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Riassunto esame "Psicodinamica della vita familiare", prof. Brustia, libro consigliato "Genitorialità. Profili psicologici, aspetti patologici e criteri di valutazione" di Greco e Maniglio Pag. 1
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Genitori antisociali: avere un genitore antisociale è un forte predittore di violenza o grave delinquenza in

adolescenza/prima età adulta oltre ad essere collegato a condotte parentali disfunzionali. L’assistere all’arresto può

traumatizzare il bimbo che vede il genitore come buono e interpretano tale evento come esito di malevolenza da parte di

altri. Tutto ciò va ad aggiungersi al trauma della separazione. I figli sono costretti a cambiamenti continui di

residenza/caregiver durante la detenzione del genitore e può andare incontro a disturbi psicologici o comportamenti

problematici (gravidanza precoce, uso droghe, delinquenza ecc).

Genitori che fanno uso di alcool o droghe: assunte dalla madre in gravidanza possono danneggiare il feto e portare

anche a morte, infezione FIV, nascita prematura, anormalità fisica e neuro-comportamentale, sindrome alcolica fetale

(ritardo mentale, conformazione fisica particolare, deficit nel comportamento e crescita). L’uso di sostanze porta alla

distruzione del nucleo familiare. Spesso vi è bassa presenza emotiva, coinvolgimento, alti livelli intrusività e ostilità che

sfociano in abusi e trascuratezza. Possono lasciare i figli soli a casa o in posti poco sicuri ed essere troppo permissivi e

poco vigili. I figli attaccamento D.

Nuclei monogenitoriali: molte nazioni vietano ai single l’adozione e il ricorso all’inseminazione artificiale perché

ritengono che da soli non possono esercitare in maniera adeguata il loro ruolo genitoriale. Bimbi hanno più possibilità di

incorrere in disagio psichico, fallimento a scuola o abbandono, gravidanza precoce ecc. Tali fatti sono la conseguenza

non tanto dell’assenza di una figura, quanto delle presenza delle enormi difficoltà socioeconomiche, psicologiche e di

accudimento che ricadono su un solo genitore. I single tendono ad usare strategie disciplinari rigide e punizioni

corporali in misura maggiore alle coppie.

Maternità adolescenziale: si intende sotto 19 anni. I figli da adulti rischiano di non trovare lavoro, coinvolti in attività

antisociali e destinati spesso a diventare anche loro genitori in età adolescenziale. Tale tipo di gravidanza è ad alto

rischio dal punto di vista ostetrico. Alcune adolescenti credono che avere un figlio potrebbe salvarle dagli ambienti di

deprivazione sociale ed economica in cui vivono. Spesso sono ragazze che hanno genitori separati o molto conflittuali

con i quali hanno cattivi rapporti, provano disperazione e tendono in generale a non programmare la propria vita. E’

molto difficile per queste ragazze perché devono affrontare la fase di adattamento sia dell’adolescenza che della

maternità. Con i figli mettono in atto relazioni più povere, con bassi livelli di comunicazione, affetto, sollecitazione ecc.

Sono anche più punitive nelle strategie disciplinari, meno propense ad educare e più a percepire difficile il

temperamento del loro bimbo e a svalutarne le competenze. Interpretano comportamento negativo figlio come ostile e

provocatorio.

Orientamento sessuale del genitore: le obiezioni più diffuse contro la genitorialità omosessuale è che il bimbo deve

crescere con una madre/padre per un adeguato sviluppo psicologico; relazioni omosessuali più instabili; donne sessuali

meno abilità materne; il figlio rischia di avere confusione riguardo alla propria identità di genere; rischiano di essere

vittime di bullismo e stigma sociale; è un peccato/contro natura; i figli non hanno modelli circa i ruoli famigliari ecc.

Molti studi hanno evidenziato che questi bambini in realtà sono del tutto simili a quelli cresciuti in famiglie etero. Anzi

le coppie omo desiderando più a lungo un figlio, pianificano con maggiore attenzione il figlio, spesso con l’aiuto di

persone vicine, vi è maggior divisione dei compiti familiari e maggiore coinvolgimento nelle attività di accudimento e

nelle questioni disciplinari.

Separazione e divorzio: il divorzio comporta una fase di transizione e un complesso processo di adattamento. Si ha la

disgregazione del nucleo familiare e la separazione da un genitore; ciò è di enorme stress per i figli ed è accompagnato

da liti e rischio triangolazione, con spesso anche difficoltà finanziarie e abbandono della casa conosciuta. I figli

attraversano 5 fasi (simile a chi scopre di avere una malattia terminale).

diniego: nega la realtà, spera che la separazione duri poco e che i genitori tornino insieme;

rabbia: si sente tradito, crede sia necessario tener duro, resistere, comportamenti impulsivi o tentativi di riunire i

genitori;

contrattazione: crede di esser lui la causa del divorzio e modifica quei comportamenti che i genitori disapprovano

cercando di fare cose gradite;

depressione: consapevolezza rispetto alla situazione, è triste, stanco e annoiato;

accettazione: la sua mente riesce a distanziarsi, riconosce che hanno divorziato perché non stavano più bene insieme

non per lui e che comunque gli vogliono bene.

Di solito il disadattamento è solo transitorio. Il fattore più potente è il conflitto coniugale che precede, accompagna e

segue il divorzio che può portare a disagio psicologico e disadattamento sociale. L’eventualità che il genitore formi una

nuova famiglia è più un fattore di protezione che di rischio.

Conflittualità e violenza coniugale: le aggressioni da parte delle donne sono più frequenti nelle giovani coppie

(uomini nelle coppie meno giovani). La violenza bidirezionale è molto più grave di quella unidirezionale perché gli

scontri sono più violenti. Fattori di rischio sono alcune caratteristiche individuali (disturbi psichici, abuso alcool e

droghe, basso controllo impulsi, storia abusi ecc) e il contesto (povertà, insoddisfazione matrimoniale ecc). I bambini

sono danneggiati sia dal coinvolgimento diretto nei litigi (vengono chiamati in causa o prendono le difese di un

genitore) che dal generale clima conflittuale. Venendo esposti in maniera continua ai conflitti diventano

ipercoinvolti/sensibili mostrando una soglia di attivazione emotiva sempre più sensibile e con emozioni più intense e di

maggior durata. Spesso non riesce a spiegarsi i conflitti dei genitori e pensa di esserne la causa, provando vergogna,

paura, tristezza o sensi di colpa. I genitori tendono a mettere in atto comportamenti estremi e opposti in situazioni

simili, alternando anaffettività ad affetto esagerato e assenza di disciplina a eccessivo controllo con punizioni fisiche e

invadenza. Questi bambini possono sviluppare: deficit controllo e gestione emozioni, disturbi ansia, depressione, della

condotta, comportamenti violenti, basso rendimento scolastico e difficoltà relazionali.

Svantaggio sociale ed economico: sui bambini grava lo stress accumulato dai genitori, con conseguenze come: dieta a

bassa qualità, morte precoce, malattie, bassi livelli funzionamento cognitivo, problemi psicologici, relazionali,

comportamenti devianti, gravidanze indesiderate ecc. Le difficoltà socioeconomiche sono collegate a minori

opportunità di realizzazione sociale e in secondo luogo sono legate a comportamenti parentali di bassa qualità (strategie

autoritarie e imprevedibili, con intrusività, punizioni fisiche, supervisione incostante). Risorsa importante diventa il

supporto sociale.

Genitori bi bambini nati prematuramente o sottopeso: quanto più il bimbo è nato prematuramente/peso minore tanto

più saranno i problemi presenti alla nascita (problemi neuropsicologici, ritardo mentali, paralisi cerebrale, iperattività

ecc). Pratiche mediche e parentali particolarmente attente e sensibili possono fornire esperienze positive. La nascita

prematura di un bambino è accompagnata da emozioni intense come paura, impotenza, ansia, preoccupazione, è un

evento stressante soprattutto se la relazione coniugale è insoddisfacente. Lo stress di questi genitori può predisporre a

comportamenti parentali poco appropriati.

Genitori di bambini disabili: le necessità continue e pressanti, le visite, i ricoveri espongono i genitori a livelli elevati

di stress con emozioni negative. Scoprire che il proprio figlio è malato pone reazione simili che si hanno in seguito ad

un trauma. In aggiunta, molti di questi bimbi hanno difficoltà a relazionarsi con i genitori (non vedenti, sindrome Down

hanno repertorio di espressione emotiva molto povero). Spesso si va ad aggiungere anche un consistente disagio

economico, sia per le spese delle cure, sia perché i genitori devono lavorare di meno per prendersi cura dei figli. Ad

essere stressata è soprattutto la madre e ciò la può portare a trascurare e abusare dei figli. I genitori che percepiscono il

sostegno fronteggiano meglio la situazione.

Genitori di bambini con comportamenti problematici: come aggressività, iperattività, ritiro sociale o comportamenti

devianti etc. comportano notevole stress per i genitori che vedono poco efficaci i loro sforzi e usano così strategie

parentali estreme, eccessivamente severe (autoritari, rispondono con aggressività) o negligenti rinforzando i

comportamenti dei figli. Si focalizzano quindi ad avere o compliance immediata tramite le maniere forti e quando

perdono le speranze adottano uno stile permissivo.

Famiglie multiproblematiche/ad alto rischio: quando all’interno di un nucleo familiare sono presenti due o più

condizioni di svantaggio. Sia genitori che figli presentano un notevole disagio psichico/fisico, le condotte parentali

spesso sono caratterizzate da trascuratezza e abuso e i figli che sviluppano un attaccamento D (40-80%), sono spesso in

presenza di numerose situazioni di pericolo. In queste famiglie si assiste ad una trasmissione intergenerazionale sia di

tali condizioni che dello stile parentale inadeguato.

Abuso: queste forme di abuso non sono categorie mutuamente esclusive e di solito l’abuso è cronico, cioè ripetuto nel

tempo. Spesso le vittime non sono neanche in grado di comprendere cosa sta venendo e vi è una reticenza a raccontare

ciò che è successo e a cercare aiuto, perché le vittime/familiari ricevono reali o minacce, o si vergognano e preferiscono

dimenticare. Abuso e trascuratezza sono dipendenti da 3 fattori di rischio correlati:

- adulto abusante (giovane, basso livello istruzione, relazione non biologica con bimbo, abusi, sostanze, bassa

autostima ecc)

- bambino (aggressività, storia di abusi, problemi di salute, iperattività etc)

- contesto (violenza coniugale, monogenitore, numeri elevati di figli nati vicini, povertà, disoccupazione etc.)

Gli abusanti molto spesso sono le donne, forse perché trascorrono più tempo con i figli, mentre i padri sono più

responsabili di fratture, lesioni e abuso sessuale sia in M/F. La trascuratezza e l’abuso emotivo riguardano entrambi i

sessi, mentre

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
13 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mad_Cupcake di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicodinamica della vita familiare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Brustia Piera.