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MODELLI RELAIZONALI NELLA PSICOLOGIA DELLA MANIA
Nella storia delle persone maniacali si rintraccia un modello di ripetute separazioni traumatiche senza che il
bambino abbia avuto alcuna opportunità di elaborarle emotivamente: morti non elaborate di persone
importanti, divorzi e separazioni di cui nessuno gli ha parlato, trasferimenti familiari senza alcuna
preparazione. Critiche e abusi, a volte emotivi e a volte fisici, sono altrettanto frequenti nella storia di
queste persone. Ho già accennato alla combinazione di separazione traumatica e trascuratezza o abuso
emotivo a proposito degli esiti depressivi; è probabile che nelle storie delle persone maniacali le perdite
siano state di natura ancora più estrema, oppure che le figure di accudimento abbiano prestato
u ’atte zio e a o a più s a sa al lo o sig ifi ato e oti o. i o dia o difesa est e a di iego .
IL SÉ MANIACALE
Le persone maniacali temono qualsiasi attaccamento giacché interessarsi di qualcuno potrebbe significare
una perdita devastante. Il continuum maniacale, che va dalla struttura psicotica a quella nevrotica, satura in
modo più significativo nelle aree borderline e psicotiche a causa della primitività dei processi che vi sono
implicati. Ne consegue che molte persone maniacali, ipomaniacali e ciclo timiche sono a rischio di
uell’espe ie za soggetti a di disintegrazione che gli psicologi del Sé definiscono frammentazione . Gli
individui maniacali hanno paura, se smettono di muoversi, di crollare. Spesso giungono in terapia
i ediata e te dopo u ’espe ie za dep essi a di p ofo da f a e tazio e, ella uale l’utilizzo delle
loro consuete difese maniacali è risultato fallimentare. Le persone con struttura maniacale riescono a
mantenere una pur debole autostima evitando con successo il dolore e provano contemporaneamente il
piacere di accattivarsi gli altri. Se qualche perdita diventa troppo dolorosa per sottoporla a diniego, la
fortezza maniacale può essere improvvisamente invasa da tentativi di suicidio e comportamenti
francamente psicotici.
TRANSFERT E CONTROTRANSFERT CON PAZIENTI MANIACALI
I clienti maniacali possono essere attraenti, intuitivi e affascinanti. Ma tendono anche a confondere a
stancare. Forse la tendenza controtransferale più pericolosa nei terapeuti che lavorano con persone
ipomaniacali è la sottovalutazione del grado di sofferenza e della potenziale disorganizzazione che stanno
e u ’allea za di
dietro la loro presentazione accattivante. Ciò che può apparire come un Io osservante
lavoro perfettamente adeguati e affidabili può essere frutto di diniego maniacale e di fascino difensivo. Più
di un terapeuta è rimasto colpito dai risultati di un test proiettivo con qualche affascinante paziente
ipomaniacale; il Rorschach, in particolare, spesso riesce a cogliere un livello di psicopatologia che nessun
diagnosta avrebbe inizialmente sospettato.
IMPLICAZIONI TERAPEUTICHE DELAL DIAGNOSI DI IPOMANIACALITÀ
La preoccupazione primaria con un paziente ipomaniacale è impedirne la fuga. Il lavoro terapeutico deve
essere costantemente centrato sul diniego della sofferenza e sui sentimenti negativi in genere. Molti
analisti ritengono che la prognosi dei pazienti ipomaniacali debba essere cauta, anche quando il terapeuta
prende ogni precauzione per impedire la fuga, a causa della loro estrema difficoltà a tollerare la sofferenza.
I farmaci psicotropi si sono rivelati una benedizione per i pazienti maniacali più disturbati, così come per i
depressi più disturbati. È importante, però, assicurarsi che il medico che fa la prescrizione assuma un
app o io atte to e i di idualizzato pe og i pazie te: t a i lie ti a ia ali ’ la stessa a ia ilità che in
ogni altra categoria di persone. Contrariamente a ciò che si pensa comunemente, la psicoterapia è valida ed
efficace con i pazienti maniacali. Senza di essa, questi clienti non riescono a elaborare la sofferenza delle
proprie esperienze di perdita e non imparano ad amare con meno paura. È anche possibile che smettano il
trattamento farmacologico. Le persone ipomaniacali più sane tendono ad andare in terapia quando hanno
già raggiunto una certa età, quando le loro pulsioni ed energie sono meno intense e retrospettivamente 79
possono vedere con chiarezza quanto sia stata frammentari e insoddisfacente la loro vita. Come accade con
i clienti narcisisti del tipo grandioso, a volte è più semplice aiutare gli ipomaniacali adulti rispetto ai più
giovani, ma anche con loro è necessario un accordo per impedire fughe premature. Alcune considerazioni
applicabili al trattamento dei pazienti paranoidi si adattano anche a quelli ipomaniacali. Spesso occorre
contrattaccare la difesa, per esempio mettendo il paziente direttamente ed esplicitamente a confronto
con il suo diniego e dando un nome ai contenuti che sono stati negati, invece che limitarsi a invitare il
paziente a esplorare questa difesa. Il terapeuta deve apparire forte e interessato. Deve fare interpretazioni
e so l’alto, ost a do osì alla pe so a ipo a ia ale he p o a e affetti egati i o ale e he essi o
ha o effetti atast ofi i. Poi h pe lo o l’aute ti ità e oti a olto p o le ati a, il te apeuta de e
periodicamente indagare se stanno dicendo la verità, o se non stanno semplicemente dando ragione al
terapeuta. Come i paranoici, i clienti ipomaniacali hanno bisogno di un terapeuta attivo e incisivo, privo di
eccessive incertezze e di atteggiamenti ipocriti e auto indulgenti.
LA DIAGNOSI DIFFERENZIALE
I terapeuti tendono ad attribuire a queste persone, inizialmente accattivanti, difese meno primitive, una
aggio fo za dell’Io e u a iglio e i teg azio e dell’ide tità di ua to o a ia o i ealtà. E uesto
errore può allontanare un paziente ipomaniacale difficile. I clienti con organizzazione maniacale che non
rientrano nella gamma psicotica vengono più comunemente diagnosticati come isterici, narcisisti,
compulsivi, o con un disturbo da deficit di attenzione quelli che presentano sintomi psicotici vengono più
spesso scambiati per schizofrenici. a causa del loro fascino, della loro apparente facilità di
Personalità ipomaniacale e personalità isterica:
rapportarsi affettuosamente agli altri e di intuizione psicologica, i clienti ipomaniacali possono essere
scambiati per isterici. Questo errore fa correre il rischio di perdere presto il paziente, dato che
l’atteggia e to te i o app op iato pe hi ha u ’o ga izzazio e iste i a fa se ti e po o contenuta e
solo superficialmente capita la persona ipomaniacale. Relazioni bruscamente interrotte con persone di
entrambi i sessi, una storia di perdite traumatiche non elaborate, e assenza delle preoccupazioni tipiche
della persona isterica su temi di potere e identità di genere, sono alcune aree che differenziano gli individui
ipomaniacali da quelli isterici. dato he la g a diosità l’ele e to e t ale del
Personalità ipomaniacale e personalità narcisistica:
funzionamento maniacale, è facile scambiare una persona ipomaniacale o ciclotimica per il tipo più
grandioso di paziente narcisista. Una buona anamnesi può chiarire le differenze; le persone con struttura
narcisistica non hanno le storie tumultuose e catastroficamente frammentarie di molti clienti ipomaniacali.
fe o e e te egati i ell’ipo a ia ale, f o teggiati da uest’ulti o o il i o so al di iego. “ a ia e u
individuo ipomaniacale per narcisista può costare un paziente. Tuttavia, i due gruppi di pazienti presentano
u ’affi ità: e t a i di e ta o più a essi ili te apeuti a e te o l’a a za e dell’età; i olt e, gli a alisti
che intendono il narcisismo grandioso in termini introiettivi suggeriscono un approccio analogo per questo
tipo di cliente. la p ese za di te de ze i pulsi e ell’i di iduo
Personalità ipomaniacale e personalità compulsiva:
ipo a ia ale sugge is e l’oppo tu ità di effettuare un confronto con la compulsività caratterologica. Le
persone compulsive e quelle ipomaniacali sono ugualmente ambiziose e piene di pretese. Tuttavia, le loro
somiglianze sono solo superficiali. Come nella distinzione tra ipomaniacalità e isteria, è fondamentale
sottolineare la differenza tra il significato interiore e il contenuto manifesto del comportamento.
la persona maniacale in una condizione psicotica può apparire molto simile a
Maniacalità e schizofrenia:
uno schizofrenico in un episodio ebefrenico acuto. Il fatto che qualcuno sia manifestamente psicotico non
significa che sia schizofrenico. Per determinare la natura della disorganizzazione di una persona,
specialmente con i pazienti più giovani che hanno un episodio psicotico iniziale, è importante effettuare 80
u a uo a a a esi, al fi e di aluta e l’appiatti e to affetti o e la apa ità di ast azio e. T a le
condizioni che a volte definiamo schizoaffettive comprendiamo anche le reazioni di livello psicotico che
presentano elementi maniaco-depressivi e schizofrenici, e di conseguenza richiedono un trattamento
farmacologico specificamente appropriato.
Mania alità e distur o da defi it dell’attenzione: in anni recenti si è posta molta attenzione al disturbo da
it dell’atte zio e ADD e al distu o da defi it dell’atte zio e o
defi iperattività (ADHD) nei soggetti
adulti. C edo he u a si ile te de za de i i dal fatto he i ia o i u ’epo a sto i a i ui si esposti a
infinti stimoli, spesso in competizione tra di loro e capaci di rinforzare ogni nostra tendenza alla distrazione.
L’i di iduo a atte ologi a e te a ia ale fa il e te dist ai ile e pe uesto può esse e fa il e te
diag osti ato o e soffe e te di u distu o da defi it dell’atte zio e. Tutta ia, la p ese za ei soggetti
e igua da ti la pe dita, il deside io e l’odio e so se stessi,
con carattere ipomaniacale di tematiche inte
o t astate att a e so l’uso del di iego, pe ette di dis i i a e ueste pe so alità dalle diffi oltà
si to ati he degli adulti o distu o da defi it dell’attenzione. Certamente, esistono personalità
ipo a ia ali he ost a o a he u p o le a di defi it dell’atte zio e: i uesto asa o, gli psi hiat i
devono stare particolarmente attenti a non prescrivere un farmaco che possa innescare uno stato
maniacale. 12. LA PERSONALITÀ MASOCHISTICA (AUTODISTRUTTIVA)
Freud vedeva nel comportamento autodistruttivo il problema più difficile da affrontare per la sua teoria,
fondata sulla premessa che gli organismi cercano di ottenere il massimo piacere e di ridurre al minimo il
dispiacere. Egli sottolineava come, nello sviluppo normale, le scelte infantili fossero determinate dal
principio di piacere, modificato in seguito dal principio di realtà. Poiché alcune scelte non sembrano tener
conto né nel principio del piacere