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ATTENZIONE
SOSTENUTA.-Ascolto di nastri contenenti parole target o sequenze di parole; il paziente preme il pulsante quando rileva lo stimolotarget;-Comprensione di un paragrafo;-Riordinamento, crescente o decrescente, di numeri presentati in forma acustica;-Attività matematiche mentali.
SELETTIVA.-Sono uguali ai precedenti con l'introduzione di distrattori o informazioni irrilevanti.
ALTERNATA.-Compiti carta e matita in cui il paziente deve, in maniera alternata, generare numeri o lettere che vengono prima o dopo il target e possono essere segni di numeri oppure lettere dell'alfabeto;-Serie di numeri che iniziano con un certo numero a cui poi è necessario aggiungere o sottrarre un numero selezionato;-Compiti di ascolto in cui il paziente deve fare attenzione in primis ad una parola target o ad una sequenza di parole per poi cambiare il target a cui fare attenzione.
DIVISA.-Prove di lettura e comprensione di un brano contemporaneo.
ricerca di una parola target presentata per via uditiva - Esecuzione di un compito di attenzione sostenuta mentre si svolge un compito dei tempi di reazione al computer - Completamento dei compiti in cui si richiede la stima del tempo trascorso, svolgendo contemporaneamente attività di attenzione sostenuta. Il passaggio da un compito al successivo è subordinato dal raggiungimento di due criteri: a. il tempo di esecuzione del compito, se è possibile misurarlo; b. accuratezza nel compito pari all'85%. Per quanto riguarda l'efficacia del trattamento dell'APT, sicuramente diversi studi hanno osservato miglioramenti in attività che richiedono il mantenimento dell'attenzione sostenuta durante il compito. Inoltre, anche in pazienti con trauma cranico che hanno subito un training della durata di più di 7 mesi ci sono stati notevoli miglioramenti. Di contro, altri studi hanno prodotto risultati discordanti non rilevando miglioramenti a seguito del trattamento.Il limite di questi ultimi studi sta nel fatto che la durata di osservazione fosse molto breve e riguardasse un numero molto limitato di prove.
Di base questo trattamento è molto simile all'APT: si tratta di un training messo a punto per stimolare gli aspetti intensivi, cioè allerta e vigilanza, gli aspetti selettivi, cioè attenzione selettiva e divisa. Sono stati utilizzati dei paradigmi che ricordano le semplici azioni di attività quotidiana con esercizi differenti per ogni componente attentiva e ogni performance è studiata sulle esigenze del soggetto.
-Training per l'allerta. Il paziente osserva sullo schermo di un computer un'auto o una moto in movimento: il suo compito è quello di controllare l'andatura del veicolo per mantenere una velocità media ed evitare le collisioni con ostacoli che possono improvvisamente comparire. Il paziente, quindi, deve premere sia un tasto per accelerare che per frenare o per fermare.
Il veicolo.-Training per la vigilanza. Il paziente osserva la comparsa di una serie di oggetti in volo su di uno schermo radar; tutti gli oggetti si muovono molto lentamente nello schermo il paziente deve segnalare i cambiamenti di velocità o la comparsa di nuovi oggetti che compaiono per breve tempo.
Training per l'attenzione selettiva. Inizialmente il paziente si trova davanti ad un tiro al piattello simulato al computer in cui ci sono degli oggetti in volo su uno sfondo scenico. Il paziente deve premere un tasto solo se un oggetto o una coppia di oggetti definiti all'inizio della prova compaiono sullo schermo. Nella seconda parte della prova, il paziente si trova davanti a un Safari fotografico in cui possono essere presenti oggetti target, degli animali o oggetti della vita quotidiana o persone, ed egli potrà scattare foto ad uno di questi oggetti target ignorando i distrattori.
Training per l'attenzione divisa. Il paziente deve monitorare due sequenze di
stimoli indipendenti presentati su due canali differenti: premendo un tasto rileverà o due sequenze identiche gli stimoli o stimoli che possono essere tra loro equivalenti; gli stimoli possono essere presentati sia in modalità visuo acustica che modalità visiva.
TRATTAMENTI BASATI SU UN COMPITO SPECIFICO
Si differenziano dagli altri approcci finora visti perché partono dal presupposto teorico che tutti i processi attentivi si possono riabilitare modulando l'attività di una singola funzione. Un trattamento che rientra in questa categoria è quello di Stablum e colleghi che hanno utilizzato il paradigma basato sul doppio compito o sul cambiamento di compito, con l'obiettivo di migliorare la capacità dei pazienti di affrontare le tante situazioni della vita quotidiana che richiedono di cambiare set cognitivi in maniera veloce. Il beneficio ottenuto con il training si generalizza anche ad altre funzioni esecutive.
TRATTAMENTI BASATI SULL'USO
DI STRATEGIE
Time pressure Management (TPM). Si tratta di un insieme di strategie cognitive che possono essere usate per compensare le conseguenze derivanti da un rallentamento delle capacità di elaborazione delle informazioni a seguito di una lesione cerebrale. I soggetti imparano ad assegnarsi il tempo che serve loro per svolgere in maniera accurata un compito.
Molto più semplicemente vengono stabiliti con il paziente dei sotto-obiettivi utili a gestire al meglio il loro tempo a disposizione: per far ciò si punta sulle capacità di metanalisi del paziente e sul successivo utilizzo di strategie compensative. Il materiale utilizzato è rappresentato da nove brevi storie videoregistrate di due diverse tipologie:
- situazioni di vita quotidiana;
- materiale astratto (che a che fare con il computer e il suo utilizzo).
Ai pazienti viene mostrata una storia della durata di qualche minuto e al termine della storia devono riportare il maggior numero delle informazioni.
esempio l'approccio comportamentale o l'approccio emotivo. Questi approcci non cognitivi possono essere utilizzati in combinazione con l'approccio cognitivo per ottenere risultati più completi e duraturi. L'approccio comportamentale si concentra sull'apprendimento di nuovi comportamenti e abilità attraverso l'uso di rinforzi positivi e negativi. Ad esempio, il paziente potrebbe essere incoraggiato e premiato quando riesce a mantenere l'attenzione per un determinato periodo di tempo. L'approccio emotivo si concentra invece sulle emozioni e sul coinvolgimento emotivo del paziente. Si cerca di creare un ambiente emotivamente positivo e motivante, in modo da favorire l'attenzione e la concentrazione. Ad esempio, si potrebbero utilizzare tecniche di rilassamento o di visualizzazione guidata per aiutare il paziente a ridurre lo stress e a migliorare la sua capacità di focalizzare l'attenzione. È importante sottolineare che questi approcci non cognitivi non sono alternativi all'approccio cognitivo, ma possono essere utilizzati in combinazione per ottenere risultati migliori. La scelta dell'approccio più adatto dipende dalle caratteristiche del paziente e dalla gravità del disturbo attentivo.esempio ansia, depressione, dolore, che possono in qualche modo influire sulla riabilitazione.
La proposta che emerge da questo presupposto, riguarda l'integrazione dell'intervento cognitivo vero e proprio (es. l'APT) con approcci che consentono di lavorare anche su altri livelli. Sono tre gli approcci tenuti in considerazione:
- Insegnamento di strategie di autoregolazione: l'importanza di questo approccio sta nel riconoscere le difficoltà del paziente in determinati compiti per poter individuare le strategie adeguate. Ad esempio, a causa dell'alta distraibilità dei pazienti, si potrebbe proporre di effettuare una lista di spazi pubblici poco rumorosi; il chiasso, infatti, aumenterebbe le percentuali di distraibilità.
- Le procedure di orientamento sono delle strategie di autoregolazione utili in pazienti con difficoltà di attenzione sostenuta. Bisogna incoraggiare il paziente a monitorare costantemente le proprie attività.
Ad esempio, ad un certo punto della giornata, il paziente potrebbe chiedersi cosa sta facendo, cosa faceva prima e cosa farà dopo. Il pacing è una procedura che allena il paziente nello sviluppo di strategie che gli consentano di sviluppare aspettative realistiche di produttività. Per ovvie ragioni questo modello deve essere costruito ad hoc sulle necessità individuali. Se un paziente riferisce di essere più attivo la mattina, la pianificazione delle attività impegnative dovrà essere concentrata nelle prime ore della giornata, mentre nel primo pomeriggio saranno pianificate attività più leggere. Il key ideas log è una strategia utilizzata in pazienti con deficit di attenzione alternata, che non riescono a spostare la propria attenzione da un compito all'altro. Questi pazienti tendono a perdere il filo del discorso o dei pensieri o non riescono a portare a termine un'attività a seguito di una distrazione esterna.
Le strategie consistono nella registrazione o nella ripetizione di ciò che stavano facendo, per poi facilitarne il recupero. 2) Utilizzo di ausili esterni → tali ausili possono essere utili per aiutare il paziente ad avviare determinate attività o per comprendere determinate informazioni. Ausili esterni possono essere organizer elettronici, registratori, calendari ecc... 3) Supporto psicosociale → bisogna considerare che i deficit attentivi molto spesso si accompagnano a stress emozionali, causati dall'incapacità di elaborare le informazioni in modo adeguato. Il supporto psicosociale riguarda l'ascolto, la psicoterapia, supporti educazionali, training di rilassamento ed è un livello indispensabile per la gestione delle difficoltà cognitive. 8Funzioni esecutive. SUDDIVISIONI FUNZIONALI DEI LOBI FRONTALI. Le aree frontali anteriori, che si trovano nella corteccia prefrontale, sono più estese nell'uomo rispetto alle altre.specie.Le aree prefrontali rappresentano il substrato neuroanatomico delle funzioni cognitive che caratterizzano l'uomo. Queste aree sono particolarmente coinvolte nella regolazione di cognizione e comportamento.
L'area corrispondente ai poli frontali si estende su tutte le superfici (laterale, orbitaria e mediale) ed è quella che soffre di più in caso di incidente o traumi cranici di altro tipo perché, come sappiamo, i lobi frontali sono quelli che pesano di più soprattutto sulle fibre di connessione posteriore quindi attentive.
La corteccia prefrontale mediale o mediale sembrerebbe essere la sede di tutto quello che riguarda la cognizione sociale. Come sappiamo è difficile trovare lesioni intracraniche che rimangano localizzate in un emisfero perché esse tendono ad invadere anche l'emisfero controlaterale (opposto) per effetto massa ecc.
È stato eseguito uno studio in cui è emerso che la performance di confronto nelle
prove di conoscenza delle capacità mentali di comprensione delle emozioni, in un paziente con una lesione nella corteccia frontale mediale di sinistra, era identica alla