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Egli lo fece derivare dal nome di Leopold von Sacher Masoch, un romanziere i cui

personaggi traevano piacere erotico da maltrattamenti e umiliazioni.

 Nel 1996, Millon propone che il disturbo sadico sia considerato come una

sottocategoria del disturbo antisociale. Inoltre, descrive le caratteristiche tipiche del

sadico:

• Bassa tolleranza alla frustrazione

• Accentuata distruttività

• Marcati sentimenti di colpa

• Potenti energie esplosive di natura aggressiva

• Controllo e operazioni difensive

• Soddisfazione e piacere nel fare male agli altri

 Nel 1987, il disturbo sadistico viene introdotto nel DSM come categoria diagnostica

che richiede ulteriori studi.

Qui, il sadismo viene distinto sia dal disturbo antisociale, sia dal sadismo puramente

sessuale.

la caratteristica di questo disturbo è:

“Una modalità pervasiva di comportamento crudele, umiliante ed aggressivo diretto

verso gli altri”.

Inoltre, fra i fattori predisponenti:

• Aver subito violenze fisiche, sessuali o psicologiche

• Essere stati educati in una famiglia in cui uno dei coniugi veniva trattato in modo

violento

 Nel 1994, con la pubblicazione della IV edizione del DSM, il termine viene omesso e

“parafilia”,

viene inserito come a causa della minima prevalenza della categoria

rilevata a livelli clinico.

Kernberg

 Partendo dal presupposto che il comportamento antisociale e psicopatico potesse essere

visto come una variante primitiva del continuum del “disturbo narcisistico di

personalità”, Kernberg delineò all’interno di tale continuum disturbi caratterizzati da

comportamenti antisociali tra cui il disturbo sadomasochistico.

Kernberg ha distinto 3 livelli di gravità dei pazienti:

1. Nevrotico di realtà resta integro, al

2. Borderline (nel paziente borderline l’esame

contrario del paziente psicotico)

3. Psicotico

Inoltre, ha diviso le strutture di personalità borderline in:

Personalità borderline “alte”

1. (ad alto funzionamento)

Personalità borderline “basse”

2. (a basso funzionamento)

 il sadomasochismo all’interno delle personalità borderline “alte”.

Ha inserito

 Nel 1991, è stata dedicata una tavola rotonda dell’American Psychoanalytic

Association al sadomasochismo nelle perversioni. l’eccitazione sessuale è

Pulver = Si può parlare di perversioni quando per raggiungere

obbligatorio fare ricorso a fantasie erotiche e comportamenti che non hanno come

oggetto il rapporto genitale. Tuttavia, una dose di fantasia perversa può essere comune.

Trattabilità con la psicoterapia

Stone

 Gli individui sadici non possono trarre vantaggio dalla psicoterapia, poiché il disturbo

dell’attaccamento manifestato nel trattare le altre persone come oggetti con cui

divertirsi, anziché come soggetti da amare e rispettare impedisce lo sviluppo della

capacità di creare una alleanza terapeutica.

 Le forme sadomasochistiche meno gravi, invece, risultano più trattabili.

Infatti, in questo caso, vi è una difficoltà a fare esperienza di una relazione sessuale

funzionale, reciproca e soddisfacente con un pari.

Medard

 Ha affermato che i soggetti che presentano il disturbo sadomasochistico sono persone

che, a causa di specifici fattori traumatici vissuti nell’infanzia, si ritrovano

impossibilitati ad approcciarsi alla vita sessuale in modo sano.

 L’atto sadomasochistico scaturisce, secondo Medard, da un profondo bisogno di dare e

ricevere amore, comune a tutti gli esseri umani, il cui soddisfacimento viene impedito

da una sorta di insensibilità (insensibilità fisica nel masochista, insensibilità percettiva

nel sadico). Il sadomasochista cerca di eliminare tale insensibilità infliggendo o

procurandosi il dolore, con lo scopo di sentire “emotivamente viva” e umana la

relazione interpersonale, che altrimenti verrebbe vissuta come fredda, insensibile,

inesistente.

Dunque, tra sadismo e masochismo esiste una relazione complementare e simmetrica:

questi disturbi sono due facce della stessa medaglia.

De Masi

In Italia, ad occuparsi di perversioni è stato soprattutto De Masi.

La perversione sadomasochistica. L’oggetto e le teorie,

In De Masi ha differenziato (a

differenza di Kernberg) la perversione sadomasochistica da altre condizioni come le strutture

borderline e psicotiche, nelle quali le perversioni svolgono funzioni difensive finalizzate ad

evitare l’angoscia e a mantenere l’integrità psichica.

 Egli afferma che la perversione sadomasochistica è antirelazionale ed antierotica.

 dominio sull’oggetto e nel trionfo che ne deriva.

Lo scopo del perverso consiste nel

Egli ritiene che la perversione sia completamente slegata dalla sessualità: anzi, ai fini della

comprensione, secondo De Masi, è più utile dirigere lo sguardo verso l’aggressività.

 Il sadomasochismo è l’espressione della sofferenza come modo per dare un significato

agli eventi negativi della vita. In particolare:

• Masochismo = forma introiettata di espiazione, di punizione verso se stessi.

• proiezione dell’espiazione, “punisco gli altri al posto di me stesso”.

Sadismo =

2. Caratteristiche cliniche e di sviluppo

 Disturbo sadomasochistico = Spiegato come comportamento innato o una specifica

reazione ad arcaiche frustrazioni e umiliazioni.

 dell’attività sadomasochistica deriva da:

Il piacere che si acquisisce nel procurare o nell’infliggersi sofferenza.

Senso di potenza

 Secondo alcuni autori, il sadomasochismo è sia una difesa sia un tentativo di

riparazione nei confronti di una grave perdita o mancanza affettva.

Lutto non elaborato

che induce i soggetti a pensare che non ci sia nessuno da amare e nessuno da cui essere

amati.

Dunque, l’unica possibilità resta quella di mettere in scena questi fantasmi ostili e

persecutori senza che sia possibile, nella ripetizione compulsiva, alcuna elaborazione.

 Dunque, descritta in questo modo, la perversione sadomasochistica indica un

comportamento sessuale costante che si mantiene stabile per tutto il corso della vita e

affonda le sue radici nell’infanzia.

 Dal punto di vista clinico, tale perversione non è lineare: può presentarsi

sporadicamente, per poi scomparire, o essere presente accanto ad altre condotte

sessuali apparentemente normali.

3. Ipotesi eziopatogenetiche

 Nella visione classica:

le perversioni sessuali venivano considerate semplicemente come delle sindromi

psicopatologiche caratterizzate da alterazioni qualitative dell’istinto sessuale.

 Fra tutte le parafilie, il sadomasochismo è il quadro fra i più difficili da interpretare.

Può essere:

• esito di traumi infantili

• esito di un clima di eccessiva freddezza o di lontananza affettiva nell’ambiente in

cui il soggetto è cresciuto da bambino.

Estela Welldon

I rituali e i comportamenti sadomasochistici sono una rudimentale soluzione per affrontare

un insopportabile dolore psichico e si originano nella prima infanzia.

In queste persone, emerge un bisogno di fantasie o azioni sadiche per raggiungere una

gratificazione sessuale, che è una risposta che “inverte” scenari infantili in cui sono state

vittime di abusi fisici o sessuali.

Infliggendo ad altri ciò che è successo a loro da bambini, questi individui raggiungono, allo

stesso tempo, una vendetta e un senso di padronanza sulle esperienze infantili di abuso.

Anche i pazienti masochistici, che hanno bisogno di umiliazioni o addirittura di dolore per

raggiungere il piacere sessuale, possono stare ripetendo delle esperienze infantili di abuso.

 La convinzione di questi pazienti è che la relazione sadomasochistica sia la sola forma

possibile di relazione oggettuale.

 “Un bambino maltrattato può sviluppare uno stato interno di svuotamento e di

passività masochistica o, al contrario, può facilmente diventare, per

identificazione, un sadico aggressore.”

De Masi:

 “La perversione è una tecnica di eccitamento mentale, che nasce dall’isolamento e si

svolge nell’immaginario personale. L’eccitamento si autoproduce attraverso specifiche

figurazioni, il cui nucleo è rappresentato dal piacere di dominare o possedere un altro o,

viceversa, di essere dominati o abusati.”

Inoltre:

“Anche se l’ambito di azione nelle perversioni si limita alla sfera sessuale,

l’eccitamento non deriva da una forma primitiva di sessualità. L’eccitamento deriva

dall’idea di potere.”

 non coincide né con l’aggressività, né con l’odio, bensì

Il piacere sadomasochistico

con l’assenza di amore, con l’indifferenza.

4. Il disturbo sadomasochistico e le relazioni oggettuali

 Le persone che hanno bisogno di fantasie ed azioni sadiche per raggiungere una

gratificazione sessuale cercano, spesso inconsciamente, di capovolgere scenari infantili

in cui sono state vittime di abusi sessuali o fisici.

Ciò significa che le relazioni oggettuali sadomasochistiche si configurano spesso

come un tentativo di riparazione, riguardo ad un trauma conseguente ad una perdita

non adeguatamente elaborata.

Bach:

 “Come le gratificazioni pulsionali perverse possono rappresentare una fuga da relazioni

oggettuali intime, così le relazioni oggettuali perverse possono costituire una difesa

contro le angosce sollevate dalle pulsioni.”

 nell’infanzia o

Secondo Bach, si può individuare il trauma originario

nell’adolescenza: perdita di un genitore, perdita del riconoscimento parentale, perdita

del Sé a causa di un’irrisolta angoscia di castrazione, per malattia o per assenza

emotiva.

 Secondo Bach, tuttavia, le relazioni sadomasochistiche sono un modo di amare: “esse

sono caratterizzate dalla combinazione di problemi di separazione precoci e traumi

unici, subiti in fasi dello sviluppo specifiche. Si potrebbe dire che questi pazienti hanno

fallito in una qualche misura il compito di integrare in maniera adeguata la madre che

e la madre che frusta.”

nutre

 Il dolore risultante dalla sofferenza inflitta e provata è un rifugio contro il dolore ben

più grande della perdita: dunque il dolore è preferibile alla perdita.

Per questi soggetti, la relazione sadomasochistica è la sola forma di relazione

oggettuale possibile: una relazione che comporti un abuso è pur sempre meglio di

nessuna relazione.

Dettagli
A.A. 2016-2017
43 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher focusonwhatmatters di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicodinamica dello sviluppo e delle relazioni familiari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Perrella Raffaella.