di solito l’abuso è cronico, cioè ripetuto nel
tempo. Spesso le vittime non sono neanche in grado di comprendere cosa sta venendo e vi è una reticenza a raccontare
ciò che è successo e a cercare aiuto, perché le vittime/familiari ricevono reali o minacce, o si vergognano e preferiscono
dimenticare. Abuso e trascuratezza sono dipendenti da 3 fattori di rischio correlati:
- adulto abusante (giovane, basso livello istruzione, relazione non biologica con bimbo, abusi, sostanze, bassa
autostima ecc)
- bambino (aggressività, storia di abusi, problemi di salute, iperattività etc)
- contesto (violenza coniugale, monogenitore, numeri elevati di figli nati vicini, povertà, disoccupazione etc.)
Gli abusanti molto spesso sono le donne, forse perché trascorrono più tempo con i figli, mentre i padri sono più
responsabili di fratture, lesioni e abuso sessuale sia in M/F. La trascuratezza e l’abuso emotivo riguardano entrambi i
sessi, mentre