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IL TRATTAMENTO

• La percentuale dei soggetti che non viene affatto curata raggiunge il 50%

• Fra coloro che sono in cura, il 50% non riceve cure ottimali o adeguate

Ciò dipende dal fatto che spesso la depressione non è percepita come malattia né dal

paziente né dai familiari. Inoltre:

• Il soggetto depresso è riluttante ad accettare l’idea che il suo malessere possa essere

dovuto ad uno scompenso delle funzioni del cervello che presiedono alla

regolazione del tono dell’umore. Il farmaco viene avvertito come qualcosa di

invasivo, che pretende di ridurre la persona a una macchina guasta.

1. Il trattamento psicoterapeutico

Un valido trattamento per la cura della depressione è la psicoterapia (ogni intervento effettuato sul

paziente senza mezzi fisici o biologici, per migliorare la sintomatologia.

• Psicoterapia = tecnica di cura che non fa uso di farmaci o di altri interventi

biologici e che si basa solo sulla comunicazione, cioè sullo scambio verbale e non

verbale con il paziente.

• Scopo principale: rendere la persona più consapevole del proprio problema e, allo

stesso tempo, capace di farvi fronte.

Se il paziente è al primo episodio depressivo, se sono sopravvenuti eventi come un grave lutto o la

fine di un legame coniugale è necessario che il soggetto sia aiutato a elaborare ciò che gli è realmente

accaduto e ad accettare che probabilmente la sua reazione agli eventi è stata spropositata.

Se lo stato depressivo è grave tanto da provocare una sospensione delle normali attività quotidiane,

non è realistico proporre la psicoterapia: questa non è ancora possibile. Solo successivamente, dopo

un trattamento farmacologico e dell’attenuazione della sintomatologia, sarà possibile iniziare un

lavoro psicoterapeutico.

• La psicoterapia è più opportuna ed efficace quando la patologia si manifesta in forme non

gravi.

I principali modelli di psicoterapia:

• Cognitivo-comportamentale

• Interpersonale

• Psicodinamico

• Familiare e coniugale

• Psicoterapia cognitivo-comportamentale

Combina 2 forme di terapia: cognitiva e comportamentale.

La prima si pone l’obiettivo di aiutare il soggetto depresso a modificare concetti e

cognizioni erronee su se stesso, sui sintomi, sulle opinioni pessimistiche.

all’attenuazione o alla scomparsa dei sintomi, mediante estinzione

La seconda è finalizzata

di atteggiamenti disadattivi specifici e apprendimento di comportamenti atti a fornire

rinforzi positivi, conferme soddisfacenti e capacità di rilassamento.

• Psicoterapia interpersonale

Si tratta di un trattamento specifico per depressioni maggiori senza manifestazioni

psicotiche, in soggetti non alcolisti e senza ritardo mentale.

Di durata breve, 12-16 settimane.

Mira al miglioramento sintomatico tramite una riformulazione o una risoluzione dei

problemi comuni e specifici delle relazioni interpersonali e all’acquisizione di nuovi legami

e comunicazioni sociali.

• Psicoterapia psicodinamica

Impiega tecniche psicoanalitiche (libere associazioni e interpretazioni).

Risulta indicata in presenza di buone capacità di introspezione, tolleranza alla sofferenza

depressiva e un ambiente stabile.

A durata indefinita.

Terapia psicodinamica breve:

1. Il terapeuta valuta il quadro clinico e delinea il problema primario definendo il

focus della terapia, fra sintomo, problema e conflitto;

L’intervento psicoterapeutico è indirizzato sul focus delineato;

2.

3. Si discute il termine della psicoterapia, revisionando e consolidando i progressi

ottenuti.

• Psicoterapia familiare e coniugale

Questa psicoterapia è indicata nei casi in cui i problemi intrafamiliari o nel rapporto

matrimoniale sono preminenti e concorrono alla genesi della depressione oppure nei casi in

cui è la depressione di uno dei coniugi a provocare incomprensioni nella coppia.

Altri trattamenti

• Trattamento con elettroshock

Il trattamento elettroconvulsionante oggi è di impiego ridotto; è riservato a casi gravi di

depressione o talvolta di mania o stati depressivi atipici, con resistenza o controindicazioni

alle terapie farmacologiche.

Fra gli anni ’40 e ’60 la sua diffusione fu eccessiva, sia perché veniva utilizzato anche in

casi che non davano garanzie di trarne giovamento, sia perché i singoli pazienti potevano

essere sottoposti a un numero molto elevato di applicazioni.

Negli anni ’70 fu criticato e se ne propose l’abbandono.

Alla fine degli anni ’70 alcuni studi ne dimostrarono l’efficacia terapeutica e furono

apportate delle modifiche per renderlo più sicuro e meno traumatico.

Oggi è considerato un trattamento di emergenza: quando i farmaci non sono efficaci, quando

i casi sono molto gravi, quando è presente il rischio immediato di suicidio, nei casi di

depressione senile o in gravidanza quando è opportuno evitare i farmaci.

Consiste nell’indurre una crisi epilettica (sotto anestesia) per pochi minuti.

Al risveglio il paziente può avere disturbi transitori di memoria.

In genere: 6/10 applicazioni due o tre volte a settimana.

• Ospedalizzazione

In condizioni di casi gravi in cui c’è serio rischio di suicidio o in condizioni di mancato

sociale o ambientale, il ricovero, talvolta con TSO, è l’unica soluzione.

supporto familiare,

• Fototerapia

La terapia della luce si basa sull’esposizione, di solito mattutina, ad una luce artificiale

bianca brillante per 1-3 ore.

Risulta indicata soprattutto nelle depressioni maggiori ad andamento stagionale (autunno-

inverno): i sintomi in questo caso migliorano nel giro di qualche giorno.

• Privazione o riduzione di sonno

La deprivazione di sonno, totale o parziale, porta ad un miglioramento immediato, ma

transitorio. Nella metà dei casi, dopo alcune ore di sonno se ne perdono i benefici.

• Esercizio fisico

Cura la depressione in 5 modi:

Induce l’organismo a rilasciare endorfine

1.

2. Riduce il livello di cortisolo (ormone stress e depressione)

3. Aiuta a vedere la vita con più ottimismo

Dà una sensazione di soddisfazione che aiuta ad accrescere l’autostima

4.

5. Aumenta i livelli di serotonina

Può essere di qualsiasi tipo, è importante la costanza.

In due studi si è visto che:

• Le persone che praticano esercizio fisico hanno un umore meno depresso, anche se

l’attività fisica non ha carattere preventivo.

• L’efficacia dell’esercizio fisico è simile a quella dei farmaci.

Nell’eziopatogenesi dei disturbi dell’umore sono coinvolti sia fattori biologici, sia fattori psicosociali.

= Include l’intervento terapeutico sia farmacologico, sia psicoterapeutico.

Trattamento combinato

• Devono essere usate solo per le forme di depressione in cui l’efficacia dei singoli approcci si

è dimostrata solo parzialmente, nei casi in cui ci sia la compresenza di più obiettivi e

necessità di ordine diverso oppure quando il decorso clinico si rivela cronico sin dal primo

episodio.

• Efficace per i pazienti che hanno una storia clinica di depressione cronica e/o di resistenze ai

trattamenti e che prospettano una serie di fattori diversi a monte del loro disturbo depressivo.

4

LA DEPRESSIONE

NELL’ETA’ ADULTA

DSM e Disturbi dell’umore

 (umore depresso).

Depressione: disturbo del tono dell’umore

 I Disturbi dell’umore sono riportati sull’Asse I (Disturbi clinici)

La sezione relativa ai Disturbi dell’umore è organizzata in 3 parti:

Episodi di alterazione dell’umore

1. Disturbi dell’umore, Disturbo bipolare, Altri disturbi dell’umore

2.

3. Specificazioni

Episodi di alterazione dell’umore

1.

La prima parte comprende 4 tipi di episodi di alterazione dell’umore:

A) Episodio depressivo maggiore

B) Episodio maniacale

C) Episodio misto

D) Episodio ipomanicale

A) Episodio depressivo maggiore

 Transitorio

 Dovrebbe durare almeno 2 settimane

 Deve presentare almeno 5 dei seguenti sintomi:

— umore depresso (per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno)

— diminuzione di interessi o piacere per quasi tutte le attività (per la

maggior parte del giorno, quasi ogni giorno)

— perdita o aumento del peso/appetito

— insonnia o ipersonnia

— agitazione o rallentamento

— affaticabilità, mancanza di energia

— sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessiva

— riduzione della concentrazione

— pensieri ricorrenti di morte e suicidio

(La presenza di questi sintomi non deve essere giustificata da lutto, dagli effetti di

qualche sostanza o da una condizione medica generale)

B) Episodio maniacale

 Umore anormalmente e persistentemente alto ed eccitato o irritabile

 La sua durata deve essere almeno di 1 settimana

 Deve presentare almeno 3 dei seguenti sintomi:

— grandiosità

— minore bisogno di sonno

— logorrea

— fuga delle idee

— distraibilità

— aumento dell’attività finalizzata, sociale, lavorativa, sessuale

— eccessivo coinvolgimento in attività potenzialmente dannose

C) Episodio misto

 Almeno 1 settimana di alternarsi dell’Episodio depressivo maggiore e dell’Episodio

maniacale.

D) Episodio ipomaniacale

 Manifestazione meno grave dell’episodio maniacale

 Dura almeno 4 giorni

 Non provoca una marcata compromissione in ambito lavorativo e sociale

 Non richiede l’ospedalizzazione

2. Nella seconda parte sono descritti:

Disturbi dell’umore

A) (D. depressivo maggiore; D. distmico; D. depressivo non alt. spec.)

B) Disturbo bipolare (D. bipolare I; D. bipolare II; D. ciclotimico; D. bipolare non alt. spec.)

Altri disturbi dell’umore

C) Disturbi dell’umore

A)

I. Disturbo depressivo maggiore

 1 o più Disturbi depressivi maggiori

 Senza Episodi maniacali o Episodi ipomaniacali

 Le donne hanno più probabilità di sviluppare questa patologia nel corso della vita

 Associato ad elevata mortalità: il 15% degli individui si suicida

II. Disturbo distmico

 Umore cronicamente depresso per almeno 2 anni (quasi ogni giorno, quasi tutti i giorni)

 Meno grave del Disturbo depressivo maggiore

 Quando ha una durata di molti anni, risulta difficile distinguerlo dal funzionamento normale

III. Disturbo depressivo non altrimenti specificato

 Comprende tutti i disturbi depressivi che non soddisfano i criteri per II e II.

B) Disturbo bipolare

Dettagli
A.A. 2016-2017
29 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher focusonwhatmatters di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicodinamica dello sviluppo e delle relazioni familiari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Perrella Raffaella.