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DA ITALIANI A ITALOFONI: DINAMICHE SOCIOLINGUISTICHE POSTUNITARIE
La nascita del Regno d'Italia nel 1861 determinò il trasferimento sul piano politico di una serie di problemi discussi a livello teorico nel dibattito sulla lingua dei primi anni dell'800: la costruzione della scuola, della burocrazia e dell'esercito del nuovo Stato imponevano la necessità di diffondere l'italiano presso tutti i cittadini. I principali fattori che nei decenni successivi all'unificazione contribuirono alla diffusione dell'italiano furono:
- La scuola: nel corso degli anni furono fatte diverse leggi che aumentano sempre di più gli anni di obbligo della scuola
- I movimenti migratori: si stima che dal 1870 al 1970 siano espatriate tra i 20 e i 25 milioni di persone. All'emigrazione si aggiunsero le migrazioni interne, effetto dell'industrializzazione, e il conseguente fenomeno dell'urbanesimo, ovvero la tendenza della
popolazione a trasferirsi dallacampagna verso le città.
La burocrazia e l'esercito: la diffusione degli uffici pubblici e la quantità e varietà di testi da essi prodotti imposero il confronto di cittadini d'ogni ceto e grado di istruzione con la lingua della burocrazia.
La stampa e i mezzi di comunicazione di massa: i giornali avevano già nel '700 contribuito alladiminuzione del tasso di letterarietà dell'italiano scritto. Nonostante questo, il numero dei lettori, a fine '800 era ancora basso. Iniziò anche a diffondersi la pubblicità, che impose il proprio linguaggio e contribuì a semplificare ulteriormente la sintassi. (si diffusero anche regionalismi, es: panettone)
L'ITALIANO NELLO SPAZIO SOCIALE E COMUNICATIVO
La competenza plurilingue. Varietà e repertorio, bilinguismo e diglossia
Il repertorio è l'insieme di risorse linguistiche a disposizione di un parlante
(repertorio individuale) odi una comunità nel suo insieme (repertorio comunitario) in un determinato periodo storico.Le risorse linguistiche possono essere sia lingue tra loro distinte, sia varietà geografiche o sociali di una stessa lingua; le une possono convivere con le altre.
Si può quindi fare distinzione tra:
- variazione interlinguistica quando 2 lingue diverse fanno parte della competenza di un a parlante o di un gruppo;
- variazione intralinguistica quando varietà diverse della stessa lingua fanno parte di un alla parlante o di un gruppo.
Il bilinguismo può essere sia una condizione sociale sia una condizione individuale (se io conosco altrettanto bene il tedesco e l’italiano per motivi familiari).
Si può fare una distinzione tra:
- bilinguismo mono comunitario quando c’è un’unica comunità bilingue (i valdostani allofono conoscono di norma sia
Lingua italiana: questa situazione è andata a scomparire e già nell'Italia del XXI a lascia spazio ad una situazione di dilalia: per comunicare in situazioni bellissimo informali possiamo scegliere di parlare sia in dialetto che in italiano. L'alternanza di codice è strettamente connessa con le situazioni di diglossia perché prevede la selezioni di varietà diverse in relazione agli ambiti d'uso (un figlio di immigrati parla italiano a scuola e lingua materna in famiglia). La commutazione di codice è invece il passaggio da una varietà all'altra all'interno dello stesso scambio comunicativo e da parte dello stesso parlante, essa può indicare: l'inizio e la fine di una citazione, un atteggiamento ludico, di distanza o di coinvolgimento. La commistione di codici è invece una realizzazione di enunciati mistilingue, ovvero la compresenza in un enunciato di elementi.
sub-frasali (parole, sintagmi) appartenenti a lingue o varietà di lingua diverse. Le dimensioni della variazione sono principalmente 4: 1) Spazio geografico (dimensione diatopica): il parlante può variare il suo uso linguistico in base alla regione geografica in cui si trova. 2) Caratteristiche sociali e grado di scolarizzazione (variazione diastratica): la variazione si osserva tra individuo ed individuo, in base al loro status sociale e al livello di istruzione. 3) Situazione comunicativa (variazione diafasica): la variazione si realizza tramite l'uso di registri e sottocodici linguistici a seconda del contesto comunicativo. 4) Canale o mezzo della comunicazione (variazione diamesica): la variazione si verifica a seconda del canale utilizzato per la comunicazione, ad esempio scritta o parlata. A parte la variazione diastratica (interindividuale), le altre dimensioni della variazione sono tutte intraindividuali.della ricezione del messaggio. Inoltre, lo scritto ha una maggiore permanenza nel tempo rispetto al parlato. I registri sono modi diversi di dire la stessa cosa. Ogni registro ha le sue caratteristiche linguistiche specifiche e viene utilizzato in contesti particolari. Ad esempio, il registro formale viene utilizzato in situazioni ufficiali o professionali, mentre il registro informale viene utilizzato in situazioni più casuali o familiari. I sottocodici, o lingue speciali, sono modi di dire cose diverse. Ogni sottocodice ha il suo vocabolario e le sue regole linguistiche specifiche. Ad esempio, la lingua tecnica viene utilizzata in ambito scientifico o tecnologico, mentre la lingua giuridica viene utilizzata nel campo del diritto. In conclusione, sia lo scritto che il parlato hanno le loro peculiarità e vengono utilizzati in diverse situazioni comunicative. È importante considerare la situazione, l'argomento e le relazioni sociali tra le persone coinvolte per configurare correttamente un testo.Della fruizione del messaggio. Negli ultimi anni si è sviluppato il pensiero che tra scritto e parlato ci possa essere un continuum, ovvero che si possano verificare situazioni in cui lo scritto è dialogico e informale (messaggi telefonici) e il parlato è formale e monologico (una lezione universitaria).
Italiano standard. La standardizzazione di una lingua segue 4 processi fondamentali:
- Selezione: a partire dalle diverse varietà presenti si può elaborare una koinè oppure si può scegliere una sola tra le varietà, in Italia si è scelto il fiorentino del Trecento;
- Codificazione: le regole della varietà vengono diffuse da grammatiche e dall'imitazione di modelli condivisi, in Italia la codificazione è avvenuta tramite la diffusione delle prime grammatiche nel Cinquecento e tramite l'imitazione dei modelli di alcuni autori;
- Allargamento della varietà individuata a
più utenti: tramite il dominio politico-militare oppure, come avvenuto in Italia, per prestigio culturale;
estensione delle funzioni: la lingua viene utilizzata in tutti gli usi, orali e scritti. Il processo di standardizzazione dell’italiano è quasi giunto al termine, oggi esso ha le caratteristiche di un fiorentino emendato cioè di un fiorentino parlato privato però di alcuni tratti soprattutto di pronuncia poiché considerati dialettali o popolari. Tali tratti rifiutati sono principalmente: 1) l’impiego generalizzato della forma si + 3ª pers. sing. al posto della prima plur. (si va/andiamo); 2) i pronomi clitici soggetto: e’ dice/lui dice, la canta/lei canta, le cantano/loro cantano; 3) l’uso obbligatorio del pronome personale soggetto; 4) le forme monottongate bono/buono, novo/nuovo; 5) la pronuncia fricativa o approssimante delle consonanti p, t, k, b, d; 6) la
pronuncia fricativa delle affricate prepalatali sorda e sonora in posizione intervocalica (bacio, ragione). A livello di pronuncia, l'italiano standard inteso come fiorentino emendato:- è solo virtuale perché non è praticato se non da piccoli gruppi di persone che hanno fatto dizionee quindi hanno una pronuncia priva di flessioni regionali;
- non è del tutto condiviso nemmeno come modello astratto, non è considerato un punto di riferimento dalle persone colte quando devono parlare in contesti formali.
- la condivisione del modello riguarda la morfologia, l'ortografia, la sintassi e il lessico ma non la fonologia e l'intonazione perché fortemente sensibili alla provenienza geografica del parlante;
- c'è ancora distanza tra norma prevista dalle grammatiche e uso reale.